21.10.09

Sviluppo «verde» e possibile


LAVARONE - L'opuscolo è stato diffuso in tutto l'Altopiano, dalla fine di agosto a fine settembre: quaranta pagine fatte di analisi e di proposte che l'Associazione «Amici degli Altopiani» propone ai residenti ed ai turisti. «Riflessioni, idee e proposte per un futuro sostenibile» è il sottotitolo. E di carne al fuoco ce n'è veramente tanta.
L'Associazione è stata costituita nel 2007 ed è sorta per iniziativa di un gruppo di persone, residenti e turisti, legati da vincoli di affetto per gli Altipiani situati nel territorio dei comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna. «Il progetto - dicono gli organizzatori - è maturato dalla constatazione che l'integrità del patrimonio ambientale e storico degli Altipiani è sempre più gravemente minacciata da un modello di sviluppo economico basato sull'abnorme espansione dell'impiantistica invernale e sulla conseguente speculazione edilizia.
L'Associazione intende agire, attraverso appropriate forme di collaborazione tra residenti e villeggianti, come stimolo nei confronti delle amministrazioni locali affinché maggiormente si impegnino nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio storico e naturale degli Altipiani».
Il volumetto è una tappa importante ed è stato inviato anche ai sindaci, a tutti i consiglieri comunali dei tre Comuni, all'Apt, agli operatori economici, nonché al presidente Dellai ed agli assessori provinciali: «Non si tratta di denunciare e basta, ma di offrire contributi. L'accoglienza, soprattutto a Lavarone, è stata ottima» dicono quelli dell'Associaizone.
La base di partenza è il riconoscimento che la cultura turistica basata solo sullo sci è «un suicidio». Due i punti, secondo l'Associazione: «Gli Altipiani devono rifuggire il turismo di massa, dove quel che conta è la spirale dei prezzi e dei prodotti "di massa". Il modello di sviluppo di impiantisti e immobiliaristi (vedi Malga Laghetto) non porta da nessuna parte. Occorre invece un'offerta turistica di qualità, più completa ed integrata».
Il libretto fa anche esempi concreti: in Alto Adige anche le località più piccole hanno saputo trovare mercato per attività alternative, dalle ciaspole alle piste per slitte d'inverno. E d'estate sono le piste ciclabili e i grandi «tour» per chi cammina nel verde a far la parte del leone, mentre sugli Altipiani arriviamo solo adesso a iniziare a pensarci. «Lo stesso slogan "Montagna con amore" - dicono gli Amici - non è idoneo e non crea identità. Molto meglio recuperare il logo "I Grandi Altipiani Trentini"».
Per l'Associazione va recuperata innanzitutto la vocazione ambientale degli Altipiani: biotopi, sentieri, giardini botanici, il recupero della Strada Imperiale... vanno a braccetto con la necessità di recuperare l'identità storica e culturale della zona. «Stiamo assistendo a una sorta di orgasmo da impianti di sci - è la conclusione - che consuma territorio e spinge la speculazione edilizia. Si può invertire la rotta, si può ottenere molto anche con risorse limitate. Puntando su attività economiche sostenibili (comne il progetto Homefood) e su un diverso approccio alla montagna».

Gigi Zoppello

Fonte: l'Adige del 20.10.2009