Ma questa mattina il presidio è stato sgomberato dalle forze dell’ordine in modo violento.
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Ore 9.30: anche questa mattina molti attivisti e residenti di Mattarello si sono dati appuntamento per continuare a bloccare l’inizio dei lavori di costruzione della nuova base militare di Mattarello.
Al loro arrivo hanno però trovato già le ruspe al lavoro e le forze dell’ordine a presidiare la zona.
In molti sono saliti in cima alle macchine escavatrici per fermarle con i propri corpi, ma non c’è stato nemmeno il tempo di spiegare che si tratta di una questione politica, che si vuole portare avanti il blocco fino a giovedì, giornata in cui si vuole portare al sindaco di Trento l’istanza con le centinaia di firme raccolte contro la costruzione delle caserme: la polizia infatti ha violentemente allontanato i manifestanti, tanto che un ragazzo, a causa delle spinte dei poliziotti, è caduto da una ruspa ed è stato portato all’ospedale.
Altri manifestanti hanno raggiunto il presidio e la volontà è quella di resistere e rimanere seduti per terra e sulle ruspe senza abbandonare il presidio.
- La prima corrispondenza con Donatello Baldo: [audio]
Ore 10.00: tutti i compagni che si sono mobilitati si trovano seduti a terra e sulle ruspe, ed intorno le forze dell’ordine sono schierate in assetto antisommossa.
"In questo momento si sta chiedendo per l’ennesima volta che ci sia una responsabilità politica rispetto a quello che sta succedendo oggi, si sta cercando, attraverso questa presenza, di aprire il canale di dialogo con l’amministrazione comunale", spiega Federico Zappini.
Tuttavia l’amministrazione continua a negarsi, e la risposta che oggi ci si è trovata davanti dimostra in che modo tali questioni vogliono essere risolte: presenza massiccia di forze dell’ordine per difendere un cantiere e permettere l’inizio dei lavori di costruzione di una base di guerra.
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Ore 11.00: i carabinieri e la polizia hanno violentemente sgomberato il presidio degli attivisti: più di 30 sono le persone adesso fermate che vengono trasportate in questura per procedere all’identificazione.
Federico Zappini, dall’interno di una macchina della polizia che lo sta conducendo in questura, spiega che tutti si trovavano seduti in resistenza passiva e la polizia, con calci e pugni, ha sgomberato i manifestanti.
- Federico chiede quindi la solidarietà attiva di tutti quelli che possono raggiungere la questura di Trento: [audio]
Ore 11.30: dall’interno della questura Stefano Rubini spiega che sono stati raccolti i documenti e presto si procederà con l’identificazione di tutti coloro che si trovavano al presidio per bloccare i lavori. Sono 36 le persone che si trovano in stato di fermo.
- Stefano ripercorre i momenti più importanti della mattinata: [audio]
Ore 12.00: all’interno della questura l’ufficio stranieri è stato liberato per far posto ai manifestanti fermati: tutti identificati e in attesa di sapere su quali reati a loro carico la questura procederà, probabilmente manifestazione non autorizzata, violenza privata, resistenza.
Il compagno che si trova all’ospedale sta bene.
"La procedura di identificazione non ci spaventa - spiega Donatello Baldo - perché l’intenzione di tutti è ritornare a riproporre l’iniziativa di blocco dei lavori, perché non è possibile andare avanti con i lavori quando c’è un’istanza, con più di 500 firme raccolte, che chiede al sindaco di bloccarli per rivalutare l’impatto ambientale, economico, sociale e culturale della costruzione della base militare , un’istanza fatta con tutti i crismi della democrazia: questa è la nostra forza, superiore all’atteggiamento repressivo della polizia che abbiamo visto, incredibile, questa mattina".
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Il ragazzo nel pomeriggio è stato rilasciato dal pronto soccorso con la diagnosi di una contusione alla schiena che verrà rivalutata nei prossimi giorni.
Vedi anche:
Mattarello: Bloccati i lavori e allestito il presidio
Comunicato del secondo e terzo giorno di Presidio
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