25.3.09

Pinzolo-Campiglio, ambientalisti furenti

Con questa lettera le scriventi associazioni esprimono un sentimento di amarezza, perché il Comune di Pinzolo e la Giunta Provinciale di Trento alla fine hanno veramente deciso di riempire, e così rovinare, il paesaggio, unico al mondo e denso di significati storici e culturali, dell'area di pregio che gravita intorno alla Val Brenta, di nuovi impianti di risalita e piste da sci.
Questo intervento di grande impatto paesaggistico, nato con la vecchia logica del turismo dello sci di massa, ma in presenza di un mercato dello sci bloccato, che non conosce più crescita o espansioni possibili, è stato deciso senza una vera partecipazione popolare.
Questo ci pare, se possibile, anche peggio dell'impatto stesso sulla natura e sul paesaggio e dell'iter procedurale, che a nostro avviso viola la logica giuridica: la comunità della Val Rendena e la comunità trentina non hanno, come in molti altri casi, costruito alcun percorso di partecipazione e confronto pubblico su scelte di carattere urbanistico, di carattere economico e sociale di forte impatto.
È avvenuto qui quello che è avvenuto per altri casi di interventi pesanti sul territorio e sugli assetti economici, con ingenti investimenti di denaro pubblico, che per anni condizionano la struttura economica e le relazioni fra gruppi di potere o di interesse, cittadini, categorie economiche, amministrazioni. Citiamo i casi della Val Giumela, di Folgaria, di Tremalzo o lo stesso percorso verso Dolomiti Patrimonio Unesco: nessuna vera partecipazione dei cittadini, decisioni prese dall'alto, con Consigli Comunali che operano scelte importanti senza dare ai cittadini la reale possibilità di un confronto aperto, informato, con tempi e strumenti adeguati. E così, in questa superficialità e grossolanità dei percorsi, il Trentino sta perdendo uno dei caratteri fondamentali della sua storia autonomista: l'idea storicamente consolidata di Uso Civico come luogo di governo comunitario del territorio.
Quell'idea di Uso Civico, del resto, vediamo emblematicamente assalita anche nella valle del porfido (la Val di Cembra), dove accanto alla rovina sempre più estesa del territorio rapinato dagli scavi, si agita ora apertamente il conflitto tra le Associazioni degli Usi Civici e gli interessi finanziari delle singole aziende private, tra la salute dei lavoratori, la qualità del mercato e le prospettive per il futuro e la contingenza dei bilanci piegati sul massimo guadagno a qualunque prezzo. Se nel caso di Tremalzo l'importante bene centenario dell'Uso Civico di un pascolo monticato si voleva vendere per un piatto di lenticchie, nel caso del collegamento Pinzolo- Campiglio si è deciso di stralciare l'idea di rigore nella tutela dentro un Parco, di spacciare, con una vera bugia, impianti di risalita per sciatori come «mobilità alternativa e integrata» e soprattutto di sacrificare la complessità della vita sociale e politica per un obiettivo territoriale ed economico del quale nessuno, che sia intellettualmente onesto, intravede il senso e la capacità di futuro.
Noi crediamo invece che alla Val Rendena serva altro: servizi sociali, partecipazione, qualità e diversificazione imprenditoriale, attenzione alle specificità del territorio, maggiore distribuzione del reddito da turismo, filiere corte, agriturismo, agricoltura biologica, offerta culturale e sportiva tutto l'anno, servizi per le imprese, la riqualificazione del centro storico di Madonna di Campiglio, maggiore integrazione fra le offerte dei diversi comparti economici e dei diversi centri territoriali e infine una vera mobilità sostenibile, orientata a spostare lo spostamento dal mezzo privato a quello pubblico, fatta di mezzi pubblici su gomma o minirotaia, orari dei mezzi flessibili e adatti alle esigenze degli spostamenti, centri di informazione, integrazione dei mezzi, collaborazione degli operatori economici e altro ancora.
Ai trentini e agli abitanti della Val Rendena, come agli amministratori pubblici, chiediamo quindi una riflessione profonda sul nostro territorio, sulle nostre pratiche decisionali, sul nostro futuro e di ricostruire la partecipazione e il senso forte della cittadinanza attiva e responsabile che, ci pare, si stato largamente smarrito. Non solo di paesaggio e denaro si tratta, quindi, ma di quella cittadinanza che ancora dovremmo percepire come una preziosa opportunità che la storia (e il sacrificio di molti) ci ha consegnato.

Italia Nostra Sezione di Trento
Legambiente Trento
WWF Delegazione del Trentino-Adige

* Vignetta da QuestoTrentino