8.8.08

Legambiente "rinnova" la bandiera nera alla Comunità Montana Astico-Posina

A Verona Legambiente torna a criticare la Comunità Montana Astico-Posina
Fiorentini: «Un progetto brutto e sconsiderato»

Prima in regione nella classifica di Legambiente. Peccato soltanto che non si tratti di un riconoscimento, anzi. La comunità montana Astico - Posina si è aggiudicata la bandiera nera dell'associazione. Insieme ad altre undici località in tutta Italia ora potrà "vantare" il titolo di nemica delle Alpi. I criteri adottati dagli ambientalisti sono semplici: promosse le località che danno vita a progetti virtuosi e che mirano ad un rilancio della montagna preservando le peculiarità locali e valorizzando il territorio. Bocciati, invece, i comuni artefici di una speculazione turistica che «in nome di un business in declino come quello degli sci, punta in realtà ad ottenere finanziamenti che aprono possibilità e spazi per la cementificazione in ambiti di grande rilevanza». Esempio lampante, secondo Legambiente, sarebbe proprio quello dei Fiorentini. Nel documento stilato si legge : "Bandiera nera per aver utilizzato finanziamenti europei per i piani di sviluppo turistico in assenza di adeguata procedura di valutazione ambientale in siti sensibili, di pregiato valore storico ed ambientale". «Il progetto - ha considerato Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona - prevede piste e strutture brevi, con un dislivello limitato. Preoccupa poi l'altezza: sarà quasi sempre impossibile contare su neve naturale. Ciò significa che, proprio in un momento in cui si parla tanto di risparmio energetico e di un uso moderato delle risorse idriche, si dovrà utilizzare l'innevamento artificiale». «Spesso ci sentiamo ripetere che noi ambientalisti siamo "fissati" con l'ambiente e non consideriamo le esigenze della popolazione. - ha continuato Valentina Dovigo, segretaria regionale - Riteniamo piuttosto che le scelte ecosostenibili vadano a vantaggio degli stessi cittadini». «Il progetto della Comunità montana Astico - Posina è destinato a deturpare il territorio sia con le piste da sci sia con l'edificazione di un villaggio turistico di 42mila metri cubi. Un'opera che, inoltre, non porterà alcun beneficio alla cittadinanza. Ci risulta infatti che, complessivamente, creerà solo quattro posti di lavoro fissi e 21 impieghi stagionali». Legambiente pone l'accento su quelle che, a suo parere, avrebbero potuto essere le alternative. Si tratta infatti di un'area di pregio non solo dal punto di vista ambientale e naturalistico ma anche, e soprattutto, storico. La valle è attraversata dal muro in sassi che costituiva il confine tra Italia ed Impero Austriaco fino al 1918; inoltre raccoglie importanti testimonianze della prima linea Austro-Italiana della Grande Guerra. «Abbastanza - ha concluso Valentina Dovigo - per ritenere che altre forme di valorizzazione sarebbero state da preferire. La Procura di Vicenza ha posto sotto sequestro una parte dell'area di Monte Coston, perché sono state abbattute una foresta pregiata e rovinate testimonianze della prima Guerra Mondiale. Una parte di scempio, purtroppo, è stata ormai inevitabilmente compiuta, ma sarebbe importante che, almeno quella già sequestrata, rimanesse integra».

Il Giornale di Vicenza, 7 agosto 2008

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