25.9.08

Linfano: comitati e operatori economici vogliono un collegamento alternativo

«Il tunnel lungo sbocchi al Cretaccio»

Di un collegamento scorrevole tra Basso Sarca e Mori c'è bisogno ma il tracciato delineato dalla Provincia proprio non piace. Presentata ufficialmente ieri alla Cantina Madonna delle Vittorie di Linfano l'ipotesi dei comitati Viabilità e vivibilità di Nago Torbole e di Linfano. Il tracciato alternativo a quello pensato a Trento è stato studiato e disegnato dall'ingegner Bruno Gobbi Frattini, un guru della viabilità, che presta gratuitamente la sua opera al comitato. «La nostra idea di percorso - ha iniziato Erminio Ressegotti, vicecoordinatore del comitato di Nago Torbole - presenta un consistente salto di qualità rispetto al tracciato che propone la Provincia che vorrebbe far sboccare entrambe le gallerie a Linfano, sia quella doppia da Loppio sia quella da Malcesine». Il «salto di qualità» di Ressegotti verte sulla qualità ambientale: l'ipotesi-comitato (i due tunnel dovrebbero uscire al Cretaccio al bicigrill El Chiringuito) non devasterebbe ulteriormente le campagne di Linfano già abbondantemente saccheggiate dalla speculazione edilizia negli anni recenti, sarebbe poi più funzionale e avrebbe una buona sostenibilità economica. Il tracciato della Provincia che dovrebbe approdare a Linfano comporterebbe, secondo Gobbi Frattini, una notevole occupazione di territorio con due gallerie, una per senso di marcia, provenienti da Loppio e una da Conca d'oro, a sud di Torbole. L'ingegnere ha chiarito che anche da punto di vista idrogeologico l'opera ipotizzata da Trento sia alquanto complessa perché le gallerie dovrebbero passare sotto il fiume Sarca e riaffiorare in superficie a Linfano. «Si tratterebbe di un muro di cemento profondo 15 o 20 metri e lungo 600 che costituirebbe una sorta di diga». Ressegotti, albergatore ma anche ingegnere, e soprattutto torbolano ha ricordato che durante le piene del Sarca le cantine delle case di via Strada Grande a Torbole si allaghino, effetto della falda che si alza per il principio dei vasi comunicanti. Il Sarca in buona sostanza non è un canale ma è permeabile; se arrivano le piene non c'è solo il corso d'acqua visibile ma anche la massa sotterranea. «Ricordo che nella piena del 2000 si arrivò a un passo dall'esondazione. Immaginatevi - ha detto - se ci aggiungiamo una barriera sotto terra, e subacquea, lunga 600 metri e profonda 15-20 metri: ci sarà un effetto diga». Meglio dunque un tratto in galleria più lungo ma che crei meno problemi e, soprattutto, che non cementifichi ulteriormente le campagne di Linfano. Anche sul fronte dei costi l'ipotesi del comitato sarebbe quasi sui livelli di quello della Provincia, 224,1 milioni a fronte dei 195,28 di Trento. Il presidente del comitato Vivibilità di Linfano, Giorgio Briosi ha sottolineato quanto le «scelte di oggi siano importanti per il futuro dei nostri figli» e quanto occorra usare il buon senso e salvaguardare il territorio. Presenti tra gli altri all'illustrazione oltre a Ressegotti e Briosi, anche Claudio Nodari e Francesco Pedrotti per i comitati; Renato Veronesi, sindaco di Arco; Stefano Bresciani, assessore di Arco; Eraldo Tonelli vicesindaco di Nago Torbole; Adalberto Mosaner, vicesindaco di Riva; Gabierle Calliari, presidente Coldiretti, Roberdo De Laurentis, presidente Artigiani, Ilos Parisi, presidente imprenditori; Natale Rigotti e Anna Perugini per l'Associazione albergatori; Bruno Lunelli, presidente Unione commercio; Enio Meneghelli, presidente di InGarda. Gli operatori economici hanno condiviso l'idea dei comitati e a breve faranno sentire la loro voce anche a Trento. Anche gli amministratori di Arco, Nago Torbole e Riva hanno mostrato un certo favore per la soluzione proposta da Gobbi Frattini.

L'Adige, 25/09/2008

Commissione faunistica in Provincia, gli ambientalisti lasciano il tavolo

La protesta: «Non ci tengono in considerazione»

I quattro rappresentanti della associazioni ambientaliste ieri hanno lasciato il tavolo del Comitato faunistico in segno di protesta. «Dopo che il gruppo aveva approvato il piano di prelievo della pernice bianca, del fagiano di monte e della coturnici senza tener conto in alcun modo delle nostre rimostranze - spiega Sergio Merz, della Lipu - abbiamo lasciato il tavolo quando è stato autorizzato anche il roccolo, un impianto di cattura per gli uccelli da richiamo che verrà realizzato nella campagne di San Michele all'Adige». «È assurdo, la pernice bianca e le coturnici sono specie a rischio estinzione, perché ammazzarle con la caccia per divertimento?» si chiede Merz. «Tanto più che da sette anni ormai i capi sono in calo e i cacciatori, sparando prevalentemente agli esemplari adulti, non permettono il ricambio». Meditano sul da farsi gli ambientalisti, perché dopo aver lasciato il tavolo in Provincia sono intenzionati a manifestare tutto il loro disappunto. «Da quando siamo entrati a far parte della commissione, all'inizio degli anni Novanta, non ci hanno mai ascoltato. E questa volta non hanno nemmeno tenuto in considerazione il parere contrario dell'Infs sul progetto del roccolo», aggiunge Merz. «L'obiettivo della legge sulla fauna, la numero 24 del 1991, era quella di tutelare la fauna e permettere l'esercizio della caccia. In realtà, ormai, pare che stia accadendo il contrario».

L'Adige, 25/09/2008