2.6.08

Le lotte in difesa dell’acqua in Sud America

I movimenti sociali della Bolivia e dell’Uruguay raccontano l’esperienza della lotta per difendere il bene più prezioso

Lunedì 2 giugno 2008 ore 20.30
Associazione Ya Basta Trento e Associazione Yaku - Italia presentano
al Centro sociale Bruno, via Dogana n.1

Le lotte in difesa dell’acqua in Sud America

I movimenti sociali della Bolivia e dell’Uruguay raccontano l’esperienza della lotta per difendere il bene più prezioso

Interverranno:
Claudia Lopez - Coordinadora del Agua y la Vida di Cochabamba
Adriana Marquisio - Sindacalista dell’Uruguay, fondatrice e referente per la Red Vida
Francesca Caprini - Associazione Yaku
Francesca Stanca - Associazione Ya Basta

A seguire proiezione del video:

"Bolivia Spaccata" - gennaio 2007: giornate di guerra Civile a Cochabamba.
I diritti indigeni e la violenza razzista.

Un documento esclusivo prodotto da Chajra Runaj Masis e collettivo video Ukhumanta Pacha, in collaborazione con Yaku "Il difficile cammino democratico della Bolivia raccontato attraverso le testimonianze raccolte da un collettivo di giornalisti e videomakers indipendenti boliviani. Nel gennaio del 2007 a Cochabamba migliaia di contadini e lavoratori indigeni da giorni manifestavano pacificamente contro la prefettura e per l’unità del Paese. Furono selvaggiamente aggrediti da gruppi armati dell’estrema destra indipendentista al grido di "morte agli indios". Per giorni la città venne messa a ferro e fuoco e fu dichiarato lo stato d’emergenza. Alla luce anche delle recenti evoluzioni politiche della Bolivia - la dichiarazione d’indipendenza del dipartimento di Santa Cruz, il referendum revocatorio cui si sottoporrà Evo Morales il prossimo 10 agosto - l’attualità di un documento video che racconta di razzismo sempre più violento in un paese latinoamericano in lotta per la democrazia e l’autoaffermazione"

Vedi la locandina della serata

Dalla Bolivia Claudia Lopez a fianco di Oscar Olivera e ai movimenti indigeni e le forze sociali di Cochabamba riunite nel 2000 nella Coordinadora en defensa del agua y la vida, hanno dato il primo scossone ai processi di privatizzazione che hanno iniziato nel mondo a invadere la sfera dei Beni Comuni. Due mesi di blocchi stradali, il prezzo tragico di un giovane ventenne ucciso dai militari di Gonzalo Sanchez de Lozada. Poi la protesta cresce e la Bechtel rinuncia. "L’Acqua è di nuovo nostra!", gridano nelle piazze.
La vittoria dei guerrieri dell’acqua di Cochabamba è diventato il punto di riferimento planetario per la difesa dell’acqua e la rinascita della democrazia dal basso.

Adriana Marquisio è il simbolo internazionale dell’Ottobre Azzuro. “Desde abajo se puede”, dal basso si possono cambiare le cose. I movimenti e le organizzazioni sociali uruguaiane hanno dimostrato che la mobilitazione e la consapevolezza di tante persone possono cambiare le cose. La partecipazione può aprire ancora squarci di democrazia. Anche percorrendo le logore vie istituzionali di una democrazia rappresentativa che rappresenta sempre meno la gente. La legge di iniziativa popolare “acqua bene comune” promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua percorre canali simili e spinge nella stessa direzione: il riconoscimento da parte del parlamento che l’acqua deve tornare ad essere di tutti e di nessuno.

Durante la serata verrà presentato il progetto dell’Associazione Ya Basta Trento "Lluvia es Vida" in fase di realizzazione nella comunità zapatista de La Realidad (Chiapas, Messico), grazie anche al contributo della Provincia Autonoma di Trento.

Info:

Associazione Ya Basta
Associazione Yaku - Italia

2 giugno: Contro le guerre, no alle basi militari.

2 giugno ore 9.00 piazza Pasi, Trento
Contro le guerre, no alle basi militari.
No alla militarizzazione dei nostri territori e della festa della Repubblica!

In Italia vi sono oltre 100 basi ed installazioni militari che vanno da Bolzano a Lampedusa: strutture che non servono a difendere la popolazione ma che costituiscono invece un grave pericolo per la sicurezza dei cittadini.
Territori sottratti alla vita civile che si trasformano in aree destinate al sostegno della guerra globale permanente.

Portaerei, cacciabombardieri, sottomarini, aerei, elicotteri, missili, bombe, macchine di morte di ogni specie possibile passano e stazionano nelle installazioni militari. Senza trascurare il devastante impatto ambientale che la presenza di tali armi determina, partecipiamo tutti, senza volerlo, alla guerra.
Anche a Trento sarà così: la base di Mattarello non sarà un luogo di pace, ma - come tutte le strutture militari - un avamposto di guerra. 30 ettari di campagna che saranno ricoperti da una colata di cemento, uno sfregio ambientale e urbanistico che dobbiamo impedire.
Un’area che è sottoposta al segreto militare e che nessuno sa cosa potrà contenere, quali armamenti e quali macchine di morte.

Una base militare non è uno spazio civile, è un luogo di guerra, dove si formano uomini destinati ad uccidere, dove l’obbedienza alle regole d’ingaggio è la sola virtù.
In un mondo che ogni giorno scava trincee, che quotidianamente bombarda, che fa di tutto per costruirsi nemici, una base militare diventa l’avamposto per l’esercizio della guerra. A Vicenza come a Mattarello.

Abbiamo detto NO al Dal Molin e continueremo a dirlo, e lo stesso vale per il resto del territorio italiano, ormai ricoperto di basi e prima linea della guerra globale.
Ma soprattutto iniziamo in modo deciso ad opporci alla costruzione della caserma militare di Mattarello.

Il 2 giugno saremo in piazza per festeggiare la Repubblica e la sua Carta Costituzionale che ripudia la guerra. Diremo NO alla costruzione della caserma di Mattarello, continuando il nostro percorso di sensibilizzazione, per spiegare le nostre ragioni e per difendere il nostro territorio dalla devastazione ambientale e dalla guerra.
Perché "Trento Città della Pace" non sia uno slogan da scrivere sulle cartoline, ma una realtà da conquistare attraverso l’opposizione alla costruzione delle caserme militari di Mattarello.

Ore 9, Piazza Pasi
2 giugno 2008