12.3.10

Acciaierie di Borgo: Due interventi sulla serata pubblica con Dellai, Pacher e APPA.

Pubblichiamo le registrazioni della serata pubblica di mercoledì - grazie a Marco Garavelli di Trentoattiva (a breve sarà disponibile un video di qualità superiore - e due lettere che ben sintetizzano la serata al Palazzetto e analizzano la preoccupante situazione politica e ambientale in Valsugana.
Segnaliamo l'interessante dibattito su Facebook:
Sani in un ambiente sano in Valsugana



INCONTRO Acciaieria, a Borgo figuraccia della Provincia.

Sono appena tornato a casa dall’incontro pubblico tra la popolazione valsuganotta e i vertici provinciali. Devo dire che mi ritengo veramente soddisfatto. Non sicuramente per le rassicurazioni (che non ci sono state) dei nostri cari vertici, ma dall’aver percepito la rabbia dei miei concittadini presenti in sala, che non si sono certo fatti abbindolare da vane e vacue rassicurazioni, ma che hanno fatto intendere la loro determinazione nel tenere aperta la questione ambientale in Valsugana.
Per quanto riguarda i “provinciali” presenti sul palco non si può sicuramente dire che abbiano fatto una bella figura. Il buon dirigente dell’Appa Berlanda ha snocciolato un bel po’ di slide, molto belle e variopinte a vedersi, ma che non hanno nascosto la sua totale impreparazione.
Difatti non ci ha messo molto un attento studente universitario a smascherare il trucco che ha usato l’Appa per non far risultare la diossina nei terreni. Probabilmente non si aspettavano che qualcuno notasse una piccola riga nascosta in una slide (del resto l’unica che Berlanda ha saltato molto velocemente!) nella quale si affermava che prima di effettuare i carotaggi i terreni sono stati lavati in superficie. E il bravo studente ha messo il dito nella piaga, chiedendo al dirigente come mai la superficie del terreno è stata lavata se è proprio lì che si trova la diossina?
In quel momento posso solo immaginare cosa sia passato nella mente dei luminari presenti sul palco... per uscire dalla situazione il preparatissimo dirigente non ha potuto che affermare che quelle erano questioni troppo tecniche per entrare nel merito in questa serata!
Complimentoni, per la bella figura. Per non parlare poi del buon Dellai, impegnatissimo per tutta la serata con il suo cellulare fregandosene altamente del minimo di rispetto che dovrebbe portare a tutti quei cittadini presenti in sala preoccupati della loro salute. Pacher non se l’è cavata meglio, con la sua voce tremante ha tentato di sviare, senza del resto riuscirci, con il suo buon politichese le domande piccanti e mirate che gli venivano rivolte...
E il buon Betta? Dopo un monologo di venti minuti senza alcun senso, per quasi tutta la serata è rimasto pressocché muto... forse pensava agli straordinari e all’indennità che mamma Provincia generosamente verserà nelle sue tasche per la serata. E di tutte le domande che i cittadini rivolgevano ai provinciali a pochissime ho sentito fornire risposte concrete o per lo meno qualche tipo di risposta, per la maggior parte la risposta consisteva in una sconcertante scena muta. L’unico presente che si sforzava di rispondere era il sindaco Dalledonne che a quanto pare era l’unico che non aveva niente da nascondere.
Ma la chicca viene alla fine quando i presenti sul palco senza il minimo preavviso e senza nessun discorso di chiusura finale si alzano, girano le spalle a tutta la gente senza lasciare i comitati fare il loro ultimo discorso. L’esponente di questi ultimi si è ritrovato così a parlare con le spalle dei nostri cari provinciali, che non si sono nemmeno presi la briga di voltarsi durante il suo discorso.
Quest’ultimo comportamento da parte loro ha riassunto pienamente lo spirito della serata... ai nostri cari Dellai, Pacher, Betta e Berlanda (aggiungo anche Olivi e Dorigatti ecc...) non interessa un bel niente di questa valle e dei suoi problemi, hanno solo in mente i loro rendiconti, i loro guadagni e alla Valsugana basta come sempre voltare le spalle. Non resta che ringraziarli quindi per aver compattato la valle contro mamma Provincia e rafforzato i comitati cittadini! E come ha saggiamente riassunto in un bell’intervento un pensionato presente in sala... se questi sono i frutti della tanto sbandierata autonomia speriamo veramente che abbia vita breve.

Alessandro Bazzanella

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Lettera di
Marco Rigo medico ISDE

Egregio Assessore
con la comunicazione dei dati sull’inquinamento In Valsugana, abbiamo letto dei giudizi netti e conclusivi sulla questione ambientale fino ad oggi pesantemente alla ribalta sulle cronache trentine. Non è questa la sede per argomentare i particolari tecnici di questa ormai annosa questione, che ha visto arricchirsi sempre più il carnet dei dati via via che passavano le settimane, dati spesso in contraddizione e certamente molto controversi tra loro, si da creare una vera confusione nell’opinione pubblica.
Sono certo che potendo affrontare l’argomento con pacatezza liberi da condizionamenti politici e giudiziari anche lei potrebbe concordare che in situazioni del genere è molto difficile trarre giudizi definitivi e certi vista la complessità delle variabili in campo. Prendo quindi le distanze dalla sua sicurezza sul fatto che i gravi fatti accaduti in Valsugana non abbiano determinato effetti precisi ( tonnellate di materiale tossico a Monte Zaccon, emissioni dell’acciaieria solide liquide e gassose pesantemente fuori norma, bonifiche agrarie palesemente finte e a solo scopo speculativo, il tutto innestato su una valle gravata da traffico pesante da un fondo naturale di per se ricco in metalli potenzialmente pericolosi e da una disposizione orografiche che determina per gran parte dell’anno la stagnazione dell’aria).
Sorge subito spontanea la domanda alla luce delle sue affermazioni come mai l’acciaieria sia ancora sotto sequestro e con sentenza anche del tribunale del riesame. Utile è ricordare che nel procedimento penale in corso sono indagati anche alcuni funzionari dell’Appa, lo stesso Ente al quale si attribuisce il compito oggi di svelare le eventuali criticità del territorio dovute a mancati o inadeguati controlli ambientali oltre che a scelte politiche inadeguate e miopi .
Dopo le trionfalistiche e a mio parere un po’ premature dichiarazioni di assoluta inconsistenza di un problema di salute pubblica, nonostante i disastri ambientali noti, invita i medici dell’ambiente (così ormai ci hanno etichettato) a fare autocritica; su questo vorrei soffermarmi chiedendo esattamente su cosa nel nostro documento presentato pubblicamente dovremmo fare autocritica.
In questo momento alla luce dei dati presentati non mi sentirei di smentire una virgola di quanto sottoscritto da cinquanta colleghi al termine di un ponderato studio durato mesi. L’invito poi a fare dell’autocritica mi viene spontaneo rimandarlo al mittente, non ricordando affatto che Lei abbia ritenuto opportuno la benché minima autocritica allorchè è stata posta in evidenza la clamorosa autorizzazione in vigore fino al 2009 ad emettere valori di diossina in quantità 1000 volte maggiori dei limiti previsti dalle BAT europee, limite che Lei ha più volte tentato di giustificare senza riuscirci riferendolo ad una legge che essa stessa ammetteva di non essere applicabile là dove fosse necessaria un’autorizzazione ambientale.
Nessuna autocritica ricordiamo di aver sentito quando la gente della Valsugana si è resa conto che l’Appa non solo non controllava ma quando lo faceva non trovava niente tanto che l’indagine in corso è stata possibile mediante l’intervento di organi extraprovinciali. Invece che criticare gli allarmismi ingiustificati (secondo il suo punto di vista) potrebbe sforzarsi di capire perché la gente in Valsugana ha paura e non crede più a nessuno.
Ad avvalorare questa sfiducia e questi timori vi sono innumerevoli espressioni rassicuranti da parte delle istituzioni preposte, che stridevano con quanto percepito quotidianamente dalla popolazione borghigiana, rassicurazioni che sono culminate con un fenomeno paradossale ovvero che i dati forniti alla procura tramite il corpo forestale dello stato sono stati raccolti dalla stessa Appa e hanno determinato l’inchiesta in corso e l’allarme per l’inquinamento ambientale, la stessa Appa esegue campionamenti in forma autonoma qualche mese dopo nei stessi luoghi e i risultati sono capovolti (non c’erano in questo caso ufficiali di polizia giudiziaria a sorvegliare tutte le fasi dei campionamenti).
Ecco perché anche nel caso dei suoi ultimi annunci che per l’ennesima volta negano ogni problema e riconducono tutto ai “soliti limiti di legge” non ci trova particolarmente ne sorpresi ne rincuorati ma semplicemente consapevoli che se vogliamo la verità dovremo contare pressoché solo su noi stessi.

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