Pubblichiamo di seguito un interessante intervento di Luigi Casanova, Consigliere Comunale a Cavalese e vicepresidente di CIPRA Italia, che fa un parallelo fra lo scandalo scoppiato in Provincia sul rapporto fra politica e imprenditoria ed il settore trentino dell'industria dello sci, rivolgendo un appello alla Corte dei Conti affinché cominci ad indagare anche in tal senso.
La “Cupola Trentina” è complessa e va sconfitta
Quanto avvenuto in questi giorni, le gravi imputazioni rivolte ad imprenditori e politici trentini, è un passaggio che ci deve portare a riflettere sull’insieme della politica e della democrazia in Trentino. Non è sufficiente guardare al settore viabilistico: una cupola ben strutturata deve aver messo radici profonde nella società civile, nelle istituzioni di base (i municipi) ed in altre articolazioni dell’economia. Una cupola non può essere sconfitta dall'azione giudiziaria, questa è solo un utile innesco.
Spostiamo invece l’ attenzione, non casualmente, a quanto avviene nel settore dell’industria dello sci. Quello dello sci è un settore che, per come è gestito, trova assonanze preoccupanti con quanto accaduto nel sistema viabilità.
Ogni qualvolta comitati di cittadini o associazioni hanno criticato le volontà imprenditoriali, dai politici trentini, dai politici comunali (vedi il sindaco di Folgaria, Olivi) sono stati trattati con il metodo ben descritto dalle telefonate intercettate a Grisenti.
Ognuna di queste opere viola ambienti di alto pregio naturalistico e paesaggistico (cioè beni pubblici), dopo aver passato Valutazioni di Impatto Ambientale basate su istruttorie dei vari servizi discutibili, quando non sommarie. Si è arrivati a ridicolizzare istituzioni pubbliche quali sono i parchi naturali, facendo perdere loro ogni credibilità. In alcune situazioni troviamo come attori economici gli stessi personaggi coinvolti nella recente inchiesta.
Da Val Jumela in poi la Provincia Autonoma elargisce generosamente e annualmente decine di milioni di euro a imprese sciiststiche arrivate sull’orlo del fallimento o che vogliono investire in potenziamenti e ristrutturazioni, sempre più invasive, delle aree sciabili. Tenere l’elenco è difficile: Passo del Broccon, San Martino di Castrozza, Folgaria e Altipiani, Brentonico, Tremalzo, Folgarida-Marilleva, Pinzolo–Campiglio, Val della Mite, valle di Fassa, Bondone. Nel breve volgere di pochi anni sono stati distribuiti e si stanno distribuendo decine di milioni di euro, si sono messe le stampelle ad aziende giunte sul baratro.
Anche in questi casi si presentano progetti monchi, depurati degli aspetti ambientali più aggressivi, si lavora con il metodo "spezzatino" sia nel progetto che sul contributo. In seguito arrivano le varianti, le piste si allargano, si potenzia l’innevamento artificiale, si costruiscono nuovi bacini di raccolta-acqua per l’innevamento. Nel concreto la gestione della montagna trentina è stata appaltata alle società sciistiche.
Tutto avviene con il superamento e l’umiliazione della legislazione dell’Unione Europea ed italiana in materia di finanziamento pubblico ad imprese private e con l’umiliazione dei cittadini specie quando ipocritamente si fanno passare certi progetti come soluzioni a problemi di trasporto pubblico (Val Jumela, Pinzolo, Folgaria, San Martino, Valle della Mite).
Quali verifiche sono state compiute in tal senso sull’efficacia economica e della mobilità alternativa della realizzazione del collegamento in Val Jumela? Nessuna, si sapeva fin dall’inizio che si costruiva una farsa e così è stato.
Da Val Jumela per passare a San Martino, fino al Bondone, Tremalzo, Folgaria, La Polsa si è costruito un canale artificioso, discutibile sul piano etico e morale, di finanziamento a società altrimenti destinate al fallimento. Come avvenuto per Alitalia si rilevano, con denaro pubblico, debiti accumulati da privati e si lasciano onori e ulteriori profitti alle locali imprenditorie private. Un sistema efficace nel costruire e diffondere clientelismo, un sistema efficace nel legare l’imprenditoria ad un sistema politico ormai perverso, un sistema efficace nel sostenere un'economia che oggi, ovunque sulle Alpi, viene ridimensionata.
Il sistema copre l’intero territorio provinciale, è un terminale importante della cupola di potere che è stata costruita in quest’ultimo decennio, è una cupola difesa, sostenuta, alimentata sia dal centro sinistra che dalle forze politiche che vorrebbero a breve incoronare principe del Trentino Sergio Divina.
E’ auspicabile che anche questa cupola venga abbattuta. I comitati dei cittadini e l’associazionismo ambientalista sono stati aggirati, resi impotenti dalle istituzioni comunali e provinciali che hanno assunto come metodo di comportamento quello dell’imposizione. Comuni e Provincia ascoltano e rispondono politicamente ad una sola parte sociale: i grandi imprenditori. Hanno cancellato dal loro vocabolario il valore dell’ambiente, del paesaggio, la qualità dello sviluppo delle nostre popolazioni, la trasparenza amministrativa. Per abbattere questa cupola è necessario, è dovuto oggi più che mai l’intervento urgente della Corte dei Conti, è dovuta una capillare attenzione della magistratura.
E’ importante avvenga questo passaggio: permetterebbe ai tanti cittadini onesti, a pur presenti politici puliti, a chi si ostina a combattere la definizione del “Tutti Uguali”, a chi ha a cuore un futuro di qualità della nostra società, di rinnovare l’autonomia, di innovare i territori, di diversificare l’economia, di riportare dignità alla politica e fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
La “Cupola Trentina” è complessa e va sconfitta
Quanto avvenuto in questi giorni, le gravi imputazioni rivolte ad imprenditori e politici trentini, è un passaggio che ci deve portare a riflettere sull’insieme della politica e della democrazia in Trentino. Non è sufficiente guardare al settore viabilistico: una cupola ben strutturata deve aver messo radici profonde nella società civile, nelle istituzioni di base (i municipi) ed in altre articolazioni dell’economia. Una cupola non può essere sconfitta dall'azione giudiziaria, questa è solo un utile innesco.
Spostiamo invece l’ attenzione, non casualmente, a quanto avviene nel settore dell’industria dello sci. Quello dello sci è un settore che, per come è gestito, trova assonanze preoccupanti con quanto accaduto nel sistema viabilità.
Ogni qualvolta comitati di cittadini o associazioni hanno criticato le volontà imprenditoriali, dai politici trentini, dai politici comunali (vedi il sindaco di Folgaria, Olivi) sono stati trattati con il metodo ben descritto dalle telefonate intercettate a Grisenti.
Ognuna di queste opere viola ambienti di alto pregio naturalistico e paesaggistico (cioè beni pubblici), dopo aver passato Valutazioni di Impatto Ambientale basate su istruttorie dei vari servizi discutibili, quando non sommarie. Si è arrivati a ridicolizzare istituzioni pubbliche quali sono i parchi naturali, facendo perdere loro ogni credibilità. In alcune situazioni troviamo come attori economici gli stessi personaggi coinvolti nella recente inchiesta.
Da Val Jumela in poi la Provincia Autonoma elargisce generosamente e annualmente decine di milioni di euro a imprese sciiststiche arrivate sull’orlo del fallimento o che vogliono investire in potenziamenti e ristrutturazioni, sempre più invasive, delle aree sciabili. Tenere l’elenco è difficile: Passo del Broccon, San Martino di Castrozza, Folgaria e Altipiani, Brentonico, Tremalzo, Folgarida-Marilleva, Pinzolo–Campiglio, Val della Mite, valle di Fassa, Bondone. Nel breve volgere di pochi anni sono stati distribuiti e si stanno distribuendo decine di milioni di euro, si sono messe le stampelle ad aziende giunte sul baratro.
Anche in questi casi si presentano progetti monchi, depurati degli aspetti ambientali più aggressivi, si lavora con il metodo "spezzatino" sia nel progetto che sul contributo. In seguito arrivano le varianti, le piste si allargano, si potenzia l’innevamento artificiale, si costruiscono nuovi bacini di raccolta-acqua per l’innevamento. Nel concreto la gestione della montagna trentina è stata appaltata alle società sciistiche.
Tutto avviene con il superamento e l’umiliazione della legislazione dell’Unione Europea ed italiana in materia di finanziamento pubblico ad imprese private e con l’umiliazione dei cittadini specie quando ipocritamente si fanno passare certi progetti come soluzioni a problemi di trasporto pubblico (Val Jumela, Pinzolo, Folgaria, San Martino, Valle della Mite).
Quali verifiche sono state compiute in tal senso sull’efficacia economica e della mobilità alternativa della realizzazione del collegamento in Val Jumela? Nessuna, si sapeva fin dall’inizio che si costruiva una farsa e così è stato.
Da Val Jumela per passare a San Martino, fino al Bondone, Tremalzo, Folgaria, La Polsa si è costruito un canale artificioso, discutibile sul piano etico e morale, di finanziamento a società altrimenti destinate al fallimento. Come avvenuto per Alitalia si rilevano, con denaro pubblico, debiti accumulati da privati e si lasciano onori e ulteriori profitti alle locali imprenditorie private. Un sistema efficace nel costruire e diffondere clientelismo, un sistema efficace nel legare l’imprenditoria ad un sistema politico ormai perverso, un sistema efficace nel sostenere un'economia che oggi, ovunque sulle Alpi, viene ridimensionata.
Il sistema copre l’intero territorio provinciale, è un terminale importante della cupola di potere che è stata costruita in quest’ultimo decennio, è una cupola difesa, sostenuta, alimentata sia dal centro sinistra che dalle forze politiche che vorrebbero a breve incoronare principe del Trentino Sergio Divina.
E’ auspicabile che anche questa cupola venga abbattuta. I comitati dei cittadini e l’associazionismo ambientalista sono stati aggirati, resi impotenti dalle istituzioni comunali e provinciali che hanno assunto come metodo di comportamento quello dell’imposizione. Comuni e Provincia ascoltano e rispondono politicamente ad una sola parte sociale: i grandi imprenditori. Hanno cancellato dal loro vocabolario il valore dell’ambiente, del paesaggio, la qualità dello sviluppo delle nostre popolazioni, la trasparenza amministrativa. Per abbattere questa cupola è necessario, è dovuto oggi più che mai l’intervento urgente della Corte dei Conti, è dovuta una capillare attenzione della magistratura.
E’ importante avvenga questo passaggio: permetterebbe ai tanti cittadini onesti, a pur presenti politici puliti, a chi si ostina a combattere la definizione del “Tutti Uguali”, a chi ha a cuore un futuro di qualità della nostra società, di rinnovare l’autonomia, di innovare i territori, di diversificare l’economia, di riportare dignità alla politica e fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
Luigi Casanova - Consigliere comunale di Cavalese
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