14.1.09

La bufala dei negazionisti climatici

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo interessante scritto dell'amico Paolo Gabrielli che fa chiarezza sulla dinamica dei cambiamenti climatici e sulle sue tendenziose strumentalizzazioni.

In questi giorni una tempesta mediatica sta colpendo l’Italia per influenzare l’opinione pubblica. Si tratta di una campagna relativa ai cambiamenti climatici, la quale approfittando di un inverno anormalmente rigido, mira a negare sia l’evidenza del riscaldamento globale in corso, sia l’accertata responsabilità dell’uomo per questa crisi ambientale.

L’inganno sta nel cercare di far passare fluttuazioni meteorologiche stagionali per andamenti climatici decennali. Chiaramente non e’ sufficiente un inverno italiano più rigido del solito per affermare che esiste un’inversione delle tendenze climatiche a livello globale. E’ come se un operatore di borsa concludesse che la crisi economica mondiale e’ terminata grazie ad un improvviso, singolo rialzo della borsa di Milano. I rappresentanti della comunità scientifica che studia il clima, riuniti all’ONU nell’organismo dell’IPCC, hanno ribadito all’unanimità’ che il riscaldamento globale registratosi negli ultimi decenni e’ inequivocabile e che al 90% la responsabilità e’ attribuibile all’uomo.

La bufala più grossa che in questi giorni molti media hanno diffuso e’ quella di un presunto ritorno dei ghiacci artici ai livelli di estensione di 30 anni fa, non ricordando che d’inverno il mare artico gela sempre e non sapendo che le differenze annuali vanno misurate alla fine dell’estate. L’estensione dei ghiacci artici del 2008 è stata di 4.4 milioni di kmq attestandosi sui livelli del minimo storico registrato nel 2007 (4.1 milioni di kmq), ma ben lontano dall’estensione di 7.2 milioni di kmq (!) registrata 30 anni fa.
(National Snow and Ice data Center, Colorado Boulder).

Ma come è spiegabile un’azione così martellante di disinformazione e soprattutto perché? Lo spunto è stato dato da un gruppo di negazionisti del cambiamento climatico, riuniti sotto la sigla della N-IPCC (ove N starebbe per Non-governmental ), un gruppo di scienziati non specializzati in climatologia e provenienti invece dalle discipline più svariate, dall’ingegneria all’economia. E’ difficile presentare e tracciare un preciso profilo di questo gruppo di climatologi dilettanti e occasionali, in quanto non pubblicano mai i loro lavori sulle riviste scientifiche e non partecipano ovviamente alle conferenze di settore. Il coordinamento dei loro interventi mediatici e’ gestito dall’Heartland Institute, un’organizzazione che risiede nell’Illinois e che oggi si propone di rovesciare le evidenze del riscaldamento globale, dopo aver incredibilmente proposto vergognose campagne volte a disconoscere la nocività del tabacco.

Tra i finanziamenti di questo istituto spiccano contributi di grandi multinazionali, come ad esempio quello di 760.000 $ della Exon Mobile, il gigante del petrolio, i cui affari futuri dipenderanno moltissimo dalle azioni che verranno intraprese a livello globale per la riduzione delle emissioni dei gas serra.

In Italia il movimento negazionista della N-IPCC trova un paladino nel dott. Franco Battaglia, professore di Chimica Ambientale dell’Università’ di Modena, che più volte in questi giorni ha lanciato i suoi messaggi negazionisti dalle televisioni pubbliche e dai quotidiani. Non c’è rivista scientifica che riporti i suoi articoli sui cambiamenti climatici e non esiste alcuna conferenza professionale che abbia registrato la sua presenza. Il dott. Franco Battaglia e’ piu’ portato ad influenzare radio e televisioni che inconsapevolmente gli danno credito, prive come sono di titolo e cognizione per verificarne l’attendibilità’. Un gruppo scientifico di seri climatologi italiani, che si riunisce virtualmente nel sito http://www.climalteranti.it/, (un sito che fa anche eco al più noto www.realclimate.org), gli ha già tributato il tapiro 2007, cioè, per dirla in termini ufficiali, il sarcastico premio “A qualcuno piace caldo 2007”. Chi visita il sito (molto interessante e ben documentato) lo troverà di nuovo citato tra le nomination anche per il 2008.

Perche’ tanto accanimento in questo momento? Il fatto nuovo è che il vento politico sta cambiando. Negli Stati Uniti dopo otto anni di guerriglia negazionista, questi ultimi stanno perdendo considerazione e peso. Prima hanno subito lo smacco del confronto presidenziale tra due canditati, Obama e McCain, convinti sostenitori di azioni più decise per combattere le emissioni di gas serra ed il riscaldamento globale. Ora si trovano di fronte ad un nuovo presidente eletto, che ha promesso il raddoppio delle energie rinnovabili in soli tre anni. Uno smacco per le multinazionali del petrolio che probabilmente, persa la speranza di mantenere le posizioni negli USA, stanno rivolgendo la loro attenzione verso l’Unione Europea. Quest’ultima, con fatica, sta infatti cercando di stringere le fila sugli obiettivi del 20% di riduzione delle emissioni di gas serra e del 20% di aumento delle energie rinnovabili entro il 2020. Come e’ noto, la posizione del governo italiano e’ particolarmente critica nei confronti di questi obiettivi e lo stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha parlato apertamente di battaglia donchisciottesca contro i mulini a vento da parte dell’Unione Europea. Non sorprende dunque che un quotidiano come “Il Giornale” sia quello che ha rilanciato con maggior frequenza le tesi negazioniste della N-IPCC.

Lo scontro in Italia ed in Europa e’ probabilmente appena cominciato. Non si tratta di un dibattito scientifico, ma di una guerriglia fondata sulla mistificazione delle evidenze sperimentali. Per la comunità scientifica e’ soprattutto una questione etica di enorme gravità, perché chi come l’Heartland Institute e la N-IPCC porta avanti queste azioni fuorvianti, si macchia di veri e propri crimini nei confronti delle generazioni future.

Paolo Gabrielli, Ricercatore di paleoclimatologia presso l’Ohio State University di Columbus negli USA.

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