Ambientalisti trentini attaccano la Provincia: "Sarà un buco colossale"
L'arrivo degli impianti di risalita a Cima Pioverna è un ennesimo grande imbroglio da parte della Provincia, perchè non preclude il collegamento sciistico con il Veneto. Un collegamento che sarebbe inevitabile, visto che la Carosello Ski ha in sua proprietà già la parte veneta degli impianti. Il mondo dell'ambientalismo trentino (Cipra Italia, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e WWF) si schiera unito e nettamente contro i progetti che riguardano l'Alpe di Folgaria. «Ci troviamo costretti a portare avanti l'"ambientalismo del no" - spiega Luigi Casanova (Cipra) - davanti a scelte della Provincia che sono scellerate e si dimostrano fuori dalla storia del turismo moderno, con un ritardo culturale e politico molto grave». Casanova fa riferimento alle dichiarazioni della Confindustria bellunese che «quindici giorni fa ha affermato di non riuscire a garantire l'innevamento artificiale a causa di costi impossibili. Costi che in Trentino diventano possibili solo perchè la Provincia copre i deficit degli imprenditori». Gli ambientalisti criticano l'attività del Comitato Ambiente, nel quale è stata espressa la valutazione d'impatto ambientale delle opere di Folgaria: «non è prevalente - scrivono - né l'attenzione verso il risparmio idrico ed energetico, né quella verso la sostenibilità tecnica ed economica. I capi votano secondo comando, secondo la volontà e le promesse dei vertici provinciali». Paolo Mayr, presidente di Italia Nostra, si chiede «come faccia il museo di scienze naturali, rappresentato dal proprio presidente Michele Lanzinger - ad approvare nel comitato tale scempio di natura ambientale». Mayr vede negli impianti del versante a sud-ovest della conca delle Coe «una distruzione che non rende più possibile l'appetibilità della zona per un turismo dolce». A questo si aggiungono anche l'impossibilità di sfruttare le zone per l'alpeggio e la distruzione di trincee legate alla prima guerra mondiale. La pista Bersaglieri, che porterebbe fino al confine tra Trentino e Veneto, «è destinata ad avere pochi passaggi - prosegue Mayr - vista anche la sua scarsa pendenza (a tratti inferiore al 2%) e porterà ad un ulteriore passivo per chi la gestisce». Secondo gli ambientalisti la Carosello Ski, dopo l'esito fallimentare della Coston Sud, per mitigare le perdite cercherà di raggiungere la veneta Cima d'Agra attraverso la val delle Lanze. Per innevare la zona che si trova a quota 1750 verranno impiegate le risorse idriche di Folgaria, alimentate da una presa a quota 570 metri nella val di Terragnolo, con un dislivello di circa mille metri rispetto al previsto bacino in località ex Nato alle Coe. Solo per lo riempimento di metà bacino (50 mila mc) si prevede un costo di 50.000 euro, visto il notevole fabbisogno energetico di 300.000 Kwh. «Non si tiene conto quindi - specifica Mayr - dei cambiamenti climatici vista l'ingente quantità di anidride carbonica che finirà in atmosfera per produrre l'energia». Perplessità inoltre riguardo anche all'impianto di collegamento Folgaria-Francolini-Forte Sommo, «il cui giudizio di fattibilità - scrivono gli ambientalisti - dovrebbe essere preceduto da un attento e realistico bilancio economico che tenga conto della contemporanea presenza della strada che dovrà comunque rimanere aperta per la sua funzione di collegamento interprovinciale. L'impianto non sembra giustificato e può essere sostituito con un sistema di bus navetta». Giustificazione che potrebbe essere rappresentata dai 20.000 metri cubi edificabili a Francolini.
L'Adige, 24/07/2008
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