10.9.09

Sulla Tac il Trentino conta poco o nulla

di Nicola Guarnieri, l'Adige del 10.09.'09

Il Trentino ha calato le proverbiali «brache». Parola di governatore, non certo di qualche cittadino qualunque. Lorenzo Dellai, ieri sera, è sceso a Rovereto per illustrare il progetto della ferrovia ad alta capacità.
«Non ho mai parlato di Tav», ha spiegato più volte. In pratica si tratta dell'opera faraonica destinata a collegare Verona con Monaco e trasportare le merci su rotaia attraverso il Trentino.
Le previsioni sono di 400 treni al giorno che viaggeranno ad una velocità massima di 220 chilometri orari. Fin qui la Tac. Sul perché il presidente della Provincia ci tenga a evitare la questione alta velocità passeggeri, invece, non c'è una spiegazione. O almeno non l'ha fornita ieri anche se l'incartamento della megaferrovia prevede una grande stazione internazionale a Trento.
Dellai, comunque, ha sgombrato ogni dubbio circa la possibilità di bloccare le intenzioni di realizzare la linea: «È una decisione presa a livello internazionale, da vari governi e dall'Europa. Da parte nostra possiamo solo indicare come deve essere costruita in Trentino ma non possiamo impedirne la realizzazione». Una premessa che a molti non è piaciuta e che, non a caso, hanno contestato la pochezza della nostra autonomia. Soprattutto al pubblico, mai così numeroso ad un consiglio comunale.
C'erano i ragazzi «No Tav-Tac» e molti abitanti di Marco, il sobborgo maggiormente interessato dall'impatto ambientale. Il governatore ha illustrato in linea generale il tracciato. Si tratta di 80 chilometri in provincia di cui 70 in galleria. L'intenzione di Rfi e dei Paesi interessati (Italia, Austria e Germania) è di ultimare i lavori entro il 2030. Nessuno, però, ha spiegato esattamente dove saranno collocati i miliardi di metri cubi di materiale di scavo. Tra le parti allo scoperto, spicca quella di Marco che, non a caso, ha spinto la circoscrizione a votare all'unanimità una mozione proposta ieri sera al civico consesso.
Il presidente Modena, oltre ad esprimere preoccupazione per il tratto che interessa il paese e per i lunghi anni di lavori che comporteranno inquinamento acustico e polvere, ha chiesto al consiglio comunale di bocciare l'intera opera, confortato per altro dai dati che danno il trasporto merci in calo del 20% e, quindi, eventualmente con la possibilità di potenziare l'attuale ferrovia del Brennero magari trincerandola.
La giunta comunale, dal canto suo, ha ribadito la propria contrarietà allo sbocco a Sud chiedendo alla Provincia di individuare una nuova soluzione pur garantendo l'interconnessione per non tagliare la città dal passaggio delle merci e, nel concreto, di non buttare letteralmente nel water lo scalo previsto a Mori Stazione. Per questo il Comune vedrebbe di buon occhio il tracciato dentro la montagna con un'uscita proprio nell'area Arcese per non penalizzare la zona industriale che, ha ribadito il sindaco Valduga, «vive di filiera lunga ed ha l'esigenza di spostare merci».
Il più duro, comunque, è stato Piergiorgio Plotegher del Pdl, perfettamente in sintonia, in questo caso, con i «No Tav-Tac» e con gli anarchici. Il consigliere ha contestato duramente l'opera, «inutile e soprattutto dannosa. Dobbiamo dire un no forte e secco e mettere in atto iniziative clamorose, anche scendere in piazza per fermare quest'assurdità».
A preoccupare, tra l'altro, c'è l'alta percentuale di rischio idrogeologico indicata da Dellai nel 30%. In pratica non c'è la certezza che, scavando, non si interferisca con le tante falde acquifere. E non consola sentir dire in aula che, trovando una falda, si può incanalare ricavando nuovi acquedotti. La verità è che per avere un'idea più chiara dei rischi si deve cominciare a scavare, con tutto ciò che comporta. Alla fine, comunque, la parte di tracciato che prevede l'uscita a Marco tornerà in commissione urbanistica e quindi in consiglio comunale. L'intenzione è obbligare la Provincia a trovare un'altra soluzione anche se, a sorpresa, in tarda serata Valduga ha tolto dal voto la mozione dei marcolini, che hanno abbandonato palazzo Pretorio inviperiti.

Marco «buggerato» dalla giunta

Rabbia, amarezza, la sensazione di essere stati presi in giro. Questi la sintesi della serata di ieri che ha visto la circoscrizione di Marco e molti semplici cittadini affollare l'aula del pubblico a palazzo Pretorio. L'intero paese è stato rappresentato e sperava di far pressione psicologica sul consiglio comunale affinché bocciasse senza se e senza ma il progetto della Tac in Trentino, un'opera che per lunghi anni, se realizzata, cambierà la vita di tutti con cantieri vasti e polverosi e con scavi continui nelle montagne che da Ala portano a Salorno. Il consiglio di quartiere era pure riuscito ad inserire all'ordine del giorno dei lavori del civico consesso una mozione contro l'alta capacità e ovviamente contro l'uscita della galleria a Marco. Il documento è stato discusso dai consiglieri comunali, appoggiato dai più ma in tarda serata, all'improvviso, la giunta e il presidente del consiglio hanno deciso di sospendere la trattazione del punto, evitando di arrivare alle dichiarazioni di voto e quindi, ovviamente, al voto. Nessuna spiegazione è stata data in merito e questa mossa, ovviamente, avrà notevoli ripercussioni politiche, per altro già annunciate da Ruggero Pozzer dei Verdi e Piergiorgio Plotgher del Pdl che hanno stigmatizzato il comportamento del sindaco. N. G.


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