20.10.08

Tremalzo (Val di Ledro), tutti contro "l'operazione Leali"

"Bisogna fermare quell'ecomostro"

L' "ecomostro" non s'ha da fare. Questo è emerso l'altra sera durante l'incontro presso la sala del teatro di Locca di Concei organizzato dal comitato «Sos Tremalzo», dove si è dibattuto riguardo gli scenari futuri dell'area, da tempo bersaglio di proposte in chiave di rilancio turistico. L'ultima di queste, che ha visto l'entrata in scena dell'imprenditore bresciano Alcide Leali, ex patron di Air Dolomiti, non è andata giù a larga parte della cittadinanza e al comitato, che hanno fatto quadrato attorno alla zona per evitarne l'invasione. Questi i fatti: in prima battuta Leali prevede la creazione di un «Family and Wellness Hotel», struttura alberghiera e residenziale di livello medio-alto comprensiva di centro benessere, piscina, idromassaggio e quant'altro, per oltre 65 mila metri cubi di nuove infrastrutture. Oltre al corpo principale, infatti, vanno aggiunti residence, negozi, una serie di villette, una chiesetta e una piazzola volte a creare un villaggio fittizio in quota con tanto di parcheggi e vasche per l'innevamento artificiale interrati. Per completare l'opera e renderla autosufficiente ovviamente vanno costruiti acquedotto con pompaggio d'acqua dal fondovalle (la conca di Tremalzo ne è priva), elettrodotto, teleriscaldamento e una nuova strada d'accesso. Praticamente il settimo comune della val di Ledro. Opera impattante certo, ma al di là delle opinabili considerazioni di carattere ecologista, soggette spesso a controproducenti cadute nel fanatismo, a tenere banco sono soprattutto le ombre in ambito amministrativo e legislativo della questione. L'area comprendente Tremalzo è un sito di importanza comunitaria (Sic) ed è ovviamente gravato da uso civico. Ciò significa che il terreno è sì di grande pregio naturalistico e ambientale, ma molto più concretamente dovrebbe avere anche una più che discreta valutazione economica. Eccoci al dunque: quanto vale Tremalzo? Poco, pochissimo. Nell'agosto 2005 il comune di Tiarno di Sopra, (s)vende per 138.900 euro 41mila metri quadri di terreno a Leali. Il conto è presto fatto: meno di 3 euro e 40 centesimi al metro quadrato. Viene spontaneo chiedersi come ciò sia possibile. Semplicemente viene richiesto lo sgravio dell'uso civico spostandolo nel bosco in località Taialonga. Il comune parla di «gravi ed eccezionali circostanze» per giustificare l'operazione, ma secondo gran parte della popolazione ledrense la motivazione non regge. La manovra suscita immediate proteste e per Leali arriva una prima sconfitta. La giunta provinciale, che aveva inizialmente erogato contributi per il ripristino degli impianti sciistici, blocca nel 2006 la vendita dei terreni. La faccenda però è ben lungi dall'esser chiusa. Nel 2008 viene approvata una seconda variante in giunta provinciale, che ridimensiona il progetto: via la nuova strada, via chiesetta e piazza. L'albergo perde 58 posti letto (ora sono 390) e qualche metro d'altezza. Scompaiono garnì e residence mentre il villaggio passa da 16000 a 3000 metri cubi. Secondo gli esperti intervenuti ieri sera non basta: il relatore Giovanni Beretta ha parlato di «atteggiamenti mafiosi» nei rapporti fra le amministrazioni comunali e Alcide Leali. Ezio D'Andrea, di Coldiretti, ha sostenuto la necessità di stimolare la consapevolezza del ruolo delle comunità: «Gli abitanti di queste località meravigliose devono essere i primi difensori del paesaggio alpino - ha spiegato - e unirsi in una sorta di autogoverno che vigili su questo genere di operazioni». In seguito a prendere la parola è stata Annamaria Santolini, esperta di sviluppo sostenibile, che ha bocciato in toto il genere di turismo proposto dalla variante: «Bisogna essere profondamente innamorati della propria terra per essere convincenti con gli ospiti - ha detto - e se lo si è non si è disposti a vendere il nostro patrimonio in questa maniera». Santolini ha poi proseguito evidenziando come l'intera manovra non abbia in realtà ricadute positive sui cittadini: «Non offrirà posti di lavoro ai locali ma produrrà soltanto costi per chi si ritroverà a dover gestire un disastro ambientale». In chiusura sono intervenuti anche i consiglieri provinciali Roberto Bombarda e Giorgio Viganò, Secondo Bombarda l'area non può sostenere economie in stile "Madonna di Campiglio" e ha profetizzato per la struttura un fallimento certo: «Il progetto non starà mai in piedi e si trasformerà rapidamente in un ammasso di miniappartamenti in quanto non è possibile che a Tremalzo arrivino tutti i turisti necessari per mantenere in attivo il bilancio di un hotel così grande. L'unica proposta sensata per questa località è il parco naturalistico». Dello stesso avviso Viganò che vede nella crisi economica un ulteriore ostacolo: «Ciò che Leali vuol fare è anacronistico - ha dichiarato - il futuro del turismo non va certo nella direzione dei grandi hotel di lusso».

L'Adige, 19/09/2008