Consumate prodotti trentini contro la crisi, ci dice Lorenzo Dellai, proprio lui.
La filiera corta è effettivamente una cosa seria, a guadagnarci sarebbero sia i consumatori, ma sopratutto i contadini e gli allevatori. In più sono da considerare anche tutti i benefici per l'ambiente di cui si può dire tanto. Ma il punto non è questo.
Quelli che il Presidente chiama "prodotti trentini" sono proprio ciò che ci sta portando alla crisi.
Sono la "tipica" (?) mozzarella di Fiavè ed il latte che probabilmente diverrà un sottoprodotto del liquame. Prodotto trentino è quello di una cooperativa come Melinda che, come è stato dimostrato, fà arrivare i pesticidi direttamente nelle nostre case e nei parchi dove giocano i bambini. Lo sono anche le fragole di Sant'Orsola che arrivano nei sacchi col terreno direttamente dall'Olanda e col Trentino hanno poco a che vedere se non il solo contatto con l'aria. Per non parlare della fonte dell'acqua Pejo svenduta ad una multinazionale mostruosa qual'è la Nestlè.
Questi prodotti industriali hanno gli stessi standard che si possono trovare in qualunque altra industria del mondo.
Altra cosa è parlare in termini veri (o innovativi per Dellai?) di filiera corta, c'è lo splendido mercato contadino del sabato in Piazza Dante; e vera filiera corta è quella del latte crudo che è anche un vero motivo di orgoglio per le montagne trentine.
Per nostra fortuna, nonostante la crisi, ci sono spunti interessanti: poche settimane fa un comitato ragionava sui vecchi Caseifici turnari in chiave moderna, oppure possiamo apprezzare l'iniziativa del sindaco di Feltre che ha messo a disposizione terreni comunali per le auto-produzioni biologiche. A quando proposte serie da Dellai?
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