Su 62 società funiviarie in provincia, solo alcune, il 10% circa, sarebbero in utile mentre tutte le altre farebbero segnare rossi nell'ultimo bilancio. A dirlo, in un'intervista rilasciata al Sole 24 Ore Nordest qualche giorno fa, Alberto Pedrotti presidente dell'Anef, l'associazione nazionale delle imprese del settore funiviario. Ma per il comparto arriveranno nuovi aiuti da parte del settore pubblico. Trentino Sviluppo ha messo in cantiere un nuovo ingente intervento che dovrebbe consentire un rilancio e un rinnovamento delle infrastrutture funiviarie al servizio dei comprensori sciistici della provincia. Secondo una prima stima la cifra a disposizione, che potrebbe anche aumentare nei prossimi anni, sarebbe pari a 30 milioni di euro entro il 2010. Successivamente, da più parti era arrivata la proposta di chiedere alla Provincia di applicare il cosiddetto modello valle d'Aosta con la possibilità di un intervento diretto di Piazza Dante nelle infrastrutture funiviarie. Una scelta che si era fatta strada proprio a partire dai problemi, ancora irrisolti, che riguardano le Funivie Folgarida, società a monte della Trento Funivie, e che erano esplosi con i problemi della controllata Aeroterminal Venezia. Prima che le Casse Rurali realizzassero un prestito ponte di alcuni milioni di euro in grado di dare alle Funivie Folgarida la liquidità necessaria per saldare alcuni urgenti capitoli di debito e il tempo per far ripartire gli impianti, ecco che in Provincia si era pensato anche alla possibilità di acquistare i piloni delle funivie in cambio di risorse. La questione da verificare con attenzione è se tale intervento possa infrangere le norme europee sugli aiuti di Stato e in che modo dare corpo alla scelta di acquistare un bene che, a differenza del capannone o del terreno industriale, ha un valore costantemente in calo durante la sua vita.
L’Adige 14/11/2008
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