14.3.09

Comitato Bene Comune di Lasino: sulla questione “biodigestore”

Come ben sapete, il Comitato “Bene comune” è nato per capire cosa sta succedendo attorno alla questione “biodigestore” ed esige da parte della nostra amministrazione chiarezza e trasparenza.
Nei giorni scorsi è stato depositato ufficialmente in Comune a Lasino l’atto costitutivo del Comitato “Bene comune”, assieme alle 413 firme raccolte a sostegno dello stesso: ben il 40% degli aventi diritto di voto (1014 iscritti alle liste elettorali di Lasino nelle elezioni del novembre 2008) ci hanno concesso la loro fiducia per attivarci nel fermare temporaneamente la “corsa” al biodigestore, in attesa di capire meglio.

Valle dei Laghi preoccupata
Sono state numerose le prese di posizione da parte di autorevoli personaggi del mondo produttivo, economico, politico (sia locale che provinciale) ed anche religioso che hanno ribadito l’importanza di fermarsi per capire bene cosa si ha intenzione di fare.
Seguono la vicenda con attenzione ed apprensione anche gli abitanti e gli imprenditori di Pietramurata, Sarche e Castel Toblino così come si è mobilitata la popolazione di Calavino con la nascita di un comitato locale che ha voluto chiamarsi con il nostro stesso nome “Bene comune”, anche a testimoniare concretamente nel nome che la questione non interessa solo Lasino; sono due, inoltre, le interrogazioni presentate al Consiglio Provinciale sul “biodigestore” di Lasino.
A breve sarà presentato a chi di competenza un documento, con il quale le principali organizzazioni che a diverso fine operano in Valle dei Laghi chiederanno ufficialmente alle istituzioni di fermarsi.

Consiglio Comunale diviso
Guardando in casa nostra, il Consiglio Comunale di Lasino è decisamente diviso: l’opposizione ha presentato una mozione per fermare i lavori del biodigestore ed anche la maggioranza è divisa al proprio interno. Come è noto, tre consiglieri della maggioranza, tra cui l’assessore comunale ai lavori pubblici Pisoni Sergio, il capogruppo di maggioranza Danielli Massimo e il consigliere Luca Bolognani, hanno richiesto nel dicembre scorso un consiglio comunale straordinario per capire cosa stava succedendo, essendo rimasti all’oscuro delle scelte e delle decisioni intraprese dal Sindaco relativamente al “biodigestore”.

Incontro con la Giunta
La scorsa settimana vi è stato il primo incontro ufficiale tra i rappresentanti del nostro comitato e la Giunta comunale dove Sindaco e Vicesindaco sono sembrati più che intenzionati a procedere nel più breve tempo possibile a deliberare la localizzazione alla località Predera; gli assessori Fronza Maddalena e Chistè Piero appoggiano le scelte del Sindaco.

Interrogativi senza risposta
Se, come dice il Sindaco Zambarda, dopo la delibera ci si può anche fermare e fare tutti gli studi che servono, perché tutta questa fretta?
Perché non si possono fare prima gli studi e poi deliberare con cognizione di causa?
Quali sono le reali motivazioni per le quali è necessario che si avvii tutto il prima possibile, senza prendere in minima considerazione le richieste e gli appelli provenienti in continuazione dalla società civile e ignorando completamente le tante persone di Lasino che hanno firmato a sostegno del comitato?
Perché Sindaco e Vicesindaco sembrano irremovibili nei loro propositi, pur avendo non solo l’opposizione consiliare, ma anche alcuni componenti della maggioranza e della giunta comunale schierati nettamente contro il proseguimento dei lavori?
Se anche venisse deciso di procedere, quali sono le garanzie che vengono fornite sulla pericolosità, gestione e controllo del futuro impianto?
Perché non viene illustrato alla popolazione un piano economico reale con l’indicazione dei costi e dei guadagni del futuro impianto dove siano ben evidenziati anche gli eventuali ritorni per la popolazione locale?

Quali garanzie per la popolazione
E’ vero che i rifiuti da qualche parte vanno smaltiti, ma è altrettanto vero che la popolazione deve venire tutelata ed adeguatamente garantita così come deve venire tutelato e garantito l’ambiente ed il nostro territorio che, come dice giustamente Don Grosselli, è già stato abbondantemente sacrificato in passato.
Le vicende del biodigestore di Campitello di Levico, della discarica Sativa di Sardagna, della ex cava Monte Zaccon di Marter Valsugana, della discarica della Maza di Arco, solo per citarne alcune, ci insegnano che, pur in presenza di assicurazioni e garanzie da parte dell’ente pubblico, l’ambiente e soprattutto noi cittadini e la nostra salute non sono tutelati!
Ricordiamoci che l’impianto proposto dovrebbe accogliere i rifiuti organici umidi di un quarto di Trentino e che tale impianto è previsto modulare, ovvero già pensato per poter essere facilmente ampliato…
Una volta realizzato sarà praticamente impossibile chiudere l’impianto di biocompostaggio o ridurne la capacità produttiva… in poche parole “il biodigestore è per sempre…” ed una volta imboccata questa strada – ne siamo coscienti - non si tornerà più indietro.

Appello agli amministratori comunali
Confidiamo nell’intelligenza, nel buon senso e nello spirito di responsabilità dei singoli amministratori comunali di Lasino affinché prendano coscienza della voce che sempre più forte si sta levando dall’intera valle e si fermino a riflettere anche perché sono stati eletti da noi per rappresentarci e sono tenuti ad operare con onestà e correttezza nell’esclusivo interesse della comunità e del bene comune!

Il Comitato “Bene Comune”
Angeli Andrea, Chemotti Ezio, Chesani Giocondo, Chistè Ivo, Ceschini Olga, Daves Simone, Gianordoli Michele, Marchetti Stefano, Mariz Massimiliano, Sartori Natale, Zannini Jacopo

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