6.7.09

Replica di Officina Ambiente alle menzogne della Provincia sull'inceneritore

Evviva! Il prossimo Premio Nobel per la chimica sarà in provincia di Trento! A questo punto possiamo esserne sicuri, viste le ultime sparate di quelli che vengono definiti "esperti" della Provincia. Sicuramente tale ambito premio sarà vinto da loro, visto che sono riusciti a smentire uno dei principi su cui si basa l'universo e che permette ad ogni cosa di esistere così come la conosciamo, una frase ormai appartenente al linguaggio comune, una legge che il chimico Lavoisier ricordò oltre 2 secoli fa: "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Leggo infatti le recenti affermazioni di tali eminenti scienziati che si permettono di dire (nella loro ignoranza, a questo punto) che quest'opera non inquinerà. Se questo fosse vero, le loro geniali menti avrebbero realmente smentito la legge della conservazione della massa e dell'energia. Infatti mi chiedo come sia possibile che l'inceneritore, diminuendo il quantitativo di rifiuto solido bruciandolo, non abbia emissioni di gas inquinanti. Dove va a finire tutta la massa di rifiuto incenerita? Utilizzando come esempio l'A2A (ex ASM) di Brescia, preso come modello per il progetto di quello che viene erroneamente chiamato "termovalorizzatore" - visto che in realtà non valorizza proprio niente, essendo che brucia, sprecando, quella che, se gestita meglio, potrebbe essere addirittura una risorsa - ogni 100 kg di rifiuti inceneriti 20 kg sono di residuo solido molto tossico, da smaltire in discariche di 2^ categoria. Gli altri 80 kg, che secondo gli "esperti" della Provincia non esistono, in realtà ci sono eccome! Anzi, questi prodotti gassosi, essendo il prodotto della reazione con l'ossigeno, risultano essere alla fine molti di più che 80 kg. Infatti ogni anno nella sola Brescia vengono mandati all'incenrimento circa 500 mila tonnellate di RSU e da questo si sviluppano 180 mila tonnelate di ceneri tossiche (da stoccare in discariche speciali) e 3 milioni di tonnellate di aria inquinata da polveri e da gas (come cloro, PCB, diossine, furani, metalli pesanti, gas serra, CO2 ma anche molti altri).
Oltre alle ormai appurate bugie di Mamma Provincia, vi sono poi numerose altre problematiche legate all'inceneritore, poiché è un'opera antitetica al riciclaggio e contropruducente dal punto di vista del recupero energetico. Questo perché le lobby che gestiscono lo smaltimento traggono più profitto incenerendo i rifiuti piuttosto che riciclandoli, visti i numerosi incentivi pubblici concessi (tra i quali i famosi cip6), dato che l'energia ricavata dall'inceneritore è erroneamente considerata rinnovabile. Nel termoutilizzatore di Brescia, inoltre, la percentuale di carta e cartone contenuta nel rifiuto è pari al 27%. Se questa fosse riclata e quindi venisse a mancare dalle camere di combustione vi sarebbe una riduzione del 55% del calore ceduto durante l'incenerimento. Con questa riduzione i rifiuti non sarebbero più in grado di autosostenere la combustine e sarebbe quindi necessario, affinché brucino, alimentare l'inceneritore con oli combustibili o metano, con ulteriore spreco di risorse e produzione di gas serra. Togliendo anche l'11% composto da materie plastiche riciclabili il potere calorifico si ridurrebbe ulteriormente del 38%.
Per di più l'inceneritore è antieconomico, visto che tra incentivi pubblici, costi di incenerimento, di gestione e di smaltimento delle scorie, sulla bolletta che arriva a casa ogni chilowatt di energia proveniente dall'inceneritore verrebbe a costare circa 3 volte di più di quella proveniente da altre fonti.
La raccolta differenziata è inoltre più conveniente sotto il profilo energetico poiché, oltre a diminuire sensibilmente la produzione di RSU, comporta un risparmio energetico pari a 1600 GW annui, mentre l'inceneritore, sempre prendendo in considerazione l'A2A di Brescia, comporta un recupero energentico di soli 500 GW/anno.
A questo punto risulta evidente che quest'opera è inutile, nociva e controproducente, ed ancor più evidente risulta che l'inceneritore non ha futuro mentre le buone pratiche sì. La raccolta differenziata con il riciclaggio e la diminuzione della produzione dei rifiuti sono la vera alternativa alla discarica. Esempi come Lavis e la Val di Fiemme, ma anche numerosi altri comuni sia trentini che veneti, come nel trevigiano, ma anche in tutt'italia, sono da prendere come esempio; in tutti questi luoghi la differenziata ha raggiunto l'80% e più! Il vero sistema integrato al riciclaggio non è l'inceneritore ma la diminuzione della produzione. Bisogna produrre meno rifiuto e differenziarlo di più se si vuole realmente eliminare il problema. L'incenerimento non è certamente la soluzione.

Filippo Rigotti - Officina Ambiente