3.9.07

In difesa della Valle delle Lanze

Folgaria235 nasce nell’autunno 2006 come momento di riflessione su cos’è e cosa dovrebbe essere la vita in montagna.
Vivere a Folgaria oggi significa totale mancanza di legame con la propria terra e con le antiche tradizioni del posto e totale servilismo e subordinazione al volere dei turisti che nei mesi estivi e invernali “animano” il paese. Per chi abita questi luoghi tutto l’anno è, infatti, causa di forte disagio il vedere accendersi e spegnersi l’intero altopiano con lo scandire delle stagioni.

L’iniziale finalità dell’associazione di dedicarsi al recupero di un vivere la montagna più profondo e vicino a quello dei nostri antenati viene presto travolto da un imminente folle progetto di ampliamento del carosello sciistico esistente verso il Veneto con la conseguente distruzione del delicato ecosistema della Val delle Lanze.

Il “piano di sviluppo” prevede la realizzazione in quella zona di 7 seggiovie e 12 piste per lo sci da discesa oltre a un tracciato per lo sci nordico. A ciò si aggiunga un bacino idrico per l’innevamento artificiale da 100.000 mc di capienza. nella zona di Passo Coe, infrastrutture di supporto ai cantieri e alla gestione delle opere (strade, acquedotti e fognature, edifici di servizio, etc.).
E’ ipotizzata inoltre l’edificazione di un complesso turistico-residenziale di 42.000 mc. nell’area dei Fiorentini, senza calcolare le strutture collaterali: ristoranti, bar, après ski, noleggi sci.
Tutto questo mentre, per garantire un primo parziale sostegno finanziario all’operazione, il Consiglio Comunale di Folgaria ha deliberato nel giugno scorso di consentire alla Carosello Ski 2 (società immobiliare gemella di quella impiantistica) la costruzione, in due località sciistiche vicine a Folgaria, di un complesso edilizio di 20.000 mc. a Fondo Grande e uno di 6.000 mc. a Serrada.

Ognuno di noi si accorge ben presto della necessità di difendere con ogni mezzo questi luoghi dall’arroganza di pochi affaristi senza scrupoli.
E così si comincia con un ciclo di quattro serate che affrontano la tematica del vivere in montagna e che si concludono con l’intervento di Fausto De Stefani, presidente di Mountain Wilderness che rimanda ad una passeggiata sui luoghi prossimi interessati dai lavori e che ha luogo lo scorso 18 febbraio.
A maggio cominciano i lavori di realizzazione di una prima seggiovia sul Monte Coston e la nostra reazione più immediata è quella di fare alcuni blocchi del cantiere. Questi ultimi risultano abbastanza partecipati, ma prevalentemente da gente non appartenente alla comunità locale, che in molti casi risulta spaventata da pratiche di opposizione che vengono spesso bollate dalle istituzioni come “estremiste”, grazie anche alla diffusione di voci false che ci accusano di aver danneggiato i mezzi da lavoro.

A giugno, dopo una tre-giorni di campeggio in una delle zone che dovrebbero essere coinvolte dai lavori, il gruppo decide di cambiare strategia e tentare di sensibilizzare la popolazione folgaretana portando “il cantiere” nel cuore del paese, nel momento clou della stagione turistica.
Il 27 luglio proponiamo nella piazza principale del paese una serata dedicata all’informazione in cui, con l’accompagnamento di un concerto che richiama la gente, esponiamo una mostra fotografica e un paio di video con la devastazione che sta avvenendo a pochi chilometri dalla facciata ipocrita del centro paese.
Per aver deciso di “lavare i panni sporchi in pubblico”, ovvero per aver voluto coinvolgere nella protesta i turisti, riceviamo non poche critiche, ma la maggior parte della gente (paesani e turisti) è dalla nostra, furente contro un’amministrazione comunale da tempo sorda ai bisogni di un’intera comunità che chiede di separarsi al più presto dalla logica folle di una monocultura dello sci da discesa.

Folgaria non è infatti Cortina: le nuove piste che si vorrebbero realizzare avrebbero una pendenza media del 12%, esposizione a sud e altitudini che non superano i 1800 metri e che costringerebbero all’innevamento artificiale.
Dopo la serata di luglio cominciano le difficoltà con il Comune che, sentendosi braccato, fa di tutto per impedirci di riportare la mostra in piazza. Risolviamo in fretta chiedendo aiuto a un privato che ci concede volentieri il proprio suolo direttamente esposto sulla via principale.
L’ultimo, triste tentativo di piegarci è infine l’invio delle forze dell’ordine che ci intimano di allontanarci in quanto staremmo violando non si sa bene quale legge. Ci provano un paio di volte, ma poi, di fronte alla nostra – evidentemente imprevista - determinazione, sono costretti a desistere.

L’ultima iniziativa proposta in ordine di tempo è una seconda serata di musica e informazione, che nonostante siamo costretti a tenere in una piazza periferica per via di una decisione della giunta che ci proibisce il centro del paese fino al 10 settembre per “non turbare i turisti”, riscuote comunque un discreto successo.
Dopo quest’estate di sensibilizzazione, ci avviciniamo al compito più difficile di coinvolgere attivamente nella protesta tutta la parte di popolazione che in questi mesi si è detta solidale proponendo magari delle serate in cui si portano esempi di turismo alternativo che veda la valorizzazione dei nostri paesaggi e delle antiche tradizioni.

La nostra prossima uscita pubblica è un presidio venerdì 7 settembre sotto la Provincia in piazza Dante a Trento con materiale informativo inerente alla tematica dell’acqua e alla difesa di un bene comune.

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Folgaria235

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