Riportiamo due articoli scritti da Sandra Matuella del Trentino sul dibattito di domenica 22 marzo.
A breve pubblicheremo gli audio dell'intera giornata.
A breve pubblicheremo gli audio dell'intera giornata.
Fonte: Trentino del 24 marzo 2009, pagina 44
Un incontro dedicato all’agricoltura trentina seguito da una cena biologica con raccolta di fondi a sostegno del comitato Diritto alla salute della Val di Non, si è tenuto domenica pomeriggio al Centro Sociale Bruno di Trento.
Organizzato da Officina Ambiente di Trento e coordinato da Walter Nicoletti, giornalista ed esperto di agricoltura, all’incontro hanno partecipato anche Paolo Cappelletti, medico ed esponente della Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai e Orfeo Petri di Officina Ambiente.
In particolare, sono stati analizzati i pericoli ambientali, sanitari ed economici che derivano dalla forte dimensione industriale che connota gran parte dell’agricoltura e della zootecnica trentina, ad iniziare dalla Val di Non «dove c’è un uso indiscriminato di pesticidi, nocivi per la salute, richiesti dalla coltura intensiva delle mele» ha denunciato Virgilio Rossi del comitato diritto alla salute, che coinvolge oltre mille persone.
«In base ai dati Istat, la Provincia di Trento detiene il triste primato di maggior consumo in Italia di fitofarmaci (per ettaro è 6.3 volte la media nazionale). In Val di Non si è stimato l’impiego di 23 kg/ha di insetticidi, funghicidi e diradanti (53 kg se si aggiungono bagnanti e prodotti secondari)». «Contrariamente all’ordinanza comunale che vieta l’imprudente uso di antiparassitari nei pressi di abitazioni e strutture pubbliche, poiché costituiscono grave pericolo per la salute pubblica - prosegue Rossi - le analisi chimiche provano che i pesticidi sono presenti anche in aree non coltivate, sono diffusi sulla superficie della valle, e in certe zone la contaminazione arriva dentro casa, negli orti e giardini, ed è persistente anche per sei mesi l’anno, nel periodo dei trattamenti».
Virgilio Rossi ha denunciato l’indifferenza dei politici verso questo comitato a favore della salute, e verso iniziative simili, come la petizione di Sfruz, dove su 200 persone ben 150 si sono schierate contro l’agricoltura intensiva, ma sono rimaste inascoltate.
A sostegno del comitato Diritto alla salute, domenica si è schierata anche la neonata associazione Alta Valle di Non. Futuro sostenibile, rappresentata da una Franca Berger più combattiva che mai. «Il nostro è un contesto naturale ancora ben conservato e armonico, apprezzato da una realtà turistica di nicchia - spiega Franca Berger - abbiamo percepito però dei segnali di minaccia, che derivano dalle intenzioni di “invadere” anche l’alta Val di Non con la monocoltura».
Per questo è nata l’associazione Futuro Sostenibile con presidente Giuliano Pezzini, che riunisce i nove comuni da Romeno a Ruffrè e che ha già oltre duemila richieste di adesione. «A maggio, sui nostri praghièi (prati, ndr) ci sarà una grande festa di valle, e proprio con questo spirito comunitario sapremo resistere ai pericoli, perché avremo forti ragioni per chiedere ai politici il perché di certe scelte».
Organizzato da Officina Ambiente di Trento e coordinato da Walter Nicoletti, giornalista ed esperto di agricoltura, all’incontro hanno partecipato anche Paolo Cappelletti, medico ed esponente della Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai e Orfeo Petri di Officina Ambiente.
In particolare, sono stati analizzati i pericoli ambientali, sanitari ed economici che derivano dalla forte dimensione industriale che connota gran parte dell’agricoltura e della zootecnica trentina, ad iniziare dalla Val di Non «dove c’è un uso indiscriminato di pesticidi, nocivi per la salute, richiesti dalla coltura intensiva delle mele» ha denunciato Virgilio Rossi del comitato diritto alla salute, che coinvolge oltre mille persone.
«In base ai dati Istat, la Provincia di Trento detiene il triste primato di maggior consumo in Italia di fitofarmaci (per ettaro è 6.3 volte la media nazionale). In Val di Non si è stimato l’impiego di 23 kg/ha di insetticidi, funghicidi e diradanti (53 kg se si aggiungono bagnanti e prodotti secondari)». «Contrariamente all’ordinanza comunale che vieta l’imprudente uso di antiparassitari nei pressi di abitazioni e strutture pubbliche, poiché costituiscono grave pericolo per la salute pubblica - prosegue Rossi - le analisi chimiche provano che i pesticidi sono presenti anche in aree non coltivate, sono diffusi sulla superficie della valle, e in certe zone la contaminazione arriva dentro casa, negli orti e giardini, ed è persistente anche per sei mesi l’anno, nel periodo dei trattamenti».
Virgilio Rossi ha denunciato l’indifferenza dei politici verso questo comitato a favore della salute, e verso iniziative simili, come la petizione di Sfruz, dove su 200 persone ben 150 si sono schierate contro l’agricoltura intensiva, ma sono rimaste inascoltate.
A sostegno del comitato Diritto alla salute, domenica si è schierata anche la neonata associazione Alta Valle di Non. Futuro sostenibile, rappresentata da una Franca Berger più combattiva che mai. «Il nostro è un contesto naturale ancora ben conservato e armonico, apprezzato da una realtà turistica di nicchia - spiega Franca Berger - abbiamo percepito però dei segnali di minaccia, che derivano dalle intenzioni di “invadere” anche l’alta Val di Non con la monocoltura».
Per questo è nata l’associazione Futuro Sostenibile con presidente Giuliano Pezzini, che riunisce i nove comuni da Romeno a Ruffrè e che ha già oltre duemila richieste di adesione. «A maggio, sui nostri praghièi (prati, ndr) ci sarà una grande festa di valle, e proprio con questo spirito comunitario sapremo resistere ai pericoli, perché avremo forti ragioni per chiedere ai politici il perché di certe scelte».
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