10.3.10

Verso la manifestazione del 20 marzo: resoconto del convegno del comitato Acqua Bene Comune


“Carissimi, pace e bene!

Grazie per l’invito di venire a Trento, ma sono troppo preso su Napoli. Sono stato oggi con il professor Lucarelli, che vi porterà i miei più vivi saluti: è un uomo di grande valore e vi aiuterà a capire meglio il problema acqua in vista del referendum.

Sono così contento che dall’incontro dello scorso dicembre sia nato un bel movimento in città. Grazie per il vostro impegno. Ricordatevi che sull’acqua ci giochiamo tutto! Questa volta non possiamo perdere. Quindi organizzatevi non solo su Trento, ma con un coordinamento trentino per vincere sull’acqua pubblica. Un referendum (per la prima volta nella storia!) gestito dalla società civile, dalla cittadinanza attiva! Se vinciamo sarà una vittoria politica formidabile: in pieno neoliberismo e trionfo del mercato, il popolo italiano si schiera per l’acqua pubblica!

L’acqua è vita. Diamoci da fare perché vinca la vita!”

Con le sentite parole di Padre Alex Zanotelli si è aperto il primo incontro organizzato dal Comitato trentino Acqua Bene Comune, sabato scorso a Trento.

Ospiti dell’incontro – dal significativo titolo “Acqua in borsa: risorse idriche in mano al mercato. La situazione in Trentino” – il professor Alberto Lucarelli, ordinario di diritto all’Università di Napoli, e Severo Lutrario del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Nonostante la bella giornata, oltre un centinaio di cittadini trentini hanno rinunciato a sci e passeggiate, per partecipare ad un impegnativo pomeriggio incentrato sulla situazione dei rubinetti d’Italia dopo lo sdoganamento del Decreto Ronchi il novembre scorso, e la conseguente apertura obbligata al mercato delle gestioni pubbliche; quali possano essere i passi della società civile e delle istituzioni per impedire un processo che oltre ad essere rifiutato eticamente, è – lo dimostrano i dati degli ultimi dieci anni – deleterio a livello di efficienza ed economicità; quale siano gli orizzonti possibili anche nella nostra Provincia.

Alberto Lucarelli ha illustrato attraverso una compita dissertazione giuridica, quali siano gli spazi di manovra che permette l’articolo 23 bis, anche in vista del prossimo referendum sull’acqua pubblica (la cui raccolta firme è prevista a livello nazionale, a partire da aprile), ed ha sottolineato come anche la Corte dei Conti abbia recentemente ribadito il fallimento delle privatizzazioni idriche in Italia. Ma soprattutto, Lucarelli ha disegnato un panorama importante, da svilupparsi proprio in Trentino: “Questa battaglia è un lotta per la democrazia, ed una grande dimostrazione di civiltà – ha detto – e la vostra Provincia proprio in virtù dell’autonomia che gode, potrà delinearsi come un laboratorio a cui tutto il Paese potrà guardare. Ma si deve mettere in gioco. L’acqua è un elemento di un circuito più ampio di depauperamento della democrazia, a cui stiamo assistendo da troppo tempo. Ora è il momento di dire basta”.

Severo Lutrario ha portato la sua testimonianza di sette anni di lotta, nel frosinate, contro le ingerenze della municipalizzata locale, Acea - società mista simile alla nostra Dolomiti Energia, ora Dolomiti Reti – ora privatizzata al 70% in virtù dell’applicazione del Decreto 135/09. Esperienza apprezzata dai comitati locali, intervenuti all’incontro, in particolare quelli dell’Alto Garda, fra i primi in Trentino ad organizzarsi in difesa dell’acqua bene comune.

Il Comitato trentino con una serie di slides, ha illustrato le varie gestioni idriche sul territorio, le differenze tariffarie, le prospettive future, avanzando 3 concrete proposte:
  • Una campagna informativa per chiedere la estrapolazione dei comuni trentini gestiti in modo privatistico o semiprivatistico, da Dolomiti Energia.
  • La creazione di un coordinamento degli Enti Locali trentini in difesa dell’acqua bene comune.
  • Appoggio a quei comuni che gestiscono in maniera diretta le risorse idriche.
  • Dichiarazione della Provincia di Trento e dei Comuni trentini che i servizi idrici sono privi di interesse economico ed esclusi da profitti di mercato
  • Potenziamento ed estensione delle gestioni dirette comunali anche in forma di Azienda consortile
  • Rinuncia rapida ai servizi idrici gestiti da SpA miste o pubbliche
  • Appoggio ai Comuni che resistono alle spinte per la privatizzazione
  • Revisione urgente delle regole sugli usi (concessioni sovradimensionate, no a nuovi impieghi idroelettrici, deflusso minimo effettivo nei corsi d’acqua, quantità e canoni per le acque minerali)
  • Quota base gratuita di consumo e mobilitazione popolare sui diritti per l’acqua
In sostanza, si chiede di uscire dalla dicotomia pubblico privato, per andare verso una gestione sociale e partecipata dell’acqua e dei beni comuni.

L’incontro di sabato è stato una dimostrazione della sete – davvero – di informazioni che ha la gente comune, e della voglia di mettersi in gioco anche in prima persona per aiutare, ostacolare, o spingere le proprie istituzioni, verso la difesa dell’acqua di tutti, senza se e senza ma.

L’augurio di Zanotelli, uno dei simboli forti del movimento per l’acqua pubblica italiano, è legato a doppia corda all’esortazione alla determinazione e la tenacia.

Sabato scorso è stato il primo passo, occasione anche per ribadire la partecipazione alla manifestazione nazionale in difesa dell’acqua del prossimo 20 marzo a Roma.

- Informazioni per partecipare alla manifestazione dal Trentino : tel. 3289173733 - yabastatrento@gmail.com

Foto del convegno [ 1 ] [ 2 ] [ 3 ] [ 4 ]

Guarda on line gli interventi del convegno: http://www.livestream.com/nonsoloacqua

Nasce contro l'inceneritore il Coordinamento Trentino pulito


LAVIS - L'obiettivo è ambizioso: raccogliere, anticipa Ottorino Pilati , almeno 15 mila firme, per dire «No», un grande, corale no, all'inceneritore progettato ad Ischia Podetti

Pilati è il presidente del neonato «Coordinamento Trentino Pulito», sede provvisoria a Zambana, quella futura a Lavis, raggio d'azione l'intero territorio provinciale. Perché la questione inceneritore, osservano i promotori, è questione di rilevanza provinciale. Anche se i territori più esposti sono quelli a nord di Trento, e non a caso sono stati i Comuni di Mezzocorona e Lavis a farsi promotori del ricorso al Tar avverso l'inceneritore, battaglia legare ora sostenuta anche dal Centro Riciclo Vedelato. «Ma pure noi» spiega Pilati, storico imprenditore agricolo di Zambana «stiamo valutando di supportare, ad adjuvandum , il ricorso dei due Comuni». Però Pilati chiarisce subito: «Trentino Pulito è apolitico, e non vogliamo che la battaglia contro la costruzione dell'impianto di incenerimento dei rifiuti, che è la nostra missione, sia strumentalizzata da chicchessia».
Nella cartolina di adesione hanno scritto: «Io cittadino voglio partecipare in modo costruttivo alla gestione dei rifiuti in Trentino e lasciare un ambiente pulito alle generazioni future. Bruciare un rifiuto significa sempre generare sostanze tossiche, indipendentemente dalle tecnologie adottate, mentre differenziare un rifiuto vuol dire trasformarlo in materia prima utilizzabile».
Fioccano le adesioni: 400 firme in calce alla cartolina, un altro migliaio per l'appello che fissa i quattro obiettivi di «Trentino Pulito»: impedire la realizzazione dell'inceneritore in Provincia di Trento; promuovere il quarto aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti; chiedere al Comune di Trento di valutare la proposta di una piattaforma di riciclaggio dei rifiuti urbani indifferenziati alternativa all'inceneritore presentata dai Comuni di Lavis, Mezzocorona, Mezzolombardo e Zambana; infine, promuovere metodi alternativi all'incenerimento dei rifiuti, favorendo le tecnologie pulite e i prodotti riciclabili e riutilizzabili «in modo da garantire un livello elevato di protezione dell'ambiente e della salute umana». «Trentino Pulito» s'è costituito in comitato, ha aperto una partita Iva e avviato l'operatività, nominando un direttivo. All'assemblea costitutiva, presso la sede Acli di Lavis, erano poco meno di duecento. «Ci telefonano anche dal Primiero per aderire, oltre che dalla Valsugana, dalla Valle dei Laghi e dalla Val di Non» dice Pilati.
Aderiscono singoli cittadini, chiedono di aderire anche i Comuni. «Possono aderire, per statuto, anche enti, associazione, associazioni di categoria, persone giuridico che condividino le finalità di "Trentino Pulito", ma intanto al Comune di Mezzocorona abbiamo detto no: non ora, in campagna elettorale. L'ho detto in assemblea: non ce l'abbiamo né con Dellai né con il sindaco di Trento, Andreatta. L'ho detto e lo ripeto: se ritirano il progetto di inceneritore, avranno tutto il nostro sostegno». E le cantine sociali: «Per ora dicono "ni"...». La convinzione: che una vasta mobilitazione popolare, accanto alla via giudiziaria, possa ancora stoppare l'inceneritore.
Il prossimo 8 aprile, a Zambana (sala palestra, ore 20.30), la prima uscita pubblica: una serata cui sono stati invitati l'assessore provinciale all'ambiente Alberto Pacher, il sindaco di Trento, l'assessore di Lavis Lorenzo Lorenzoni, il sindaco di Zambana Michele Moser, oltre a tecnici ed esperti in materia di rifiuti.

Do. S.
Fonte: l'Adige del 10.03.2010