Trento, 10 luglio 2009
Ci permettiamo di scriverLe questa lettera in qualità di Presidente del Consiglio Comunale di Trento, per chiedere che su progetti come la TAV del Brennero il Consiglio Comunale non sia ancora una volta chiamato solo a rettificare quanto deciso in altre sedi e si basi solo su informazioni unilaterali provenienti dalla BBT, che è l'azienda capofila per la costruzione della TAV del Brennero (general contractor).
Evitare questo pericolo significa attivarsi affinché il Consiglio Comunale possa aver la possibilità di sentire le motivazioni di quanti sono contrari alla TAV del Brennero, che giustamente vorrebbero avere la facoltà, in tali sedi istituzionali, di poterlo fare.
Mercoledì scorso il presidente Dellai con il vicepresidente Pacher hanno presentato in pompa magna il progetto TAV del Brennero al Consiglio Comunale di Trento. Una presentazione a senso unico, con video incorporato, comprese tabelle e grafici di difficile lettura per il cittadino medio, come del resto per un consigliere comunale non già sufficientemente informato.
Nella lunga esposizione si è fatto riferimento a previsioni di crescita dei volumi di traffico merci spacciandoli come verità assolute, indiscutibili e immodificabili, anche davanti a precisi segnali, che la crisi in atto manda al mondo politico che, a nostro modesto avviso, sembra sempre più sordo ai suoi messaggi. Da una parte si auspica un modello di sviluppo basato sulla filiera corta e sul consumo di prodotti e merce locale, dall’altra si sponsorizza con la TAV un sistema di spostamento delle merci in netto contrasto con la filosofia del km 0.
“...La TAV si farà e il progetto non è discutibile..” ha ribadito Dellai, aggiungendo poi “…eventualmente si può parlare di coinvolgimento delle istituzioni nelle eventuali politiche di mitigazione”.
Noi siamo convinti, e con noi anche molti tecnici ed economisti, che una simile opera sia inutile e dannosa. Inutile per ridurre il traffico dei TIR sull'A22 e sicuramente dannosa ed impattante per l'ambiente della nostra regione e di Trento in particolare.
180 km di galleria nella tratta da Verona al Brennero non sono bazzecole. Significano forti rischi per le falde acquifere, significherebbe trapanarle, ferirle nel loro cuore, ben sapendo qual è oggi il valore dell’acqua, significherebbe disagi trentennali per migliaia di cittadini trentini e sudtirolesi che subirebbero polveri, traffico, rumori, vibrazioni per parecchi anni, inoltre significherebbe sperpero di denaro in un’opera faraonica senza risolvere i reali problemi di mobilità dei cittadini delle valli e il traffico di TIR sull’autostrada.
La riduzione dei TIR è un problema di oggi, un problema che non può aspettare 30 anni per una presunta soluzione: molte soluzioni già esistono, sono state più volte auspicate e anche attuate in altri stati europei, ma necessitano scelte politiche precise.
Scelte non subalterne agli interessi dell’autotrasporto e della società Autobrennero, introducendo pedaggi equivalenti a quelli di Austria e Svizzera e regolamentazioni/controlli all’altezza di un paese civile; impiegando la ferrovia attuale (dalle ampie capacità residue anche dopo il recente potenziamento) secondo criteri di razionalità ed efficienza, cercando di avvicinarsi almeno un po’ agli standard di gestione internazionali.
E quanto costerebbe questa bella impresa, solo in Trentino? A quanto welfare state dovremmo rinunciare per soddisfare appetiti che non hanno molto a che vedere con un sistema ragionevole di trasporti? Perchè non sono state prese in considerazioni soluzioni alternative, presentate da ingegneri e tecnici, anche stranieri, e si è deciso di puntare su questa opera che risulta la più costosa, la più devastante e la più inutile?
Sono domande alle quali l'esposizione di mercoledì non ha dato risposte.
Infine, senza prolungarci su altre importanti questioni che sostengono la nostra contrarietà, crediamo che la democrazia non possa esprimersi nella sua totalità senza un contraddittorio tra posizioni diverse e tra visioni diverse dello sviluppo e del sistema trasporti.
Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di convocazione, a breve, di una nuova seduta del Consiglio Comunale per una esposizione delle ragioni di quanti si oppongono alla TAV.
Fiduciosi che il Consiglio Comunale che Lei presiede vorrà avere tutte le conoscenze possibili prima di decidere, siamo a disposizione per proporre eventuali suggerimenti su quali relatori invitare in Consiglio Comunale.
Comitato NO TAV – NO TIR, Filcams Cgil, Centro sociale Bruno, Mountain Wilderness, Officina Ambiente
Egregio presidente
del Consiglio Comunale di Trento
Dott. Renato Pegoretti
Via Belenzani, 19
38100 Trento
Fax 0461884256
del Consiglio Comunale di Trento
Dott. Renato Pegoretti
Via Belenzani, 19
38100 Trento
Fax 0461884256
Ci permettiamo di scriverLe questa lettera in qualità di Presidente del Consiglio Comunale di Trento, per chiedere che su progetti come la TAV del Brennero il Consiglio Comunale non sia ancora una volta chiamato solo a rettificare quanto deciso in altre sedi e si basi solo su informazioni unilaterali provenienti dalla BBT, che è l'azienda capofila per la costruzione della TAV del Brennero (general contractor).
Evitare questo pericolo significa attivarsi affinché il Consiglio Comunale possa aver la possibilità di sentire le motivazioni di quanti sono contrari alla TAV del Brennero, che giustamente vorrebbero avere la facoltà, in tali sedi istituzionali, di poterlo fare.
Mercoledì scorso il presidente Dellai con il vicepresidente Pacher hanno presentato in pompa magna il progetto TAV del Brennero al Consiglio Comunale di Trento. Una presentazione a senso unico, con video incorporato, comprese tabelle e grafici di difficile lettura per il cittadino medio, come del resto per un consigliere comunale non già sufficientemente informato.
Nella lunga esposizione si è fatto riferimento a previsioni di crescita dei volumi di traffico merci spacciandoli come verità assolute, indiscutibili e immodificabili, anche davanti a precisi segnali, che la crisi in atto manda al mondo politico che, a nostro modesto avviso, sembra sempre più sordo ai suoi messaggi. Da una parte si auspica un modello di sviluppo basato sulla filiera corta e sul consumo di prodotti e merce locale, dall’altra si sponsorizza con la TAV un sistema di spostamento delle merci in netto contrasto con la filosofia del km 0.
“...La TAV si farà e il progetto non è discutibile..” ha ribadito Dellai, aggiungendo poi “…eventualmente si può parlare di coinvolgimento delle istituzioni nelle eventuali politiche di mitigazione”.
Noi siamo convinti, e con noi anche molti tecnici ed economisti, che una simile opera sia inutile e dannosa. Inutile per ridurre il traffico dei TIR sull'A22 e sicuramente dannosa ed impattante per l'ambiente della nostra regione e di Trento in particolare.
180 km di galleria nella tratta da Verona al Brennero non sono bazzecole. Significano forti rischi per le falde acquifere, significherebbe trapanarle, ferirle nel loro cuore, ben sapendo qual è oggi il valore dell’acqua, significherebbe disagi trentennali per migliaia di cittadini trentini e sudtirolesi che subirebbero polveri, traffico, rumori, vibrazioni per parecchi anni, inoltre significherebbe sperpero di denaro in un’opera faraonica senza risolvere i reali problemi di mobilità dei cittadini delle valli e il traffico di TIR sull’autostrada.
La riduzione dei TIR è un problema di oggi, un problema che non può aspettare 30 anni per una presunta soluzione: molte soluzioni già esistono, sono state più volte auspicate e anche attuate in altri stati europei, ma necessitano scelte politiche precise.
Scelte non subalterne agli interessi dell’autotrasporto e della società Autobrennero, introducendo pedaggi equivalenti a quelli di Austria e Svizzera e regolamentazioni/controlli all’altezza di un paese civile; impiegando la ferrovia attuale (dalle ampie capacità residue anche dopo il recente potenziamento) secondo criteri di razionalità ed efficienza, cercando di avvicinarsi almeno un po’ agli standard di gestione internazionali.
E quanto costerebbe questa bella impresa, solo in Trentino? A quanto welfare state dovremmo rinunciare per soddisfare appetiti che non hanno molto a che vedere con un sistema ragionevole di trasporti? Perchè non sono state prese in considerazioni soluzioni alternative, presentate da ingegneri e tecnici, anche stranieri, e si è deciso di puntare su questa opera che risulta la più costosa, la più devastante e la più inutile?
Sono domande alle quali l'esposizione di mercoledì non ha dato risposte.
Infine, senza prolungarci su altre importanti questioni che sostengono la nostra contrarietà, crediamo che la democrazia non possa esprimersi nella sua totalità senza un contraddittorio tra posizioni diverse e tra visioni diverse dello sviluppo e del sistema trasporti.
Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di convocazione, a breve, di una nuova seduta del Consiglio Comunale per una esposizione delle ragioni di quanti si oppongono alla TAV.
Fiduciosi che il Consiglio Comunale che Lei presiede vorrà avere tutte le conoscenze possibili prima di decidere, siamo a disposizione per proporre eventuali suggerimenti su quali relatori invitare in Consiglio Comunale.
Comitato NO TAV – NO TIR, Filcams Cgil, Centro sociale Bruno, Mountain Wilderness, Officina Ambiente
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