3.4.08

Iniziative No-Tav verso il 19 aprile

Perché diciamo no alla nuova ferrovia ad alta velocità e alta capacità sull’asse del Brennero

L’infrastruttura più grande, costosa, devastante e inutile di sempre sta iniziando ad investire le valli d’Isarco e d’Adige, dal Brennero al Veneto, senza che le popolazioni interessate abbiano reale coscienza di ciò che le attende:

  • costi enormi di realizzazione;
  • gravi impatti ambientali su tutto il territorio interessato, specialmente danni irreversibili alle risorse idriche;
  • lavori interminabili per 30-40 anni;
  • grandi consumi energetici per la realizzazione e l’esercizio della linea;
  • un progetto che non potrà mantenere le promesse propagandistiche su cui poggia.

Per saperne di più passa a farci visita in via Dogana 1, Trento, c/o il Centro sociale Bruno e partecipa a questi eventi:

  • Domenica 13 Aprile alle ore 20.00
    CENA SOCIALE VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 19 Aprile – dopo cena proiezione di filmati sul progetto alta velocità-alta capacità ferroviaria sull’asse del Brennero;
  • Giovedì 17 Aprile alle ore 20.30
    serata informativa e diapositive sul progetto alta velocità alta capacità ferroviaria sull’asse del Brennero – se hai qualche domanda o dubbio questo è il momento giusto per chiedere!

Per info e prenotazioni chiamare 3461400710 o scrivere a officinambientetn@gmail.com

Abbiamo programmato anche un'iniziativa informativa a Trento:

  • Sabato 12 aprile all’incrocio tra via Oss Mazzurana e via Manci

SABATO 19 APRILE MANIFESTAZIONE A TRENTO PER DIRE NO AI PROGETTI SULL’ASSE DEL BRENNERO
Ritrovo ore 14.30 a P.zza Dante (davanti stazione FS)

Approfondimenti:

Pinzolo – Campiglio, il comune frena

Sospensione dell’iter per delle integrazioni, altre osservazioni critiche. Una “pausa” alla Via – tre associazioni contro.

Giovedì scorso, il Comune di Pinzolo ha chiesto di sospendere la procedura di Via per il collegamento Pinzolo-Campiglio, per integrare la documentazione depositata. Per farlo ha 180 giorni di tempo, ma è presumibile che ciò avvenga molto prima. Nel frattempo, su richiesta dell'unità operativa della Via, sul progetto il Parco Adamello-Brenta ha trasmesso un proprio parere tecnico. Fra le osservazioni allo studio depositate alla Via, oltre a quelle fortemente critiche della Sat ci sono quelle, parimenti negative, del consigliere provinciale Roberto Bombarda , altre di svariati privati proprietari dei masi (interessati al passaggio degli impianti) e quelle - anche queste negative - di Wwf, Italia Nostra e Legambiente. E ieri, le tre associazioni hanno riassunto le ragioni della netta contrarietà al progetto. Eccole in sintesi. Puza del Fò-Plaza - Impatto «assai elevato», sotto il profilo paesaggistico-ambientale e per la presenza di specie faunistiche. Plaza, snodo degli impianti, è «porta di ingresso al cuore del Brenta, forma un unicum ambientale di importanza mondiale e costituisce una delle ragioni particolari del fascino del Brenta». La stazione di arrivo/partenza «avrà un effetto dirompente, l'impianto taglierebbe senza possibilità di mitigazione proprio la zona di prati, pascoli, masi e antiche case da mont immediatamente all'intorno, un'area che racchiude alcune fra le più caratteristiche espressioni del paesaggio e dell'arcchitettura alpina giudicariese». Di grande valenza paesaggistica è ritenuta anche l'area dell'impianto Sant'Antonio-Plaza. Tulot-malga Cioca - La pista, viene detto, «produrrà uno squarcio», deborda dall'area sciabile e arriva a quota molto bassa, 853. La mobilità alternativa - «Usando onestà intellettuale, tale qualifica dovrebbe essere fermamente respinta», perché i proponenti indicano più volte il fermo impianti nel periodo estivo (il sistema si avvarrebbe di bus). Non convince il risparmio energetico sui consumi del 31% (1920 veicoli giornalieri sottratti alla strada). Le incidenze - L'analisi viene nettamente contestata: «I problemi vengono tutti minimizzati o sottovalutati, le specie si ipotizza possano spostarsi dalle fonti di disturbo, inclusi orso e gallo cedrone; «l'aquila reale viene considerato un etereo componente della stratosfera». Conclusioni - «Documento generico, incompleto e fuorviante rispetto al contesto ambientale in cui si progetta il collegamento. Inaccettabile sotto tutti i punti di vista l'intero progetto». Roberto Bombarda - Le osservazioni del consigliere verde «demoliscono» il collegamento come progetto di mobilità e si concludono con un appello: «Non ha alcun senso il coinvolgimento dell'area di Plaza. Perché mai da Mavignola, per andare a Campiglio, si dovrebbe "entrare" in Val Brenta? Perché fermare gli automobilisti a Mavignola quando andrebbero invece "intercettati" a Carisolo? È Plaza che va tutelata sopra ogni altro luogo, poiché l'infrastrutturazione forzata di Plaza con l'interscambio degli impianti porterà giocoforza alla sua successiva urbanizzazione, in luoghi di eccellenza ambientale e paesaggistica. Desidero pertanto chiedere di tener conto del valore incalcolabile dei luoghi interessati e di voler assumere decisioni nel reale interesse dell'intera comunità trentina. Vi prego di salvaguardare Plaza e Fogajard, se avete a cuore il futuro del Trentino!».

l’Adige 26/03/2008

Soldi pubblici per favorire la speculazione

In Lagorai come sul Brenta e a Pinzolo come in Bondone, ma esemplare resta il caso dell'Alpe di Coe e della Carosello Ski di Folgaria

Violazione della normativa europea sulla concorrenza, utilizzo di fondi pubblici a vantaggio di speculazioni edilizie private, soldi della provincia di Trento spesi in territorio Veneto. E tutto con lo spreco di ingentissime risorse in un settore - lo sci - che non ha futuro. E’ quanto denunciano Italia Nostra, Legambiente e Wwf alla Corte dei Conti. Chiedendole di fermare tutto e tutti. L’esposto, presentato il 10 marzo, è dettagliato e tecnico. E ripercorre, ovviamente dal punto di vista delle associazioni ambientalite, la storia degli ultimi “investimenti” pubblici nel mondo dello sci. La chiave di lettura è chiara: sull’altopiano di Folgaria come sul Brenta, sul Lagorai, a Pinzolo, al Tonale, si sacrificano gli scampoli di ambiente e natura rimasti per operazioni dal ritorno economico incerto, ma che hanno il “pregio” di aprire nuove aree alla speculazione edilizia: il vero affare che alimenta la richiesta di nuovi impianti. E tutto questo - è il profilo che interessa alla Corte dei Conti - a spese dell’ente pubblico. Che si trova a investire capitali in strutture nuove, acquisendo in cambio proprietà in società impiantistiche che diventano gradualmente pubbliche. E che quindi si troverà anche a dover sostenere economicamente. Tutto questo è in violazione con la normativa europea che fissa precisi tetti all’intervento pubblico, secondo le associazioni ampiamente superati. Nel triennio 2008-2011, scrivono, Trentino Sviluppo Spa spenderà 180 milioni di euro per nuovi impianti. Fondi che attraverso aumenti di capitale delle società impiantistiche beneficiate, le trasformeranno di fatto ma non di diritto in società pubbliche. Esemplare il caso della Carosello Ski di Folgaria - citano nell’esposto - di cui già nel 2007 Trentino Sviluppo Spa era socio di maggioranza: di 14 milioni di euro di capitale sociale, ne aveva versati 5.570.000, ai quali si aggiungono i 2.320.000 versati dal Comune di Folgaria, che li aveva ricevuti allo scopo sempre dalla Provincia. Restando a Folgaria poi, la Carosello Ski ha acquisito tramite la propria controllata Carosello Ski2 - scrivono nell’esposto - terreni edificabili a Serrada e Fondo Grande, per poi cedere l’intera Carosello Ski2 a imprenditori edili per 700.000 euro. Quindi terreni pagati con soldi pubblici, poi ceduti alla speculazione edilizia, e ad un prezzo che le associazioni chiedono alla Corte che sia verificato nella sua congruità. Infine la stessa Carosello Ski ha acquisito in concessione quarantennale gli impianti del Coston per 2,3 milioni di euro ed il 70 per cento della società Le Fratte per una cifra non nota: entrambi investimenti in Veneto. Tutto questo Wwf, Italia Nostra e Legambiente chiedono sia verificato indagando sulla regolarità dell’intera politica provinciale a sostegno del turismo invernale.

Trentino 28/03/2008

Bondone, sei milioni dai soci pubblici

Saranno comune di Trento e Trentino Sviluppo a sottoscrivere l'aumento di capitale per 6 milioni di € di Trento Funivie con i quali verrà parzialmente finanziata (il resto sono contributi provinciali) la terza e ultima parte dei lavori di ristrutturazione della stazione sciistica del Bondone

Saranno comune di Trento e Trentino Sviluppo a sottoscrivere l'aumento di capitale per 6 milioni di euro di Trento Funivie con i quali verrà parzialmente finanziata (il resto sono contributi provinciali) la terza e ultima parte dei lavori di ristrutturazione della stazione sciistica del Bondone. L'operazione avverrà attraverso l'acquisto di azioni privilegiate, quote premianti in caso di utili inferiori al 5% e meno penalizzanti a fronte di perdite. Il consiglio di amministrazione ha approvato il bilancio del 2007 ed attende di sottoporlo, il 24 maggio, all'esame dei soci. Per quel periodo dovrebbe essere stato definito e siglato anche il nuovo protocollo fra Funivie Folgarida Marilleva (il terzo partner della società) e gli altri due soci pubblici. Il rinnovo dell'intesa è necessario dopo la rinuncia da parte del comune di ricorrere alla cosiddetta area di riserva per realizzare i posti letto mancanti (circa 700) per raggiungere la soglia di 2mila, giudicata idonea per ottenere in tempi brevi il pareggio di bilancio. «Riteniamo indispensabile che l'amministrazione comunale di Trento - si legge nel documento che accompagna il bilancio - dia seguito agli impegni assunti nel novembre 2001, in modo che si possa completare il progetto di rilancio concordato fra i firmatari del Protocollo di Intesa e ribadito nel Patto Territoriale del Monte Bondone». Per almeno un paio di anni ancora, la società chiuderà in negativo, malgrado gestioni attive. Con l'esercizio 2007 Trento Funivie perde oltre un milione di euro, il doppio rispetto al 2006. I membri del cda lo ritengono imputabile al «ritardo nell'adeguamento delle strutture ricettive della località», ma anche all'influenza «molto negativa delle temperature elevate durante i mesi di gennaio-marzo 2007 ed alla mancanza di neve a dicembre 2007». Nel dettaglio, gli incassi calano del 12% (quasi 330mila euro in meno) mentre i costi salgono (circa 90mila euro in più, soprattutto legati all'incremento della bolletta) e gli interessi schizzano di poco meno del 40% per via del rialzo dei tassi. La firma del nuovo protocollo viene giudicata «improrogabile», con «conseguente ricapitalizzazione della società, anche al fine di ridurre l'indebitamento e l'onere per interessi bancari che grava sui conti della società». Quattro milioni saranno sottoscritti da Trentino Sviluppo, due dal comune e qualche centinaio di migliaio di euro dalle funivie solandre. La metà (tre milioni) dovrebbe venire versata in tempi rapidi proprio per abbattere gli interessi negativi. Il resto arriverà con il terzo lotto dei lavori, ovvero la sostituzione delle tre seggiovie del versante nord della montagna per un totale di 9 milioni, pronte per l'estate 2009. In 6 anni sono stati finora investiti sulla montagna del capoluogo dalla società Trento Funivie 14,5 milioni cui si sommano i 4,3 di Agenzia per lo Sviluppo. Andrea Bertoli, presidente della società, non nasconde che il 2007 è stato un anno pesante e non ha problemi ad ammettere che «il dato più brutto è quel milione di perdite». Però sottolinea il dato positivo: «Nei primi tre mesi di quest'anno - ricorda - abbiamo incassato seicentomila euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». «Questo dato ci conforta - osserva - perché significa che si è trattato di un inciampo e non di una questione strutturale». In capo alla società di Folgarida resta la gestione (grazie al 52% di azioni ordinarie), ma l'ente pubblico ha la responsabilità del controllo (due membri su tre del collegio sindacale) e godrà di maggiori benefici economici grazie alle quote straordinarie (50% Trentino Sviluppo e 25% comune di Trento). A fine anno scadono le cariche di nomina pubblica. Scontati alcuni avvicendamenti.

L'Adige 03/04/2008