16.5.08

Folgaria - Incontro nella sede della SAT Centrale per discutere dello sviluppo verso la zona del Veneto

Riportiamo di seguito gli articoli de L'Adige e Il Trentino sull'incontro nella sede della SAT Centrale per discutere dello sviluppo verso la zona del Veneto .
Tutti gli interventi del relatore e delle associazioni ambientaliste, con qualche differenza di accenti, hanno espresso contrarietà al progetto di espansione dell'area sciabile verso Costa d'Agra, sia dal Veneto che da Passo Coe in Trentino.
Facciamo però notare che entrambi gli articoli non riportano alcuni aspetti importanti emersi dalla discussione:
1) non riportano che le associazioni ambientaliste rifiutano il progetto ma non riescono a proporre iniziative concrete per contrastarlo, e infatti non hanno preso posizione di fronte alle richieste esplicite di riflettere su come fermare i prossimi lavori;
2) non riportano che alcuni rappresentanti del gruppo "Folgaria 235" sono intervenuti per raccontare della riuscita manifestazione con cui il 10-11 maggio circa 200 persone hanno dichiarato pubblicamente l'intenzione di intervenire sui cantieri;
3) non riportano infine che Officina Ambiente ha sintetizzato la propria proposta di rinuncia definitiva e immediata a tutti gli interventi di ampliamento e potenziamento delle aree sciabili in Trentino (mantenendo lo stato esistente), proposta che ha trovato consenso nel pubblico e suscitato qualche reazione imbarazzata tra gli interlocutori istituzionali".


“Impianti inutili, brutti e costosi”
Ambientalisti: no all’espansione sciistica

Nuovi impianti di sci a Folgaria? Il dibattito si fa politico. «L'approvazione dell'Ordine del Giorno del Consiglio Provinciale sul riesame del progetto di sviluppo sciistico dell'altopiano di Folgaria, avvenuta nei giorni scorsi, è un atto politico e non giuridico e come tale non vincolante per la Giunta Provinciale, la quale dovrà necessariamente attendere la conclusione della procedura di V.I.A. - valutazione di impatto ambientale, prima di poter intervenire». Risponde così l'assessore Bressanini alle sollecitazioni sul tema da parte delle numerose associazioni ambientaliste e dei comitati dell'Altopiano riunitesi ieri nella sede della Sat a Trento in occasione della presentazione della tesi di laurea in sociologia di Paolo Beretta sulla sostenibilità economica e ambientale dei nuovi impianti sciistici che sorgeranno fra Folgaria e Lastebasse.
I risultati del lavoro hanno evidenziato l'impossibilità di ottenere dal progetto benefici a lungo termine, sia economici che sociali, e comunque non tali da giustificare l'impatto ambientale su zone che, come hanno ampiamente documentato le fotografie paesaggistiche commentate da Paolo Mayr (Italia Nostra) e Stefano Mayr (Mountain Wilderness), sono caratterizzate da una peculiare ricchezza floreale, faunistica e storica. La tesi espone una situazione di stallo del mercato sciistico, che risente del cambiamento delle abitudini e delle mutate disponibilità economiche dei vacanzieri, nonché della minore capacità attrattiva di questo sport invernale.
Nel futuro, solo le stazioni «di eccellenza» riusciranno ad essere competitive e Folgaria molto probabilmente non sarà fra queste. Sull'Altipiano è infatti ferma la costruzione di nuove strutture ricettive alberghiere e predominano le seconde case (che hanno il "difetto" di far spendere meno i turisti sul territorio). Inoltre, l'altitudine (troppo bassa per gestire i cambiamenti climatici in atto) e le caratteristiche orografiche non agevolano la tenuta delle nevi sui pendii poco inclinati, e quindi di scarso richiamo per gli sportivi (delle 5 nuove piste progettate, 4 hanno tracciati la cui pendenza è per oltre la metà della lunghezza inferiore al 12%).
Il nuovo piano di sviluppo 2008-2012 del turismo invernale, a cura del gruppo Carosello-Maso, prevede nuovi investimenti per 65 milioni di euro, di cui ben il 38% finanziati dall'Ente Pubblico e 22 milioni prestati da banche che dovranno prima o poi essere rimborsate. Ma la società che gestisce gli impianti, la Carosello Ski, non produce ricchezza (le perdite ammontano ad oltre un milione di euro nel periodo dal 2001 al 2006) e non riesce a sopravvivere senza il corposo contributo dell'Ente pubblico. Con queste premesse, ovvia la contestazione della popolazione della zona che ha con ripetuti interventi sottolineato le persistenti difficoltà di comunicazione con le Istituzioni (sindaco di Folgaria in primis), ritenuta invece di fondamentale importanza da Luigi Casanova (viecepresidente CIPRA Italia).
Il consigliere Roberto Bombarda ha dato evidenza ad un altro punto dell'Ordine del giorno approvato in Consiglio Provinciale, sostenendo la necessità del blocco dell'intero progetto, in particolar modo del collegamento verso il Veneto (sottolineando come il piano sia un «suicidio economico che nessun imprenditore privato sosterrebbe»), e ha proposto la ricerca di scelte di sviluppo diverse a minor impatto ambientale. Mario Bertoldi (Amici degli Altipiani) ha accolto con favore l'ordine del giorno Giovannazzi che dice "no" all'estensione delle aree sciabili verso il Veneto e "sì" al collegamento con Lavarone attraverso il Monte Cornetto, criticando l'atteggiamento poco chiaro del Sindaco di Folgaria. Polemico sui finanziamenti pubblici anche l'intervento di Francesco Borzaga, presidente WWF del Trentino, mentre Bressanini ha chiuso l'incontro confermando comunque l'importanza dello sci per l'economia trentina.

L'Adige 16/05/2008


Tesi di laurea su Folgaria: «Investire negli impianti? Operazione ad alto rischio»

I piani di ampliamento degli impianti di risalita a Folgaria non lasciano il proscenio politico. Le associazioni ambientaliste l’altra sera hanno promosso in sede Sat a Trento un incontro pubblico, presentando la tesi di laurea di Paolo Beretta su «Lo sviluppo degli impianti da sci tra Folgaria e Lastebasse: progetto congruo con il concetto di sviluppo sostenibile?” Beretta spiega che, come ogni prodotto, anche lo sci ha il suo ciclo di vita durante il quale arriva a maturazione, dopo di che si stabilizza o diminuisce. Sulle Alpi - dice - siamo oramai al capolinea, quindi non si deve investire se non in situazioni di eccellenza. Folgaria ha una sproporzione di seconde case rispetto agli alberghi e anche i bilancio degli impianti, che in 5 anni accumulano oltre un milione di euro di deficit, con forte esposizione verso le banche indicano fragilità, nonostante il forte sostegno pubblico. I tracciati per oltre il 50% della loro lunghezza presentano pendenze inferiori al 12%, quindi non appetibili. Si alzano mediamente le temperature, compromettendo la resistenza della neve. Il neo-dottore ha lamentato anche la scarsa voglia di confrontarsi sul progetto da parte dell’amministrazione Olivi: «Tre volte il sindaco mi ha dato appuntamento e tre volte lo ha cancellato. Manca il dialogo fra promotori e oppositori. C’è poca partecipazione perché la gente non si mobilità, perché 2/3 della monoeconomia turistica si basa sulla neve e perché c’è scarsa sensibilità ambientale. Una requisitoria severa. Nel lungo periodo - dice la tesi - Folgaria non sarà concorrenziale sul mercato della neve, quindi gli investimenti sono a rischio. S’è parlato anche della prospettiva di completare gli impianti fino a Pioverna, sostenuta da Olivi. «Il collegamento col Veneto - obietta Mayr - a quel punto è a due passi. E il Coston è pista stupidissima e disastrosa sul piano ambientale». Parlano Casanova, Borzaga, Mario Bertoldi (Amici degli altipiani), quest’ultimo definisce il collegamento con Lastebasse «un disastro per Oltresommo e Lavarone». Gli ambientalisti di Officina ambiente e 235 attaccano il sindaco perché evita il confronto. In sala c’erano l’assessore provinciale Bressanini e i consiglieri Bombarda e Viganò. Bressanini spiega che l’ordine del giorno Giovanazzi prevede uno stop ai progetti ma rappresenta solo un «consiglio» alla giunta Dellai.

Trentino 17/05/2008

Nessun commento: