7.2.09

Report di "Coltivare condividendo"

Una serata molto partecipata, intensa e propositiva quella che si è tenuta martedì 3 febbraio presso il centro giovani a Farra di Feltre.
Una cinquantina di persone giunta da diverse parti del bellunese, del feltrino, del primiero e perfino da Trento e Folgaria per proseguire quel cammino (iniziato circa 1 mese fa) di condivisione di conoscenze, saperi, pratiche... per dar vita a momenti di dialogo, proposta e confronto.
Molta la “carne al fuoco” (e mi scuseranno i vegetariani per questa frase) anche se sin da subito la discussione si è concentrata sulla situazione di Cesiomaggiore dove sta procedendo a ritmi serrati l’impianto di 20 ettari a meleto intensivo.
L’arrivo di questo tipo di “agricoltura industriale” marchiata “Val di Non” (un'agricoltura che richiede massicci trattamenti chimici e favorisce la monocultura) è l’antitesi della tipica agricoltura che in questi ultimi anni ha avuto un notevole sviluppo a Cesiomaggiore ma anche in molti altri comuni bellunesi.
Un'agricoltura caratterizzata da varietà autoctone, dal biologico, dal basso impatto ambientale, dalle autoproduzioni. Sin da subito si è deciso che una delle priorità è di diffondere conoscenza e soprattutto la consapevolezza che il bellunese non è una zona depressa che ha bisogno di essere “sviluppata” da questo devastante tipo di agricoltura industriale. Ma che è anche molto importante mantenere viva la rete di collegamento tra diverse realtà che ha costruito la risposta comune data al presidente della Coldiretti Trentina Calliari.
Una rete che partendo da Cesiomaggiore e passando per Fonzaso, la Valsugana e Trento giunge in Val di Non, ma che puo’ (anzi deve) estendersi anche oltre.
Si è pertanto deciso di continuare questa collaborazione sinergica sia per organizzare una serie di serate pubbliche che oltre a Cesiomaggiore toccheranno (grazie alla collaborazione di gruppi locali) anche Fonzaso, Lentiai, Trento, e sia per costruire dei documenti, dei dossier su come è attualmente la situazione nel feltrino e come è in Val di Non. I
Inviteremo anche studenti, ricercatori, esperti alla stesura di questi documenti-dossier, convinti che troveranno ampio spazio in network nazionali e internazionali che hanno già manifestato notevole interesse per la questione. A ciò non mancheremo di aggiungere anche altre voci che parleranno di alimentazione, di sostenibilità, di potenzialità del territorio e dell’agricoltura bellunese. Un coro fatto di tante conoscenze, saperi, esperienze di cui è ricchissimo questa vasto territorio alpino.
Ci si è soffermati a lungo anche sulla questione autoproduzione. Autoproduzione è condivisione di tecniche di coltivazione, di sementi (vero patrimonio spesso ignorato), di contatti e metodologie. Ma è anche il riuscire ad autoprodurre dossier, il fare (tutti assieme) vere e reali “valutazioni di impatto ambientale e sociale” di certi “ecomostri” che vengono (o vorrebbero essere) imposti al territorio che ci ospita e a noi tutti.
Sbugiardando tecnici, burocrati, funzionari che reputano non impattanti impianti di risalita che sfregiano paesaggi, parchi naturali e riserve integrali. Molto interessante il lavoro fatto da Officina Ambiente e dai comitati trentini sulla V.I.A. (valutazione d'impatto ambientale) in quella provincia che noi bellunesi pensiamo sia l’eden mentre è ben altro.
La serata ha palesato la volontà di molti di mettersi in gioco, di offrire le loro conoscenze, competenze, contatti per costruire tanti spazi di discussione, informazione, progettualità, capaci di toccare le tematiche più svariate ma inevitabilmente legate le une alle altre.
Un discutere e proporre a più “livelli”, per parlare di “fasol bonel de fondaso”, di “distretto del biologico”, di “V.I.A.”, di sovescio, di creazione di una rete di condivisione e commercializzazione di semi autoctoni, di orti scolastici, di pannelli solari, di aree industriali, di cave e di tanto altro ancora, il tutto senza avere la pretesa di avere la verità o la soluzione migliore in tasca, ma con l’umiltà di chi vuole conoscere a fondo e di offrire le sue conoscenze agli altri, convinti che non ci interessa vincere ma piuttosto convincere, che non ci interessa inseguire l’autoreferenzialità né porre (imporre) marchi, visioni o sigle ma crear sempre più legami tra conoscenze e sensibilità consentendo loro di esprimersi al meglio.
Nuovo appuntamento fra 15 giorni, stessa ora e stesso posto con già “quasi pronto” il programma delle serate di marzo e l’auspicio che sempre nuove voci, sensibilità, colori si aggiungano a questo cammino che solcando bellunese e trentino ci fa sentire parte dell’immensa, stupenda regione alpina.

Tiziano - Comitato Prà Gras Fonzaso
www.pragras.blogspot.com

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