20.11.09

Mostra e convegno a Rovereto in difesa dell'acqua


Proprio nei giorni in cui esplode la polemica sulla «privatizzazione dell'acqua» approvata a colpi di decreto dal governo Berlusconi, si apre domani «H2OK», mostra interattiva che a Rovereto sarà aperta fino al 5 dicembre all'Oratorio Rosmini dal titolo «Acqua: diritto umano e bene comune». La proposta nasce dal Comitato per la Pace e i Diritti Umani ed è stata sostenuta dall'assessorato all'istruzione del Comune di Rovereto. Vede già la prenotazione di quasi trenta classi degli istituti delle scuole medie e superiori a cui si rivolge la visita interattiva di due ore. Per visitare la mostra sono previsti anche due momenti per la cittadinanza - ore 16-18 di sabato 28 novembre e ore 10-12 di sabato 5 dicembre - prenotazioni al numero tel 0464 452368 dell'assessorato.

Domani, sabato 21 novembre alle ore 17.30 si apre con un incontro «Acqua: diritto umano e bene comune' per scoprire i progetti che funzionano per garantire il diritto all'acqua.
Intervengono Paolo Rizzi del Contratto Mondiale sull'Acqua e Francesca Caprini dell'associazione Yaku che si occupa del progetto «Scuola per l'Acqua» che coinvolge i paesi della catena delle Ande.
Tra i temi si rilanciano le richieste della campagna «Salviamo l'acqua» che chiede al governo italiano e al Parlamento di ritirare il decreto (approvato l'altroieri) che chiede alle pubbliche amministrazioni di affidare entro il 2011 la gestione del servizio idrico alla maggioranza dei privati. Questo punto è stato ben sottolineato da diverse voci pubbliche tra cui Dacia Maraini e padre Alex Zanotelli che chiedono che la gestione del bene comune acqua venga ridata alle società interamente pubbliche in modo da garantire il diritto all'acqua a tutti i cittadini - anche i meno abbienti. Aggiornamenti e informazioni sul sito www.acquabenecomune.org «La votazione alla Camera sulla privatizzazione dell'acqua è da considerarsi un passaggio che chiude una epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coinvolgere i Comuni» commenta Andrea Trentini, organizzatore della mostra. «Sono liquidati quei pochissimi margini concessi alle amministrazioni locali di mantenere la gestione nei servizi fondamentali come l'acqua. Un decreto palesemente incostituzionale che gli enti locali dovrebbero impugnare».

Info:
www.cittadinirovereto.it/diario/acqua-incontro-sab-21-a-rovereto/

Contro la TAC nasce il comitato "Salva Marco"

Fonte: l'Adige del 20 novembre '09

Cresce la mobilitazione spontanea nel paese di Marco contro la realizzazione della temuta ferrovia ad alta capacità (Tac) che avrebbe proprio a nord del popoloso paese l'uscita della galleria Zugna. Dopo la tenace azione della Circoscrizione, ora è ufficialmente nato anche il Comitato «SalvaMarco», che si è riunito alla presenza di una cinquantina di attivisti, espressione anche del mondo associazionistico e del volontariato locale, pronti a muoversi immediatamente. Particolarmente attive nel Comitato sono le mamme di Marco, «pronte a batterci per difendere il futuro dei nostri figli, i loro diritti di vivere a Marco. Ci hanno accusate di aver strumentalizzato i nostri figli nella protesta, noi rispondiamo che a 13 anni possiamo spiegare loro cosa sta succedendo. Non c'è nulla di politico nella nostra azione, l'ambiente è di tutti, così come l'acqua è un bene collettivo. Sono anni che lottiamo per un parco che non c'è. Non si può liquidare questo problema con una battuta infelice (quella del presidente della Provincia Dellai «avrebbero fatto meglio a portare i bambini al parco», ndr), a Marco non c'è un parco ma un'aiuola con giochi vecchi di trent'anni». Il Comitato «SalvaMarco» è partito a razzo: sono già disponibili in tutti gli esercizi economici i moduli della petizione per opporsi «a qualsiasi progetto di potenziamento ferroviario che danneggi il territorio e la comunità di Marco»: «Siamo convinti che tutti i 2800 abitanti di Marco sottoscriveranno la petizione- commentano i promotori -, siamo disposti ad andare casa per casa a spiegare cosa potrebbe succedere se la Tac venisse realizzata e l'uscita della galleria fosse proprio qui. Vogliamo fornire maggiore informazione ai cittadini, perché finora è stata carente, per questo abbiamo realizzato un volantino con il tracciato previsto ed i disagi pesantissimi che dovremmo sopportare: 12 anni di cantieri, a nord e a sud del paese, su circa 160 mila mq, un transito continuo di camion per trasportare il materiale di scavo, costante presenza di polveri, espropri di terreni e pericolo di danneggiare irreparabilmente le falde acquifere che ci dissetano. Poi, una volta realizzata la Tac, si prevede il passaggio di 400 treni al giorno, uno ogni 3', carichi di qualsiasi cosa, degrado della nostra vita, vibrazioni al passaggio di ogni convoglio, svalutazione delle nostre case».

G. L.

Calceranica al lago: Per un'agricoltura sostenibile che rispetti il territorio e la salute


VALSUGANA - I cittadini della Val di Non hanno cominciato a mobilitarsi nel 2007, quelli della Valsugana qualche mese fa. Ma l'obiettivo è uguale: pretendere che i trattamenti fitosanitari siano attentamente regolamentati e che l'uso dei pesticidi sia limitato il più possibile, perché gli effetti sulla salute umana, sugli animali, sull'aria e sull'acqua non siano drammatici. È questo il tema del dibattito pubblico che domani sera, dalle 20.30, si svolgerà nella sala delle associazioni di Calceranica al Lago (di fronte alla chiesetta di S. Ermete).
I relatori, moderati da una giornalista de l'Adige , saranno: Sergio De Romedis e Virgilio Rossi , del Comitato per il diritto alla salute della Val di Non (attivo da due anni sul fronte dei trattamenti in agricoltura); Roberto Cappelletti , sindaco di Centa S. Nicolò, dell'associazione Medici per l'ambiente; il tecnico Andrea Taddia e un dirigente del locale Consorzio frutticoltori Alta Valsugana. Ad organizzare il primo confronto in valle sugli effetti delle irrorazioni, è stato un gruppo di cittadini di Calceranica: «Vivendo a stretto contatto coi meleti estesi alle spalle del lago - spiega Alex Faggioni -, ci siamo preoccupati di capire come fosse regolamentato l'uso dei pesticidi. Abbiamo così scoperto che il nostro Comune non ha alcun regolamento, mentre Caldonazzo sì. Allora, il 3 agosto scorso, abbiamo presentato al sindaco una petizione perché anche la nostra amministrazione adotti regole più restrittivo di quelle fissate nel protocollo provinciale.
La petizione dovrebbe essere discussa nel prossimo consiglio comunale». Quello dei regolamenti comunali, differenti da paese a paese, è uno dei problemi principali da risolvere, anche perché i trattamenti nebulizzati si diffondono col vento ben oltre i confini catastali. «A pochi metri dalle nostre case, ma magari in un altro comune, i problemi sono simili ai nostri - prosegue Faggioni -. Abbiamo organizzato quindi riunioni con rappresentanti di altre associazioni della vallata, tenendo anche presente la vocazione turistica della zona, la certificazione Emas ottenuta dal nostro comune e il fatto non irrilevante che, ad esempio, chi passa sulle piste ciclabili dell'Alta Valsugana spesso si trova immerso in nuvole di prodotti sparsi dagli atomizzatori in orari e giornate diverse, senza potersi difendere».
È chiaro che per cambiare le cose, serve fare rete tra varie realtà che operano sul territorio e si occupano di ambiente. Ma serve anche l'appoggio delle amministrazioni pubbliche, dalla Provincia ai Comuni, senza dimenticare la neonata Comunità di Valle, perché magari, proprio attraverso questa istituzione, si adotti un regolamento unitario che tenga conto delle esigenze di chi coltiva, ma anche di chi deve vivere o soggiornare in una certa area. Tanti dunque gli aspetti da valutare, domani sera: i membri del Comitato noneso racconteranno la loro esperienza, le analisi compiute sul loro territorio e i risultati delle azioni intraprese; il dottor Cappelletti parlerà degli effetti dei prodotti più usati sulla salute umana e sull'ambiente; i rappresentanti del Cofav spiegheranno invece come è cambiata l'agricoltura in questi anni, quali sono i regolamenti interni adottati e quali i problemi di chi, comunque (e lo riconoscono anche i promotori della serata), ha diritto di vivere del proprio lavoro.
G. Car.

Fonte: l'Adige del 19 novembre '09