Dal gruppo PartecipAzione Cittadini Rovereto riceviamo un'importante segnalazione:
Durante la seduta del Consiglio Comunale di Rovereto del 27 maggio è stato approvato un progetto che permetterebbe alla Sandoz – industria chimico-farmaceutica con sede in zona industriale a Rovereto – di bruciare 2.000 tonnellate all’anno dei propri rifiuti chimici liquidi. Quantitativo che alimenterebbe il bruciatore di una caldaia già presente e funzionante, alimentata a metano e gasolio, la cui capacità verrebbe raddoppiata senza però alcun intervento ai camini e senza filtri aggiuntivi. Nella relazione del progetto, la Sandoz dichiara che bruciando acetone, toluene, butanolo e altri componenti si otterranno solo acqua e CO2. Sembrerebbe quindi che i rifiuti tossici pericolosi che solitamente vengono portati a Mestre per essere smaltiti siano diventati d’un tratto innocui.
Ad illustrare la relazione di fattibilità del progetto, scritta da ingegneri della Sandoz, era presente in Consiglio il direttore della Sandoz stessa: l’ing. Peroni. La presentazione non ha avuto alcun contraddittorio: non era presente nessun tecnico terzo alla vicenda.
Ad uno a uno, i consiglieri hanno ringraziato l’ing. Peroni per le opportunità lavorative che Sandoz offre a Rovereto.
Ma per dare occupazione a 140 persone vale la pena di avvelenarne altre 40.000?
Solo il consigliere dei Verdi Pozzer ha espresso dei dubbi ed ha invitato il direttore a rispondere ad una serie di domande.
La votazione si è quindi conclusa con 39 favorevoli e 1 astenuto. Come sempre più spesso accade, una decisione che riguarda l’intera collettività è stata presa a porte chiuse: nemmeno la Circoscrizione di Lizzana-Mori Ferrovia dove la Sandoz ha sede è stata informata di tale provvedimento. È inoltre evidente la presenza di un enorme conflitto di interessi: dagli appunti a pagina 36 della relazione Sandoz si parla di 70 milioni di €/anno risparmiati evitando lo smaltimento esterno dei rifiuti (a Mestre), compreso il risparmio del trasporto via camion. E di 210.000 €/anno di metano risparmiati.
IL RICORSO
Il giorno 18 giugno, all’incontro del gruppo PartecipAzione Cittadini Rovereto, i componenti del suddetto gruppo assieme ad alcuni abitanti di Lizzana e Rovereto hanno deciso di fare ricorso alla delibera che permetterebbe alla Sandoz di bruciare i propri rifiuti chimici liquidi. L’ufficio del segretario comunale ha respinto tale ricorso perché era già scaduto il termine per presentare opposizione scritta. Tuttavia il progetto della Sandoz dovrà essere approvato anche a livello provinciale: nel caso dovesse passare a quel punto sarà possibile presentato un altro ricorso. Sono stati mobilitati inoltre, la Circoscrizione di Lizzana-Mori Ferrovia e il Difensore Civico della Provincia, il quale ha chiesto ulteriore documentazione prima di intervenire ufficialmente.
- Leggi le domande del consigliere Pozzer e la relazione presentata dalla Sandoz
- Ascolta l'audio della seduta del Consiglio Comunale
- Leggi l'opinione di un chimico indipendente riguardo alla relazione fornita dalla Sandoz
CON CHI ABBIAMO A CHE FARE: CHI E' LA SANDOZ?
Nel 1938, all’interno dei Laboratori Sandoz di Basilea, Albert Hoffmann sintetizzava per la prima volta l’LSD. La Sandoz si prodigò nel diffondere gratuitamente questa sostanza psicotropa, largamente usata in seguito nel tentativo di curare disagi mentali come schizofrenia, autismo, depressione e alcoolismo. L’LSD fu sperimentato anche dai servizi segreti di vari paesi come sostanza per gli interrogatori e il controllo mentale.
Nel 1986, un incendio distrusse un deposito dell’azienda chimica Sandoz a Schweizerhalle, nel cantone di Basilea, Svizzera. Venti tonnellate di insetticidi, fungicidi ed erbicidi si riversarono nel Reno, inquinandolo gravemente fino in Olanda. Si diffuse un odore acre, l’acqua si tinse di rosso, morirono più di 150.000 pesci e 1.200 persone si recarono dal medico per disturbi della respirazione ed irritazione agli occhi. Per tornare ad una situazione ambientale accettabile ci sono voluti 20 anni, 60 miliardi di € investiti in impianti di depurazione ed una forte mobilitazione politica e popolare.
Un’inquietante analogia è stata riscontrata anche a Rovereto. In prossimità della Sandoz passa il rio Costa che attraversa Lizzana e la zona industriale, per poi sfociare nel fiume Adige. In alcune occasioni le acque di questo rio sono state viste diventare di colore rosso.
La Sandoz rientra nella direttiva Seveso, che regolamenta le fabbriche ad alto rischio, ed è situata poco distante da un grande fiume e circondata da paesi e quartieri popolosi. Un’industria che i Vigili del Fuoco di Verona definiscono: la “CHERNOBYL di Rovereto”.
Nel 1996 la multinazionale chimica Sandoz si fonde con la Ciba-Geigy dando vita alla Novartis.
Oggi la Sandoz produce il RITALIN: uno psicofarmaco da somministrare ai bambini irrequieti per sedarli e renderli passivamente “attenti”. In questi bambini “trattati” è stata riscontrata una forte tendenza al suicidio.
ESISTE GIA' UN VICINO INSOSPETTABILE MA ALTRETTANTO PERICOLOSO: LA MARANGONI.
Già da alcuni anni, alla fabbrica Marangoni (produttrice di pneumatici) sono in funzione 2 inceneritori nati per smaltire i rifiuti interni: copertoni non più utilizzabili per la ricopertura e scarti della lavorazione. Questi bruciatori sono collegati al Teleriscaldamento che rifornisce d’acqua calda le strutture pubbliche di Rovereto e le abitazioni private circostanti. La necessità di avere costantemente enormi quantitativi di rifiuti da bruciare per mantenere attivo il servizio, ha portato la Marangoni ad accettare di smaltire copertoni provenienti da tutta Europa. Le tele metalliche dei pneumatici vengono drogate con aggrappanti radioattivi per favorire l’aderenza dei polimeri della gomma alla carcassa. Bruciando i pneumatici verrebbero emesse nano-particelle radioattive.
Vedi anche:
Nessun commento:
Posta un commento