COLBRICON - Descrivere la bellezza della riserva naturalistica di Colbricon a parole è togliere qualcosa al privilegio di starci con lo sguardo in volo dentro un orizzonte spettacolare. C'erano tutte le sigle ambientaliste, Mountain Wilderness, Italia Nostra, PrimieroViva, Genius Loci e comitato Pagras, ieri, per festeggiare la sospensione del progetto funiviario che sarebbe dovuto passare lassù, come ci indica Daniele Gubert di PrimieroViva puntando il dito alla cima della Cavallazza, con i primi piloni.
«Stiamo attendendo la definizione di nuove idee partendo dal fatto che da Colbricon non si passa - annuncia all'apertura del forum - ad ottobre chiederemo un confronto in Provincia per capire quale valutazione sia stata fatta all'alternativa di fare partire il collegamento dell'impianto da San Martino fino al Rolle. Speriamo di essere qui il prossimo anno a festeggiare l'archiviazione definitiva del progetto che ha riguardato Colbricon».
Interviene Nicola Chiavarelli con una nota di pessimismo: «Vorrei che ci fosse il coinvolgimento di tutti perché la Provincia non ci proponga una soluzione preconfezionata. Sono socio della Rosalpina e io, come tutti gli altri soci, ho sottoscritto l'aumento di capitale, perché Rosalpina spa è "nostra" e ci sentiamo responsabili. Potrei dire una responsabilità sociale a tutto tondo. Non vorrei che la sospensione del progetto fosse solo "«tecnica" in attesa che le varie società coinvolte ritornino all'attacco».
Flavio Taufer di Genius Loci spiega che la coscienza ecologista è un affare molto costoso: «Ci metti la faccia e impegno. Non è facile trovare persone che partecipino fattivamente, al di fuori delle solite sigle ambientaliste, ai progetti di difesa dell'ambiente». Il consigliere provinciale Roberto Bombarda , promotore della mozione per stop al collegamento, parla delle soluzioni prospettate: «Meno impattante è senza dubbio un impianto di risalita che una cremagliera. La politica questa volta si è mossa e lo ha fatto anche grazie al "fervore di pochi", rappresentata da una sinergia che è andata oltre le sigle ambientaliste locali».
Luigi Casanova di Mountain Wilderness non risparmia l'assessore provinciale agli enti locali Gilmozzi: «Ci ha suggerito di essere "pratici". Noi diciamo che non siamo pratici del caterpillar ma del piccone e della pala. E al governatore Dellai che ha definito gli ambientalisti "saccenti" alla cerimonia di consacrazione delle Dolomiti patrimonio dell'umanità rispondo che siamo tutti uomini umili in lotta per la salvaguardia di questo patrimonio che deve essere sì condiviso ma con un grande senso di responsabilità. Se la Provincia ci aprirà le porte siamo aperti a qualsiasi confronto».
di Nicoletta Brandalise, tratto da l'Adige del 31.08.09
«Stiamo attendendo la definizione di nuove idee partendo dal fatto che da Colbricon non si passa - annuncia all'apertura del forum - ad ottobre chiederemo un confronto in Provincia per capire quale valutazione sia stata fatta all'alternativa di fare partire il collegamento dell'impianto da San Martino fino al Rolle. Speriamo di essere qui il prossimo anno a festeggiare l'archiviazione definitiva del progetto che ha riguardato Colbricon».
Interviene Nicola Chiavarelli con una nota di pessimismo: «Vorrei che ci fosse il coinvolgimento di tutti perché la Provincia non ci proponga una soluzione preconfezionata. Sono socio della Rosalpina e io, come tutti gli altri soci, ho sottoscritto l'aumento di capitale, perché Rosalpina spa è "nostra" e ci sentiamo responsabili. Potrei dire una responsabilità sociale a tutto tondo. Non vorrei che la sospensione del progetto fosse solo "«tecnica" in attesa che le varie società coinvolte ritornino all'attacco».
Flavio Taufer di Genius Loci spiega che la coscienza ecologista è un affare molto costoso: «Ci metti la faccia e impegno. Non è facile trovare persone che partecipino fattivamente, al di fuori delle solite sigle ambientaliste, ai progetti di difesa dell'ambiente». Il consigliere provinciale Roberto Bombarda , promotore della mozione per stop al collegamento, parla delle soluzioni prospettate: «Meno impattante è senza dubbio un impianto di risalita che una cremagliera. La politica questa volta si è mossa e lo ha fatto anche grazie al "fervore di pochi", rappresentata da una sinergia che è andata oltre le sigle ambientaliste locali».
Luigi Casanova di Mountain Wilderness non risparmia l'assessore provinciale agli enti locali Gilmozzi: «Ci ha suggerito di essere "pratici". Noi diciamo che non siamo pratici del caterpillar ma del piccone e della pala. E al governatore Dellai che ha definito gli ambientalisti "saccenti" alla cerimonia di consacrazione delle Dolomiti patrimonio dell'umanità rispondo che siamo tutti uomini umili in lotta per la salvaguardia di questo patrimonio che deve essere sì condiviso ma con un grande senso di responsabilità. Se la Provincia ci aprirà le porte siamo aperti a qualsiasi confronto».
di Nicoletta Brandalise, tratto da l'Adige del 31.08.09
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