28.12.09

Radio Onda d'Urto Trento: speciale inceneritore

Le due puntate radiofoniche verranno trasmesse:

MERCOLEDI' 30 DICEMBRE ORE 18.30

L’inceneritore avvela.
Faresti crescere tuo figlio all’ombra dell’inceneritore?
Faresti crescere il bambino che ti nasce in seno con il rischio di danni permanenti alla salute?

I danni alla salute degli impianti di nuova generazione come quello che la Provincia autonoma di Trento vuole costruire l’anno prossimo; le alternative possibili.

con interventi di:

* Ernesto Burgio, coordinatore scientifico di ISDE International Society of Doctors for Environment

* Giuseppe Miserotti, presidente Ordine dei Medici di Piacenza Carla Poli amministratrice Centro Riciclo Vedelago (TV)

[ scarica la trasmissione - 1° puntata ]


SABATO 2 GENNAIO ORE 8.30:


Inceneritore No grazie
le iniziative di lotta contro l’inceneritore che la Provincia autonoma di Trento vuole costruire l’anno prossimo;

dibattito in studio con:

* Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti del Trentino

* Fausto Nicolussi, esponente di Nimby

* Stefano Bleggi, attivista del centro sociale Bruno

[ scarica la trasmissione - 2° puntata ]


Frequenze FM:
Basso Sarca 99.5 ---- Trento FM 105.5

______________________

Radio Onda d'Urto - Trento

redazione.trento@radiondadurto.org

trentondadurto.noblogs.org

23.12.09

Soft walking paralizza il traffico sulla Valsugana

Il comitato locale chiede l'immediata chiusura della acciaieria inquinante

www.globalproject.info/it/in_movimento/Soft-walking-paralizza-il-traffico-sulla-Valsugana/3359

al link è possibile vedere le foto e il video denuncia di un operaio dell'acciaieria

Questa mattina, con partenza alle ore 7 e per circa quattro ore, una quarantina di automobili hanno partecipato a un’iniziativa di "soft walking" per l’immediata chiusura della Acciaieria di Borgo Valsugana. Il “convoglio lumaca”, con alla testa due trattori a fare l’andatura, ha paralizzato il traffico sulla SS47 della Valsugana fino a Levico per poi tornare, sempre con andatura molto lenta, a Borgo Valsugana.

La protesta organizzata dal comitato locale dei “Baribieri Sleali”, impegnato da molti anni nella denuncia delle emissioni nocive prodotte dalla fonderia, e alla quale hanno aderito anche gli attivisti trentini da poco rientrati da Copenhagen, ha voluto ribadire come in questo momento sia necessaria una mobilitazione costante per imporre, definitivamente, la chiusura della acciaieria e la riconversione dei posti di lavoro dando garanzia per il reimpiego dei 117 lavoratori.
Nei giorni scorsi una assemblea cittadina di circa 400 persone, dopo l’intervento di alcuni medici per l’ambiente che hanno letto i dati allarmanti sulle emissioni nocive prodotte dalla fonderia, ha deciso che era giunto il momento di scoperchiare questa bomba ecologica che non solo avvelena l’aria, ma probabilmente negli anni ha inquinato i terreni limitrofi e le falde acquifere.
Durante la serata è stato ricordato che la magistratura ha deciso il sequestro della fonderia proprio perché i dati delle analisi sono stati manomessi dai laboratori incaricati dalla proprietà per poter risultare entro i limiti, e colpevolmente ignorati o avallati dai funzionari dell’APPA (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) che, in quattro, per questo motivo sono stati indagati con ipotesi di reato che riguardano il concorso con i responsabili dello stabilimento siderurgico per getto pericoloso di emissioni di gas, vapori o fumi nocivi e l'abuso d'ufficio.
Il comitato alla fine del corteo, quando a protesta praticamente finita sono comparse tre bandiere delle lega nord pronte a farsi fotografare per cavalcare l’iniziativa, ha precisato che non vuole essere strumentalizzato da nessun partito politico e che, come espresso durante l’assemblea cittadina, non sono accettate le loro bandiere.
Nel pomeriggio si è saputo che il tribunale del riesame ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Trento in merito alla chiusura definitiva dell'impianto. Le acciaierie di Borgo restano sotto sequestro ma continueranno a lavorare. Sarà il custode giudiziario, si legge nella motivazione del provvedimento, a garantire il corretto funzionamento della struttura.

Il comitato non è certamente soddisfatto del provvedimento e ha fatto sapere che dopo la pausa natalizia riprenderanno le iniziative di protesta e di coinvolgimento della popolazione non solo della Valsugana ma di tutto il Trentino.

Altro report e commenti sul blog www.pragras.blogspot.com

Acciaierie di Borgo: è necessario l’intervento di un sindacato credibile

di Luigi Casanova

Siamo arrivati dove non si doveva arrivare. Allo scontro fra le vittime di un sistema, gli operai contrapposti agli ambientalisti, ai comitati che lavorano per tutelare la salute pubblica.
Nel caso delle acciaierie di Borgo è evidente come mille responsabilità ricadano sulla Provincia di Trento e sui suoi servizi, sulla precedente sindaco di Borgo Valsugana. Erano anni che i comitati, le associazioni denunciavano quanto avveniva attorno alle acciaierie: non si trattava solo di rilascio di fumi inquinanti, si parlava di uso improprio di discariche, di bonifiche agrarie. E si parlava, sempre, del traffico che percorreva e percorre la valle, del dovere di limitarlo. Le risposte degli enti, quando arrivavano, sono sempre state vaghe ed evasive. Così si è continuato, per anni.
Ma grandi responsabilità, culturali e sociali ricadono anche sul sindacato. In troppi casi le organizzazioni sindacali hanno eluso i problemi ambientali, hanno isolato al loro interno le poche voci che ponevano temi strategici: la difesa della salute dei cittadini e dei lavoratori, la mobilità, l’uso improprio delle acque e del territorio.
Era ed è compito del sindacato ora ricucire la grave frattura che divide gli operai delle acciaierie dal comune sentire delle popolazioni della Valsugana. E’ compito del sindacato portare le istituzioni e l’imprenditoria al dovere della verità, alla ricerca di un progetto socialmente condiviso che liberi la Valsugana dalla presenza di questo corpo estraneo individuando nuove opportunità occupazionali, garantendo che nessun lavoratore rimanga nemmeno sottoccupato e specialmente costruire un progetto che impedisca, per sempre, l’arrivo in Provincia di aziende che non offrono garanzie certe sul tema della salute pubblica.
Proprio oggi leggiamo sul Sole 24 Ore come la Provincia di Trento si situi al 98° posto della graduatoria nazionale per i decessi da tumori. Ci troviamo agli ultimi posti, in compagnia delle aree urbane più degradate d’Italia, Milano, Brescia, Venezia. Quante volte si è chiesto che l’Azienda sanitaria fornisca dati disaggregati per area omogenea sui tumori in Provincia, o sulle patologie tiroidee? Decine, mai avuta risposta. Certo, la pesantezza della situazione trentina non è imputabile solo a determinate aziende, non possiamo dimenticare la presenza della monocultura delle mele come non possiamo dimenticare i danni causati dal traffico nell’asse dell’Adige, in Valsugana, nelle località turistiche.
Siamo in presenza di situazioni complesse, che non possono essere risolte con interventi tampone e nemmeno dalla magistratura. E’ necessario che le istituzioni preposte al governo del territorio e della qualità dello sviluppo, dalla Provincia all’APPA, dalla Azienda Sanitaria alle organizzazioni sindacali ritrovino percorsi di fiducia nei cittadini. Questa ricomposizione è possibile solo attraverso il confronto aperto basato sulla verità dei dati. E’ possibile solo quando si sarà capaci di smettere di offendere il volontariato impegnato nella tutela della salute e il volontariato ambientalista. E’ possibile solo ricucendo un rapporto fra lavoratori, società civile e ambientalisti. I gruppi dirigenti della Provincia, del sindacato devono cambiare strada: con umiltà riprendere i percorsi del dialogo e della proposta, devono ritrovarsi per costruire coesione sociale e specialmente sviluppo di qualità. Anche in Valsugana.

22.12.09

Assemblea autoconvocata in difesa dell'acqua

Il 22 dicembre alle 20.30 davanti al teatro San Marco: la cittadinanza trentina presente alla conferenza di giovedì scorso “La rivoluzione dell’Acqua”, ha scelto questa data per autoconvocarsi ad un’assemblea in difesa dell’acqua pubblica.

E’ uno dei risultati più belli ed eclatanti della tre giorni sull’acqua, indetta dalle associazioni trentine Yaku, Ya Basta e Filorosso, che per sensibilizzare e stimolare una discussione sulle tematiche dell’acqua – la cui gestione è stata recentemente privatizzata dal governo italiano – hanno organizzato concerti, mostre fotografiche, spettacoli teatrali dal 9 all’11 dicembre scorsi in vari luoghi della città. Dallo spettacolo h2oro che ha coinvolto anche le scuole, al documentario Terre d’acqua sull’Uruguay, alla mostra fotografica di Lorenzo Scaldaferro, l’acqua a Trento ha preso la parola.
Bilancio molto positivo: sia il Teatro San Marco che il Centro Formazione alla Solidarietà, che la Facoltà di Sociologia, dove erano dislocati gli appuntamenti, hanno registrato ottime affluenze e forte interessamento da parte dei partecipanti.

In particolare, è stata davvero felice la commistione fra i protagonisti della guerra dell’acqua di Cochabamba – il sindacalista boliviano Oscar Olivera e la docente ed attivista messicana Raquel Gutierrez – ed il folto pubblico giunto anche da fuori regione, per la serata organizzata da Yaku “La Rivoluzione dell’Acqua”, il 10 dicembre.
Con Alex Zanotelli, che in un accorato discorso più volte chiedeva se fosse follia quella che stiamo vivendo – l’acqua nelle mani di pochi – con Michele Nardelli, del Forum trentino per la Pace, che ha letto la proposta di mozione provinciale contro la privatizzazione dell’acqua, e con il filosofo e politologo irlandese John Holloway, che ha commosso la platea parlando della oscurità che il mondo vive, braccato dalle tenaglie del sistema capitalista, i relatori sono riusciti ad uscire dagli schemi di una conferenza, ed intavolare un dialogo con le centinaia di persone presenti.

Che era proprio quello che si voleva accadesse: dell’esperienza della Guerra dell’Acqua di Cochabamba, di cui ricorrono adesso i dieci anni, durante la serata si è più volte sottolineato come il conflitto di strada che ha visto popolazione affrontare a mani nude un esercito armato al grido de “l’acqua è nostra”, fosse stato solo uno degli aspetti che hanno fatto della lotta boliviana un evento storico spartiacque. E’ il laboratorio politico che attorno all’acqua ha saputo crescere e sviluppare nuovi modi di gestione partecipata dei beni comuni, che si è eviscerato: “La gente ha recuperato la parola e perso la paura”, spiegava Oscar Olivera, che per il suo impegno è stato insignito anche del Premio Goldman. “Si è riprodotto un noi collettivo, per cui ad un problema comune, si è cominciato a cercare comuni soluzioni. Parlando, discutendo, riprendendo nelle proprie mani la responsabilità della propria vita e del proprio ambiente”, diceva la sociologa Raquel Gutierrez.

Al momento del dibattito la gente ha intavolato una vivace discussione, riportando le proprie esperienze – molti i consiglieri comunali e circoscrizionali che di sono già esposti in Trentino contro l’acqua privata – ma anche il desiderio di un confronto senza tanti intermediari. “Sceglietela adesso, una data per incontrarvi”, incalzava Raquel “Non aspettate sempre che sia qualcuno a sceglierla per voi”. Detto fatto: il 22 dicembre. Chi dice per una fiaccolata, chi per discutere, chi per marciare. Vediamo cosa succederà. Ma ciò che è successo giovedì scorso è un segnale preciso: l’acqua, ancora una volta, rappresenta quel limite – morale, etico, politico – che con la messa a gara dei servizi di gestione idrica, per molti è stato superato, facendo scaturire una sana e creativa indignazione. E dall’altra, che la dicotomia pubblico – privato, che ha permesso a questo governo di avvallare la teoria per cui “il pubblico ha fallito, il privato risanerà”, va superata con la elaborazione di un modello nuovo, partecipato, socializzato, che ci veda tutti protagonisti del nostro futuro.

http://www.yaku.eu/primapagina_articolo.asp?id=1281

21.12.09

Le registrazioni video de “La rivoluzione dell’acqua – La Bolivia che ha cambiato il mondo”

Dal blog dell'Associazione TrentoAttiva

Come vi avevamo anticipato la scorsa settimana, crediamo di farvi cosa gradita a pubblicare la registrazione video della serata organizzata dall’associazione Yaku e che ha visto come relatori Raquel Gutierrez (scrittrice e attivista messicana), Oscar Olivera (sindacalista boliviano, premio Goldman 2001), John Holloway (giurista, filosofo e sociologo irlandese, movimento zapatista messicano), Alex Zanotelli (premio nazionale “Cultura della pace” 2004).



Watch live streaming video from grillitrentini at livestream.com

Blocchiamo il traffico per chiudere l'acciaieria!

L'APPELLO DEL COMITATO BARBIERI SLEALI DI BORGO VALSUGANA.

DOMANI MATTINA - MERCOLEDÌ 23 DICEMBRE - APPUNTAMENTO ALLE ORE 6.45 IN ZONA INDUSTRIALE A BORGO VALSUGANA PER POI DARE IL VIA ALLE ORE 7.00 A UN "CONVOGLIO LUMACA"
PER CHIEDERE L'IMMEDIATA CHIUSURA DELLA ACCIAIERIA.

19.12.09

Acciaieria Valsugana: chiuderla subito o partiranno le proteste


TRENTO - Se martedì non sarà emessa l'ordinanza di chiusura definitiva delle acciaierie incominceremo a manifestare ad oltranza». Laura Zanetti, portavoce dei Barbieri Sleali della Valsugana, commenta cosi la sentenza del tribunale del riesame di Trento che ha rigettato la richiesta di dissequestro delle acciaierie e che martedì, in una nuova udienza richiesta dalla Procura, si pronuncerà sul sequestro totale dell'impianto. Ieri mattina erano una trentina, Barbieri Sleali e altri comitati ambientalisti della Valsugana, riuniti in presidio a Trento davanti al tribunale in attesa del pronunciamento del giudice. «Chiediamo la chiusura delle fonderie - ha ribadito con forza Laura Zanetti - la loro riconversione e uno studio sulle patologie oncologiche e sui danni provocati alla salute e all'ambiente dalle emissioni degli inquinanti che a nostro parere sono ben oltre i limiti di legge». La prima azione di protesta è prevista per mercoledì prossimo: un convoglio lumaca partirà alle sette del mattino da Borgo, sulla strada che costeggia le acciaierie, fino a Levico. «Sarà cosi tutti i giorni fino a quando non riusciremo ad avere ragione su una questione importante come la salute degli abitanti di un'intera valle. Si sente piagnucolare sui posti di lavoro degli operai, ma la Provincia di Trento e il signor Leali hanno i mezzi a disposizione per mantenere i lavoratori con un vitalizio e un soggiorno in una casa salute», affermano i manifestanti anti acciaieria. Una vicenda, quella della fabbrica di Borgo Valsugana, che non ha mai varcato i confini del Trentino. E, infatti, il comitato ha in programma un'azione mediatica a livello nazionale. «L'obiettivo è quello di rendere nota a tutti - continua Laura Zanetti - con l'acquisto di una pagina su un importante quotidiano nazionale la storia di una Trentino che nessuno conosce sarà la nostra prossima mossa a prescindere dalla sentenza del tribunale». Ovviamente questo sarebbe tutt'altro che una buona pubblicità turistica.

Nicoletta Brandalise
L'Adige del 18.12.2009