12.7.10

Raccolte in Trentino più di 11mila firme

COMUNICATO STAMPA
Referendum contro la privatizzazione dell’acqua
Raccolte in Trentino più di 11mila firme

Un milione di firme per l'acqua pubblica.
Una campagna referendaria sicuramente nuova e diversa, che ha visto la partecipazione di molteplici forze sociali e politiche all'interno di una piattaforma comune e condivisa.
Ma soprattutto una campagna che ha vissuto del sostegno della popolazione che da lungo tempo non partecipava così attivamente e consapevolmente ad una lotta dal basso per la riappropriazione di un diritto inalienabile e di un bene comune, come l'acqua.
La campagna referendaria “L’acqua non si vende” lanciata il 25 aprile scorso a livello nazionale, dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, ha registrato un risultato che ha superato ogni aspettativa: le firme raccolte hanno raggiunto il milione.
A questa battaglia ha contribuito significativamente anche il Trentino, che grazie alla straordinaria partecipazione della popolazione è riuscito a raccogliere e a spedire al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua oltre undicimila firme, superando di gran lunga l'obiettivo fissato per la nostra provincia.
Dal lancio della campagna, simbolicamente fissata il 25 Aprile per chiedere la “Liberazione dell'acqua”, si è costruita su tutto il territorio trentino una rete, che nelle settimane di raccolta firme, si è sempre più allargata.
Una rete che ha coinvolto in prima linea cittadini consapevoli ed entusiasti, che si sono riuniti spontaneamente e si sono resi disponibili durante tutta la fase di raccolta firme e soprattutto durante le fasi, dure ed impegnative, di certificazione delle firme raccolte.
Un lavoro impegnativo, che non ha dissuaso coloro i quali si sono impegnati in questa lotta, a continuare ad impegnarsi fino alla fine, affinché lo sforzo iniziale si realizzasse come una vittoria a livello sociale e come chiaro messaggio a livello politico.
Ma la lotta per la riappropriazione della reale capacità decisionale in merito alla gestione dei servizi idrici non si ferma qui.
La campagna ha solamente concluso la prima fase in cui con forza è emersa la voce delle cittadine e dei cittadini, decisi nel difendere l'accesso ai propri diritti e a ribadire che “l'acqua è un diritto, non una merce”.
Ci aspetta ora un anno intenso di organizzazione, di informazione e confronto in cui saremo tutte e tutti chiamati a continuare a diffondere questo messaggio affinché si raggiunga il quorum al momento del voto.
Inoltre crediamo che la lotta per la ripubblicizzazione dell'acqua sia solo il primo passo per l'elaborazione e la sperimentazione di nuove forme di democrazia partecipativa e dal basso, per la riappropriazione non solo formale ma sostanziale della capacità decisionale, laddove la politica istituzionale risponde e si sottomette ad interessi economici e speculativi.
Affermiamo oggi che l'acqua è un diritto e non una merce, ma guardiamo al domani con la consapevolezza che un altro mondo e un diverso ordine sociale siano possibili e che la lotta per la riappropriazione di ciò che è nostro è solo all'inizio.

Comitato Promotore Referendum Acqua Pubblica Trentino

Trentino, 11 luglio 2010

info: http://acquabenecomunetrento.blogspot.com/

4.7.10

Quick Investigation: Inquinamento in Trentino

Da http://current.com/shows/senza-censura/92519851_quick-investigation-inquinamento-in-trentino.htm



A seguito delle inchieste Tridentum, Ecoterra, ma soprattutto dell'ultimo filone, riguardante le emissioni delle Acciaierie Valsugana, denominato Fumo negli Occhi, la Giunta Provinciale di Trento, in data 10 dicembre 2009, dà disposizione all'Agenzia Provinciale Protezione Ambientale di eseguire una vasta campagna di controllo della situazione ambientale in relazione alle attività della fonderia.
Per tale scopo la Giunta stanzia 56.000 euro, da ripartire tra i tecnici Appa e gli esperti consulenti chiamati a dare lettura e validazione dei dati raccolti. I consulenti sono tra i collaboratori dell'Istituto Superiore di Sanità, da questo ente viene pertanto la valutazione ai risultati di tale campagna, che nella data del 4 marzo 2010 stabilisce come la situazione ambientale complessiva della Valsugana non presenti situazioni di rischio per la salute pubblica.
Per presentare tali risultati il 10 marzo Lorenzo Dellai, Presidente Provinciale, con Pacher, Ass. all'Ambiente, e Berlanda, Dir. Gen. Appa, incontra pubblicamente i cittadini di Borgo Valsugana. Dall'incontro però non scaturisce l'augurata nuova intesa tra istituzioni e cittadini. Oltre al pubblico del palazzo dello sport di Borgo, a non essere convinti dalle analisi Appa ci sono anche i Comitati di cittadini che da tempo si battono per conoscere la reale situazione. Con loro i Medici per l'Ambiente, associazione che fa parte dell' International Society of Doctors for the Evironement (ISDE), organizzazione che ha, tra gli altri, un rapporto consultivo permanente con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Comitati e Medici contestano le analisi Appa sin dal metodo con il quale sono stati scelti i campioni da raccogliere.
Caso esemplare è quello del campione animale, effettuato da Appa su di una trota che vive in cattività, in una troticoltura collocata in un tratto di torrente a monte dell'Acciaierie e delle sue discariche. Medici per l'Ambiente e Comitato Barbieri Sleali si autofinanziano una nuova raccolta dati e le analisi degli stessi, rivolgendosi ai tecnici del Corpo Forestale dello Stato e ad un laboratorio certificato con sede in Germania. Spendono per questa operazione 8.000 euro.
Raccolgono 14 campioni, di ogni matrice. Campioni animali, vegetali, latticini, suoli, ed anche un campione insolito per questo tipo di analisi, le polveri. Questo campione non è previsto dal legislatore, perché significherebbe andare a cercare la materia pura, cosa che non è contemplata trattandosi di ricerche di diossine e metalli pesanti in centri residenziali.
I risultati di queste analisi sono sconvolgenti: tutti i 14 campioni risultano positivi, sul tetto delle scuole elementari di Borgo la polvere accumulata presenta valori di diossine due volte e mezzo superiori ai livelli di legge. Le diossine riscontrate con queste rilevazioni hanno la stessa matrice, l'impronta digitale costituita dalla distribuzione dei 14 cogeneri, di quelle riscontrate nella torre di abbattimento dei fumi dell'Acciaieria Valsugana.

3.7.10

Inquinamento in Valsugana. Che ruolo ha avuto Dellai?

di Marco Rigo, 29 giugno 2010

Sono emerse dai giornali in questi giorni le divergenze tra il presidente Kessler e l’assessore Pacher circa l’opportunità di depositare un disegno di legge, teso ad abrogare il comma 2 quater dell’articolo 51 del tulp ambientale con il quale si permette all’acciaieria, unica azienda in Trentino, di lavorare in deroga alle emissioni per quanto riguarda gli inquinanti, si noti a proposito che tali limiti non sono stati alzati, cosa di per sé discutibile, ma sono stati addirittura tolti.

Detta legge, come si evince dalle mail in mano alla procura è stata messa a punto dal proprietario Leali e messa nelle mani direttamente di Dellai. Non si può dire che sia una bella pagina politica.

Alla luce delle complesse vicende ambientali che hanno interessato la Valsugana nel corso di quest’anno, questa operazione appare molto grave, se si pensa che tale comma è stato inserito mediante l’approvazione di una legge finanziaria, in periodo natalizio (vacanza), senza alcun dibattito specifico in Consiglio e, soprattutto, senza che sia stata fatta nessuna valutazione di impatto ambientale sulle conseguenze di tale provvedimento di deroga, ovvero senza nessun parere da parte dell’azienda sanitaria sui potenziali effetti sulla salute pubblica.

Se si considera il carattere riservato e privatistico di tale iter legislativo si può ipotizzare un utilizzo dell’organo istituzionale (il consiglio provinciale) per promulgare una legge che procura un vantaggio indubbio e insolito (cioè poter lavorare inquinando, con grande risparmio di denaro) per un soggetto privato, che ne ha curato oltretutto personalmente la stesura. Mi chiedo se la vicenda non assuma la connotazione di un abuso d’atti d’ufficio, perché un politico non può fare leggi per compiacere un privato, ma diventa ancora più grave se questo atto politico espone la popolazione a un rischio potenziale per la salute, dal momento che è dimostrato che le emissioni dell’impianto siderurgico contengono sostanze altamente tossiche e che richiedono un attentissimo controllo circa il loro rilascio nell’ambiente.

Alla luce di quanto esposto risultano incredibili le tergiversazioni fatte dall’assessore Pacher di fronte alla proposta di Kessler di sanare questa situazione scabrosa e incomprensibile; risultano sospette le resistenze messe in campo dai funzionari Appa che accampano problematiche pseudo tecniche ovvero affermando che applicando i limiti in vigore per tutte le altre realtà in Trentino, l’azienda «inquinerebbe maggiormente con emissioni illegali».

La realtà è che con questa vicenda si è andati al nocciolo del problema, ovvero quali rapporti intercorrono e sono intercorsi tra la proprietà dell’acciaieria Valsugana e il presidente Dellai?

Domanda che se non erro è stata anche posta dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico di rifiuti illeciti, ma la cui risposta non è stata molto soddisfacente.


Marco Rigo

Referente Isde per il Trentino

17.6.10

Che fine farà la base militare di Mattarello?

Incontro pubblico del Comitato "Cittadella militare? No grazie!"

Dichiarazioni del Presidente Lorenzo Dellai fanno pensare a dei passi indietro

Il progetto della base militare di Mattarello verrà rivisto e sicuramente ridimensionato. Questo è emerso dall'incontro pubblico organizzato dal Comitato “Cittadella militare? No Grazie!” svoltosi martedì 15 giugno nel sobborgo di Trento in cui è prevista l'opera.

I temi sono sempre gli stessi: dal costo ambientale di trentatré ettari di terreno agricolo che diventano una colata di cemento, l'enorme costo economico di una struttura imponente ma inutile, e comunque il fatto che la base avrà il segreto militare (cosa verrà stoccato all'interno sarà top secret) e sarà utilizzata da 1600 militari professionisti che devono sfogarsi dopo essere stati in scenari di guerra.

La vera novità sono le dichiarazioni del Presidente della Provincia Autonoma di Trento che in un'interrogazione in Consiglio Provinciale ha spiegato che per le attuali necessità dell'esercito italiano una base militare di 33 ettari non serve e costerebbe troppo anche mantenerla.

Queste dichiarazioni anche se positive non hanno fatto calmare gli animi di chi da più di due anni si sente rispondere che le proteste sono “tardive”. Non è e non era vero che il progetto non poteva essere rivisto, non è vero che l'accordo Stato-Provincia è conveniente per noi cittadini, non è vero che una base anche se coperta da segreto militare non debba essere sottoposta alle procedure V.I.A. (Valutazione d'Impatto Ambientale). In questi due anni sono stati sperperati milioni di euro pubblici e sono stati distrutti decine di ettari di terreno agricolo. Ancora pesano su molti attivisti le denunce per il tentativo di bloccare coi propri corpi le ruspe al servizio di un'opera illegittima.

Nell'aula del Consiglio Provinciale la discussione è rimandata ad ottobre quando verrà discussa una mozione firmata da vari consiglieri che si sono “svegliati tardi” (ma meglio che mai) che può offrire la possibilità ai cittadini di vigilare sul presunto “ridimensionamento” e magari anche di proporre idee dal basso su come destinare quei 33 ettari verdi ad appena 10 chilometri dal centro di Trento.


14.6.10

«Veleni più vicini a casa con la nuova delibera»


Il Comitato: dai 50 ai 30 metri per irrorare

Con la delibera della giunta provinciale del 19 maggio, in 18 sui 32 Comuni interessati dalla coltivazione intensiva di mele della Valle di Non, potrà essere diminuita la fascia di distanza dalle case abitate oltre la quale non è possibile attualmente usare gli atomizzatori. Dai 50-60 metri si passerà a 30. Il Comitato per il diritto alla salute in Val di Non ha scritto al presidente Dellai, all'assessore alla salute Rossi, al consigliere Bombarda e alla Terza Commissione consiliare e, anche, a Marino Simoni del Consorzio dei Comuni, per chiedere una revisione della nuova determinazione. Intanto, anche a seguito delle analisi fatte fare in Toscana dal Comitato sulle urine di 8 persone (di cui 3 bambini) un gruppo di contadini della media valle ha deciso di sostituire alcuni prodotti irrorati dai loro atomizzatori, evitando quelli considerati tra i più dannosi alla salute. La giunta provinciale - dicono Sergio Deromedis e Marco Osti del Comitato - con le sue "Linee guida in materia di utilizzo sostenibile dei fitofarmaci" rischia di farci fare un salto indietro. Se la delibera di maggio verrà applicata in 18 Comuni su 32 verrà ridotta la distanza dalle case in cui è possibile fare uso degli atomizzatori: dai 50-60 metri attuali ai 30 ma "derogabili a zero" se si dispone di atomizzatori particolari e migliorativi che, però, sono molto delicati nel loro uso. Per questo abbiamo scritto a Dellai, Rossi, Bombarda e Simoni, per allertarli». A detta del Comitato, che sull'argomento ha tenuto negli ultimi mesi 22 serate pubbliche ed incontrato oltre 3.000 persone, la delibera in questione presenterebbe anche aspetti poco veritieri. «Dice di aver tenuto conto dei punti di vista dei coltivatori e della popolazione residente. Ma la popolazione non ci risulta sia stata in qualche modo sentita e noi del Comitato certamente non siamo stati contattati». Cosa chiedete alla politica in questo senso? «Chiediamo i 100 metri di distanza dalle abitazioni per poter irrorare con gli atomizzatori». Il perché di questa richiesta è facilmente spiegabile: con le analisi fatte fare a laboratori specializzati non trentini dal Comitato. La prima aveva definito la presenza, in zone di melicoltura intensiva, di principi attivi, e quindi di veleni, anche dentro le case. La seconda è andata oltre. Commissionata al Laboratorio di sanità pubblica dell'Area Vasta (Toscana, Azienda Sanitaria di Siena, Usl 7) prevedeva le analisi dei contenuti delle urine di otto persone, tra cui tre bambini, che abitano in zona di meleto della Valle di Non. «È risultato che i bambini sono esposti al metabolita del Chlorpyrifos Etyl (3,5,6-Tcp), sei volte più del resto della popolazione. Nel corpo di un bambini cioè ne è stata reperita una quantità 6,3 volte maggiore rispetto ai valori normali di riferimento nazionale. Il normale sono 2,8 microgrammi per grammo di creatinina mentre le medie geometriche dei tre bambini hanno dato come risultato 17,54». Che tipo di veleno è? «Si tratta di un insetticida usato per combattere gli scopazzi e che è previsto dai protocolli di trattamento». Che danni può causare? C'è una casistica? «La rivista scientifica "The Lancet" dice che le donne in gravidanza, negli Usa, che sono entrate in contatto con questo prodotto, davano alla luce bambini con un cervello di diametro inferiore al normale. Le analisi da noi richiesto - dicono Deromedis e Osti - hanno dimostrato che nelle urine di una bambina di Cles sono stati riscontrati 44,59 microgrammi di quel prodotto, quando la misura di riferimento sarebbe 2,8. Si tratta di 16 volte di più. Ma le analisi hanno riscontrato anche la presenza di altri principi attivi, metaboliti di Imidacloprid e Deltametrid, due insetticidi. In questo caso però la scienza non ha ancora fornito limiti di riferimento. Così possiamo dire del Dmtp, altro insetticida individuato dalle analisi. Ecco perché ci pare estremamente contraddittoria la delibera della giunta provinciale».

di RENZO M. GROSSELLI, Fonte l'Adige del 11-06-2010

6.6.10

Sabato 12 giugno: Giornata genuina clandestina

Ore 10.30 – 12.00: Colazioni da Zapata!
Nella tienda dell'Associazione YaBasta degustazione/presentazione del Caffè Rebelde Zapatista e della Zucchero Mascavo del Movimento dei Sam Terra.
... e poi brioches, centrifughe e jazz genuini clandestini!



Ore 15.30 – 18.00: Merende genuine clandestine

A cura del G.A.P. (Gruppo di Acquisto Popolare) si degusteranno prodotti ribelli delle nostre montagne.
Laura Zanetti presenterà il lavoro della nuova Latteria Sociale in loc. Tomaselli di Strigno e ci racconterà la bellezza dell'altra Valsugana.

Durante la merenda Milo Brugnara in concerto! (Folk/Acustico - myspace)

Gradita prenotazione scrivendo a milotamanini@gmail.com oppure chiamando il 347.0554454


Ore 20.00: CENA SOCIALE VEGETARIANA

Troviamoci a tavola per condividere il piacere della buona cucina e per sostenere un luogo in continua evoluzione e pieno di passione: il Centro Sociale Bruno!

Prenotazione consigliata a milotamanini@gmail.com oppure chiamando il 347.0554454

2.6.10

165 fiaccole a comporre la scritta infuocata NO TAV

Fiaccolata ecologica NO TAV [ galleria fotografica ]


Martedì 1 giugno alle ore 22.00 è cominciata la magia delle 165 fiaccole che hanno composto la scritta NO TAV sui monti di Marco di Rovereto. Il messaggio lo ha voluto lanciare l'Associazione marcolina tutela del territorio coinvolgendo però tutte le associazioni ambientaliste attive oggi in Trentino, dalle mamme di Borgo Valsugana fino al Comitato Acqua Bene Comune. Il titolo dell'intera iniziativa era la “fiaccolata ecologica NO TAV” ed è iniziata verso le 19.30 presso il parco giochi di Marco (Rovereto) per poi raggiungere la località Lavini dove era già stato allestito un punto di ristoro. Da qua circa 180 persone si sono staccate dalle 300 totali per dirigersi verso la “Lasta dei Cavai”, un grande costone visibile da molti paesi della Vallagarina; è qui che con l'assenso del Corpo Forestale ha preso forma la scritta infuocata.

Percorrendo assieme ai tantissimi abitanti dei paesi convolti il sentiero verso la Lasta e ascoltando i dialoghi ci si rendava conto che per tutti l'obbiettivo della battaglia va oltre il “difendere il proprio giardino”, ma entra in gioco l'amore per la montagna, il territorio e la difesa di tutti i beni comuni.

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di Cristiana Chiarani

"Successo, ieri sera, per la fiaccolata no-Tav organizzata dall'Associazione Marcolina Tutela del territorio, della quale fanno parte anche le mamme no-Tav di Marco di Rovereto.

Il gruppo ha voluto riportare l’attenzione sull’impatto che avrà l’opera sul territorio:80 chilometri di linea di cui 70 in galleria, cantieri per 20 anni su 17 ettari di territorio, 20 miliardi di solo preventivo, destinati certamente ad aumentare in corso d’opera, e – secondo i marcolini – ricadute basse o nulle sul territorio.

I manifestanti sono partiti dai giardini della Casa Sociale per raggiungere i Lavini e poi salire lungo la strada Valeriana fino alla Lasta dei Cavai, dove con le fiaccole hanno formato la scritta No-Tav.

Nel gruppo cittadini di Marco, Ala, Mori e diverse località della Vallagarina, esponenti del popolo viola anche da fuori regione, e numerosi rappresentanti dei comitati ambientalisti che già qualche giorno fa avevano appoggiato la battaglia delle mamme di Borgo Valsugana: dalle acciaierie alla Tav, dall’inceneritore ai pesticidi, dalla privatizzazione dell’acqua alle caserme di Mattarello, passando per Verdi, WWf, comitati di Besenello e mamme bioNike, il fronte ambientalista in Trentino sta saldando nuove alleanze, stufo – come hanno scritto le mamme no-Tav – di essere preso in giro ed escluso dalle scelte delle amministrazioni.

Prossimo appuntamento per i gruppi: venerdì sera all’auditorium Don Milani di Pergine, dove si parlerà di acciaierie, rifiuti, tav e sfruttamento della montagna."

29.5.10

1° giugno: Marco si mobilita contro la TAV

Segnaliamo un appuntamento promosso dall’Associazione Marcolina Tutela del Territorio NO TAV (www.amtt-notav.it) e una lettera delle Mamme No Tav di Marco

Fiaccolata ecologica, martedì 1°giugno 2010

Programma:
– Ore 19.25: Ritrovo presso i giardini della casa sociale di Marco (Rovereto)
– Ore 19.30: Partenza camminata fino al campo polivalente dei Lavini di Marco
– Ore 20.00 musica e allegria.
– Ore 20.30: partenza per la “Lasta dei Cavai”, dove inizierà la fiaccolata (non bambini, che potranno aspettarci ai polivalenti)
– Ore 22.30: Ritorno ai campi polivalenti per concludere la festa e successivamente rientro ai giardini di Marco.

I partecipanti alla fiaccolata sono pregati di munirsi di calzature adeguate, di frontalino o torcia elettrica. Chi lo desidera, porti le bandiere NO TAV

Vi aspettiamo numerosi. - Passa parola!

IN CASO DI MALTEMPO LA FIACCOLATA VERRA’ RIMANDATA A DATA DA DESTINARSI

SALVA MARCO E DEVASTA LA PIANA ROTALIANA

Non siamo per i tecnicismi politici e non siamo di quelli che cavalcano l’onda a fini esclusivamente politici. Siamo assolutamente contrarie all'uso strumentale a fini elettorali che è stato consumato sulla questione Tav.
Non mistifichiamo la realtà, ma chiediamo trasparenza e informazione.
Non crediamo alle rassicurazioni del ministro di turno o a coloro che pubblicizzano le bandiere appese agli altrui balconi, ma crediamo agli atti pubblici firmati e ricordiamo in proposito che in questi giorni il Consiglio Provinciale approverà il “piano cave”, proprio in relazione alle grandi opere.
Così, sebbene siamo di Marco e madri di famiglia, diciamo il ns. convinto e deciso NO TAV in Trentino e per questo invitiamo il 1° giugno ai giardini di Marco, alle ore 19,30, tutta la popolazione civile del Trentino, che oggi più che mai si sta attivando a tutela della ns. terra: dal nucleare alla privatizzazione dell'acqua, dalle acciaierie di Borgo alle caserma di Mattarello, dall’inceneritore di Trento a quello di Rovereto al Tav.
Oggi sta nascendo un coordinamento di tutti quei comitati che si battono per la salute dei cittadini e per la tutela del territorio, e che sono stufi di essere presi in giro ed esclusi dalle scelte delle amministrazioni. In questa occasione saliremo verso la “lasta dei cavai”, per una fiaccolata ecologica proposta dalla Associazione Marcolina Tutela Territorio No-tav, di cui noi facciamo parte, che è stata l’unica voce, unitamente al comitato di Ala e di Rovereto, ad informare la popolazione (compresi la quasi totalità dei candidati sindaco).
Vi aspettiamo numerosi il 1° giugno per illuminare la notte della Vallagarina con un gigantesco NO TAV umano.

Le mamme NO TAV di Marco

I “tardivi” avevano ragione, a cura del comitato di Mattarello "Nuove Caserme No Grazie! "


Il presidente della provincia Lorenzo Dellai dichiara ufficialmente che ci sarà un ripensamento del progetto di costruzione della cittadella militare a sud di Trento. Quei cittadini che non si sono arresi ma si sono organizzati e che hanno provato a dimostrare l'insensatezza del progetto e la scarsa trasparenza di tutto il progetto da parte della provincia, esultano.

Il comitato spontaneo di cittadini nato a Mattarello quasi due anni or sono ha raccolto e depositato più di mille firme in aprile 2009 al Consiglio Provinciale ed attende ancora una votazione sulle 9 questioni sollevate.

Il comitato ha dimostrato :
·che il patto di scambio Stato-Provincia non è vantaggioso per la comunità ma lo è solo per una piccola parte di essa;
·che tutta l'operazione è stata condotta con scarsa trasparenza da parte della Provincia autonoma di Trento che ha esagerato usando il segreto di stato come “copertura” per eludere al legittimo controllo dei cittadini;
· la Provincia non sta rispettando le norme ambientali sulla Valutazione Impatto Ambientale.

Nonostante questi argomenti non c'è stata una minima apertura al dialogo da parte dell'esecutivo che ha definito il comitato “tardivi”. L'azione nonviolenta e documentata del comitato di cittadini di Mattarello si è concretizzata quando la reale portata del progetto è uscita allo scoperto.

Ebbene, la dichiarazione del 25 maggio 2010 del presidente Dellai dimostra due cose:
• il progetto si può ripensare, quindi non è tardi
• forse qualche argomento sollevato ha dei fondamenti e merita un approfondimento.
La propaganda governativa fin'ora diffusa dava per intoccabili i patti tra Stato, Provincia e Comune di Trento ora invece, quando i fondi iniziano a scarseggiare e fa comodo alla Provincia alzare la posta nella trattativa nazionale, si rimettono in discussione. Questo dimostra la menzogna nascosta nella propaganda della Provincia.
Ora che si ripenserà il progetto (solo la progettazione è costata 2 milioni di euro) allora la cittadinanza non sarà tardiva nel chiedere:
• controllo dei costi /benefici
• rispetto delle normative di tutela ambientale
• ridimensionamento dell'impatto militare su suolo trentino
• utilizzo dell'autonomia a tutela del territorio
• trasparenza e partecipazione reale alle scelte dell'esecutivo.
Per fare il punto della situazione e per valutare le prossime azioni di pressione e controllo giunta della Provincia Autonoma di Trento la cittadinanza è invitata lunedì 14 giugno presso la sala polivalente , centro S. Vigilio a Mattarello alle 20.30.
In questa serata il comitato dimostrerà come 1 milione di euro per spese militari sfuggono al controllo democratico.

Alla riunione sono invitati i consiglieri provinciali che intendono muoversi per qualsiasi iniziativa per il controllo o contrasto della cittadella militare.

Trento 27 maggio 2010
Comitato spontaneo di cittadini nato a Mattarello

28.5.10

Il Nettuno privatizzato? Il Trentino lo vuole pubblico


Oggi, 27 maggio, alle ore 15.30 la fontana del Nettuno in Piazza del Duomo a Trento, è stata addobbata di colorati palloncini blu, ed ingabbiata in ragnatele di nastro da lavori in corso, con la scritta “privatizzazione in corso”. Ad organizzare la piccola performance, il Comitato Promotore per il referendum per l’acqua pubblica in Trentino, che incontrando la cittadinanza e la stampa locale, ha annunciato il raggiungimento di quota 6500 firme dal 25 aprile ad oggi. Mentre il referendum per l’acqua pubblica a livello nazionale ha superato le 680.000 firme, segno di una straordinaria manifestazione di volontà, coscienza civile, capacità autorganizzativa della popolazione italiana che con forza dice no alla privatizzazione selvaggia promossa dal governo Berlusconi.

Dal 25 aprile su tutto il territorio nazionale è in corso una grande campagna referendaria promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, una piattaforma orizzontale di movimenti sociali, sindacali, cittadini ed associazionistici, che spontaneamente si è costituito per opporsi alla privatizzazione delle risorse idriche in Italia. E’ la campagna “L’acqua non si vende”, che propone la sottoscrizione di tre quesiti referendari, contro la privatizzazione dell’acqua, per tariffe eque e trasparenti, per aziende speciali che permettano la gestione idrica con un reale controllo sociale.

Anche il Trentino ha deciso di dire no al cosiddetto decreto Ronchi, che dal 19 novembre scorso ha legiferato per una graduale privatizzazione delle gestioni idriche che da qui al 2013 relegheranno le quote in mano all’ente pubblico al 40% e al 30% entro il dicembre 2015.

Perché il Trentino, terra di montagne e ricca di acque, è sensibile verso le tematiche della difesa dei beni comuni e del patrimonio ambientale e in questa battaglia vuole prendere una posizione netta, senza se e senza ma.

Perché anche in Trentino è in corso una silenziosa privatizzazione dell’acqua che presenta caratteristiche simili al panorama nazionale e che vuole ridurre l’acqua una merce quotata in borsa e dipendente dalle fluttuazioni del mercato.

La consapevolezza che in Trentino la privatizzazione dei servizi idrici è andata sostanzialmente di pari passo con quella nazionale si sta diffondendo.
Prima con la legge regionale n. 1/1993 che ha ammesso l’affidamento dei servizi idrici a imprese private oppure a SpA con il socio ente locale in posizione di “influenza dominante” (la quale, come è noto, non garantisce nessun vero controllo pubblico all’interno di un soggetto di natura privata tenuto a conseguire profitti di mercato).
Poi con la legge provinciale n. 6/2004 che - pur non essendo stata applicata per mancanza di regolamento attuativo - ha introdotto la possibilità teorica di affidamento a SpA a capitale misto pubblico-privato senza neppure lasciare al primo la “influenza dominante”.
In seguito con la legge provinciale n. 3/2006 (la riforma delle autonomie locali) che impone la gestione dei servizi idrici in forma associata attraverso le Comunità di valle ma non fa nulla per salvaguardare le gestioni dirette comunali, magari nella forma (ancora praticabile in Trentino) dell’azienda speciale consortile territoriale.
E oggi con la concreta possibilità che anche nella Provincia di Trento si applichino direttamente le norme statali di privatizzazione violenta del 2008/2009 (contro cui si rivolge uno dei quesiti referendari) con l’effetto di accelerare ancora la deriva verso la mercificazione del bene comune acqua.
In effetti, i segnali che la Provincia di Trento ha mandato negli ultimi mesi sono esplici: mentre molti Comuni trentini hanno aderito all’invito di inserire nel proprio statuto che il servizio idrico è un servizio pubblico senza rilevanza economica e dunque sottratto alle regole del mercato, la PAT stranamente non si è aggiunta alle 5 Regioni Italiane che hanno impugnato le ultime norme statali davanti alla Corte Costituzionale; mentre in un o.d.g del 17.12.2009 il Consiglio Provinciale ha avallato appoggia l’intenzione di Dolomiti Energia di entrare in borsa.

Contro questa strategia che riduce a merce la nostra acqua, il referendum abrogativo delle norme nazionali sui servizi idrici è un passaggio fondamentale ma non è l’unico obiettivo.

Dal 25 aprile la campagna “L’acqua non si vende”, al pari del trend nazionale che svetta già verso quota 700.000 firme, ha visto anche nel nostro territorio una partecipazione entusiasta della gente, dalle città ai paesi. Sono decine i comitati spontanei che si sono formati in ogni zona della provincia – l’ultimo nato, il Comitato Acqua Bene Comune delle Giudicarie e Rendena - ed altrettanti i banchetti per la raccolta firme che hanno raggiunto, ben prima del termine 6500 firme in poche settimane. Con ancora un mese davanti, il Comitato Pormotore del referendum che riunisce cittadini, associazioni, partiti politici e sindacati, punta almeno a quota 8000!

La raccolta firme, che sta inondando vicoli e strade, feste e manifestazioni, si sta dimostrando un valido laboratorio politico e di diffusione di conoscenze. La gente viene ai banchetti per firmare, è informata, fa la fila con pazienza, chiacchera, s’impegna, si conosce.

Vogliamo costruire un’iniziativa continua che in Provincia chiami tutti a lottare perché Comuni e Comunità di Valle dichiarino il ciclo dell’acqua servizio di interesse collettivo fondamentale, privo di interesse economico ed estraneo alle regole del mercato.

Sosteniamo gli enti locali che resistono alla privatizzazione.

Comitato promotore referendum del Trentino
http://acquabenecomunetrento.blogspot.com/

23.5.10

Domenica 23 maggio ore 18.30: Proiezione di "Una montagna di balle"


Lo Squaderno & Cinemafutura @ Centro sociale Bruno, via Dogana 1 - Trento
invitano alla

PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO
"UNA MONTAGNA DI BALLE"
di Nicola Angrisano - prodotto da insu tv
con la voce narrante di Ascanio Celestini


SARANNO PRESENTI IL REGISTA E GLI ALTRI CURATORI

Dal 2003 al 2009, un gruppo di videomakers, ha documentato la cosiddetta "emergenza rifiuti Campana" per svelarne gli ingranaggi, individuare responsabilità e attori di quindici anni di "gestione straordinaria".
Uno spettacolo costato miliardi di euro e decine di processi in corso. Ma dove finiscono i rifiuti campani?
Quali sono le ferite di una terra bruciata e i danni alla salute di milioni di persone?
Il più grande disastro ecologico dell'Europa occidentale raccontato dalle voci delle comunità in lotta. L'assalto ai fondi pubblici, le zone d'ombra della democrazia, il boicottaggio della "differenziata", le collusioni con le ecomafie e le proposte di chi si interroga seriamente sulle alternative.
E se "vivere in emergenza",fosse solo una strategia per accumulare profitti!?

Leggi l'articolo da lo squaderno: clicca qui

Info:
www.insutv.it
www.docutrashfilm.noblogs.org

22.5.10

Merende genuine clandestine

Sabato 24 aprile, 22 maggio e 12 giugno al Cs Bruno organizzate dal Gruppo d'Acquisto Popolare.

Tanta strada è stata fatta dal lontano novembre 2008 in cui nasceva il Gruppo d'Acquisto Popolare all'interno del Centro Sociale Bruno. Per andare avanti abbiamo bisogno di conoscerci meglio, scambiarci impressioni e idee nate tra un acquisto di formaggi caprini e uno di mirtilli da Gaggio...


Quale più gradevole occasione se non quella di incontrarci al Bruno davanti a delle mitiche merende con prodotti genuini e clandestini?

Genuini perchè nascono dall'unione della passione dei contadini con la ricchezza della terra di montagna che ci circonda.
Clandestini perchè il contatto tra produttori e consumatori spaventa le grosse industrie.


-- SABATO 24 APRILE h.15.30

Fortaie (alias crepes) di uova felici e latte crudo alla spina accompagnate da marmellate di bosco Montebello (Alce Nero Cooperativa, Isola del Piano – PU) .

Sciroppo di ribes Azienda Mirtilla (Gaggio-TN)

...e per i più grandi..assaggi di vini biodinamici Cantina Pisoni (Pergolese-TN)


-- SABATO 22 MAGGIO h.15.30

Fiordalisi, calendule, timo ed erba cipollina: i tomini colorati di Marta (allevamento caprino – Dro TN)...e poi ricotte, caciotte e marmotte.

Durante la merenda assaggeremo i tomini colorati, le ricotte, caciotte, i gelati e quant'altro prodotti da Marta, allevatrice biologica di capre presso Dro (TN), che sarà presente per raccontare la storia della sua attività e per rispondere a tutte le curiosità.

Sciroppo di lamponi Azienda Mirtilla (Gaggio-TN)

...e per i più grandi..assaggi di vini biodinamici di Silvano (Pressano-TN)


-- SABATO 12 GIUGNO h.15.30

Estate in insalata fresca di farro Montebello (Alce Nero Cooperativa, Isola del Piano – PU) con sorprendenti verdure ortaggi di stagione

Speack e lucaniche dell'azienda Dallapiazza (Garniga-TN)

Sciroppo di mirtilli Azienda Mirtilla (Gaggio-TN)

...eper i più grandi..assaggi di vini biodinamici Cantina Vilar Consorzio I Dolomitici (Villa Lagarina-TN)


E per tutti i marmocchi gelato artigianale allo yogurt e ricotta assicurato!

Vi aspettiamo!

Gradita (e non poco) prenotazione al 347 0554454 o milotamanini@gmail.com

15.5.10

Adesso basta! Chiudiamo le acciaierie di Borgo Valsugana

Partecipata mobilitazione durante la seduta del Consiglio Provinciale


Adesso basta! Ecco lo slogan che ha accompagnato la mobilitazione di questa mattina sotto il palazzo della Regione a Trento durante il Consiglio Provinciale per chiedere nuovamente la chiusura dell’acciaieria, la riconversione dei posti di lavoro e la bonifica delle aree inquinate e dei terreni contaminati da discariche.

A promuovere la manifestazione le Mamme di Borgo Valsugana, sostenute dal gruppo delle Mamme Bionike, attive per una reale alternativa all’inceneritore e contro le nocività che sempre più colpiscono soprattutto i bambini.

Assieme alle mamme anche un’ampia rappresentanza dei comitati locali trentini, da quelli per l’acqua come bene comune, al Coordinamento Trentino Pulito, ad altri gruppi che si battono per uno progresso sostenibile in difesa dell’ambiente e dei beni comuni.

I partecipanti al presidio, con qualche difficoltà, sono riusciti ad assistere alla seduta del Consiglio Provinciale, fischiando a più riprese l’assessore all’ambiente Pacher che pubblicamente aveva espresso la necessità di chiudere l’acciaieria senza poi mantenere la promessa, nonostante l’inchiesta della magistratura e le analisi indipendenti dei medici per l’ambiente avessero provato che l’inquinamento causato dalla fonderia è presente nell’aria, nell’acqua, nei terreni e persino sui davanzali delle scuole. Non sono state risparmiate dure critiche nemmeno ai partiti di centrodestra , in particolare alla Lega, che per i propri fini elettorali alza la voce sulla tutela dell’ambiente e della salute in Trentino, mentre riempie il Nord Italia di inceneritori o di opere insensate e a livello nazionale vota compatta per il ritorno dell’industria nucleare e per la fine delle gestioni pubbliche dell’acqua.

Le Mamme Bionike e i comitati che hanno aderito al loro comunicato - che a fine presidio è stato consegnato ai consiglieri provinciali da una delegazione di donne - hanno voluto mettere in chiaro di non aver accettato nessuna bandiera partitica perché credono che la salute – e la sua tutela – non abbiano colore e che solo attraverso un movimento ampio e dal basso è possibile incidere sulle scelte di oggi e del futuro.

Per questo si dà appuntamento a venerdì 4 giugno alle ore 20.30 a Pergine Valsugana per un incontro-confronto dei vari comitati trentini che lottano per la salvaguardia della salute, delle persone, la tutela dell’ambiente e del territorio.

12.5.10

Il comitato acqua bene comune di Trento sull'inquinamento dell'acciaieria di Borgo


L’INQUINAMENTO DELL’ACCIAIERIA A BORGO VALSUGANA.
A FIANCO DEI CITTADINI E DEI COMITATI, CONTRO LA STRUMENTALIZZAZIONE DEI PARTITI.

Abbiamo aderito all’iniziativa del 14 maggio per manifestare davanti al Palazzo della Regione a Trento la protesta anche nostra di fronte alle minacce alla salute prodotte dai gravi e diffusi inquinamenti provenienti dall’acciaieria di Borgo Valsugana, segnalati dalle analisi indipendenti; e protesta per l’indifferenza arrogante con cui la Provincia di Trento tratta l’impegno autonomo di indagine condotto da cittadini e Comitati sostituendosi alle strutture provinciali latitanti che vogliono ignorare il principio di precauzione.

La classe dirigente di questa Provincia, fingendo di voler discutere nei tavoli, gira in realtà le spalle alla popolazione semplicemente perché fa parte integrante di un meccanismo, di un modello di produzione e di consumo, che in nome del profitto di pochi prevede come esito necessario anche l’assalto all’ambiente, la riduzione a merce dei beni comuni che sono la base della vita, l’attacco alla salute. Perciò non le rivolgiamo appelli.

In Trentino molti stanno cominciando a comprendere che sono tutti aspetti del medesimo sistema: gli inquinamenti mortali dalle fabbriche senza regole, l’inceneritore di Trento, le grandi opere inutili (il progetto per la nuova ferrovia del Brennero), la privatizzazione dei servizi pubblici locali (quelli idrici per primi), lo sfruttamento spinto delle acque provinciali, l’agricoltura dei pesticidi, la cementificazione del territorio ancora disponibile, gli impianti di risalita devastanti e diseconomici, e così via.

Per questo appare promettente quella rete di Comitati locali impegnati contro le singole nocività che sta cominciando a prendere forma nelle valli e che potrebbe tra non molto tempo portare ad un coordinamento provinciale.

Alla vitalità consapevole di questo movimento si contrappone il tentativo che alcuni partiti stanno compiendo in Valsugana per strumentalizzare a proprio vantaggio il rifiuto popolare dell’acciaieria. Pensiamo in particolare alla Lega che per i propri fini elettorali in Trentino alza la voce sulla tutela dell’ambiente e della salute mentre riempie il Nord Italia di inceneritori o di opere insensate e a livello nazionale vota compatta per il ritorno dell’industria nucleare, per la fine delle gestioni pubbliche dell’acqua, per la “valorizzazione” (cioè la vendita per cassa) dei patrimoni locali. E pensiamo nello stesso tempo ai partiti del governo provinciale che utilizzano la presenza della Lega per ipotizzare lo sviamento delle analisi indipendenti.

Ai Comitati della Valsugana domandiamo di vigilare sulle ingerenze di qualsiasi partito.

Saremo al loro fianco in questa lotta, che dovrebbe coinvolgere anche i lavoratori dell’acciaieria. Crediamo che la chiusura di questo impianto aiuterebbe l’opposizione che facciamo alla privatizzazione dell’acqua trentina perché le lotte contro le devastazioni ambientali e le appropriazioni dei beni comuni possono e devono essere collegate.

Il Comitato acqua bene comune di Trento
12 maggio 2010

7.5.10

Adesso basta! venerdì 14 maggio ore 9.30 presidio davanti la Regione


ADESSO BASTA! lo hanno detto genitori e nonni di Borgo Valsugana, che mercoledì sera si sono trovati per discutere dei rischi per la salute dei bambini, esposti quotidiamente ad inquinanti come la diossina, i pcb, il piombo e forse anche a radioattività (sui giornali - è stato ricordato - si parlò addirittura di rottami da Chernobyl) provenienti dalle locali acciaierie.
Mamme, papà, nonni e nonne (c'erano anche le Mamme BioNike Trentino) hanno deciso di essere presenti in consiglio provinciale VENERDI' 14 MAGGIO ALLE 9:30 (Palazzo della Regione, Piazza Dante - Trento) quando si discuteranno le mozioni sul caso Valsugana presentate dalle opposizioni.
Per evitare strumentalizzazioni politiche, il gruppo non utilizzerà pullmann messi a disposizione da partiti politici, ma utilizzerà il treno o mezzi propri per raggiungere il capoluogo.
Tutti coloro - singoli o comitati - che hanno a cuore la tutela dell'ambiente trentino (dalle emissioni industriali all'inceneritore, dai pesticidi alle discariche gestite con "approssimazione" ecc.) e vogliono chiedere alla Provincia di Trento maggiore attenzione sul tema, sono invitati a partecipare indossando una MAGLIETTA BIANCA con la scritta "ADESSO BASTA!"
Ognuno potrà anche personalizzare la maglietta aggiungendo una o poche parole allo slogan.
(Es.: ADESSO BASTA - BUGIE; ADESSO BASTA - DIOSSINA; ADESSO BASTA - AVVELENARE I NOSTRI FIGLI...)
Eventuali adesioni ufficiali possono essere inviate alla mail:
adessobasta14052010@gmail.com

Rassegna stampa:

BORGO - L'appuntamento è a Trento, venerdi prossimo alle 9.30 davanti al Palazzo della Regione. La sintesi dell'incontro di giovedì sera delle mamme di Borgo riunitesi al bocciodromo è questa: mobilitazione in massa fino al consiglio provinciale, per chiedere la chiusura delle acciaierie e la bonifica di tutti gli edifici pubblici di Borgo. Un dibattito senza slogan e senza ideologie. Mamme, qualche papà, e nonni hanno portato in assemblea la preoccupazione, direttamente proporzionale ai dati delle analisi dei Medici Isde e alla mancanza di certezze. Le accuse all'indirizzo di Dellai, Rossi e Pacher hanno lasciato il posto a domande difficili. «Cosa fare con i nostri figli? Il mio bimbo è al nido - interviene Annalisa - ho sempre invocato le uscite all'aria aperta. Adesso devo sperare che non esca mai?». Dal tavolo dei relatori una maestra in pensione, Adriana Armellini , pacatamente invita a riflettere: «Il nostro interlocutore è una corazzata - ammonisce -. È indispensabile che a parlare siano i numeri». I numeri grandi li fanno i comitati: genitori, Barbieri Sleali, Valsugana Pulita, Trentino Pulito, Mamme Bionike con le valli trentine, in un movimento trasversale, che dalla Valsugana arriva fino in valle di Non. Si faranno sentire il 14 maggio, quando il Palazzo discuterà le mozioni di sfiducia dei suoi rappresentanti. «Nessuno deve permettersi - interviene Rosa Finotto dei Barbieri Sleali - di appendere il cappello alla nostra causa». Nessuno salirà sugli autobus del consigliere della Lega Nord Alessandro Savoi . A nessuno - dice - sarà permesso di strumentalizzare i bambini. Nella scuola, ai consigli di classe, saranno portate le preoccupazioni dei genitori. C'è chi tra le mamme ha pensato al 2 giugno per festeggiare in piazza a Borgo una Repubblica speciale, quella degli onesti. Gli interventi delle mamme sono di una praticità sorprendente, al bando i tavoli tecnici: «Sono solo mediatici. Troppi gli invitati per trattare un argomento lungo 30 anni, da dibattere magari in sole due ore». Gente buona di Valsugana che ha deciso di rimettersi in pari con altre valli del Trentino, più tutelate: «Non abbiamo un peso politico - dice Bruno Donati di Valsugana Pulita - e ne stiamo pagando il prezzo. Da Monte Zaccon alle acciaierie, una storia lunga di anni. Nella nostra valle è stato commesso un crimine e guarderemo in faccia i colpevoli solo se a muoverci saremo in tanti». Giuliana Wasserman , una nonna: «Dellai alla testa del corteo dei sindaci passando con fare sprezzante ci ha detto: "Siete sempre i soliti". Anche lui è il solito, in tutti questi mesi non ha avuto il coraggio di dare alla gente della Valsugana la sola cosa davvero importante: la verità».

Nicoletta Brandalise, l'Adige del 7 maggio 2010

30.4.10

Relazione sui risultati delle analisi ambientali in Valsugana

Di Marco Garavelli · 29 aprile 2010

www.trentoattiva.it/2010/04/relazione-sui-risultati-delle-analisi-ambientali-in-valsugana/

Relatori della serata:

  • Dott.ssa Maria Elena Di Carlo – Medico ISDE
  • Dott. Marco Rigo – Medico Isde
  • Dott. Roberto Cappelletti – Medico ISDE
  • Prof. Pier Giorgio Iobstraibizer – Geochimico

Prevedibile e prevista la massiccia affluenza di pubblico alla serata di presentazione delle analisi ambientali, dalla gente stessa commissionata e pagata; così tanta affluenza da indurre Rosa Finotto dei Barbieri Sleali ad annunciare una nuova serata probabilmente nel corso di questa stessa settimana.

Immagine tratta dalla presentazione dei medici per l'ambiente

Immagine tratta dalla presentazione dei medici per l'ambiente

Analisi che ribaltano ancora una volta lo scenario ambientale in Valsugana, dopo le rassicurazioni della Provincia tramite le analisi APPA.

La diossina in Valsugana c’è… eccome!!! E non solo quella, ma anche metalli pesanti come il cadmio (5 volte superiore ai termini di legge), il cromo (3 volte superiore), lo zinco (7 volte) e lo stagno (13 volte maggiore) ¹. Come si può vedere dalla tabella a fianco (click sull’immagine per ingrandire), la diossina è il doppio o il triplo del consentito in via Liverone, alle scuole elementari e in piazza Romani: tutte zone residenziali!

Sbalorditivo inoltre come “l’impronta” inquinante mostrata dal grafico sottostante coincida perfettamente con quella delle analisi al camino dell’ AcciaieriaValsugana. Un impronta che lascia davvero pochi dubbi su chi sia il responsabile di questo danno ambientale.

Immagine tratta dalla presentazione dei medici per l'ambiente

Il dott. Roberto Cappelletti ha fatto notare che la fonderia di Borgo produce dai 3 ai 5 grammi di diossina all’anno, un dato esageratamente alto se pensiamo che la diossina prodotta dal riscaldamento a legna di tutto il Trentino è quantificabile in 0,3 g all’anno. Per quello che riguarda il traffico: per raggiungere i livelli di emissioni giornaliere di un’acciaieria occorrono circa 700 milioni di automobili che percorrono 10 km. Dati che tolgono decisamente credibilità alla tesi secondo la quale il problema inquinamento in Valsugana non sia dato dalla fonderia ivi presente.

Il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne ha informato i cittadini che recentemente è stata sua premura incontrare il Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente a cui ha consegnato un dossier sulla Valsugana e una rassegna stampa degli avvenimenti di questi ultimi anni (in merito alla questione ambientale). Il ministero ha garantito che farà valutare la quantificazione del danno dall’Avvocatura di Stato e dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e valuterà se costituirsi parte civile per i danni ambientali subiti dallo Stato. Proprio ieri il Ministero dell’Ambiente ha contattato la Procura di Trento. Il sindaco ha ribadito che azioni concrete volte alla chiusura della fonderia non potranno essere intraprese dall’amministrazione comunale perchè non competente in materia di inquinamento dell’aria; Laura Zanetti (ex infermiera del reparto oncologico dell’ospedale di Borgo ed ex assistente sanitaria di medicina scolastica) ha commentato che con quei dati di contaminazione da diossine nell’area delle scuole elementari il comune avrebbe il dovere e l’autorità di chiudere la struttura (decreto presidenziale n. 1518 del 1967).

Mario Casna ha iniziato il suo intervento dichiarando di vergognarsi di essere membro del Consiglio Provinciale. Molto contestato l’intervento di Giovanni Kessler (Presidente del Consiglio Provinciale), che inizialmente sembrava voler usare il solito trucco del politichese per calmare le acque in sala. Egli ha fatto poi notare che da parte sua e del PD c’è stata, già ad inizio legislatura, la richiesta di una commissione d’indagine sul caso Monte Zaccon e sul tema ambientale in Valsugana, sottolineando la necessità di maggiori controlli. Kessler ha riconosciuto la grave situazione ambientale in zona e ha chiaramente detto che, utilizzando il sistema del bastone e della carota nei confronti della proprietà, sarebbe bene procedere verso la chiusura dell’acciaieria. Non ci sono strumenti legislativi per togliere gli incentivi all’azienda e né tanto meno per chiudere d’autorità un’azienda privata.

Bruno Dorigatti, ex sindacalista CGIL (ora consigliere provinciale del PD n.d.r.) e strenuo difensore degli operai della fonderia, dopo aver assistito alla relazione dei medici è sembrato voler “scendere dai tetti della protesta”, dicendo che occorre fare pressione nei confronti dell’azienda perchè rispetti in maniera assoluta le più severi norme anti-inquinamento; in mancanza di collaborazione da parte dell’azienda, la fonderia va chiusa per il bene degli stessi operai. Diversamente sarebbe opportuno tenerla aperta.

Giuseppe Filippin (consigliere provinciale per la Lega Nord) ha voluto evidenziare che la fabbrica dovrebbe pagare non solo per l’inquinamento che eventualmente stia causando oggi, ma per il danno che ha causato in 30 anni.

Importante il messaggio venuto da un agricoltore della zona che ha denunciato la necessità che i cittadini si attivino per fare politica dal basso in prima persona, seguendo l’esempio valoroso dei comitati della Valsugana.

A questo link potete scaricare la presentazione dei medici: Presentazione risultati con fondo analisi Valsugana 27 aprile 2010

E’ d’obbligo un sincero ringraziamento ai medici per l’ambiente, ai comitati, al dott. Massimo Cecconi e a tutti i volontari che si sono adoperati per la causa ambientale in Valsugana.

Questa la registrazione integrale dell’evento²:

Per motivi tecnici il filmato è composto da 5 video riuniti in un’unica playlist: alla fine di un filmato viene caricato automaticamente il successivo. Se si desidera passare direttamente al video seguente si può premere in qualsiasi momento il tasto “forward” vicino al tasto “play”.

Per connessioni lente si possono verificare frequenti interruzioni del filmato; per non incorrere in questo noioso inconveniente si consiglia di mettere in pausa la riproduzione per una decina di minuti per permettere al video di caricarsi (buffering del video), dopodichè si può avviare la riproduzione che risulterà così fluida. L’operazione è da ripetersi per ognuno dei 5 video. Questo è dovuto al fatto che il filmato è appositamente stato creato in definizione piuttosto alta per dar modo di leggere i testi della presentazione proiettata nel corso della serata e per avere una buona qualità di visione.

¹Valori riscontrati nella polvere del tetto di un edificio in Piazza Romani a Borgo.

²Al minuto 15.00 del primo video, a causa di un errore di montaggio dello stesso da parte mia, la slide mostrata non è coerente con la spiegazione del dott. Marco Rigo. Si prega di fare riferimento invece a questa slide (click sull’immagine per ingrandire):

28.4.10

Parte anche in Trentino la campagna referendaria sull'acqua



Il fine settimana del 24 e 25 aprile inizia anche in Provincia di Trento la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua. Il 25 aprile saranno allestiti banchetti per la raccolta firme dalle 10.30 in via Oss Mazzurana/angolo via Oriola a Trento, nel pomeriggio dalle 15.30 alla festa della Liberazione in piazza Dante.

I prossimi incontri pubblici dove si potrà anche firmare saranno:

- Il 28 aprile alle ore 20.30 presso la scuola elementare di Povo di via dei Rivi, 6.
E’ un incontro dal titolo “L’acqua, un diritto dell’umanità“. L’introduzione sarà a cura di Aldo Giongo (presidente del circolo Arci Paho di Povo) e di Paola Moser (presidente della circoscrizione di Povo).
La discussione vedrà presenti:
* Claudia de Giorgio del Forum dei movimenti dell’acqua
* l’ing. Stefano Quaglino, direttore di Dolomiti Energia
* Gianfranco Poliandri del comitato acqua bene comune di Trento.
Durante l’incontro verrà proiettato il documentario di Tiziano Giongo dell’associazione Onlus FiloRosso dal titolo Terra d’acqua, che parla della lotta per l’acqua in corso in Uruguay.

- Giovedì 29 aprile 2010 ore 20.30 a Nago - Casa della Comunità
Perché privatizzare l'Acqua? Il decreto Ronchi e i rischi legati all'pertura ai privati della gestione dei servizi idrici nel nostro Paese. La situazione in Trentino.
Saranno presenti: Marco Bersani Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua e Gianfranco Poliandri Comitato Acqua Bene Comune di Trento.
Coordina: Gianfranco Maino - Comitato Acqua di tutti dell'Alto Garda.

- Festa del Primo Maggio a Trento, Doss Trento dalle ore 15.30

- Giovedì 6 maggio - ore 20.45 - Rovereto c/o Centro di Educazione alla Pace Via Vicenza, 5
Proiezione del documentario 'Terra d'acqua' realizzato in Uruguay coivolgendo le comunità.
Interventi della regista Villaverde Florencia e di Javier Taks presidente della Casa Bertold Brecht di Montevideo.
A seguire la raccolta firme per i referendum sull'acqua con presentazione di Francesca Caprini dell'associazione Yaku e del Forum dei movimenti per l'acqua.
Promuovono Nonsolo Acqua - Filo rosso - Zampognaro Lagaro con l’adesione del Comitato Ass. Pace e Diritti Umani di Rovereto


Approfondimenti:
- Campagna referendaria l'acqua non si vende
- Si parte! Inizia la campagna referendaria in difesa dell'acqua come bene comune - interviste audio da Globalproject.info

27.4.10

Le analisi ambientali indipendenti della Valsugana

Di Marco Garavelli, TrentoAttiva

Martedì 27 aprile alle ore 20.30 al polo scolastico di Borgo, i medici ISDE della Valsugana con i comtitati “Barbieri sleali” e “Valsugana pulita”, presenteranno i risultati delle analisi ambientali finanziate dai cittadini. E’ sorta infatti non poca confusione tra la popolazione quando la Provincia ha divulgato i risultati delle analisi APPA, dati che contrastavano quelli allarmanti del 2001 e del 2008.

Le notizie che già si sono diffuse sono davvero preoccupanti e ribaltano completamente i risultati dell’APPA. Visto poi il coinvolgimento di alcuni funzionari della stessa nell’inchiesta della Procura, la gente terrà sicuramente in seria considerazione ciò che emerge dalle analisi indipendenti.

A poco è servito il recente “regalino” della Provincia all’APT della Valsugana (145.000 €) a titolo di risarcimento ambientale. Per risollevare un’area costantemente offesa e torturata da diverse fonti di inquinamento (fonderia, discariche e traffico pesante in primis) ci vuole ben di più ed è quello che da anni i Valsuganotti chiedono e che solo un intervento extra-provinciale del Corpo Forestale di Enego ha reso più probabile: la chiusura e riconversione della famigerata Acciaieria Valsugana.

Registreremo il video della conferenza di martedì sera e lo potrete visionare su questo blog a partire da giovedì pomeriggio.

26.4.10

Nuovi impianti: autonomia tradita


FOLGARIA - La portavoce dei 1700 firmatari, Francesca Manzini, si è rivolta così al presidente del Consiglio Provinciale, Gianni Kessler. «Le motivazioni della nostra contrarietà al progetto erano e sono sostanzialmente la sua distruttività per l'ambiente, l'insostenibilità tecnica ed economica, il mancato coinvolgimento delle comunità interessate. Il 3 aprile 2008 l'Ufficio di Presidenza aveva dichiarato l'ammissibilità della petizione e lo stesso Presidente Dellai l'aveva trasmessa alla Terza Commissione Permanente per un rapido esame.
Il previsto iter d'esame era poi sfociato nella relazione stilata dalla commissione competente e sottoposta al consiglio provinciale. Infine l'8 maggio il Consiglio approvava all'unanimità due ordini del giorno (n. 282 e 283) che impegnavano la Giunta provinciale ad opporsi ad un ampliamento dell'area sciabile di Folgaria finalizzato al collegamento con il territorio veneto. Il Consiglio non si è però limitato a condividere le argomentazioni della petizione popolare, ma ha a sua volta lanciato un allarme (odg n. 283) di notevole gravità: "Il collegamento sciistico con il Veneto potrebbe generare un danno di incalcolabile entità per il tessuto turistico ed economico dell'Altopiano".
Dopo tale esplicita e autorevole presa di posizione ci saremmo quindi aspettati - secondo quanto richiesto dallo stesso Consiglio - una radicale revisione del progetto di sviluppo turistico degli altipiani che garantisse la partecipazione delle comunità interessare alla definizione dei piani di sviluppo. Nulla di tutto questo. Infatti, soltanto pochi mesi dopo, il 17 ottobre 2008, la Giunta Provinciale ha approvato il progetto di espansione sciistica verso il Veneto per oltre 70 milioni di euro, mentre in questi giorni apprendiamo che il collegamento Fiorentini-Folgaria, grazie a un modesto stanziamento della Regione Veneto, potrebbe essere presto realizzato».
Scrive Manzini: «A noi, cui è stato insegnato che il Consiglio provinciale è il "Parlamento del Trentino" e quindi il massimo organo rappresentativo e decisionale della Provincia, resta incomprensibile come la Giunta possa, nel giro di pochi mesi, decidere in via autonoma di disattendere gli orientamenti e le raccomandazioni del Consiglio. Poiché non ci risulta che lo Statuto di autonomia della Provincia sia stato oggetto di recenti modificazioni in tal senso, ci rivolgiamo al Suo ruolo istituzionale, nonché alla Sua personale cortesia, affinché venga posto rimedio».
Manzini ricorda che «il consigliere Bombarda che in data 30 marzo 2010 ha presentato un'interrogazione che dovrà avere risposta scritta entro il prossimo 1° maggio. Nell'auspicare che tale risposta non sia evasiva, dilatoria o liquidatoria del problema, da parte nostra Le chiediamo di voler garantire: che venga soddisfatta l'esigenza della trasparenza amministrativa come esigenza dei privati cittadini di poter adeguatamente comprendere le ragioni dei comportamenti della pubblica amministrazione; che venga dato il massimo rilievo a quel "danno di incalcolabile entità per il tessuto turistico ed economico dell'Altopiano" evidenziato dallo stesso Consiglio: a rischio è soprattutto il futuro economico delle nuove generazioni».

fonte: www.ladige.it

20.4.10

L'Austria mette in dubbio la nuova ferrovia del Brennero


COMUNICATO STAMPA:
I DUBBI IN AUSTRIA SULLA NUOVA FERROVIA DEL BRENNERO CONFERMANO I MOTIVI DELL’OPPOSIZIONE IN ITALIA.

Alla fine di marzo 2010 fonti austriache di affidabilità consolidata [1] - in parte riprese dalla stampa altoatesina [2] - hanno diffuso informazioni secondo cui in Austria si stanno sottoponendo a revisione generale tutti i progetti di nuove strade e ferrovie (piano infrastrutture 2010-2015, con particolare riferimento alla galleria di base del Brennero) perché mancano adeguate coperture finanziarie e sicure garanzie che a lavori ultimati il traffico merci si sposti dalla gomma alla rotaia; solo dopo una adeguata rivalutazione globale gli organi competenti assumeranno le decisioni definitive. Esaminando le notizie nel dettaglio, emerge che perplessità e contrarietà attraversano all’interno i componenti del Governo federale austriaco, la coalizione di governo, istituzioni centrali, il Land Tirol, partiti, esponenti politici e tecnici di diversa estrazione. Non siamo al ritiro formale dell’adesione austriaca, ma il futuro del progetto della nuova linea del Brennero è palesemente in forse. In Austria per ora la politica non dichiara formalmente l’inutilità dell’opera (molti dubbi escono comunque dal Ministero dei Trasporti); ma mentre alcuni dei soggetti pubblici interessati riducono drasticamente i finanziamenti già attribuiti all’opera altri mettono in evidenza le difficoltà di ulteriore finanziamento e prendono le distanze.

Tutte incertezze che la stampa in Italia - segnatamente in Trentino - si guarda bene dal riportare. Forse per non dare altri spunti ai Comitati, ai soggetti organizzati e ai singoli che nelle valli dell’Isarco e dell’Adige da anni si oppongono ad un progetto inutile e dannoso?

Non abbiamo bisogno di argomenti nuovi. Le esitazioni crescenti in chi decide in Austria sono solo un effetto (peraltro tardivo) delle negatività radicali di un’opera che già da molto tempo esibisce un scostamento abissale tra obiettivi dichiarati e realtà.

Di fronte alle previsioni di un flusso merci sempre in aumento sull’asse del Brennero (da compensare con la nuova ferrovia) stanno i dati di un crollo oramai strutturale del traffico pesante: meno 23% tra il 2008 ed il 2010, a far tacere finalmente i promotori che dichiaravano transitoria la flessione 2008-2009 e raccontavano di stime nuovamente positive a partire dalla metà dello scorso anno. Di fronte al preteso ruolo strategico della nuova ferrovia del Brennero stanno sia le chiare opzioni del Governo italiano (che comunque non ci convincono) verso la direttrice Genova-Milano-Rotterdam sia la formazione di un alternativo asse direzionale merci
dai porti del Nord Adriatico verso il Centro Europa (ferrovia dei Tauri).

In ogni caso - come tutto il movimento NO TAV in Alto Adige e in Trentino ha dimostrato ripetutamente - le soluzioni per ridurre i gravissimi impatti del traffico merci autostradale a un livello compatibile con la salute umana e l’equilibrio ambientale esistono, e sono praticabili subito senza attese pretestuose per dare spazio ad un progetto inutile:
1) intervenire per portare le tariffe merci autostradali della rampa Sud al livello di quelle austriache;
2) attuare politiche dei trasporti che disincentivino il traffico pesante non indispensabile;
3) utilizzare tutta l’ampia capacità residua della linea ferroviaria storica del Brennero.

C’è poi l’inquinamento acustico prodotto dai treni merci lungo le valli dell’Isarco e dell’Adige. Il problema può essere affrontato immediatamente con interventi mirati; lasciare insoluto anche questo ed utilizzarlo per promuovere la nuova ferrovia è irresponsabile.

L’insistenza sull’opera in Italia si spiega solo con la necessità di favorire gli affari di grandi imprese di costruzione e degli ambienti politico-burocratici al loro servizio. Chi si oppone lo ha capito da tanto e sa bene che progetti come questi sono il frutto avvelenato di un modello di produzione e di consumo che impoverisce le collettività, devasta l’ambiente, minaccia la vita.

Dachverband für Natur und Umweltschutz (Bolzano)
NO TAV - Kein BBT (Bolzano)

Stop BBT Valle di Vizze (Prati di Vizze, Bolzano)

Associazione marcolina per la tutela del territorio NO TAV (Marco, Trento)
Centro Sociale Bruno (Trento)
FILCAMS CGIL (Trentino)


[1] Cfr. www.tt.com di date 27, 30 e 31 marzo 2010.
[2] Cfr. Tageszeitung 3 e 4 aprile 2010, Alto Adige 4 aprile 2010.

15.4.10

Sintesi sulle serate informative alle quali ha partecipato il Comitato Acqua Bene Comune di Trento


Qualche dato dalle serate informative sulla privatizzazione dei servizi idrici cui ha partecipato il Comitato di Trento acqua bene comune.

Nelle ultime settimane del 2010 il Comitato è stato invitato a partecipare con un proprio intervento relatore alle serate di confronto e informazione qui elencate:

  • “L'acqua: diritto o profitto?”, incontro sulla situazione dei servizi idrici in Alto Adige (a cura di OEW, Operation Daywork, Centro Pace Bolzano), Bolzano 19 marzo;
  • serata dedicata al tema dell’acqua (proiezione del film-documentario “Flow. Per l’amore dell’acqua”) da CinemaFutura, Centro Sociale Bruno, Trento 26 marzo;
  • “Acqua bene di tutti o bene economico? Confronto sul decreto Ronchi: privatizzazione del servizio idrico” (a cura di Fondo Progetti Solidarietà, SAT sezione di Mattarello, ACLI Circolo Mattarello), con la partecipazione di Marco Bersani (Forum Movimenti Acqua), Merler (Amm. Del. Dolomiti Energia) e Pacher (Vicepres. Prov. TN), Mattarello 8 aprile;
  • “Acqua bene comune” (a cura di Comune di Flavon e Laboratorio Territoriale per lo sviluppo sostenibile Valle di Non), con la partecipazione di padre Zanotelli (comboniano) e Valentini (pres. Comunità Val di Non), Flavon, 10 aprile;
  • “Acqua sul mercato. La gestione dell’acqua come bene comune, proposte per l’Italia e per il Trentino” (a cura di ACLI Destra Adige, NonSoloAcqua, Comitato Pace e Diritti Umani di Rovereto, Castelbarco di Pomarolo, Zampograno Lagaro), con la partecipazione di padre Zanotelli (comboniano), Villalagarina 11 aprile.

In totale abbiamo incontrato circa 750 persone e l’attenzione è stata sempre molto elevata. Alcuni elementi ci sono sembrati di particolare rilievo.

  1. E’ stata continuamente proposta e rilanciata l’idea dell’acqua come bene comune fonte della vita, insuscettibile di appropriazione, oggetto di servizi di interesse generale di natura sociale erogabili soltanto da soggetti pubblici che rappresentino le collettività territoriali e siano da queste controllabili, privo di interesse economico, escluso da qualsiasi applicazione di regole di mercato e dunque sottratto al profitto.
  2. E’ stato continuamente affermato e volentieri recepito che i processi di privatizzazione dei servizi idrici sono uno dei frutti avvelenati di un modello di produzione e di consumo che impoverisce singoli e comunità a vantaggio di pochi, devasta l’ambiente, minaccia la salute e la dignità umana.
  3. Emerge con sempre maggiore chiarezza che la dirigenza trentina di governo ed i tecnici che la accompagnano presenziano alle iniziative pubbliche senza volontà di confronto, non argomentano, non ascoltano. E’ una partecipazione formale che pare avere il solo scopo di simulare residui spazi di democrazia; ma si percepisce che le decisioni critiche (accelerare le privatizzazioni e portare le SpA alla quotazione in borsa) sono già state prese e non si mettono in discussione. Risalta poi in maniera crescente che queste decisioni si formano nei centri del potere economico-finanziario e che la politica, in posizione servente, è chiamata semplicemente a farle proprie ed applicarle. Gli avversari più forti del movimento trentino per l’acqua bene comune non si trovano nell’apparato politico-burocratico.
  4. Le ragioni “tecniche” per cui in Trentino la privatizzazione dei servizi idrici esiste e dovrebbe svilupparsi sono inconsistenti. Le tariffe medie 2001-2009 assicurate dalle gestioni dirette comunali sono più basse di quelle delle SpA; i servizi non privatizzati sono nel complesso efficienti; le singole esigenze di ordine industriale che possono richiedere razionalizzazioni di reti ed economie di scala a livello territoriale possono essere perfettamente soddisfatte dai Comuni consociati, senza alcun ricorso ideologico alla presunta maggiore efficienza dell’organizzazione privatistica; la difesa dell’occupazione locale nei servizi idrici non appare certo garantita dalle SpA (che del resto non esistono in Provincia di Bolzano).
  5. I non molti amministratori locali che è stato possibile ascoltare hanno mostrato, senza eccezioni, di capire come la gestione dei beni comuni (innanzitutto l’acqua) e i servizi connessi sono il fondamento e il futuro degli enti locali. Non si può escludere che in qualche caso esigenze di visibilità e convenienze abbiano creato confusione; si tratta evidentemente di vigilare e pretendere che gli impegni siano mantenuti. Si rivela comunque giusto l’obiettivo primario del Comitato: lavorare dal basso perché in tutti i Comuni con servizi privatizzati si avviino processi di ripubblicizzazione nella forma delle Aziende speciali consortili ed appoggiare la resistenza dei Comuni che si opporranno ai tentativi di privatizzazione.
  6. Sul punto precedente interventi del pubblico hanno messo in evidenza una contraddizione importante. Molti dei Comuni che hanno affidato i servizi idrici civili a SpA totalmente pubbliche o (in larga prevalenza) miste pubbliche-private [ 1 ] , e che per importanza dovrebbero i primi ad avanzare sulla strada delle ripubblicizzazioni, ottengono forti dividendi annuali grazie alle rispettive partecipazioni al capitale sociale. Analogamente, in altri ambiti, percepiscono dividendi e compensazioni gli enti locali che accettano l’invasione in corso da parte di impianti idroelettrici di ogni taglia. In una fase in cui la finanza comunale - con vari meccanismi - è messa deliberatamente e fortemente in crisi (in tutta Italia, anche in Trentino) questi dividendi costituiscono un’attrattiva che si aggiunge ai vantaggi garantiti dai sistemi di sottopotere originati dagli incroci di capitali pubblici e privati. Comuni economicamente deboli sono comunque più facilmente aggredibili con proposte di cessione dei servizi idrici ai privati.
  7. L’acqua non è soltanto oggetto di servizi idrici ma anche componente ambientale che in Trentino subisce pesanti aggressioni, sia dal punto di vista delle utilizzazioni fonti di sprechi (quelli dell’agricoltura e dell’innevamento artificiale tra i primi) sia da quello delle minacce dirette. Tra queste ultime il pubblico ha mostrato più attenzione verso quelle causate dall’eccessivo sfruttamento idroelettrico, dal progetto di quadruplicamento della ferrovia del Brennero, dal progetto Metroland.
  8. La richiesta di appoggio e partecipazione ai referendum sulle norme nazionali che realizzano la privatizzazione definitiva dei servizi idrici è stata ripetutamente avanzata da Bersani e Zanotelli, insieme alle spiegazioni sui contenuti dei tre quesiti. Nessuno del Comitato ha voluto inserire incertezze esponendo le perplessità che sul referendum abbiamo, senza per questo far mancare il sostegno ad una battaglia che vorremmo di certo vincere. Comunque il clima percepito in questi incontri fa pensare che i referendum possono essere un obiettivo non assorbente, che possono invece costituire occasione per informare capillarmente, far partire iniziative diffuse per il consolidamento delle gestioni comunali dei servizi idrici civili dove esistono e per la ripubblicizzazione subito negli altri territori, porre la questione cruciale di tutte le forme di utilizzazione delle risorse idriche in Trentino.
  9. La sensibilità verso tutti i temi proposti ci è parsa grande e diffusa, come forte ci è parsa l’inquietudine per il livello che la privatizzazione dei servizi idrici in Italia e in Trentino - ha già raggiunto e si avvia a superare in tempi non lunghi. L’interesse per tutte le idee di ripubblicizzazione risulta evidente. A questa consapevolezza sembra corrispondere una prima serie di iniziative verso l’organizzazione di comitati e gruppi di azione locali anche non si è ancora potuta cogliere una articolazione sufficiente di proposte legate alle situazioni dei territori.

[1] Ricordiamo che tra queste Dolomiti Reti SpA cura oggi i servizi di 18 Comuni (Ala, Albiano, Aldeno, Borgo Valsugana, Brentonico, Calliano, Civezzano, Fornace, Grigno, Lavis, Mori, Nave San Rocco, Nomi, Roverè Della Luna, Rovereto, Trento, Volano, Zambana) per un totale di oltre 200.000 abitanti.


Il Comitato di Trento acqua bene comune 14.4.2010