28.4.08

Aica, Bolzano - Contro la TAV del Brennero vietato protestare

Il Presidente Giorgio Napolitano all’inaugurazione del cantiere del TAV del Brennero.
Polizia cerca di impedire ai manifestanti di raggiungere la cerimonia per l’inizio dei lavori al traforo del Brennero

Questo pomeriggio si darà il via alla cerimonia d’inaugurazione del cantiere da 6 miliardi di euro per la costruzione della “galleria di base del Brennero”, snodo fondamentale per la realizzazione del Corridoio 1 della TAV, l’asse che, attraversando verticalmente l’Italia, collegherà Palermo a Berlino. Cerimonia a cui parteciperà anche Giorgio Napolitano il quale poserà simbolicamente la prima pietra.
Alcuni gruppi dei comitati No TAV / Kein BBT, organizzatisi per portare la loro protesta contro la costruzione della linea ad alta velocità davanti al Capo dello Stato, si sono visti però negare il diritto di esprimere il loro dissenso.
Già avvertiti durante la partenza da un dispaccio Ansa che annunciava come la questura non accettasse alcun tipo di contestazione durante la manifestazione, raggiunta l’uscita dell’autostrada di Bolzano, i comitati hanno trovato parecchi camioncini della polizia e alcune macchine della digos pronti a scortarli per farli deviare o bloccare prima dell’arrivo al paesino di Aica, dove sono iniziati i lavori del cunicolo esplorativo per la realizzazione del traforo.
Raggiunto ai nostri microfoni Donatello Baldo, Centro sociale Bruno di Trento, assicura che la giornata comunque non sarà infruttuosa e che in qualche modo l’avvio di questi lavori verrà contestato.
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Ore 15.00
Gli attivisti del Centro sociale Bruno e di Officina Ambiente riescono a raggiungere i comitati sudtirolesi e spostarsi assieme a loro verso un promontorio.
Lì vengono issati degli enormi striscioni rivolti verso il cantiere in cui si svolge la manifestazione di inaugurazione. La polizia raggiunge le pendici di questa collina e afferma che non è concessa l’esposizione degli striscioni.
Dopo un concitato parlamentare, e la richiesta di non interferire con la libertà di espressione, i comitati locali impongono alla questura la loro volontà di manifestare, seppur a distanza, la loro contrarietà al progetto TAV.

Ore 16.00
Muovendosi a piedi, gli attivisti di Officina Ambiente e del Cs Bruno, assieme ad alcuni dei comitati locali, riescono a raggiungere la statale 12 e posizionarsi sul tragitto che percorrerà il presidente Napoletano.
Subito bloccati dalla polizia, mantengono però la posizione e riescono a esporre i manifesti e gli striscioni al passare della delegazione presidenziale.
Un gruppo di attivisti del comitato No Tav-No inceneritore di Trento, che hanno raggiunto Aica a bordo di un pullman, non sono nemmeno riusciti a scendere dal mezzo e sono stati scortati lontano dal luogo dell’inaugurazione.
Si apprende, da un’agenzia ANSA, che i manifestanti che hanno raggiunto la collinetta e quelli che hanno raggiunto la statale 12 saranno denunciati per manifestazione non autorizzata.

Ascolta il commento finale della giornata di Stefano Bleggi, Centro sociale Bruno
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27.4.08

Tav del Brennero: prime intimidazioni ad un attivista bolzanino

Grave atto intimidatorio nei confronti di Claudio Campedelli del Comitato NO TAV - Kein BBT di Bolzano

In Provincia di Bolzano i promotori del progetto della nuova linea ferroviaria alta velocità/capacità sull'asse del Brennero hanno ormai capito che l'opposizione cresce con forza. E per arginarla credono di poter favorire un clima di intolleranza in cui ci sono anche spazi per intimidazioni di carattere personale.

Questa mattina - dietro invito personale del Presidente dei Fioristi nell'Associazione Provinciale Artigiani - Claudio Campedelli del Comitato NO TAV Kein BBT di Bolzano alle 11,00 ha fatto presso lo stand di settore indicatogli la presentazione del video in lingua tedesca dal titolo "Ohne wenn und aber", realizzato dal Comitato Stop BBT della Valle di Vizze; alla fine del video ha aggiunto qualche parola di commento ad uso del pubblico, centrata soprattutto sul problema delle possibili interferenze dell'opera con le risorse idriche. L'incontro è terminato alle ore 12,15.
Il programma concordato per il pomeriggio prevedeva la ripetizione della proiezione del video in lingua italiana. E infatti alle ore 15,00 Claudio ha prima mostrato alcune diapositive introduttive in italiano sul progetto per la galleria di base del Brennero; e successivamente ha avviato la proiezione del medesimo video della mattina, in italiano, dal titolo "Senza se e senza ma".
A circa metà della proiezione - poco prima delle 15,30 - Claudio è stato avvicinato dal Direttore della Fiera di Bolzano che, in modo aggressivo e con minacce di una denuncia per manifestazione non autorizzata, gli ha intimato di interrompere la proiezione e di abbandonare l'area della Fiera.
L'atteggiamento del Direttore non è cambiato di fronte alle indicazioni della signora presente nello stand, che lo informava dell'invito giorni prima rivolto a Claudio. Questa informazione però non è stata confermata dal coordinatore dello stand dei fioristi, Sig. Psenner, che ha preso le distanze ed affermato di non conoscere l'invitato nonostante che questi fosse andato a presentarsi proprio a lui personalmente e a prendere accordi organizzativi lo scorso martedì 22 aprile tra le ore 15 e le 17. Per evitare altre questioni, comunque, l'apparecchiatura è stata spenta e la proiezione interrotta tra lo sconcerto del pubblico.
Subito dopo sono sopraggiunti due agenti di polizia che hanno identificato Claudio comunicandogli che si trattava di una manifestazione non autorizzata. La stessa comunicazione è stata poi rivolta a Claudio da altri due agenti, questa volta della DIGOS, aggiuntisi ai primi. A tutti Claudio ha risposto in modo fermo e calmo che non era in corso alcuna manifestazione, che lui era presente come invitato a presentare del materiale informativo e divulgativo anche disponibile su siti Internet.
Durante l'identificazione il Direttore della Fiera ha continuato a sostenere che Claudio si era intromesso nell'area fieristica senza autorizzazione, che stava facendo attività politica in un luogo aperto al pubblico e dove comunque non era possibile parlare del Brennerbasistunnel. Allontanatosi il Direttore e terminata l'identificazione, gli agenti hanno invitato Claudio ad allontanarsi e annunciato che dell'episodio sarà stesa una relazione.

Io mi sono limitato fino a questo punto a riportare il resoconto di Claudio Campedelli, che tutti i Comitati e i Gruppi NO TAV KEIN BBT del Trentino e dell'Alto Adige conoscono e stimano per l'impegno che mette nella nostra battaglia.
Ma ora devo aggiungere qualche brevissima parola mia. A Claudio va tutta la nostra solidarietà e la garanzia che sarà massima la nostra capacità di vigilare sugli eventuali sviluppi di questo episodio. A chi ritiene che un clima di intolleranza e di intimidazione - invece che l'apertura di una discussione pubblica dopo il blocco immediato dei cantieri - potrebbe fermare la crescita della consapevolezza di quanto questo progetto sia inutile e devastante, diciamo: vi fate delle illusioni.

Gianfranco Poliandri - Officina Ambiente di Trento

23.4.08

No all'ampliamento delle aree sciabili a Folgaria

Tratto da: Notizie dal Consiglio della PAT

Sentita dalla terza commissione la referente dei 1700 firmatari


La terza Commissione permanente presieduta da Roberto Pinter si è riunita a margine dei lavori del Consiglio provinciale per l'esame della petizione popolare n. 15 contro l'ampliamento delle aree sciabili nel comune di Folgaria e l'incremento dei correlati interventi di adeguamento infrastrutturale.
Nel contesto è stata ascoltata, in qualità di referente dei 1700 firmatari della petizione, la signora Francesca Manzini.
Il Presidente Pinter, nell'introdurre la signora Manzini, che assistita da un folto gruppo di sostenitori della petizione ha illustrato in modo molto puntuale la questione, ha osservato come questo momento, molto vicino alla chiusura dell'iter legislativo del nuovo PUP, renda particolarmente urgente la trattazione di questo argomento.
Nel proprio intervento, la Manzini ha definito in primo luogo le tre principali motivazioni che hanno spinto alla presa di posizione pubblica attraverso la forma della petizione:
1. il progetto è fortemente distruttivo per l'ambiente, comprometterebbe il paesaggio e gli ecosistemi alpestri di grande pregio presenti sul territorio;
2. lo stesso progetto è tecnicamente "folle, assurdo, fallimentare" sia sul piano della sostenibilità (verrebbero realizzate piste di risalita con pendenze ridicole, con una media molto al di sotto del 12% e i costi sono esagerati (si parla, per ora di 60 milioni di Euro);
3. aspetto sottolineato come il più rilevante: il progetto non è stato minimamente condiviso con la comunità, ma calato dall'alto dagli amministratori.
Francesca Manzini ha poi citato 3 studi che sono stati commissionati per valutare il progetto in questione, uno alla Bocconi di Milano, uno alla Nexteco e l'altro alla SWS di Trento. I primi due si sono espressi in toni fortemente critici ed hanno espresso parere negativo riguardo uno sviluppo del territorio in questa direzione.
"Vogliamo chiarezza da parte della Provincia di Trento" ha detto Manzini. "Vogliamo essere ascoltati" ha proseguito "e che il consiglio provinciale si esprima su un progetto che la comunità destinataria in gran parte non vuole".
L'iter d'esame delle petizioni prevede che vengano fissate eventuali audizioni delle parti in causa, che venga quindi stilata da parte della commissione competente, sulla base delle osservazioni acquisite, una relazione da sottoporre all'attenzione del consiglio provinciale.
Ai lavori della commissione hanno preso parte oltre al Presidente Pinter i consiglieri Boso, Giovanazzi, Bombarda e l'Assessore Gilmozzi.

Monica Casata

20.4.08

Sabato 19 aprile 2008 - NO TAV del Brennero, più di mille in piazza

Più di mille i partecipanti al corteo indetto dai comitati. "Un buon inizio."

Trento - Oggi le bandiere No Tav hanno sventolato anche sulle strade del Trentino, e non solo per solidarietà con la Val di Susa che tuttora sta resistendo alla devastazione delle proprie valli.
Dentro il corteo che ha sfilato per le vie di Trento si è espressa con forza la contrarietà alla linea TAV del Brennero, a quel progetto che squarcerà le valli trentine e sudtirolesi, che devasterà le montagne e metterà a rischio le falde acquifere della nostra regione.
Da piazza Dante, dove i gruppi No TAV hanno convocato il concentramento, si è snodato un lungo corteo che si è composto di più di mille persone, con striscioni e bandiere che sintetizzavano i motivi del No all’alta Velocità. Due furgoni hanno diffuso musica e parole, lasciando libero il microfono per i molti interventi che si sono susseguiti tra gli attivisti dello Spazio aperto No inceneritore No Tav e di Officina Ambiente che spiegavano le ragioni della protesta ai cittadini che in numerosi osservavano lo scorrere del corteo.
Alla manifestazione, inoltre, hanno preso parte persone provenienti dal comitato Kein BBT del Sudtirolo/Alto Adige, dai comitati No Tav della Val Susa, dal Presidio permanente contro il Dal Molin di Vicenza e da molte altre realtà aderenti al Patto di Mutuo Soccorso (Bassano, Sesto San Giovanni, Firenze...).


Alcuni degli interventi raccolti dallo speakeraggio dal furgone di Officina Ambiente:
  • Gianfranco Poliandri, Officina Ambiente [ audio ]
  • Stefano Bleggi, Centro sociale Bruno [ audio ]
  • Orfeo Petri, Officina Ambiente [ audio ]
  • Francesca Manzini, Officina Ambiente [ audio ]

Comunicato stampa sulla manifestazione NO TAV

COMUNICATO STAMPA
Sulla manifestazione contro il progetto TAV del Brennero di sabato 19 aprile a Trento

L'infrastruttura più grande, costosa, devastante e inutile di sempre sta iniziando ad investire le nostre valli d'Isarco e d'Adige, dal Brennero al Veneto, senza che le popolazioni interessate abbiano reale coscienza di ciò che le attende.Una nuova linea ferrovia per l'alta velocità/capacità merci e passeggeri che solo tra il valico del Brennero e Verona sarebbe lunga circa 224 km, di cui 180 km in galleria.
In Trentino avremmo a che fare con 80 km di linea, circa 72 in galleria.
E i costi sarebbero enormi. Stime indipendenti valutano in 10 miliardi (4 per l'Italia) quelli per la galleria di base del Brennero e in 19 miliardi quelli per le tratte di accesso Sud.
Costi tutti coperti direttamente o indirettamente con risorse pubbliche.
Davanti a un'opera con sicure perdite di gestione la possibilità di investimenti realmente privati è solo propaganda. E se si dovessero ripetere anche qui (i segnali sono molti) gli sprechi, la corruzione e l'indebitamento pubblico che i meccanismi contrattuali e finanziari dei programmi TAV hanno provocato in Italia (6,20 volte di incremento di costi totali tra il 1991 e il 2006) potremmo sfiorare costi di 140 miliardi a opere finite.
I danni ambientali sarebbero diffusi e devastanti, annunciati persino dagli studi preparatori: gravi interferenze con le risorse idriche, cantieri grandi e piccoli ovunque per 40 anni, grossi depositi di materiali di scavo, distruzione di attività agricole, deturpazioni al paesaggio.

Questo è il TAV, e a questo ci opponiamo. Parteciperemo alla manifestazione di sabato prossimo convinti che sarà l'inizio di una lotta reale che vedrà gruppi e persone uniti nell'obiettivo comune di fermare la costruzione di questa opera devastante e inutile.
Saremo in piazza per raccogliere le energie e le adesioni, per gridare il nostro No al progetto TAV sull'asse del Brennero.
Costruiamo insieme questa manifestazione, trasformandola nell'inizio simbolico delle azioni contro il Tav. L'obiettivo è fermarlo.

Officina Ambiente
Centro sociale Bruno

Approfondimenti:
I progetti per la ferrovia ad alta velocità Monaco - Brennero – Verona: Se li conosci li rifiuti

Sabato 19 Aprile manifestazione contro la costruzione della TAV Verona-Brennero-Monaco


Un’opera considerata la più devastante, costosa e inutile mai progettata per le valli dell’Adige e dell’Isarco, per la sua realizzazione stime indipendenti valutano in 10 miliardi i costi (4 per l’Italia) per la galleria di base del Brennero e in 19 miliardi quelli per le tratte di accesso Sud.
Costi tutti coperti direttamente o indirettamente con risorse pubbliche.
Ci raccontano che solo la disponibilità (nel 2040/2050?) di una nuova linea ferroviaria sposterebbe i camion sulle rotaie. Probabilmente un modo per non intervenire oggi.
Una maggiore razionalità di gestione forse sarebbe più che sufficiente per risolvere o almeno arginare il problema (riassetto dei nodi, nuovi materiali rotabili, locomotori politensione, ecc.).
Un treno ad alta velocità in linea con il modello di sviluppo capitalistico, con scambi economici folli, tanto che nel progetto non è prevista alcuna fermata in Trentino, i cui poli economici continueranno quindi ad essere raggiunti con i mezzi di trasporto tradizionali.
I danni ambientali sarebbero diffusi e devastanti, annunciati persino dagli studi preparatori: gravi interferenze con le risorse idriche, cantieri grandi e piccoli ovunque per 40 anni, grossi depositi di materiali di scavo, distruzione di attività agricole, deturpazioni al paesaggio.
“Solo per la provincia di Trento la TAV mette in pericolo l’approvvigionamento di acqua potabile per una decina di comuni” spiega ai nostri microfoni Federica, gruppi e comitati NO TAV del Trentino.
Le istituzioni intanto continuano a promettere confronti pubblici per poi negarli sistematicamente, mentre la Provincia ha fatto cancellare da Internet tutte le informazioni che riguardano il progetto, un oscurantismo che di certo non tranquillizza la popolazione locale.
Per questi e altri motivi di natura ambientale, economica e sociale siamo tutti invitati a partecipare alla manifestazione di protesta contro il programma TAV nelle Valli dell’Adige e dell’Isarco indetta a Trento sabato 19 Aprile 2008 con ritrovo alle ore 14.30 a Piazza Dante (davanti stazione treni).
Abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Federica, dei Gruppi e comitati NO TAV del Trentino.
[ audio ]

18.4.08

Nuova minaccia per il Trentino...

Schneck: «Ora faremo la Valdastico»

Il presidente leghista della Provincia di Vicenza: «Ne parlerò con Dellai e Grisenti»

Non dimostra affatto i suoi quasi 62 anni e da buon leghista non ha peli sulla lingua: «La Valdastico si deve fare, dobbiamo guardare non avanti ma indietro al tempo perso finora invece di procedere in questa direzione». Attilio Schneck, leghista, ex sindaco di Thiene, meno di un anno fa eletto in maniera trionfale (quasi il 60% dei voti) alla presidenza della Provincia di Vicenza, da una settimana è anche il nuovo presidente dell'Autostrada Brescia - Verona - Vicenza - Padova che comprende il tronco dell'A31 in Valdastico. Ieri è sbarcato in città per una veloce visita (ne riferiamo nel box a parte) ma ha lanciato subito un messaggio chiaro al Trentino: «È chiaro che dal punto di vista politico il dialogo è tra la Provincia autonoma di Trento e la Regione Veneto ma come provincia di Vicenza siamo da sempre favorevoli al completamento della Valdastico per creare un collegamento più rapido con il Trentino. Stiamo parlando di un tratto di strada a scorrimento veloce, in maggior parte in galleria, che porterebbe i vicentini a poter raggiungere Trento in una quarantina di minuti appena, quanto oggi impieghiamo per raggiungere Padova, forse anche di meno. Il ragionamento è molto semplice: pensate al nostro bacino d'utenza ed alle vostre strutture: soltanto l'università di Trento quanti nuovi studenti vicentini potrebbe acquisire grazie alla nuova arteria, si può arrivare tranquillamente fino a Piovene Rocchette e Schio. Questo progetto va ripreso perché rappresenta uno strumento di crescita per tutti». L'idea rientra in un progetto viabilistico complessivo che investe tutto il nord d'Italia? «Certo. Tenete presente che la Pedemontana veneta dovrà essere consegnata entro il 2014 e rappresenterà un'alternativa valida all'autostrada Brescia-Padova in fascia più alta, una direttrice di scorrimento alternativa alla Serenissima per i traffici est-ovest, che collegherà la A31 (nei pressi di Thiene, ndr) e l'A4 a Montebello». Siete disponibili ad aprire un ragionamento con Dellai e la Provincia di Trento? «Siamo sempre pronti, sappiamo che questo è un momento delicato per il Trentino, vista l'imminenza delle elezioni provinciali in autunno ma questi sono discorsi già noti e quindi siamo a disposizione per approfondirli. Abbiamo di fronte grandi sfide, non possiamo perdere altro tempo prezioso, il federalismo che proponiamo noi non vuol dire togliere l'autonomia al Trentino ma restituire le risorse raccolte anche alle altre regioni». Nella sua nuova veste di presidente dell'Autostrada ha già incontrato il presidente di Autobrennero Grisenti? «Non ancora, ma dovrò vedermi molto presto con lui. Mi dicono che sia una persona molto pragmatica, spero che sulla Valdastico si possa ragionale insieme perché i vantaggi sono per tutti».

L’Adige 18/04/2008

16.4.08

Il presidente del Wwf Borzaga: «Piazza Dante è contro la tutela dell’ambiente»

Piovono i ricorsi contro la Provincia

Cinque ricorsi al Tar per fermare la cementificazione del Trentino e l’urbanizzazione «selvaggia». Il Wwf, in occasione dell’assemblea dei soci, punta il dito contro la Provincia: «Vogliamo fermare il disastroso piano urbanistico messo in atto da Piazza Dante - afferma il presidente del Wwf del Trentino-Alto Adige, Francesco Borzaga -.La Provincia dovrebbe essere il punto di riferimento e di appoggio per i cittadini, invece è un ostacolo alla conservazione dell’ambiente naturale. Questa è una cosa davvero desolante».
I peggiori nemici dell’organizzazione naturalista sono gli impianti sciistici di risalita. «Il nostro governatore Dellai da una parte organizza i grandi convegni sui cambiamenti climatici che sostengono che sarà sempre più difficile avere precipitazioni nevose in futuro, dall’altra ripiana i debiti e tiene in vita gli impianti, come quello di Folgaria» commenta il segretario del Wwf, Sergio Boschi. I ricorsi al Tar che pendono sulla testa della Provincia riguardano, infatti, i collegamenti tra le stazioni sciistiche: Pinzolo-Campiglio, San Martino-Rolle e la funivia del Vioz. Ma i provvedimenti in corso sono anche sulla Val di Genova, sul lago di Molveno e il ricorso alla Corte dei Conti contro i finanziamenti a pioggia da parte della Provincia nei confronti delle funivie. La lotta del Wwf sta continuando anche per il bosco di villa Margon. «Quello spazio era stato donato alla famiglia Lunelli affinché lo mettessero a disposizione della cittadinanza ed invece loro vogliono farci un vigneto» continua Borzaga, che non è poi così pessimista. «La sensibilità della gente sta aumentando sui temi legati all’ambiente, visto che si stanno formando sempre più comitati spontanei».

Trentino 13/04/2008

3.4.08

Iniziative No-Tav verso il 19 aprile

Perché diciamo no alla nuova ferrovia ad alta velocità e alta capacità sull’asse del Brennero

L’infrastruttura più grande, costosa, devastante e inutile di sempre sta iniziando ad investire le valli d’Isarco e d’Adige, dal Brennero al Veneto, senza che le popolazioni interessate abbiano reale coscienza di ciò che le attende:

  • costi enormi di realizzazione;
  • gravi impatti ambientali su tutto il territorio interessato, specialmente danni irreversibili alle risorse idriche;
  • lavori interminabili per 30-40 anni;
  • grandi consumi energetici per la realizzazione e l’esercizio della linea;
  • un progetto che non potrà mantenere le promesse propagandistiche su cui poggia.

Per saperne di più passa a farci visita in via Dogana 1, Trento, c/o il Centro sociale Bruno e partecipa a questi eventi:

  • Domenica 13 Aprile alle ore 20.00
    CENA SOCIALE VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 19 Aprile – dopo cena proiezione di filmati sul progetto alta velocità-alta capacità ferroviaria sull’asse del Brennero;
  • Giovedì 17 Aprile alle ore 20.30
    serata informativa e diapositive sul progetto alta velocità alta capacità ferroviaria sull’asse del Brennero – se hai qualche domanda o dubbio questo è il momento giusto per chiedere!

Per info e prenotazioni chiamare 3461400710 o scrivere a officinambientetn@gmail.com

Abbiamo programmato anche un'iniziativa informativa a Trento:

  • Sabato 12 aprile all’incrocio tra via Oss Mazzurana e via Manci

SABATO 19 APRILE MANIFESTAZIONE A TRENTO PER DIRE NO AI PROGETTI SULL’ASSE DEL BRENNERO
Ritrovo ore 14.30 a P.zza Dante (davanti stazione FS)

Approfondimenti:

Pinzolo – Campiglio, il comune frena

Sospensione dell’iter per delle integrazioni, altre osservazioni critiche. Una “pausa” alla Via – tre associazioni contro.

Giovedì scorso, il Comune di Pinzolo ha chiesto di sospendere la procedura di Via per il collegamento Pinzolo-Campiglio, per integrare la documentazione depositata. Per farlo ha 180 giorni di tempo, ma è presumibile che ciò avvenga molto prima. Nel frattempo, su richiesta dell'unità operativa della Via, sul progetto il Parco Adamello-Brenta ha trasmesso un proprio parere tecnico. Fra le osservazioni allo studio depositate alla Via, oltre a quelle fortemente critiche della Sat ci sono quelle, parimenti negative, del consigliere provinciale Roberto Bombarda , altre di svariati privati proprietari dei masi (interessati al passaggio degli impianti) e quelle - anche queste negative - di Wwf, Italia Nostra e Legambiente. E ieri, le tre associazioni hanno riassunto le ragioni della netta contrarietà al progetto. Eccole in sintesi. Puza del Fò-Plaza - Impatto «assai elevato», sotto il profilo paesaggistico-ambientale e per la presenza di specie faunistiche. Plaza, snodo degli impianti, è «porta di ingresso al cuore del Brenta, forma un unicum ambientale di importanza mondiale e costituisce una delle ragioni particolari del fascino del Brenta». La stazione di arrivo/partenza «avrà un effetto dirompente, l'impianto taglierebbe senza possibilità di mitigazione proprio la zona di prati, pascoli, masi e antiche case da mont immediatamente all'intorno, un'area che racchiude alcune fra le più caratteristiche espressioni del paesaggio e dell'arcchitettura alpina giudicariese». Di grande valenza paesaggistica è ritenuta anche l'area dell'impianto Sant'Antonio-Plaza. Tulot-malga Cioca - La pista, viene detto, «produrrà uno squarcio», deborda dall'area sciabile e arriva a quota molto bassa, 853. La mobilità alternativa - «Usando onestà intellettuale, tale qualifica dovrebbe essere fermamente respinta», perché i proponenti indicano più volte il fermo impianti nel periodo estivo (il sistema si avvarrebbe di bus). Non convince il risparmio energetico sui consumi del 31% (1920 veicoli giornalieri sottratti alla strada). Le incidenze - L'analisi viene nettamente contestata: «I problemi vengono tutti minimizzati o sottovalutati, le specie si ipotizza possano spostarsi dalle fonti di disturbo, inclusi orso e gallo cedrone; «l'aquila reale viene considerato un etereo componente della stratosfera». Conclusioni - «Documento generico, incompleto e fuorviante rispetto al contesto ambientale in cui si progetta il collegamento. Inaccettabile sotto tutti i punti di vista l'intero progetto». Roberto Bombarda - Le osservazioni del consigliere verde «demoliscono» il collegamento come progetto di mobilità e si concludono con un appello: «Non ha alcun senso il coinvolgimento dell'area di Plaza. Perché mai da Mavignola, per andare a Campiglio, si dovrebbe "entrare" in Val Brenta? Perché fermare gli automobilisti a Mavignola quando andrebbero invece "intercettati" a Carisolo? È Plaza che va tutelata sopra ogni altro luogo, poiché l'infrastrutturazione forzata di Plaza con l'interscambio degli impianti porterà giocoforza alla sua successiva urbanizzazione, in luoghi di eccellenza ambientale e paesaggistica. Desidero pertanto chiedere di tener conto del valore incalcolabile dei luoghi interessati e di voler assumere decisioni nel reale interesse dell'intera comunità trentina. Vi prego di salvaguardare Plaza e Fogajard, se avete a cuore il futuro del Trentino!».

l’Adige 26/03/2008

Soldi pubblici per favorire la speculazione

In Lagorai come sul Brenta e a Pinzolo come in Bondone, ma esemplare resta il caso dell'Alpe di Coe e della Carosello Ski di Folgaria

Violazione della normativa europea sulla concorrenza, utilizzo di fondi pubblici a vantaggio di speculazioni edilizie private, soldi della provincia di Trento spesi in territorio Veneto. E tutto con lo spreco di ingentissime risorse in un settore - lo sci - che non ha futuro. E’ quanto denunciano Italia Nostra, Legambiente e Wwf alla Corte dei Conti. Chiedendole di fermare tutto e tutti. L’esposto, presentato il 10 marzo, è dettagliato e tecnico. E ripercorre, ovviamente dal punto di vista delle associazioni ambientalite, la storia degli ultimi “investimenti” pubblici nel mondo dello sci. La chiave di lettura è chiara: sull’altopiano di Folgaria come sul Brenta, sul Lagorai, a Pinzolo, al Tonale, si sacrificano gli scampoli di ambiente e natura rimasti per operazioni dal ritorno economico incerto, ma che hanno il “pregio” di aprire nuove aree alla speculazione edilizia: il vero affare che alimenta la richiesta di nuovi impianti. E tutto questo - è il profilo che interessa alla Corte dei Conti - a spese dell’ente pubblico. Che si trova a investire capitali in strutture nuove, acquisendo in cambio proprietà in società impiantistiche che diventano gradualmente pubbliche. E che quindi si troverà anche a dover sostenere economicamente. Tutto questo è in violazione con la normativa europea che fissa precisi tetti all’intervento pubblico, secondo le associazioni ampiamente superati. Nel triennio 2008-2011, scrivono, Trentino Sviluppo Spa spenderà 180 milioni di euro per nuovi impianti. Fondi che attraverso aumenti di capitale delle società impiantistiche beneficiate, le trasformeranno di fatto ma non di diritto in società pubbliche. Esemplare il caso della Carosello Ski di Folgaria - citano nell’esposto - di cui già nel 2007 Trentino Sviluppo Spa era socio di maggioranza: di 14 milioni di euro di capitale sociale, ne aveva versati 5.570.000, ai quali si aggiungono i 2.320.000 versati dal Comune di Folgaria, che li aveva ricevuti allo scopo sempre dalla Provincia. Restando a Folgaria poi, la Carosello Ski ha acquisito tramite la propria controllata Carosello Ski2 - scrivono nell’esposto - terreni edificabili a Serrada e Fondo Grande, per poi cedere l’intera Carosello Ski2 a imprenditori edili per 700.000 euro. Quindi terreni pagati con soldi pubblici, poi ceduti alla speculazione edilizia, e ad un prezzo che le associazioni chiedono alla Corte che sia verificato nella sua congruità. Infine la stessa Carosello Ski ha acquisito in concessione quarantennale gli impianti del Coston per 2,3 milioni di euro ed il 70 per cento della società Le Fratte per una cifra non nota: entrambi investimenti in Veneto. Tutto questo Wwf, Italia Nostra e Legambiente chiedono sia verificato indagando sulla regolarità dell’intera politica provinciale a sostegno del turismo invernale.

Trentino 28/03/2008

Bondone, sei milioni dai soci pubblici

Saranno comune di Trento e Trentino Sviluppo a sottoscrivere l'aumento di capitale per 6 milioni di € di Trento Funivie con i quali verrà parzialmente finanziata (il resto sono contributi provinciali) la terza e ultima parte dei lavori di ristrutturazione della stazione sciistica del Bondone

Saranno comune di Trento e Trentino Sviluppo a sottoscrivere l'aumento di capitale per 6 milioni di euro di Trento Funivie con i quali verrà parzialmente finanziata (il resto sono contributi provinciali) la terza e ultima parte dei lavori di ristrutturazione della stazione sciistica del Bondone. L'operazione avverrà attraverso l'acquisto di azioni privilegiate, quote premianti in caso di utili inferiori al 5% e meno penalizzanti a fronte di perdite. Il consiglio di amministrazione ha approvato il bilancio del 2007 ed attende di sottoporlo, il 24 maggio, all'esame dei soci. Per quel periodo dovrebbe essere stato definito e siglato anche il nuovo protocollo fra Funivie Folgarida Marilleva (il terzo partner della società) e gli altri due soci pubblici. Il rinnovo dell'intesa è necessario dopo la rinuncia da parte del comune di ricorrere alla cosiddetta area di riserva per realizzare i posti letto mancanti (circa 700) per raggiungere la soglia di 2mila, giudicata idonea per ottenere in tempi brevi il pareggio di bilancio. «Riteniamo indispensabile che l'amministrazione comunale di Trento - si legge nel documento che accompagna il bilancio - dia seguito agli impegni assunti nel novembre 2001, in modo che si possa completare il progetto di rilancio concordato fra i firmatari del Protocollo di Intesa e ribadito nel Patto Territoriale del Monte Bondone». Per almeno un paio di anni ancora, la società chiuderà in negativo, malgrado gestioni attive. Con l'esercizio 2007 Trento Funivie perde oltre un milione di euro, il doppio rispetto al 2006. I membri del cda lo ritengono imputabile al «ritardo nell'adeguamento delle strutture ricettive della località», ma anche all'influenza «molto negativa delle temperature elevate durante i mesi di gennaio-marzo 2007 ed alla mancanza di neve a dicembre 2007». Nel dettaglio, gli incassi calano del 12% (quasi 330mila euro in meno) mentre i costi salgono (circa 90mila euro in più, soprattutto legati all'incremento della bolletta) e gli interessi schizzano di poco meno del 40% per via del rialzo dei tassi. La firma del nuovo protocollo viene giudicata «improrogabile», con «conseguente ricapitalizzazione della società, anche al fine di ridurre l'indebitamento e l'onere per interessi bancari che grava sui conti della società». Quattro milioni saranno sottoscritti da Trentino Sviluppo, due dal comune e qualche centinaio di migliaio di euro dalle funivie solandre. La metà (tre milioni) dovrebbe venire versata in tempi rapidi proprio per abbattere gli interessi negativi. Il resto arriverà con il terzo lotto dei lavori, ovvero la sostituzione delle tre seggiovie del versante nord della montagna per un totale di 9 milioni, pronte per l'estate 2009. In 6 anni sono stati finora investiti sulla montagna del capoluogo dalla società Trento Funivie 14,5 milioni cui si sommano i 4,3 di Agenzia per lo Sviluppo. Andrea Bertoli, presidente della società, non nasconde che il 2007 è stato un anno pesante e non ha problemi ad ammettere che «il dato più brutto è quel milione di perdite». Però sottolinea il dato positivo: «Nei primi tre mesi di quest'anno - ricorda - abbiamo incassato seicentomila euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». «Questo dato ci conforta - osserva - perché significa che si è trattato di un inciampo e non di una questione strutturale». In capo alla società di Folgarida resta la gestione (grazie al 52% di azioni ordinarie), ma l'ente pubblico ha la responsabilità del controllo (due membri su tre del collegio sindacale) e godrà di maggiori benefici economici grazie alle quote straordinarie (50% Trentino Sviluppo e 25% comune di Trento). A fine anno scadono le cariche di nomina pubblica. Scontati alcuni avvicendamenti.

L'Adige 03/04/2008