22.1.10

Sui pesticidi Mellarini non mi tranquillizza

Dovrei accogliere con gioia le rassicurazioni che Mellarini (assessore all'agricoltura della provincia) ha dato mercoledì attraverso il suo scritto sull'Adige circa la pericolosità dei pesticidi utilizzati in agricoltura. Purtroppo però non riesco a non preoccuparmi. Qui in valle è forte il discredito che le istituzioni provinciali si sono guadagnate.
È vero che la comunità europea ha messo al bando molte molecole utilizzate un tempo in agricoltura. Nell'articolo di Mellarini si parla di 1.180 molecole utilizzate nel ‘91 contro le 300 utilizzabili oggi. Che cosa è stato fatto dal ‘91 a oggi per tutelare la popolazione dai rischi di quelle 800 pericolose molecole che oggi sono bandite?
Oggi quei prodotti non sono utilizzabili ma fino all'altro giorno li abbiamo respirati. Li hanno respirati, oltre che gli operatori, anche gli sfortunati che vivevano vicino ai frutteti, i bambini che passavano in bicicletta sulle piste ciclabili, le donne in gravidanza che si facevano una passeggiata in campagna in un bel giorno di sole, i turisti che sapientemente abbiamo attirato da noi vendendo una certa immagine del nostro territorio. E chi potrebbe garantire l'innocuità delle molecole rimanenti e tutt'oggi utilizzate?
Sfogliando la «guida alla preparazione dell'esame di idoneità all'uso dei prodotti fitosanitari» redatto dalla Provincia e stampata nel 2003 non c'è da stare allegri. Raccomandando agli operatori di indossare sempre indumenti di protezione specifici, il testo spiega che anche prodotti di bassa tossicità acuta, se assorbiti in esposizioni prolungate, possono provocare effetti nocivi di tipo cronico. Gli effetti possono essere mutageni (alterazioni del patrimonio genetico e possono dar luogo a malattie genetiche ereditarie o a tumori), tetratogeni (comparsa di malformazioni nel feto), cancerogeni (comparsa di tumori nell'uomo).
Viene descritto l'effetto deriva, cioè l'allontanamento delle goccioline erogate dall'atomizzatore che oltre a colpire le piante vengono disperse in ambiente. Viene descritto accuratamente il principio del tempo di rientro, inteso come l'intervallo di persistenza di pericolo per chi entra nell'appezzamento trattato con i prodotti fitosanitari. Si suggerisce un tempo minimo indicato (il concetto è scritto in rosso) in 48 ore a meno che sia diversamente indicato in etichetta. Alcuni prodotti, come riportato nel medesimo testo hanno tempi di carenza e quindi di rientro nel campo anche di 21 giorni.
La nostra regione è ricca di percorsi ciclabili che attraversano frutteti. Quali sono le precauzioni per le persone che vi transitano dato che il regolamento provinciale impone fasce di rispetto dove non sia possibile trattare di appena cinque metri? Quali sono le precauzioni per le persone che vivono attaccate ai frutteti? Dove sono le siepi che dovrebbero bloccare quel pericoloso principio attivo di cui non conosco nulla, che viene usato non so che giorno e non so a che ora, e che se non incontra barriere finisce nel mio prato, sulla mia insalata, nella stanza dove i miei figli dormono?
I dati che dovrebbero rassicurarmi parlano di 1.700 aziende controllate su 9.900 con un risultato del 99,9 per cento di mele che presentano residui di fitofarmaci inferiori del 30 per cento rispetto ai limiti di legge. Ma i fitofarmaci vanno cercati solo sul frutto? Sul sito dell'Appa è pubblicato uno studio Di Betta e Lorenzin che analizza il fenomeno deriva e ci dice che residui di fitofarmaci consistenti vengono trovati addirittura a cento metri dalla zona d'effettuazione del trattamento.
L'articolo di Mellarini ci informa che nei vigneti e nei frutteti sono ricomparsi codirosso, merlo, cesena, tordo, e una miriade di altri uccelli, frutto evidente di un miglioramento degli standard ambientali. Forse anche il tordo, se potesse scegliere, preferirebbe non farsi avvelenare.
Magari anche il merlo prenderà coscienza del problema.

Alex Faggioni è stato tra i promotori dell'iniziativa di Calceranica al Lago "Per un'agricoltura sostenibile che rispetti il territorio e la salute"

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