30.9.08

SCI e cupola in provincia di Trento

Continua il dibattito sull'industria trentina dello sci, scaturito dall'intervento di Luigi Casanova, cui è seguita la risposta di Alberto Pedrotti, presidente della sezione Impianti di Confindustria di Trento. Pubblichiamo di seguito una nuova replica del vicepresidente di CIPRA ad un intervento - quello di Pedrotti - assai poco convincente e pieno di imprecisioni e falsità.

Confindustria, consapevolmente, costruisce confusione. Anche usando falsità.

Alberto Pedrotti, a nome della sezione Impianti di Confindustria di Trento, ha preso posizione sulla stampa difendendo, come ovvio, la categoria imprenditoriale dello sci. La posizione è confusa ed ha un unico obietto: cancellare la credibilità che gli ambientalisti acquisiscono sul campo e nell’opinione pubblica.
Ricostruiamo quindi una cornice di verità con dati di fatto incontestabili.
L’ambientalismo non è contro l’industria dello sci, anzi ne riconosce specificità ed importanza strategica nel settore turistico. L’ambientalismo chiede un freno ed una revisione completa della strutturazione dell’industria sciistica nel Trentino.
L’ambientalismo non è contrario a sovvenzioni pubbliche leggere nel sostegno all’industria dello sci. Noi ambientalisti, come del resto tutti i cittadini seri, siamo invece scandalizzati dall'ipocrisia usata dalla Provincia Autonoma di Trento e dai comuni nel sostenere l’industria dello sci laddove è evidente l’impresa sia fallimentare: Folgaria, Polsa, Tremalzo, Broccon, Pinzolo-Campiglio, Folgarida–Marilleva, Passo Rolle-San Martino.
Ognuna di queste operazioni non è vero sia sostenuta da Trentino Sviluppo solo perché questa farsa al momento detiene irrisorie quote in alcune società. A Pinzolo, sul Rolle, nella Polsa in assenza di sovvenzione pubblica dell’80%, attraverso Trentino Sviluppo, ogni idea di ampliamento delle aree sciabili sarebbe impensabile, anche perché i relativi territori, quindi gli operatori turistici locali, non sono disposti a sovvenzionare ulteriormente imprese vicine al fallimento. Tutti saremmo capaci a fare gli imprenditore quando tanto lautamente sovvenzionati: a noi gli onori, al pubblico (cioè ai cittadini) gli oneri.
Non è poi vero quanto afferma il Pedrotti e cioè che solo lo 0,25% della superficie della provincia sia destinata allo sci. Chiunque frequenti le piste in periodo invernale si accorgerà che le aree interessate allo sci, quindi al disturbo del territorio e della fauna selvatica, irrompano i confini delle piste e moltiplichino le superfici sciabili almeno per tre se non oltre.
Ad oggi non esiste un solo caso nel quale gli impiantisti abbiano ricercato un confronto serio con la cultura ambientalista e naturalista. A conti fatti il dott. Pedrotti non risponde nel merito a nessuna delle osservazioni specifiche da me sollevate.
Rimane un dato di fatto. Gran parte della documentazione presentata agli uffici pubblici della provincia relativa alle nuove previste piste risulta essere una mistificazione della realtà. Sulla base di questa mistificazione, agli impianti letti come alternativa al traffico automobilistico privato e come strumento di mobilità, vengono erogati contributi pubblici che violano leggi nazionali e norme europee in tema di concorrenza. Altro dato di fatto: Trentino Sviluppo è una società privatizzata che si regge quasi totalmente sulla sovvenzione pubblica: attraverso Trentino Sviluppo passano ai comuni e alle società impiantistiche flussi di denaro pubblico in modo discutibile.
Ancora un passaggio. Molte, troppe varianti agli strumenti urbanistici dei nostri comuni vengono suggerite, sostenute, almeno indirizzate da società impiantistiche.
E’ su questi passaggi, che ledono ogni norma di trasparenza, di correttezza amministrativa, di lealtà verso i cittadini che ho chiesto e ribadisco la necessità di un intervento forte della magistratura trentina e della Corte dei Conti. Si tratta di un tentativo di debellare una seconda cupola presente e ben diffusa sul nostro territorio e di riportare, anche nell’industria dello sci, il rispetto di tutta la normativa italiana ed europea nel merito della libera concorrenza e della correttezza nell’erogazione dei dovuti e ripeto anche necessari contributi pubblici. Appunto, nelle percentuali indicate da Pedrotti e non in quelle reali.

Luigi Casanova

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