8.12.08

9.10.11 dicembre, Piazza Lodron: Tenda NoWAR / Contro la base militare di Mattarello

Tre giorni in piazza contro la base militare di Mattarello, per portare al centro della città il NO alla guerra che spesso è dimenticato e troppe volte è subordinato al "ma" e al "se".
Riflessioni e dibattiti, azioni e manifestazioni che vogliono spiegare, per l’ennesima volta, che la costruzione di una nuova cittadella militare significa sostenere le guerre globali che vedono implicato anche l’esercito italiano; significa un esborso di spesa a carico della Provincia (400 milioni di Euro - metà della manovra anti-crisi del confermato presidente della Provincia Dellai) in un momento di crisi economica che toccherà anche il Trentino; significa distruzione ambientale, paesaggistica e urbanistica...
Tre giorni che sapranno parlare alla città e che vorranno coinvolgere il movimento trentino che scenderà in piazza il 12 dicembre per lo sciopero generale, dalle scuole ai comitati che lottano per un Trentino migliore.

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9.10.11 dicembre Tenda NoWAR / Contro la base militare di Mattarello @ piazza Lodron - Trento

Martedì 9 dicembre:

ore 16.30: Conferenza stampa / presentazione della tenda

ore 17.00: Assemblea di movimento verso la manifestazione del 12 dicembre: La vostra crisi non la paghiamo noi!

ore 20.30: Presentazione musicale del libro "I dimenticati della Grande guerra", ed. Il Margine.
Sarà presente l’autore Quinto Antonelli [ vedi ]

Mercoledì 10 dicembre:

ore 14.30: Assemblea studenti medi verso la manifestazione del 12 dicembre

ore 17.30: Iniziative/azioni

ore 20.30: c/o Barycentro piazza Venezia, 38 - Carta Est Nord presenta: [ vedi ]
Noi la crisi non la paghiamo, la crisi economica e il modello nordest: risposte e resistenze possibili
ne parliamo con:
Mario Simoni, Trentino Arcobaleno
Federico Zappini, Centro Sociale Bruno
Maddalena Di Tolla, Legambiente
Marco Niro, Questo Trentino
Luigi Casanova, Mountain Wilderness
Paolo Tonelli, Federazione trentina della cooperazione
coordina Gianni Belloni, Carta Estnord

Giovedì 11 dicembre:

ore 17.00: Presentazione della petizione popolare contro la base militare di Mattarello

ore 17.30: Appello per una reale obiezione di coscienza. Chi è realmente contro la costruzione della base militare?

Approfondimenti:
Il contro-pieghevole sulle nuove caserme

TAV: la musica non cancella la verità

di Ezio Casagranda e Gianfranco Poliandri

DVD ben confezionati e convegni brezneviani non riusciranno a nascondere i disastri della TAV

Sulla stampa di questi giorni abbiamo potuto leggere due notizie riguardanti la TAV del Brennero.
La prima riguarda la scelta di vivacizzare con una bella colonna sonora il DVD che la Provincia di Trento prepara sul progetto preliminare della porzione trentina della linea ferroviaria ad alta capacità Verona-Innsbruck (”l’Adige”, 4.12.2008, Traforo in musica - Kuzminac consulente). Ma sarà difficile che la qualità dell’accompagnamento musicale distragga i destinatari dal porsi qualche domanda spinosa.
La seconda riguarda l’incontro istituzionale di Verona del 5.12.2008, dove sono stati confermati i finanziamenti UE per il tunnel di base del Brennero che qualcuno continua a chiamare un’opera eco compatibile. E neppure 195 chilometri di gallerie lungo l’asse dell’Adige dal confine di Stato a Verona e 30 anni cantieri nelle valli dell’Adige e dell’Isarco ci sembrano molto compatibili con l’ambiente.
Sull’opera contemporaneamente più inutile, costosa, devastante e meno condivisa che abbia mai interessato il Trentino si producono DVD ma ci si guarda bene dall’avviare una discussione pubblica, aperta e trasparente sui costi sociali ed ambientali. Una discussione che è totalmente mancata in Trentino, come è mancata in Alto Adige sul tunnel di base e sulle tratte di accesso Sud.
Da quel confronto sarebbe emerso quello che già in parecchi hanno capito e che la propaganda dei promotori nasconde con cura.
Ci dicono che la nuova linea servirebbe per trasferire finalmente (quando, nel 2030-2040?) il grande flusso merci dalla A22 alla ferrovia e risolverebbe anche l’imminente saturazione della linea storica del Brennero. Pretesti, per non intervenire oggi. Il traffico pesante e il terribile inquinamento sull’autostrada potrebbero diminuire subito di circa due terzi: a) con scelte non subalterne agli interessi dell’autotrasporto e della società Autobrennero, con pedaggi equivalenti a quelli di Austria e Svizzera e regolamentazioni/controlli all’altezza di un paese civile; b) impiegando la ferrovia attuale (dalle ampie capacità residue anche dopo il recente potenziamento) secondo criteri di razionalità ed efficienza, cercando di avvicinarsi almeno un po’ agli standard di gestione internazionali.
Sulle devastazioni ambientali annunciate dal programma di opere si cerca già di glissare e comunque si racconta che la valutazione di impatto ambientale si incaricherà di controllare, mitigare, riparare. Fantasie. Le procedure di VIA in Italia, e in Trentino, sono costruite sostanzialmente per avallare decisioni già prese al livello politico-economico. Ci aspettano invece disastri pesanti. Solo per fare due esempi: danni enormi dai cantieri diffusi per decenni in tutta la valle dell’Adige, con più traffico, inquinamenti diffusi e consumo irreversibile di quel territorio libero che qui diventa sempre più scarso (in Trentino si calcolano quasi 500 ettari da sacrificare, più quelli per le discariche); impatti gravi sulle risorse idriche superficiali e sotterranee, in misura che nessuno studio preliminare - come è noto - è capace di prevedere.
E quanto costerebbe questa bella impresa, solo in Trentino? Le stime ufficiali parlano di almeno 3 miliardi, ma quelle indipendenti arrivano a più del doppio; sempre a costi 2007-2008, come se i lavori finissero domani. Ma da molti segnali anche nel nostro caso si potrebbero ripresentare gli sprechi e gli aumenti di spesa che i meccanismi contrattuali e finanziari dei programmi TAV hanno prodotto in Italia, con un incremento medio di costi totali tra il 1991 e il 2007 pari a circa 6,9 volte. A quanti servizi sociali dovremmo rinunciare per soddisfare appetiti che non hanno molto a che vedere con un sistema ragionevole di trasporti?
Siamo stati sbrigativi, ma sempre meno dei promotori. Un dibattito pubblico approfondito sarebbe urgente, e diventa sempre meno probabile. Chi si oppone a questo progetto non pensa però di accontentarsi della buona musica.

Ezio Casagranda
Gianfranco Poliandri

Approfondimenti:
Dossier Treno alta velocità Verona-Brennero-Monaco