17.6.08

Mattarello: "Non costruiamo basi di guerra, coltiviamo la nostra terra"

Piantati alberi da frutto davanti al cancello della futura caserma militare

Dopo i fatti di ieri - lo sgombero violento del presidio, il fermo e la denuncia per 36 persone che si opponevano alla continuazione dei lavori - l’Assemblea Permanente Contro la Base Militare di Mattarello si è data appuntamento oggi nei pressi del cantiere.
Sulla strada statale che costeggia la futura base militare è stato allestito per la giornata di oggi un simbolico presidio, con gazebo e striscioni, tavolini e bandiere. Un modo per dire che "l’obiettivo è quello di non mollare, di dimostrare che è possibile ritornare a presidiare la zona per impedire che i lavori abbiano veramente inizio". Quello che le ruspe hanno potuto realizzare a seguito dello sgombero, infatti, è un pezzo di strada di accesso verso il cantiere per permettere ai camion di depositare materiale, ma fermare la costruzione della nuova installazione è ancora possibile.
Oggi, come gesto simbolico, sono stati piantati tre alberi davanti al cancello del cantiere che chiude l’area destinata alla costruzione della base. Un melo, una vite e un ciliegio. "Rappresentano la speranza - spiega una signora mentre osserva Pierino che scava con un badile - , se mangeremo di quei frutti vorrà dire che la base saremo riusciti a fermarla". "E questi alberi rappresentano la natura che 30 ettari di base vorrebbero sottrarci, rappresentano la pace che cresce al posto di una base militare." Antonio porta al collo un cartello, c’è scritto "Contro le basi di guerra, coltiviamo la nostra terra". Molte le bandiere con scritto "No alla base militare, nè a Mattarello nè altrove". Su uno striscione vergato al momento con scritte rosse e blu c’è scritto "Contro la guerra e contro lo scempio ambientale non è mai troppo tardi": la risposta dell’Assemblea Permanente al sindaco Pacher che nei giorni scorsi ha dichiarato "L’opposizione alla base ormai è tardiva, è già stato tutto deciso".
Dopo aver rallentato momentaneamente il traffico, il presidio si è sciolto per darsi appuntamento stasera al parco di Mattarello, per discutere le prossime iniziative.
Già fissato l’appuntamento di giovedì alle ore 17.00 in via Belenzani. In quell’occasione si consegneranno al sindaco le firme raccolte in calce all’istanza che chiede il blocco dei lavori, mentre in strada si cercherà di fare rumore il più possibile - con fischietti e padelle - affinchè tutti si accorgano che la base militare di Mattarello significa guerra e distruzione ambientale.

  • Federico Zappini spiega come si è svolta l’iniziativa del pomeriggio e lancia i prossimi appuntamenti: [audio]


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Mattarello - Sgomberato violentemente il presidio contro l’inizio dei lavori di costruzione della base militare

Mercoledì scorso i cittadini di Mattarello avevano dato vita ad un presidio per bloccare l’inizio dei lavori di costruzione delle nuove caserme militari, fermando di fatto la ruspa che stava spianando la strada per far passare i primi camion.
La volontà era quella di mantenere il presidio e i lavori bloccati fino a giovedì, quando verrà presentata al sindaco la richiesta di sospensione e rivalutazione dei lavori, accompagnata da centinaia di firme.
Ma questa mattina il presidio è stato sgomberato dalle forze dell’ordine in modo violento.

Ore 9.30: anche questa mattina molti attivisti e residenti di Mattarello si sono dati appuntamento per continuare a bloccare l’inizio dei lavori di costruzione della nuova base militare di Mattarello.
Al loro arrivo hanno però trovato già le ruspe al lavoro e le forze dell’ordine a presidiare la zona.
In molti sono saliti in cima alle macchine escavatrici per fermarle con i propri corpi, ma non c’è stato nemmeno il tempo di spiegare che si tratta di una questione politica, che si vuole portare avanti il blocco fino a giovedì, giornata in cui si vuole portare al sindaco di Trento l’istanza con le centinaia di firme raccolte contro la costruzione delle caserme: la polizia infatti ha violentemente allontanato i manifestanti, tanto che un ragazzo, a causa delle spinte dei poliziotti, è caduto da una ruspa ed è stato portato all’ospedale.
Altri manifestanti hanno raggiunto il presidio e la volontà è quella di resistere e rimanere seduti per terra e sulle ruspe senza abbandonare il presidio.

  • La prima corrispondenza con Donatello Baldo: [audio]

Ore 10.00: tutti i compagni che si sono mobilitati si trovano seduti a terra e sulle ruspe, ed intorno le forze dell’ordine sono schierate in assetto antisommossa.
"In questo momento si sta chiedendo per l’ennesima volta che ci sia una responsabilità politica rispetto a quello che sta succedendo oggi, si sta cercando, attraverso questa presenza, di aprire il canale di dialogo con l’amministrazione comunale", spiega Federico Zappini.
Tuttavia l’amministrazione continua a negarsi, e la risposta che oggi ci si è trovata davanti dimostra in che modo tali questioni vogliono essere risolte: presenza massiccia di forze dell’ordine per difendere un cantiere e permettere l’inizio dei lavori di costruzione di una base di guerra.

Ore 11.00: i carabinieri e la polizia hanno violentemente sgomberato il presidio degli attivisti: più di 30 sono le persone adesso fermate che vengono trasportate in questura per procedere all’identificazione.
Federico Zappini, dall’interno di una macchina della polizia che lo sta conducendo in questura, spiega che tutti si trovavano seduti in resistenza passiva e la polizia, con calci e pugni, ha sgomberato i manifestanti.

  • Federico chiede quindi la solidarietà attiva di tutti quelli che possono raggiungere la questura di Trento: [audio]

Ore 11.30: dall’interno della questura Stefano Rubini spiega che sono stati raccolti i documenti e presto si procederà con l’identificazione di tutti coloro che si trovavano al presidio per bloccare i lavori. Sono 36 le persone che si trovano in stato di fermo.

  • Stefano ripercorre i momenti più importanti della mattinata: [audio]

Ore 12.00: all’interno della questura l’ufficio stranieri è stato liberato per far posto ai manifestanti fermati: tutti identificati e in attesa di sapere su quali reati a loro carico la questura procederà, probabilmente manifestazione non autorizzata, violenza privata, resistenza.
Il compagno che si trova all’ospedale sta bene.
"La procedura di identificazione non ci spaventa - spiega Donatello Baldo - perché l’intenzione di tutti è ritornare a riproporre l’iniziativa di blocco dei lavori, perché non è possibile andare avanti con i lavori quando c’è un’istanza, con più di 500 firme raccolte, che chiede al sindaco di bloccarli per rivalutare l’impatto ambientale, economico, sociale e culturale della costruzione della base militare , un’istanza fatta con tutti i crismi della democrazia: questa è la nostra forza, superiore all’atteggiamento repressivo della polizia che abbiamo visto, incredibile, questa mattina".

ore 16.30: i manifestanti sono stati tutti rilasciati con le ipotesi di reato di: manifestazione non autorizzata, violenza privata, invasione di terreno e blocco di lavori di pubblica necessità. In una nota ai giornalisti la questura di Trento fa sapere che il ragazzo caduto dalla ruspa si è gettato da solo, quando in realtà è caduto per le spinte dei poliziotti.
Il ragazzo nel pomeriggio è stato rilasciato dal pronto soccorso con la diagnosi di una contusione alla schiena che verrà rivalutata nei prossimi giorni.

Vedi anche:
Mattarello: Bloccati i lavori e allestito il presidio
Comunicato del secondo e terzo giorno di Presidio