17.6.10

Che fine farà la base militare di Mattarello?

Incontro pubblico del Comitato "Cittadella militare? No grazie!"

Dichiarazioni del Presidente Lorenzo Dellai fanno pensare a dei passi indietro

Il progetto della base militare di Mattarello verrà rivisto e sicuramente ridimensionato. Questo è emerso dall'incontro pubblico organizzato dal Comitato “Cittadella militare? No Grazie!” svoltosi martedì 15 giugno nel sobborgo di Trento in cui è prevista l'opera.

I temi sono sempre gli stessi: dal costo ambientale di trentatré ettari di terreno agricolo che diventano una colata di cemento, l'enorme costo economico di una struttura imponente ma inutile, e comunque il fatto che la base avrà il segreto militare (cosa verrà stoccato all'interno sarà top secret) e sarà utilizzata da 1600 militari professionisti che devono sfogarsi dopo essere stati in scenari di guerra.

La vera novità sono le dichiarazioni del Presidente della Provincia Autonoma di Trento che in un'interrogazione in Consiglio Provinciale ha spiegato che per le attuali necessità dell'esercito italiano una base militare di 33 ettari non serve e costerebbe troppo anche mantenerla.

Queste dichiarazioni anche se positive non hanno fatto calmare gli animi di chi da più di due anni si sente rispondere che le proteste sono “tardive”. Non è e non era vero che il progetto non poteva essere rivisto, non è vero che l'accordo Stato-Provincia è conveniente per noi cittadini, non è vero che una base anche se coperta da segreto militare non debba essere sottoposta alle procedure V.I.A. (Valutazione d'Impatto Ambientale). In questi due anni sono stati sperperati milioni di euro pubblici e sono stati distrutti decine di ettari di terreno agricolo. Ancora pesano su molti attivisti le denunce per il tentativo di bloccare coi propri corpi le ruspe al servizio di un'opera illegittima.

Nell'aula del Consiglio Provinciale la discussione è rimandata ad ottobre quando verrà discussa una mozione firmata da vari consiglieri che si sono “svegliati tardi” (ma meglio che mai) che può offrire la possibilità ai cittadini di vigilare sul presunto “ridimensionamento” e magari anche di proporre idee dal basso su come destinare quei 33 ettari verdi ad appena 10 chilometri dal centro di Trento.


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