Saranno i Comuni a consentire la riapertura degli impianti per la stagione invernale in Panarotta? Detengono il 95% del capitale societario e durante l'assemblea annuale del 24 ottobre 2007 avevano approvato un aumento fino a 6 milioni di euro, ma da allora ad oggi non hanno versato un centesimo. Dal canto suo, il presidente Maurizio Fontanari fa sapere che serve assolutamente denaro fresco, che il fabbisogno per coprire la stagione 2008-2009 si aggira sui 450.000 euro. Provvederanno i Comuni a coprirlo per intero? Entreranno in società nuovi privati, verseranno parte del fabbisogno quelli che già oggi vi si trovano? Ai soci ha inviato una lettera in cui li informa che il cda di Nuova Panarotta spa del 29 settembre scorso ha deciso di chiedere loro le sottoscrizioni decise un anno fa. I sindaci soci hanno fatto il punto mercoledì pomeriggio, ne mancavano pochi. Si dicono perplessi, alcuni puntano i piedi, versare altro denaro non sarà per loro agevole. «E in quale forma lo potremo fare - si chiede Marco Osler , il sindaco facente funzione a Pergine, il maggiore azionista - se si pensa ad un contributo straordinario ce lo vieta la legge. Se si pensa all'aumento del capitale sociale è da verificare la nostra capacità di indebitamento sul bilancio comunale e dovremo confrontarci al nostro interno». La cifra sul tavolo all'incontro è di 200.000 euro, 150.000 eventualmente a carico dei Comuni e 50.000 da ricercare tra privati. «Se c'è un privato che vuole gestire la società si faccia avanti, noi siamo ben favorevoli», dice Osler, a sorpresa. Da anni nessun Comune si esprime in tali termini. Antonio Valentini , sindaco di Tenna ed espressione dei piccoli Comuni in Nuova Panarotta spa, dice: «Noi per salvare la stagione 2008-2009 potremmo esserci ancora, vista la ricaduta che la Panarotta ha sull'economia della vallata, però deve esserci un nuovo investimento anche da parte privata». Il suo non è un «sine qua non» esplicito, ma comunque chiaro. Della medesima opinione è Carlo Stefenelli , sindaco a Levico e assai attivo in questi giorni circa la mancanza di liquidità della spa guidata da Fontanari. «È impensabile che il nuovo sostegno finanziario alla società sia tutto in capo all'ente pubblico, mentre in altre realtà del Trentino, vedi gli impianti in Paganella, c'è la forte presenza del capitale privato. Il vantaggio di avere in casa la stazione sciistica va ad albergatori, commercianti e indotto, bisogna dunque che nasca una sinergia reale tra noi e loro, non solo a parole. A tutti sta a cuore il salvataggio della Panarotta e c'è il nuovo impianto a fune in ballo, ma noi siamo amministratori di patrimonio pubblico e non possiamo gettare i soldi alle ortiche».
«Non chiediamo soldi per coprire il buco»
Maurizio Fontanari è presidente di Nuova Panarotta spa. In quale situazione si trova la società? «Siccome chiude da due anni con un deficit stagionale di 450 mila euro e penso che anche nella prossima si rimarrà su questo sbilancio, ci servono almeno 450.000 euro per iniziare. La società non può indebitarsi più se non ha un piano di rientro dalle esposizioni, stante anche il fatto che non ci possiamo affidare agli incassi presunti sulla stagione 2008-2009. Per tale motivo chiedo ai soci di conoscere quando pensano di aderire all'aumento del capitale sociale che essi stessi hanno approvato nell'assemblea del 2007 e con quali somme». Qualcuno di loro ha aderito, fino ad oggi? «Nessuno, pur detenendo il 95% del capitale sociale» E tra i privati? «Ci sono dei contatti, ma penso ad interlocutori come Levico Terme spa, ai privati che hanno investito a Vetriolo, ad aziende che vivono di turismo e del suo indotto nella zona dei laghi». E se il denaro fresco non arriva, che pensa di fare? «Convocherò l'assemblea straordinaria dei soci, anticipando che non intendo chiudere gli impianti, ma precisando che per aprire la stagione serve una somma che copra i costi previsti per la normale gestione. Non possiamo più chiedere ulteriori fidi bancari senza un piano di rientro a garanzia. Il nostro è un problema di cash flow, in quanto il patrimonio della società è consistente e sufficiente, non abbiamo ipoteche, ma non vorrei ridurlo». Perchè la spa accumula deficit ogni anno? «La nostra società, partecipata a stragrande maggioranza del capitale dai comuni della zona, è stata concepita come struttura sportiva a favore delle comunità locali ed è strutturalmente in perdita fino a quando non si arriverà al fatidico rilancio mediante l'impianto funiviario Levico-Vetriolo-Panarotta. È per tale motivo che teniamo in vita la società. Finite le risorse, il cda s'è rivolto ai soci per chiedere un adeguamento delle risorse finanziarie per continuare l'attvità. Preciso che non si tratta di trovare denaro per coprire le perdite, ma di sottoscrivere quote di capitale».
L'Adige, 10/10/2008
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