28.3.08

San Martino-Rolle, no alla funivia

Ambientalisti e cittadini: “Colbricon, un paradiso”

TRENTO - Si allarga il fronte dei contrari al collegamento impiantistico San Martino-Passo Rolle. Contro il progetto, all’ufficio Via sono depositate anche le osservazioni di Italia Nostra, Legambiente e Wwf e quelle di un gruppo di cittadini del Primiero («Primiero viva»). Osservazioni tutte fortemente negative, illustrate ieri a Trento fra preoccupazione per «un clima quasi intimidatorio» (come ha denunciato l’architetto Nicola Chiavarelli) e amarezza per il «silenzio assordante» dei politici sull’impianto in una riserva integrale del Parco, in un Sic e in uno degli scenari più celebri delle Alpi. «Il Parco perde credibilità se le riserve integrali vengono cambiate per far posto alle funivie».
La funivia. Per le associazioni, sarebbe esposta da qualsiasi punto di visuale circostante, per 2/3 della lunghezza in riserva integrale e per il resto in riserva controllata, «con evidente contrasto con le finalità del Parco stesso».
Il sovrappasso. «Estremamente impattante per chi si affaccia alle visuali, verso il Cimon della Pala o verso le foreste di Paneveggio».
Previsione economica.
«Primiero Viva» cita «l’indebitamento importante delle società impiantistiche per un totale di oltre 25 milioni di euro», la loro frammentazione, il «pesante intervento finanziario pubblico a sostegno di un solo comparto (15 milioni di euro circa per il progetto, 20-25 per il quadro programmatico)», la «non adeguata responsabilizzazione del sistema turistico che gode dell’indotto (8 volte quello degli impianti - ha detto Daniele Gubert - ma non c’è compartecipazione alle spese delle società impiantistiche)». E il 60% delle presenze in Primiero è estivo.

I timori. Sono quelli che poi, dal Rolle, ci si voglia collegare a Passo Valles, «vecchio sogno di 20 anni fa». Di mezzo c’è la Val Venegia, altro gioiello del Parco, anzi delle Alpi.
La politica.
Due domande alle quali va data una risposta seria: «Perché la giunta del Parco non entra nel merito del progetto? Perché di fronte ai cambiamenti climatici si finanziano queste cose?».
L’alternativa. Per gli oppositori c’è, ed è lungo la Valle del Cismon: «Con impianti di ultima generazione come la monorotaia - suggerisce Primiero Viva - con caratteristiche di economicità e di reale funzionalità. Possibilità espressa anche dal piano di Parco in vigore». Le associazioni ambientaliste annunciano una dura battaglia, anche in sede europea se necessario. A giudizio di Paolo Mayr (Italia Nostra), Francesco Borzaga (Wwf) e Alberto Inzigneri (Legambiente): «Il 66% di contributi pubblici previsti supera il parametro del 45% fissato dall’Europa. E i contributi non si possono sommare all’intervento di Trentino Sviluppo spa e ai fondi dati ai Comuni affinché entrino nelle società impiantistiche». «Per circa 1600 dei 2500 metri l’impianto è in riserva integrale. Il Piano urbanistico provinciale non lo prevede, dunque andrebbe cambiato. C’è poi la zps Lagorai Paneveggio (zona a protezione speciale), dove va rispettato il Decreto del 17 ottobre 2007». È il decreto ministeriale sulla Rete natura 2000 con i criteri minimi di conservazione di zsc e zps. Mayr: «All’articolo 5 dice che non si possono realizzare impianti a fune se non sono già stati previsti e non è stata acquisita la valutazione di incidenza prima della data del decreto». Le conclusioni di «Primiero Viva» sono eloquenti: «L’area compresa tra i laghi di Colbricon e la Cavallazza rappresenta un santuario alpino di rara bellezza, un capitale ambientale per il futuro. Se verrà assoggettata all’esclusivo sviluppo impiantistico ciò equivarrà a infrangere l’ultima ragionevole barriera per sostenere i valori di eccellenza distintivi del territorio».

L’Adige 12/03/2008

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