26.2.10

Sabato 27 febbraio: Proiezione di "Discariche in Trentino" a Borgo

Sabato 27 febbraio 2010 ore 20:30
presso l'Auditorium del Comprensorio a Borgo Valsugana, Piazzale Ceschi 1


Proiezione del documentario "Discariche in Trentino" andato recentemente in onda su Current TV (Canale 130 di Sky).

A seguire dibattito pubblico.

21.2.10

Mostra di sementi antiche a Fonzaso (BL)

Gruppo COLTIVARE CONDIVIDENDO

in questo 2010 ANNO INTERNAZIONALE DELLA BIODIVERSITA' abbiamo deciso di promuovere una iniziativa auto gestita dal basso (itinerante) con lo scopo di sensibilizzare i nostri concittadini sull'enorme importanza del conoscere, far conoscere e salvaguardare la biodiversità (sempre più minacciata dalla
monoculture intensive anche in questo nostro territorio adagiato ai piedi delle Dolomiti)

Abbiamo perciò deciso di organizzare un momento di incontro, dialogo e condivisione che si svolgerà presso:

il "CASEL SAN FILIPPO" a FONZASO (BL) .

(il Casel si trova nei pressi del parcheggio dietro al Municipio di Fonzaso)


Sabato 27 FEBBRAIO 2010


Dalle ore 14.00 sarà possibile, non solo guardare e chiedere informazioni
sulle sementi esposte, ma anche portarne di proprie.. raccontare esperienze, tecniche di coltivazioni
e conservazioni.. storie.


CI SARA' ANCHE LA POSSIBILITA' DI SCAMBAIRE SEMI ANTICHI


INVITIAMO TUTTI COLORO CHE HANNO SEMENTI ANTICHE DA ESPORRE E FAR CONOSCERE DI CONTATTARCI O RAGGIUNGERCI IN QUELL' OCCASIONE !!!!

dalle ore 17.00 faremo assieme: “QUATRO CIACOLE SULE SEMENTI “DE NA OLTA

(Le sementi di ieri per l'agricoltura di domani)

Confronto aperto con interventi su:

Ø Panoramica sulle diverse varietà di “sementi antiche” e descrizione di
tipicità e potenzialità del “FASOL BONEL de FONDASO”

Ø i GAS (gruppi di acquisto solidale) cittadini che si uniscono per comperare
prodotti sani, genuini e legati al territorio

Ø (riflessione sul come costruire un cammino comune tra GAS e aziende locali)

Ø Accenni di tecniche di coltivazioni “sane” .. senza pesticidi

Ø Microfono aperto per proposte e progetti condivisi (TRA QUESTI L'IMPORTANTE INIZIATIVA DELLA CERTIFICAZIONE CONDIVISA)

Riteniamo sia molto importante questa condivisione dal basso di conoscenze, saperi ed esperienze.. un prendere consapevolezza sia dell'importanza della biodiversità ma anche di quanto è possibile fare per i cittadini che si auto organizzano e costruiscono assieme
per informazioni e adesioni:

ariaprotetta@tiscali.it

coltivarcondividendo@libero.it

ideelibere@libero.it

17.2.10

Venerdì 19.02: incontro "Acqua di tutti" a Massone, Arco

Pubblichiamo un invito per la costituzione di un comitato "acqua bene comune" della Sarca. L'iniziativa parte dal percorso di progettazione partecipata del futuro parco fluviale della Sarca e gli obiettivi sono quelli di cercare di ricreare un pò di interesse sul tema dell'acqua e, nello specifico, sul tema dello sfruttamento idroelettrico del fiume.

Il percorso di progettazione partecipata del parco fluviale della Sarca ha posto in primo piano il tema della gestione della risorsa acqua. E' sotto gli occhi di tutti quanta acqua oggi scorra nella Sarca ( la portata del fiume sarebbe sui 30 mc ) e come il fiume sia ridotto a causa di uno sfruttamento idroelettrico intensivo che dura ormai da più di mezzo secolo.
“Non un metro di salto resterà senza la sua corrispondente centrale e soltanto limitate e saltuarie frazioni d’acqua andranno perdute” così diceva l’ingegner Semenza della SADE, progettista della diga del Vajont, e questo è stato il "programma" che ha contraddistinto la politica delle amministrazioni locali che si sono succedute nel tempo...Ora è necessario cambiare.
L'iniziativa intrapresa da quattro amministrazioni comunali è lodevole, ma corre il rischio di restare un'inziativa di corto respiro se la promozione del parco fluviale non andrà di pari passo alla richiesta di un maggior rilascio di acqua nel fiume attraverso una rinegoziazione delle convenzioni gestite da HDE ( soggetto pubblico/ privato, multiutility tra le più importanti d'Italia,che gestisce il business energetico in provincia ), con l'obiettivo di una revisione, nel medio - lungo periodo, del "modello" di sfruttamento idroelettrico del nostro territorio che dovrebbe consentire alle comunità locali di recitare un diverso ruolo nella gestione delle acque della Sarca e nella tutela dell'ambiente fluviale.
Il tema della gestione delle risorse idriche è un tema di grande rilievo , considerata l'importanza strategica della risorsa acqua. Oggi in Italia e anche in Trentino è in corso un processo di privatizzazione delle risorse idriche che, in vari modi, sottrae al controllo della gente la gestione di un bene comune come l'acqua. E' necessario, partendo dalle relazioni che siamo riusciti ad attivare nell'ambito del processo di progettazione partecipata, mettere in primo piano l'obiettivo di riaffermare il controllo collettivo sulla gestione della risorsa acqua, nel nostro territorio, come principio di democrazia , partendo dall'acqua della Sarca.
La mia proposta è quella di costituire un comitato locale che si occupi del tema dell'acqua, si organizzi come "osservatorio" per raccogliere informazioni, materiali, organizzare iniziative e socializzare tutte quelle conoscenze necessarie per mettere in moto un'azione di pressione sulle istituzioni che , come alla fine degli anni '80, dovrebbe consentirci di arrivare all'incremento dei DMV nella Sarca ed a difendere l'acqua come "bene comune".
Se siete interessati al tema, siete invitati all'incontro che si terrà il giorno 19 febbraio alle ore 20 , presso il Circolo Beppa Giosef di Massone.

15.2.10

L’acqua partecipata verso l’incontro pubblico.

Lunedì 15 febbraio alle 20.30, il comitato spontaneo della gente trentina in difesa dell’acqua pubblica – il comitato trentino Acqua Bene Comune – si rincontra per la quinta volta, nella sala messa a disposizione del Centro Sociale Bruno, in Via Dogana a Trento.

Principale tema della riunione sarà l’organizzazione di un evento studio sulla gestione dell’acqua nella Provincia di Trento, previsto per l'inizio di marzo, che prevede un dibattito aperto ed un confronto con alcuni esperti, per tracciare un quadro il più esaustivo possibile sulle gestioni dell’acqua presenti in Trentino, e sulle posizioni della PAT nei confronti del Decreto Ronchi, il 135/09, che obbliga a livello nazionale, la messa a gara delle reti idriche.
Sarà anche discussa la partecipazione come comitato alla manifestazione nazionale del 20 marzo a Roma in difesa dell’acqua indetta dal Forum Italiano dei movimenti per l’acqua, nonchè dell’iter referendario intrapreso a livello nazionale dai movimenti per l’acqua, associazioni, sindacati e dalle forze politiche all’opposizione ed extraparlamentari, che però non saranno incluse – simbolicamente - nel comitato promotore, in mano ad una società civile vogliosa di rinnovare la politica, partendo dal basso, dall’acqua per tutti, diritto di tutti.

L’incontro è aperto a tutti.

Per info:

348/7467493 - yakufran@gmail.com

ondabatterica@gmail.com

12.2.10

Venerdì 12 febbraio DA L’AUTRA BANDA DEL POMAR


Il Comitato per il Diritto alla Salute in Val di Non organizza:

venerdì 12 febbraio 2010, ore 20.30

Sala Comunale
presso le scuole elementari di Caldes

DA L’AUTRA BANDA DEL POMAR
La frutticoltura intensiva vista dal cittadino

* Saluto e introduzione del Comitato per il Diritto alla Salute.

* L’agricoltura intensiva, vista e vissuta da alcuni residenti in Val di Non.
A cura del Comitato per il Diritto alla Salute in Val di Non

* Ordinanze Comunali per la disciplina dell’uso di antiparassitari:
efficacia, rispetto,controllo; tutelano la nostra salute?!
A cura del Comitato per il Diritto alla Salute in Val di Non

* Dalla negazione del rischio al principio di precauzione.
A cura del dott. Giorgio Bianchini.

* Un’agricoltura più rispettosa della vita e dell’ambiente: un’alternativa possibile.
A cura di Luisa Mattedi.

A SEGUIRE AMPIO DIBATTITO
Modera il dott. Salvatore Ferrari


Resoconto dell'incontro da l'Adige del 14.02.2010

di Marta Battaini

CALDES - Ottima partecipazione di pubblico per la prima serata informativa in territorio solandro del comitato per il diritto alla salute in valle di Non.
Massiccia la presenza in sala di agricoltori che hanno dimostrato disponibilità al dialogo.
Due le questioni principali al centro del dibattito relativo all’utilizzo di prodotti fitosanitari in agricoltura pericolosi per la salute: l’assenza di una chiara informazione in merito agli effetti nocivi che i pesticidi possono produrre e la mancanza di una pianificazione generale urbanistica che imponga ai comuni di mantenere una fascia di rispetto di almeno 100 metri tra i centri abitati e le campagne (distanza minima, questa, per escludere con sicurezza gli effetti negativi della «deriva»).
Sul primo punto, a Caldes, è emerso un generalizzato sentimento di impotenza da parte degli agricoltori. Hanno lamentato l’impossibilità di scegliere liberamente come condurre la propria azienda agricola perché inseriti in un sistema che ha tolto loro qualsiasi potere decisionale.
Un giovane agricoltore intervenuto ha detto di non conoscere gli effetti che possono provocare i prodotti da lui utilizzati e che, al riguardo, l’Istituto Agrario di San Michele dovrebbe svolgere un ruolo più incisivo di informatore. Salvatore Ferrari, di Italia Nostra, che ha moderato l’incontro, ha detto che «l’Istituto non ha gli strumenti per poter mantenere un ruolo scientifico di questo tipo, perché - a suo dire - risente troppo del peso delle case farmaceutiche».
L’accusa, pesante, di scarsa automonia sul versante della consulenza tecnica è stata rilanciata da un agricoltore di colture biologiche, Marco Osti di Spormaggiore.
È stato inoltre osservato dal medico Giorgio Bianchini di Cles, al tavolo dei relatori con Luisa Mattedi, Sergio Deromedis e Virgilio Rossi, che l’assenza di informazione non è certo fenomeno circoscritto al limitato territorio provinciale ma ha radici ben più estese. Basti pensare, ha aggiunto, che anche la Commissione Europea ha rilevato la scarsa informazione in relazione alla tossicità dei prodotti fitosanitari attualmente in commercio.
Riguardo alle fasce di rispetto, alcuni agricoltori hanno osservato che nel corso degli ultimi decenni i centri abitati si sono ampliati avvicinandosi sempre di più alle aree coltivate. Una voce dalla sala: «Come categoria, non ci sentiamo tutelati dalle amministrazioni locali che permettono indiscriminati sviluppi urbanistici». Sia Ferrari, sia Rossi che Bianchini hanno ribadito che è proprio tramite la modifica dei piani regolatori che si potrà perlomeno arginare il problema relativo alla salute ed alle proprietà agricole dei cittadini. Messaggio chiaro: solo quando si imporrà l’obbligo di prevedere nei Prg un anello di salvaguardia attorno al centro abitato di almeno 100 metri, si potranno allora ritenere gli strumenti normativi localmente adottati realmente in grado di tutelare i diritti oggi dibattuti ed a rischio.

Approfondimenti: tag "
pesticidi"

6.2.10

“ACQUARUBATA” Domenica 7 febbraio 2010 ore 21.30 Raitre

“PRESADIRETTA” di Riccardo Iacona, Francesca Barzini e Domenico Iannacone

Il parlamento tre mesi fa ha accelerato il processo di privatizzazione della gestione dell’acqua e ha imposto agli enti locali di mettere questo servizio a gara. Da quel momento metà Italia è in fibrillazione.

Regioni come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l’Alto Adige e centinaia di comuni e province oggi gestiscono direttamente il sevizio idrico e forniscono un ottimo servizio ai cittadini. Milioni di italiani rischiano di non poter godere più di un servizio efficiente ad un prezzo equo.

In alcune regioni e province, società private hanno già da anni mano libera per la gestione degli acquedotti e decine di comitati dei cittadini contestano dati alla mano la loro gestione. “Presadiretta” ha toccato alcuni punti dolenti:

ad Agrigento, con le tariffe più costose di Italia, l’acqua arriva a singhiozzo appena qualche ora ogni settimana;

ad Arezzo, le bollette sono molto salate (terze in Italia) e gli investimenti dell’azienda che distribuisce l’acqua sono sotto la media nazionale;

ad Aprilia il consiglio di stato ha dato ragione al comitato dei cittadini e al movimento dei sindaci che si battono per riprendersi la gestione dell’acqua.

E mentre in Italia si spinge sulla privatizzazione, in Francia si sta andando nella direzione opposta:

con ACQUARUBATA siamo andati a vedere perché il comune di Parigi ha deciso, a 25 anni dalla privatizzazione, di riprendersi la gestione dell’acqua.

ACQUARUBATA affronta anche l’annosa questione delle “acque minerali”: un’acqua letteralmente “regalata”: le società che producono e imbottigliano acqua minerale pagano alle regioni canoni ridicoli per l’utilizzo delle sorgenti.

ACQUARUBATA è un viaggio nel mondo dell’ “acqua pubblica” e dell’ “acqua privata” e cerca di rispondere a questa domanda: è giusto e sensato che a decidere la gestione e l’utilizzo dell’acqua, un bene essenziale per la sopravvivenza, sia una società che ha l’obbligo di guadagnarci sopra?


ACQUARUBATA e' un racconto di Domenico Iannacone, Danilo Procaccianti, Vincenzo Guerrizio e Riccardo Iacona.

Fotografia: Rubatacchini, http://www.flickr.com/photos/12935388@N00/

OGM - Cosa ci sta dietro la sentenza del Consiglio di Stato?

Intervista a Roberto Pinton Assobio.

Per ascoltare gli audio: www.globalproject.info/it/in_movimento/OGM-Cosa-ci-sta-dietro-la-sentenza-del-Consiglio-di-Stato/3781

Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza a favore del ricorso presentato da Silvano Dalla Libera, un agricoltore di Pordenone, che aveva chiesto l'autorizzazione a coltivare una varieta' di mais Ogm.

Dalla Libera, in qualita' di vicepresidente di Futuragra ha gestito la sentenza come la possibilità concreta di avviare semine OGM.

In realtà la vicenda dal punto di vista formale è più complessa ma si inserisce nei continui tentativi di "insinuare" gli OGM nei nostri territori.

Immediate sono state le reazioni non solo all'interno del mondo agricolo ma anche da parte di associazioni, comitati, cittadini per ribadire l'assoluta contrarietà alla presenza OGM.

Per capire cosa sta succedendo abbiamo intervistato Roberto Pinton Assobio di Padova.

- Inquadriamo cosa sta succedendo con questa decisione del Consiglio di Stato?

Il Consiglio di Stato ha dato ragione ad un ricorso presentato da un agricoltore friuliano (che peraltro ha solo tre ettari ed in questo senso chiaramente è appoggiato da qualcuno in questa causa) perchè si era visto rifiutare dal Ministero l'autorizzazione alla semina degli OGM. Il Ministero aveva rifiutato la richiesta sostenendo che mancavano i piani di coesistenza regionali.

Il Consiglio di Stato ha affermato che il Ministero non può mascherarsi dietro la normativa della coesistenza ma deve entro tre mesi risolvere la questione.

- Un ricorso che va oltre sembra far rientrare dalla finestra quello che sta fuori dalla porte?

In realtà già gli anni scorsi si era assistito ad un tentativo del genere in Piemonte In quel caso il Procuratore Guariniello e la Regione, avendo rilevato la contaminazione OGM in campi di mais, ne avevano ordinato la distruzione. Alcune aziende agricole avevano acquistato sementi di mais, che nel mercato italiano devono essere assolutamente libere da OGM, e sostenevano che non era possibile tenere separate il materiale OGM da quello convenzionale affermando che questa contaminazione era inevitabile. Cosa falsa visto che con gli OGM si lavora a livello molecolare e dunque è assurdo dire che non si riesce a tenere separati i "grani di mais". Era un modo per iniziare in maniera strisciante la contaminazione, che volendo si può assolutamente evitare.

Visto che non era andata bene la contaminazione in questo modo, si sta usando questo personaggio, che si presenta come un povero contadino in lotta con tutti, per sostenere gli OGM dimenticando che la sua libertà di usare OGM cozza con la libertò di tutti gli altri che non li vogliono.

- Ma che interessi ci sono intorno agli OGM e come premono sull'Italia e l'Europa?

Imprese biotech e ricercatori sostengono che le superfici OGM stanno crescendo anche in Europa e dimenticano che in tutta Europa si sta parlando di una porzione di terra complessiva della misura della Provincia di Roma. Ben poco! Questo perchè c'è una resistenza reale. E' evidente che gli OGM non portano vantaggi economici, non risolvono la fame nel mondo, non riducono il consumo dei pesticidi, non fanno calare i prezzi. Gli OGM servono a guadagni specifici nella filiera alimentare.

- Le reazioni alla decisione del Consiglio di stato?

Al momento non si vedono motivi di reale preoccupazione.

Complessivamente c'è stata una reazione di rifiuto da parte di molti. Solo Confagricoltura ha visto con soddisfazione la scelta del Consiglio di Stato, mentre Coldiretti e Cia stanno fortemente criticando la decisione e sollecitando il Governo ad avere posizioni chiare. Inoltre anche dal punto di vista tecnico seminare mais alla fine di aprile, alla scadenza dei tre mesi, sarebbe fuori tempo. Sarebbe solo una scelta per far un po' di can can.

- Cosa è importante fare in questo momento?

Questo non toglie niente al fatto che è importante la presa di posizione di tutti nel difenderci dagli OGM.

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