30.11.09

Attivisti di Climate Justice Action occupano l'inceneritore di Schio



Schio-28 Novembre 2009

Da Schio a Copenaghen giustizia climatica ora:Bosetti dimettiti!

Una cinquantina di attivisti di Climate Justice Action ha compiuto un blitz all'interno dell'inceneritore di Schio per chiedere le dimissioni del presidente Ava (Alto Vicentino Ambiente) Lorenzo Bosetti.

Bosetti è indagato per omicidio colposo, disastro ambientale, violazione delle norme di inquinamento e violazione delle norme sul lavoro alla fabbrica Marlane-Marzotto di Praia a Mare, in provincia di Cosenza.
Le indagini ormai concluse hanno rivelato che: centinaia di operai sono morti causa inalazione di soastanze tossiche e nocive, tra cui amianto, con cui lavoravano. Inoltre la procura ha disposto il sequestro dei terreni circostanti in quanto in essi sono state scaricate illegalmente tonnellate di rifuiti tossici.

Gli attivisti, con tute bianche e mascherine, sono entrati all'interno dell'area dell'inceneritore , hanno attaccato uno striscione e tapezzato l'area con volantini.

23.11.09

Agricoltura: pericolo veleni e ogm

Report dell'incontro di venerdì 20 sui pesticidi di Calceranica al Lago.
Dal blog del comitato Prà Gras di Fonzaso.

Molto interessante l’incontro organizzato da un gruppo di cittadini valsuganoti a Calceranica al lago. Un confronto pacato, costruttivo e propositivo tra frutticoltori locali e il comitato per la salute della Val di Non. Tra i relatori anche il dott. Roberto Cappelletti (sindaco e medico) che ha illustrato, dati alla mano, la pericolosità di molto principi attivi usati in frutticoltura (ma non solo), alcuni dei quali (di uso comune) sono sospetti cancerogeni e provocano danni al sistema endocrino.
Impressionanti i dati portati sull’aumento dell’incidenza dei tumori infantili, delle malformazioni fetali e delle malattie degenerative. Puntuale anche la relazione dei due rappresentanti del comitato noneso che hanno ricordato l’esito delle analisi auto finanziate.
Su 13 campioni 12 sono risultati contaminati da una o più sostanze dannose per la salute: campioni rilevati anche a distanza di 70 metri dai meleti, campioni rilevati nei giardini, negli orti privati, negli spazi pubblici; oltre alle centinaia di segnalazioni di infrazioni commesse nei meleti e non rilevate né sanzionate.
IMPRESSIONANTE IL FATTO CHE UN ALBERO DI MELO (trattato chimicamente), AL TERMINE DELLA SUA BREVE CARRIERA PRODUTTIVA NON SIA CONSIDERATO “LEGNO” MA BENSI'... RIFIUTO SPECIALE !
Molto preoccupante anche il fatto che nella maggioranza dei campioni di mele analizzate siano stati trovati più residui di principio attivo suscitando la preoccupazione di molti per l’effetto combinato che questi possono avere.
Si è parlato molto anche di “FASCE di SICUREZZA” attorno a case, scuole, ospedali ecc.. per evitare l’effetto deriva dei pesticidi; studi dimostrano che tale distanza è bene non sia inferiore ai 100m.
Una serata sicuramente positiva che oltre a palesare buoni propositi di produttori e amministratori e dimostrare la pericolosità di molti dei prodotti, per lo più usati troppo e male, ci piace sintetizzare con una battuta...
SE VUOI PER DAVVERO CHE LA MELA TOLGA IL MEDICO DI TORNO, FA SI CHE LA MELA CHE MANGI SIA BIOLOGICA!!

Siamo convinti che se i consumatori fossero adeguatamente informati su cosa c’è dentro a certe mele, sotto alla buccia lucida e perfetta, invece che darle ai propri figli le userebbero come la Biancaneve di questa vignetta.

DA SEGNALARE ANCHE LE DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE GENERALE DELL'ARPAV DRAGO (Tribuna di Treviso) che denuncia: "Nelle terre di Marca troppi pesticidi, tanti nitrati e perfino atrazina, vietata ma venduta nei circuiti di un mercato nero..Il problema riguarda tutto il territorio trevigiano, dalle colline del Prosecco, dove alcuni mesi fa vennero trovati livelli di inquinamento fuori dalla norma, alla pianura..I nostri rilievi evidenziano chiaramente la presenza massiccia di queste sostanze"

SEGNALIAMO INOLTRE UN INTERESSANTE DOCUMENTO RELATIVO ALLA PERICOLOSITÀ DEGLI OGM (organismi geneticamente modificati) "Malattie indotte da virus transgenici".
I virus transgenici con cui oggi si fanno gli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) entrano nel DNA della pianta, modificandola in maniera a noi sconosciuta. Questi virus dovrebbero restare latenti, ma nulla può escludere che possano anche riattivarsi in maniera analoga ai ben noti virus tumorali a RNA (Oncornavirus) o come i virus tumorali a DNA (entrambi induttori di leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi…).
(per leggere tutto il documento cliccare qui)

22.11.09

Pesticidi nel piatto più tumori nei bambini

Il Comitato locale chiede regole più restrittive

CALCERANICA - Il consumatore vuole le mele senza nessun difetto: è per questo che (secondo Mario Mengoni del Consorzio frutticoltori Alta Valsugana), i coltivatori non possano fare a meno di usare fitofarmaci. Anche se lo fanno il meno possibile e stanno cercando strade diverse per la lotta a parassiti e funghi. Dall'affollato dibattito sui pesticidi svoltosi venerdì sera a Calceranica su iniziativa di un gruppo di cittadini, è emersa una certezza: è necessario che i Comuni, i sindaci quindi, vigilino sul rispetto delle regole per quanto riguarda l'uso degli atomizzatori.
Rispetto delle distanze minime dalle abitazioni, dagli orti dei privati, dalle strade e ciclabili dove le persone possono transitare mentre vengono immesse nell'atmosfera sostanze «sospette cancerogene» come il «captano». Ma dalla serata (i cui toni sono stati pacati e dialoganti, anche grazie all'impostazione data da Alex Faggioni del comitato cittadino, Sergio De Romedis e Virgilio Rossi , del Comitato per il diritto alla salute della Val di Non), è emerso chiaramente il pericolo dell'esposizione ai fitofarmaci, soprattutto per i bambini.
Nella sua relazione De Romedis ha detto che in Trentino ogni anno si usano due milioni e mezzo di fitofarmaci (fonte Istat), molto al di sopra della media nazionale. Il medico e sindaco di Centa San Nicolò, Roberto Cappelletti , ha mostrato i risultati di una ricerca sul cibo svolta nel 2007: in media si introducono, ad ogni pasto, circa 3,8 tipi di pesticidi. In aumento rispetto al 2,4 del 2005 e al 3,6 del 2006 (fonte Appa di Trento).
Cappelletti, dati alla mano, ha detto che i tumori dei bambini sono in aumento, così come l'infertilità degli uomini e le malformazioni dei neonati. Tra le sostanze che si trovano nei nostri piatti (prevalentemente nella frutta) c'è anche il clorpyrifos, sospetto cancerogeno (significa che è stata dimostrata la sua azione tumorale negli animali).
Nell'intervento dei due rappresentanti del Consorzio Frutticoltori Alta Valsugana, Mengoni e il tecnico Andrea Taddia , è emersa la buona volontà di limitare al massimo l'uso dei pesticidi: si stanno introducendo forme di contrasto ai parassiti come la «confusione ormonale».
Il sindaco di Calceranica Sergio Martinelli (la sua giunta si troverà prossimamente ad analizzare una petizione presentata dai cittadini su regole più restrittive di quelle provinciali sulle modalità di uso dei fitofarmaci) ha chiesto di trovare delle mediazioni tra le due esigenze. Di fronte alla proposta del Comitato noneso di aumentare a 100 metri la distanza minima dalle abitazioni durante i trattamenti con fitofarmaci ha fatto notare che a Calceranica, se così fosse, nessuno potrebbe più coltivare nulla.

A. Pi.
Fonte: L'Adige del 22 novembre '09

20.11.09

Mostra e convegno a Rovereto in difesa dell'acqua


Proprio nei giorni in cui esplode la polemica sulla «privatizzazione dell'acqua» approvata a colpi di decreto dal governo Berlusconi, si apre domani «H2OK», mostra interattiva che a Rovereto sarà aperta fino al 5 dicembre all'Oratorio Rosmini dal titolo «Acqua: diritto umano e bene comune». La proposta nasce dal Comitato per la Pace e i Diritti Umani ed è stata sostenuta dall'assessorato all'istruzione del Comune di Rovereto. Vede già la prenotazione di quasi trenta classi degli istituti delle scuole medie e superiori a cui si rivolge la visita interattiva di due ore. Per visitare la mostra sono previsti anche due momenti per la cittadinanza - ore 16-18 di sabato 28 novembre e ore 10-12 di sabato 5 dicembre - prenotazioni al numero tel 0464 452368 dell'assessorato.

Domani, sabato 21 novembre alle ore 17.30 si apre con un incontro «Acqua: diritto umano e bene comune' per scoprire i progetti che funzionano per garantire il diritto all'acqua.
Intervengono Paolo Rizzi del Contratto Mondiale sull'Acqua e Francesca Caprini dell'associazione Yaku che si occupa del progetto «Scuola per l'Acqua» che coinvolge i paesi della catena delle Ande.
Tra i temi si rilanciano le richieste della campagna «Salviamo l'acqua» che chiede al governo italiano e al Parlamento di ritirare il decreto (approvato l'altroieri) che chiede alle pubbliche amministrazioni di affidare entro il 2011 la gestione del servizio idrico alla maggioranza dei privati. Questo punto è stato ben sottolineato da diverse voci pubbliche tra cui Dacia Maraini e padre Alex Zanotelli che chiedono che la gestione del bene comune acqua venga ridata alle società interamente pubbliche in modo da garantire il diritto all'acqua a tutti i cittadini - anche i meno abbienti. Aggiornamenti e informazioni sul sito www.acquabenecomune.org «La votazione alla Camera sulla privatizzazione dell'acqua è da considerarsi un passaggio che chiude una epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coinvolgere i Comuni» commenta Andrea Trentini, organizzatore della mostra. «Sono liquidati quei pochissimi margini concessi alle amministrazioni locali di mantenere la gestione nei servizi fondamentali come l'acqua. Un decreto palesemente incostituzionale che gli enti locali dovrebbero impugnare».

Info:
www.cittadinirovereto.it/diario/acqua-incontro-sab-21-a-rovereto/

Contro la TAC nasce il comitato "Salva Marco"

Fonte: l'Adige del 20 novembre '09

Cresce la mobilitazione spontanea nel paese di Marco contro la realizzazione della temuta ferrovia ad alta capacità (Tac) che avrebbe proprio a nord del popoloso paese l'uscita della galleria Zugna. Dopo la tenace azione della Circoscrizione, ora è ufficialmente nato anche il Comitato «SalvaMarco», che si è riunito alla presenza di una cinquantina di attivisti, espressione anche del mondo associazionistico e del volontariato locale, pronti a muoversi immediatamente. Particolarmente attive nel Comitato sono le mamme di Marco, «pronte a batterci per difendere il futuro dei nostri figli, i loro diritti di vivere a Marco. Ci hanno accusate di aver strumentalizzato i nostri figli nella protesta, noi rispondiamo che a 13 anni possiamo spiegare loro cosa sta succedendo. Non c'è nulla di politico nella nostra azione, l'ambiente è di tutti, così come l'acqua è un bene collettivo. Sono anni che lottiamo per un parco che non c'è. Non si può liquidare questo problema con una battuta infelice (quella del presidente della Provincia Dellai «avrebbero fatto meglio a portare i bambini al parco», ndr), a Marco non c'è un parco ma un'aiuola con giochi vecchi di trent'anni». Il Comitato «SalvaMarco» è partito a razzo: sono già disponibili in tutti gli esercizi economici i moduli della petizione per opporsi «a qualsiasi progetto di potenziamento ferroviario che danneggi il territorio e la comunità di Marco»: «Siamo convinti che tutti i 2800 abitanti di Marco sottoscriveranno la petizione- commentano i promotori -, siamo disposti ad andare casa per casa a spiegare cosa potrebbe succedere se la Tac venisse realizzata e l'uscita della galleria fosse proprio qui. Vogliamo fornire maggiore informazione ai cittadini, perché finora è stata carente, per questo abbiamo realizzato un volantino con il tracciato previsto ed i disagi pesantissimi che dovremmo sopportare: 12 anni di cantieri, a nord e a sud del paese, su circa 160 mila mq, un transito continuo di camion per trasportare il materiale di scavo, costante presenza di polveri, espropri di terreni e pericolo di danneggiare irreparabilmente le falde acquifere che ci dissetano. Poi, una volta realizzata la Tac, si prevede il passaggio di 400 treni al giorno, uno ogni 3', carichi di qualsiasi cosa, degrado della nostra vita, vibrazioni al passaggio di ogni convoglio, svalutazione delle nostre case».

G. L.

Calceranica al lago: Per un'agricoltura sostenibile che rispetti il territorio e la salute


VALSUGANA - I cittadini della Val di Non hanno cominciato a mobilitarsi nel 2007, quelli della Valsugana qualche mese fa. Ma l'obiettivo è uguale: pretendere che i trattamenti fitosanitari siano attentamente regolamentati e che l'uso dei pesticidi sia limitato il più possibile, perché gli effetti sulla salute umana, sugli animali, sull'aria e sull'acqua non siano drammatici. È questo il tema del dibattito pubblico che domani sera, dalle 20.30, si svolgerà nella sala delle associazioni di Calceranica al Lago (di fronte alla chiesetta di S. Ermete).
I relatori, moderati da una giornalista de l'Adige , saranno: Sergio De Romedis e Virgilio Rossi , del Comitato per il diritto alla salute della Val di Non (attivo da due anni sul fronte dei trattamenti in agricoltura); Roberto Cappelletti , sindaco di Centa S. Nicolò, dell'associazione Medici per l'ambiente; il tecnico Andrea Taddia e un dirigente del locale Consorzio frutticoltori Alta Valsugana. Ad organizzare il primo confronto in valle sugli effetti delle irrorazioni, è stato un gruppo di cittadini di Calceranica: «Vivendo a stretto contatto coi meleti estesi alle spalle del lago - spiega Alex Faggioni -, ci siamo preoccupati di capire come fosse regolamentato l'uso dei pesticidi. Abbiamo così scoperto che il nostro Comune non ha alcun regolamento, mentre Caldonazzo sì. Allora, il 3 agosto scorso, abbiamo presentato al sindaco una petizione perché anche la nostra amministrazione adotti regole più restrittivo di quelle fissate nel protocollo provinciale.
La petizione dovrebbe essere discussa nel prossimo consiglio comunale». Quello dei regolamenti comunali, differenti da paese a paese, è uno dei problemi principali da risolvere, anche perché i trattamenti nebulizzati si diffondono col vento ben oltre i confini catastali. «A pochi metri dalle nostre case, ma magari in un altro comune, i problemi sono simili ai nostri - prosegue Faggioni -. Abbiamo organizzato quindi riunioni con rappresentanti di altre associazioni della vallata, tenendo anche presente la vocazione turistica della zona, la certificazione Emas ottenuta dal nostro comune e il fatto non irrilevante che, ad esempio, chi passa sulle piste ciclabili dell'Alta Valsugana spesso si trova immerso in nuvole di prodotti sparsi dagli atomizzatori in orari e giornate diverse, senza potersi difendere».
È chiaro che per cambiare le cose, serve fare rete tra varie realtà che operano sul territorio e si occupano di ambiente. Ma serve anche l'appoggio delle amministrazioni pubbliche, dalla Provincia ai Comuni, senza dimenticare la neonata Comunità di Valle, perché magari, proprio attraverso questa istituzione, si adotti un regolamento unitario che tenga conto delle esigenze di chi coltiva, ma anche di chi deve vivere o soggiornare in una certa area. Tanti dunque gli aspetti da valutare, domani sera: i membri del Comitato noneso racconteranno la loro esperienza, le analisi compiute sul loro territorio e i risultati delle azioni intraprese; il dottor Cappelletti parlerà degli effetti dei prodotti più usati sulla salute umana e sull'ambiente; i rappresentanti del Cofav spiegheranno invece come è cambiata l'agricoltura in questi anni, quali sono i regolamenti interni adottati e quali i problemi di chi, comunque (e lo riconoscono anche i promotori della serata), ha diritto di vivere del proprio lavoro.
G. Car.

Fonte: l'Adige del 19 novembre '09

18.11.09

San Michele boccia l'inceneritore


SAN MICHELE - Un ordine del giorno per chiedere alla Provincia di valutare attentamente, sulla base di quanto emerso dal convegno del Pala Rotari, le soluzioni in alternativa all'inceneritore. È quanto proporrà la giunta comunale di San Michele nel prossimo consiglio convocato per fine mese, esprimendo così la propria contrarietà all'incenerimento dei rifiuti.
«In occasione del terzo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti, il gruppo di maggioranza - ci tiene a precisare il sindaco Guido Moser - ha sempre ribadito la propria contrarietà al termovalorizzatore, ponendo in primo piano la salute pubblica ed il rispetto dell'ambiente. Avevamo invitato la Provincia a continuare nella ricerca di un sistema alternativo al termovalorizzatore e devo ricordare che presso il nostro municipio, il 27 giugno 2008, venne organizzata dall'assessore del Comune di Lavis, Lorenzo Lorenzoni, una serata sull'inceneritore; fra i relatori c'era anche l'ingegner Massimo Cerani che spiegò come funziona il Centro di Vedelago ritenuto, però, un impianto non risolutivo da parte dell'amministrazione provinciale. Di perizie e studi ne sono stati fatti parecchi, ma fino a quel momento alternative credibili allo smaltimento dei rifiuti non ce n'erano. Per questo motivo la mia giunta non ha ritenuto di partecipare alla spesa con le altre amministrazioni comunali che hanno promosso la serata al Pala Rotari».
Cosa vi ha convinto ad assumere la posizione contraria all'inceneritore? «Oggi, alla luce di quanto è emerso dal convegno del Pala Rotari, mi sembra che qualcosa di nuovo si intraveda nello studio di fattibilità proposto e che merita di essere approfondito. Per questo, nel prossimo consiglio comunale, è mia intenzione portare un ordine del giorno per sensibilizzare la Provincia ad esaminare e ricercare ancora una soluzione tecnica diversa dall'inceneritore».
L'ordine del giorno arriva anche come risposta all'interrogazione della minoranza che vuole conoscere la vostra posizione nel merito? «Ho letto i vari interventi del gruppo di minoranza, ed in particolare della capogruppo Clelia Sandri sempre pronta a cavalcare qualche malcontento: prima con le "sort" comunali, favorendo gli interessi privati anziché l'interesse pubblico, e adesso, avvicinandosi la campagna elettorale, eccola pronta a cavalcare la questione inceneritore. Noi non abbiamo mai detto di sì all'inceneritore: voglio evidenziare che, pur con qualche difficoltà, San Michele è sempre stato tra i comuni più virtuosi per quanto riguarda la raccolta differenziata. Siamo stati fra i primi ad aderire al servizio di raccolta "porta a porta", tanto per dimostrare la nostra sensibilità al problema. Prova ne sia che il nostro comune ha ottenuto anche la certificazione ambientale Emas.
In definitiva, penso e spero che la preoccupazione nostra e dei comuni per la salute pubblica sia anche la preoccupazione prioritaria del governo provinciale».

di Mariano Marinolli

Fonte: L'Adige del 18 novembre '09

17.11.09

Viticoltori contro l’inceneritore

«Federcooperative organizzi un confronto. Non si può piazzarlo fra vigneti pregiati»
l’Adige – M.M., 15 novembre 2009

PRESSANO - «Noi, piccoli produttori della filiera vitivinicola trentina, ci siamo da tempo responsabilizzati sulla difesa ambientale e siamo decisi a difendere con ogni mezzo la nostra salute e l'ambiente dove viviamo e lavoriamo. Le grandi cantine sociali e le organizzazioni di categoria sono disposte a indire delle assemblee per informare i loro soci sul rischio causato dall'inceneritore?».
Questo l'appello lanciato ieri, al termine di una tavola rotonda nella Cantina Cesconi di Pressano con alcuni viticoltori della zona decisi a rompere quel muro di omertà del mondo agricolo costruito attorno all'inceneritore. Roberto e Franco Cesconi, Marco Zanoni (Maso Furli), Diego Bolognani, Alessandro Fanti, Mario Pojer, assieme all'ambasciatore delle «Città del vino», Mario Mosna (Aldeno) e al coordinatore regionale dell'associazione, Paolo Girardi, con altri piccoli produttori, invitano tutti i viticoltori trentini a prendere coscienza sul rischio dell'inceneritore e chiedono alla Federazione della cooperazione di organizzare, attraverso i propri consorzi e cantine associate, un pubblico confronto tra favorevoli e contrari all'inceneritore. «Ma non vogliamo solo i politici - dicono - perché il confronto deve avvenire principalmente sul piano tecnico e scientifico».
Da trent'anni i viticoltori hanno avviato un processo di cambiamento nella produzione del vino: prima si lasciavano convincere dalle grandi aziende chimiche che con i pesticidi si otteneva un prodotto salubre e di qualità, ma poi, sull'esperienza maturata nel tempo, si sono convinti che i loro avi, senza tanti prodotti chimici che ancora non esistevano, ottenevano vini migliori. Oggi il Trentino vitivinicolo è la provincia d'Italia più «pulita»: il 90% della superficie vitata viene trattata senza pesticidi e il sistema alternativo più usato è la «confusione sessuale» con diffusori sulle vigne, innocui per l'uomo e le piante, per tener lontani insetti e parassiti. Costa tre volte di più dei pesticidi, senza contare il tempo che si perde ad appendere il diffusore sulle piante, ma non inquina l'ambiente. «Ci siamo informati sui danni alla salute provocati dall'inceneritore - hanno spiegato - e i dati elencati al convegno del PalaRotari sull'aumento delle malattie cancerogene provocato dall'incenerimento dei rifiuti suona, per noi come un campanello d'allarme. Bisognerebbe informare tutti i contadini su questi danni e sul rischio che corre il Trentino».
Eppure l'inceneritore non è l'unica fonte di inquinamento. «Appunto - osserva Bolognani - e allora anche i contadini potrebbero tornare all'uso dei pesticidi che costa meno in tempo e denaro, a bruciare le ramaglie nei campi che inquinerebbero sempre meno dei rifiuti inceneriti! Noi sappiamo, però, cosa sia il principio di precauzione per non distruggere il nostro territorio e ci stiamo adoperando per rispettarlo». «Ben venga la puzza dei biodigestori, dove finiscono sostanze organiche che non inquinano - aggiunge Pojer - mentre, per l'inceneritore, si bruceranno sostanze plastiche e inorganiche che noi respireremo. Se verrà costruito l'inceneritore, con il silenzio assenso di consorzi e organizzazioni sindacali, si tratta di un tradimento al nostro lavoro e a quanto abbiamo costruito in questi trent'anni per valorizzare il territorio e il vino». Conclude Fanti: «Turismo del vino e della natura, non è l'immagine promozionale che la Provincia adotta per il nostro territorio? Con quale coraggio, allora, vengono a piazzare un inceneritore proprio vicino ai vigneti più pregiati?».

Consiglio unanime
Inceneritore no, alternative sì

VEZZANO - La seduta dell’ultimo consiglio comunale, dopo l’approvazione una variazione al bilancio 2009, e la contabilità di previsione del corpo dei vigili del fuoco volontari, si è concentrata sull’inceneritore previsto a Ischia-Podetti e in particolare sulla fuoriuscita dei fumi, in roccia, dal camino sul Doss di Terlago.
Dopo un ampio dibattito tra i due gruppi consiliari, si è convenuto su un testo unitario da inoltrare alla Provincia e al Comune di Trento. Nel documento, approvato all’unanimità, si chiede di valutare la costante evoluzione delle tecnologie e ogni possibile soluzione per lo smaltimento dei rifiuti anche diversa dall’inceneritore; che la gestione dell’impianto sia in ogni caso pubblica e accompagnata dal monitoraggio costante dei dati ambientali e sanitari anche dei comuni limitrofi; e che in ogni caso, l’ipotesi di un camino con scavo in roccia dalla località Ischia-Podetti al Doss di Terlago sia accantonata.

13.11.09

In quel tunnel c'è un buco

Fonte: L'espresso del 12 novembre 2009

Mancano 7,8 miliardi per la nuova linea ferroviaria del Brennero. La denuncia del commissario governativo


Tratto da:

di Elena Fabiani e Luca Piana

A Mules, una ventina di chilometri dal passo del Brennero, la bocca del cantiere è aperta ormai da mesi. Il tunnel si infila sottoterra per 1.800 metri e finisce in una caverna che gli operai chiamano il camerone. È lì che aspettano l'enorme talpa meccanica che, nella primavera del 2008, ha iniziato a scavare più a nord, ad Aica. Fra crolli e stop temporanei, nel granito è stato realizzato un cunicolo profondo più di sei chilometri.

Altri quattro e la talpa raggiungerà il camerone di Mules. Lo scorso 9 agosto, però, si è temuto il peggio. Il macchinario ha incontrato una faglia che nessuno si aspettava, un ammasso franoso intrappolato nella roccia più dura. La struttura ha iniziato a scricchiolare e gli operai sono stati costretti a fuggire. Dopo quattro mesi spesi a puntellare la galleria, i lavori dovrebbero riprendere il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, protettrice dei minatori.

INTERATTIVO Numeri e percorso del traforo del Brennero

In Alto Adige, in quello che si preannuncia come uno dei cantieri infiniti nell'Italia delle grandi opere, da più di un anno si scava senza sapere se lo sforzo sarà mai portato a termine. Le difficoltà tecniche sono scontate: l'Italia e l'Austria vogliono realizzare un nuovo traforo ferroviario di 55,6 chilometri sotto il Brennero per abbassare di quota la vecchia linea dei binari, che oggi si inerpica fino ai 1.372 metri del valico. Al di là della complessità che i cunicoli esplorativi di Mules e Aica stanno testando, il problema è però la mancanza di fondi. Fra il tunnel e il rifacimento dell'intera ferrovia fino a Verona, necessario perché la galleria ad alta capacità non resti inutilizzata, le stime dei costi superano già oggi i 16 miliardi di euro, 11 dei quali a carico dell'Italia. E in gran parte ancora da reperire.

In maggio il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, non aveva frenato l'entusiasmo. L'accordo appena firmato con l'Austria e l'Unione europea era per lui "un punto di svolta verso l'esecuzione del tunnel", che nei progetti collegherà direttamente Fortezza a Innsbruck. Passata l'estate, il clima è cambiato. Mauro Fabris, il commissario straordinario incaricato da Silvio Berlusconi di coordinare le opere, ha lanciato l'allarme: "C'è il rischio che l'Ue possa ridurre i finanziamenti per la progettazione della linea da Fortezza a Verona. E c'è il rischio ancor più grave che, se non sblocchiamo l'iter di questi lavori, necessari perché i treni utilizzino la futura galleria, Europa e Austria comincino a chiedersi che senso abbia impegnarsi nell'opera", dice a 'L'espresso'.

Che cosa è cambiato rispetto all'euforia di pochi mesi fa? E perché, nelle ultime settimane, tra il governo di Roma e i presidenti delle Province di Trento e di Bolzano, Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder, da sempre grandi fan del tunnel, è scoppiata un'inattesa guerra fredda?

Per comprendere le difficoltà del progetto, occorre scendere la linea ferroviaria fino al tratto più impervio, tra Fortezza e Ponte Gardena. Lì la pendenza dei binari è troppo elevata e, oggi, i treni più lunghi e pesanti non ce la fanno. La linea va rifatta, sostiene il commissario, come vanno rifatti gli attraversamenti di Bolzano, Trento e Verona. Nasce qui il buco nelle risorse, un buco la cui entità sta facendo crescere la fila degli scettici, che va dai movimenti ambientalisti italo-austriaci alla Cgil di Bolzano. La galleria dovrebbe costare tra gli 8 e i 9 miliardi, da dividere a metà con l'Austria. L'Ue ha promesso 786 milioni, una somma che potrebbe essere raddoppiata se tutto andrà bene. Per il momento, tuttavia, l'Italia deve fare i conti con la previsione di sborsare circa 3,5 miliardi, individuati - sulla carta - grazie a voci che vanno dall'aumento dei pedaggi per i camion a un prestito di 1,3 miliardi che il governo si è impegnato a restituire dal 2022, data di fine lavori.

I guai riguardano il resto della linea. Per rifarla Fabris stima che servano almeno 7,6 miliardi, metà da spendere entro l'ultimazione del tunnel e metà in un secondo momento. A fronte di questa cifra, ci sono solo 104 milioni limitati alla progettazione, soldi che la Corte dei Conti ha bloccato fino a quando non sarà trovato il resto della somma. "E se non troviamo una soluzione, l'Ue potrebbe definanziare la sua quota di 58 milioni", dice Fabris.

La difficoltà nel reperire il denaro pubblico necessario, tuttavia, ha fatto esplodere alcuni problemi che covavano sotto la cenere. Il primo riguarda il dibattito sull'utilità dell'opera. "Se lo scopo è togliere i camion dall'autostrada del Brennero, occorre ragionare su una serie di dati", dice Riccardo Dello Sbarba, esponente verde nel consiglio provinciale di Bolzano. "In Italia", spiega, "mancano incentivi che promuovano il traffico su rotaia. Con il risultato che un camion su quattro attraversa le Alpi vuoto e uno su tre passa dal Brennero allungando un tragitto alternativo più breve: passano qui solo per le tariffe più basse rispetto, ad esempio, a quelle svizzere".

I Verdi calcolano che sulla ferrovia attuale potrebbe passare il doppio dei 120 treni di oggi, e che basterebbero investimenti mirati per ottenere risultati anche migliori. A questi argomenti fa eco l'austriaco Fritz Gurgiser, leader dei movimenti anti-traforo che nelle ultime elezioni provinciali in Tirolo hanno ottenuto ampi successi: "Non credo che il governo italiano sia in grado di garantire le risorse per l'opera", dice, lanciando una sfida vera e propria: "Sono disposto a ricredermi nel caso in cui Berlusconi alzi i pedaggi per i Tir al livello tirolese e ne vieti il transito notturno da Verona al Brennero".

La seconda partita che i fautori del tunnel si stanno giocando riguarda invece l'enorme mole degli appalti che si metterà in moto. La proposta che ha fatto tremare i vertici del Trentino e dell'Alto Adige è stata lanciata qualche settimana fa, quando Fabris ha suggerito che le risorse per fare la galleria potrebbero venire grazie ai profitti realizzati dall'Autobrennero, che già ne accantona una parte per questo scopo (saranno 500 milioni nel 2014). La maggioranza del capitale dell'A22, oggi, è in mano a Trentino e Alto Adige, che si sono spesso scornati sulla gestione del potere. La prospettiva fatta balenare dal veneto Fabris di un ingresso nella società dell'Anas o delle FS, però, ha ricompattato Dellai e Durnwalder, che hanno rispedito la proposta la mittente. Negli ultimi tempi, infatti, la mano del governo è già tornata in forze nell'Autobrennero, grazie all'ingresso nel capitale della Infrastrutture Cis (con il 7,8 per cento), una società che unisce imprenditori e costruttori veneti con il fondo F2i di Vito Gamberale, finanziato a sua volta dalla Cassa Depositi e Prestiti. La concessione dell'Autobrennero scadrà nel 2014: Dellai e Durnwalder chiedono che il governo si attivi per ottenere una proroga dall'Ue, promettendo che in cambio continueranno a destinare una parte dei profitti al traforo. A Roma, però, nicchiano: la ricca autostrada fa gola a molti.

12.11.09

Salviamo Marco dalla ferrovia

Fonte: l'Adige del 12 novembre 2009

Non si placa la protesta della comunità di Marco per impedire in ogni modo che la famigerata "soluzione C" possa essere adottata dalla ferrovia ad alta capacità (Tac). Dopo la mobilitazione avviata dalla Circoscrizione, che per prima ha sollevato il problema della Tac sul territorio della Vallagarina, l'elevata presenza di marcolini alle sedute del Consiglio comunale chiamato a discutere la mozione presentata dalla stessa Circoscrizione per dire no alla Tac, adesso è nato anche il Comitato "Salva Marco", che si è ritrovato anche lunedì sera e sta mettendo a punto la propria linea d'azione per tutelare il paese dal pericolo-Tac.
Il Consiglio circoscrizionale, intanto, nella seduta dell'altra sera ha ribadito la sua posizione: «L'Amministrazione comunale ha soltanto passato le carte a Trento - ha ricordato il battagliero presidente Guido Modena - visto che non ha votato la nostra mozione e si è limitata a chiedere che non venga adottata la "soluzione C". Siamo una comunità con 2800 abitanti, molti di più della grande maggioranza dei comuni trentini, perché questa dev'essere "sacrificata" per circa 20 anni in quanto circondata da due cantieri nei quali dovrebbero essere trasportati e lavorati i materiali di scavo e di risulta quantificati in 2,5 milioni di metri cubi? La salute di questa gente è meno importante di quella che deriverebbe da una nuova ferrovia che servirebbe a scaricare un ipotetico aumento del traffico su gomma per portarlo su rotaia?».
A Modena, poi, non è andata giù la battuta del presidente Dellai («I bambini era meglio se li portavano al parco») in risposta alle proteste delle mamme di Marco con i loro figli: «Erano fuori dalla scuola, è stato sicuramente improprio anche l'intervento della dirigente scolastica? Come si fa a dire: era meglio se li portavano al parco? Davvero una caduta di stile oltre che la sottovalutazione di un problema che nel nostro paese è molto sentito».
Della questione si parlerà anche questa sera, in un incontro pubblico nella palestra di Marco, convocato dal Comitato "No Tav", cui parteciperanno anche lo stesso Guido Modena ed il consigliere Luca Modena che illustrerà tutte le iniziative intraprese finora contro la realizzazione di quest'opera ed in particolare dell'uscita della galleria Zugna proprio alle porte di Marco.
G. L.

10.11.09

10 Novembre mail bombing su componenti Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati

Di seguito e al seguente link (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article6679) il testo e l'indirizzario per il mailbombing che abbiamo previsto di fare domani 10 Novembre sui componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati.
Fate girare la notizia.


Campagna nazionale "Salva l’Acqua"

10 Novembre mail bombing su componenti Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati

Il Senato, il 04 Novembre, ha approvato l’Art.15 del DL 135/09.
Tale provvedimento approderà alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati il 10 Novembre.
Se convertito in legge, il DL 135/09, sottrarrà ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto.
Noi pensiamo che sia un epilogo da scongiurare, sia per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, ma anche per le ripercussioni disastrose che una privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffe.
Pertanto, alla luce di quanto sopra, della conclusione dell’esame presso il Senato e in previsione della discussione di tale provvedimento alla Camera dei Deputati (inizio previsto per il 16 Novembre) è necessario attuare un mail bombing sui componenti della Commissione, al fine di mettere un po’ di pressione richiedendo di sostenere le nostre proposte nel dibattito.

Affinchè il mail bombing sortisca effetto, è importante che l’invio delle mail sia realizzato contemporaneamente dal maggior numero di persone possibili,

concentriamoci tutt* sulla giornata di martedì 10 Novembre


Di seguito l’elenco degli indirizzi e-mail delle/dei Deputate/Deputati della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed il testo da inviare loro


Elenco e-mail:

bruno_d@camera.it, santelli_j@camera.it, zaccaria_r@camera.it, lomoro_d@camera.it, sbai_s@camera.it, amici_m@camera.it,
bernini_a@camera.it, bertolini_i@camera.it, bianconi_m@camera.it, bocchino_i@camera.it, bordo_m@camera.it, bressa_g@camera.it,
calabria_a@camera.it, calderisi_g@camera.it, cicchitto_f@camera.it, cristaldi_n@camera.it, dallago_m@camera.it, diserio_o@camera.it,
degirolamo_n@camera.it, distaso_a@camera.it, dussin_luciano@camera.it, favia_d@camera.it, ferrari_p@camera.it, fontanelli_p@camera.it,
giachetti_r@camera.it, giovanelli_o@camera.it, laloggia_e@camera.it, laffranco_p@camera.it, lanzillotta_l@camera.it, lorenzin_b@camera.it,
mannino_c@camera.it, mantini_p@camera.it, minniti_d@camera.it, naccarato_a@camera.it, orsini_a@camera.it, pastore_m@camera.it,
pecorella_g@camera.it, pisicchio_g@camera.it, pollastrini_b@camera.it, stasi_m@camera.it, stracquadanio_g@camera.it,
tassone_m@camera.it, turco_mrz@camera.it, vanalli_p@camera.it, salvatore.vassallo@camera.it, volpi_r@camera.it, zeller_k@camera.it

Testo della mail da inviare:



Alle/ai Deputate/Deputati della Commissione Affari Costituzionali della Camera

Oggetto: esame del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135

Gentile Deputata/Deputato,

Il recente Art. 15 del D.L. 135/09 - che ha modificato l’Art. 23bis L. 133/08 - anche nella versione appena approvata dal Senato muove passi decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali.

Come aderenti al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua una rete associativa cui aderiscono più di settanta organizzazioni nazionali e più di mille comitati territoriali, affermiamo con forza:

Se voti la privatizzazione dell’acqua lo fai non in mio nome!

Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita!

Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale!

Si tratta di un provvedimento inaccettabile!


Pertanto, in previsione della discussione di tale provvedimento presso la Commissione Affari Costituzionali,

chiediamo

- di esprimersi per il ritiro delle nuove norme che privatizzano l’acqua;

- di sostenere gli emendamenti finalizzati ad escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica;

- eliminare obbligo di affidamento della gestione del Servizio idrico tramite gara e della cessione del 40% a privati per le gestione dirette dei Comuni, riconoscendo l’autonomia di scelta da parte degli Enti locali, in particolare delle Regioni sancita dalla Costituzione (Art.117);

- di sostenere, nel corso del dibattito in Assemblea al Senato, le proposte avanzate dal Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Restiamo in attesa, anche tramite la Segreteria Operativa del Forum dei Movimenti per l’Acqua di conoscere le Sue decisioni.
Cogliamo l’occasione per porgerLe i più cordiali saluti.

Firma del Comitato... o firma del singolo cittadino

aderente al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua




Per riscontro e contatti:
Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven. 15:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org

Il Governo privatizza l’acqua


Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale. IMPEDIAMOLO!

Con un decreto del 10 settembre scorso il Governo regala l’acqua ai privati: sottrae ai cittadini l’acqua potabile, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.
Oltre 400.000 cittadini hanno sottoscritto una legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica, che riconosce il diritto all’acqua ma la proposta giace da due anni nei cassetti delle commissioni parlamentari.
Entro il prossimo 24 novembre, il decreto che privatizza l’acqua potrebbe diventare legge.
Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita
Si tratta di un provvedimento inaccettabile!
Pertanto, noi firmatari del presente Appello chiediamo:
- A tutti i Parlamentari il ritiro delle nuove norme che privatizzano l’acqua e di escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica riconoscendo l’autonomia di scelta dei modelli di affidamento da parte degli ATO ed Enti locali.
- Alle forze politiche di sostenere le proposte del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua e in particolare la rapida approvazione della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico.
- Ai Presidenti delle Regioni di presentare ricorso di costituzionalità contro l’Art.15 del D.L. 135/09 a tutela della autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione.
- Agli Eletti nei Consigli Comunali di prendere posizione contro l’Art.15 del D.L 135/09 e di assumere l’impegno ad inserire nello Statuto Comunale il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e dichiarando il servizio idrico privo di rilevanza economica.
- Ai Cittadini di protestare contro questo Decreto del Governo facendo pressioni sui parlamentari e raccogliendo adesioni a sostegno del presente impegno.
Il presente Appello con le firme raccolte sarà inviato anche al Presidente della Repubblica e ai Presidenti delle due Camere
L’acqua è un diritto umano universale e un bene comune da conservare per le future generazioni.
Il servizio idrico deve essere gestito da enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori.
Salvare l’acqua è una questione di democrazia.

Ottobre 2009 – Appello a cura
Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua

e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org

9.11.09

Inceneritore, si allarga il fronte di chi dice no


MEZZOCORONA - Sono rimasti inchiodati alle poltroncine del PalaRotari fin quasi a mezzanotte i 1.500 che venerdì sera sono accorsi a Mezzocorona per conoscere il progetto alternativo all'inceneritore di cui abbiamo dato ampia illustrazione sul giornale di ieri.
Le uniche tre poltrone vuote erano quelle riservate a Lorenzo Dellai, Alberto Pacher e Alessandro Andreatta che il comico Lucio Gardin ha schernito fin dall'inizio della serata: «Dellai fa fatica a capire come funziona la differenziata con la raccolta "porta a porta" da quando Bruno Vespa non l'ha invitato alla sua trasmissione?».
Con il successo del convegno di venerdì sera la sensazione è che il fronte del no all'inceneritore stia aumentando a vista d'occhio: Lorenzo Lorenzoni , assessore alla sanità del Comune di Lavis, in apertura dei lavori, ha precisato che non vi è alcuna intenzione di rivalsa verso chi ha respinto la proposta avanzata da quattro amministrazioni comunali preoccupate per la salute dei loro cittadini, e non per finalità politiche: «La politica qui non c'entra. Se veramente, con grande senso di responsabilità, ci preme la salute nostra e dei nostri figli, affrontando seriamente un tema così delicato, è inspiegabile e deludente il comportamento del Comune di Trento e della Provincia, che hanno deciso tutto da soli, senza mai ascoltare la voce della gente che vive a Nord di Trento», ha poi aggiunto Mauro Fiamozzi , sindaco di Mezzocorona, che ha fatto gli onori di casa.
Nel corso della serata Carla Poli , amministratrice del Centro di Vedelago, è stata molto dura nei confronti del sindaco di Trento: «I vostri politici sono solo capaci di criticare i progetti in alternativa sulle pagine dei giornali. Perché Andreatta, pur essendo stato invitato, non è qui a confrontarsi pubblicamente? Di cosa ha paura? Delle bugie che racconta? Io sono qui perché non ho nulla da nascondere e speravo di potermi finalmente confrontare davanti a voi con il sindaco di Trento».
Si diceva di come sta crescendo il fronte del no. Tant'è che il mondo contadino ha rotto il muro del silenzio ed è tornato in prima linea con il presidente della Coldiretti, Gabriele Calliari , che dal palco ha ricordato come alto sia il livello di preoccupazione tra gli agricoltori, rivolgendo il loro auspicio alla giunta provinciale affinché vengano assunte decisioni nel merito con la grande responsabilità che queste richiedono. Le giustificate perplessità sull'inceneritore espresse da Calliari sono state accompagnate da un lungo e scrosciante applauso dei contadini che, all'uscita del PalaRotari, prospettavano già un'altra marcia su Trento con trattori e mezzi agricoli, come ai tempi della Sepi.

Mariano Marinolli
Fonte: www.ladige.it

7.11.09

Pesanti sanzioni contro i 'ribelli del Bitto' che hanno sfidato la Dop

Un anno fa Ruralpini promuoveva una campagna a sostegno del Bitto 'storico' paventando la possibilità che esso potesse essere messo fuorilegge. E così è avvenuto

La burocrazia del gusto si affida alla repressione: pesanti sanzioni contro i 'ribelli del Bitto' che hanno sfidato la Dop

Può una Dop mettere fuorilegge la storia e la geografia? Può annullare i diritti collettivi e un patrimonio di una comunità di pratica radicata nella storia e nel territorio?

Il giorno 20 ottobre alcuni funzionari del MIPAAF si sono presentati al ‘Centro del Bitto’ per notificare alla società che opera la commercializzazione del Bitto ‘storico’ (la Bitto trading') due sanzioni per un massimo di 60.000 € motivate dal mancato assoggettamento ai controlli previsti per la produzione DOP e dalla usurpazione della denominazione protetta ‘Bitto’.

La prima considerazione da fare riguarda lo sfacciato tempismo dell’iniziativa (il 18 si era svolta a Morbegno la mostra del Bitto Dop, ‘ufficiale’ e si volevano evitare spiacevoli scandali), la seconda il carattere di vera e propria svolta che l’azione repressiva del Mipaaf imprime alla ‘guerra del Bitto’, il noto contenzioso, che si trascina da 15 anni, tra i produttori ‘storici’ - che operano nell’area di produzione tradizionale del formaggio Bitto - e il Consorzio di tutela (CTCB).

Il motivo è semplice: i produttori storici non accettano che il loro formaggio sia posto sullo stesso piano di una versione ‘semplificata’ che, per diversi aspetti, contraddice un procedimento di lavorazione costante nel tempo e che ha i suoi caposaldi nella qualità del latte di bovine alimentate con un sistema razionale di pascolo turnato (senza somministrazione di mangimi), nell' immediata lavorazione del latte a caldo, nell’aggiunta del latte di capra, nella lentezza e accuratezza della lavorazione (che richiede sino a 4 ore).


[ continua...]

6.11.09

Venerdì 6 novembre ore 20.30 - Inceneritore: l'alternativa c'è



INCENERITORE: L'ALTERNATIVA C'È

I Comuni di Lavis, Mezzocorona, Mezzolombardo e Zambana
promuovono una serata informativa
sui pericoli legati alla realizzazione dell’inceneritore.

Le alternative esistono ed è obbligo morale di ogni persona,
amministrazione ed organizzazione politica cercare la soluzione più sana per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Partecipano alla serata in qualità di relatori:

- Ernesto Burgio
Coordinatore scientifico di ISDE International Society of Doctors for Environment

- Massimo Cerani
Ingegnere, consulente per l’energia e l’ambiente per Comuni ed aziende private

- Giuseppe Miserotti Presidente Ordine dei Medici di Piacenza

- Carla Poli Amministratrice Centro Riciclo Vedelago (TV)

Conduce: Lucio Gardin

Pagina su Facebook al seguente link:
INCENERITORE: L'ALTERNATIVA C'È