30.4.10

Relazione sui risultati delle analisi ambientali in Valsugana

Di Marco Garavelli · 29 aprile 2010

www.trentoattiva.it/2010/04/relazione-sui-risultati-delle-analisi-ambientali-in-valsugana/

Relatori della serata:

  • Dott.ssa Maria Elena Di Carlo – Medico ISDE
  • Dott. Marco Rigo – Medico Isde
  • Dott. Roberto Cappelletti – Medico ISDE
  • Prof. Pier Giorgio Iobstraibizer – Geochimico

Prevedibile e prevista la massiccia affluenza di pubblico alla serata di presentazione delle analisi ambientali, dalla gente stessa commissionata e pagata; così tanta affluenza da indurre Rosa Finotto dei Barbieri Sleali ad annunciare una nuova serata probabilmente nel corso di questa stessa settimana.

Immagine tratta dalla presentazione dei medici per l'ambiente

Immagine tratta dalla presentazione dei medici per l'ambiente

Analisi che ribaltano ancora una volta lo scenario ambientale in Valsugana, dopo le rassicurazioni della Provincia tramite le analisi APPA.

La diossina in Valsugana c’è… eccome!!! E non solo quella, ma anche metalli pesanti come il cadmio (5 volte superiore ai termini di legge), il cromo (3 volte superiore), lo zinco (7 volte) e lo stagno (13 volte maggiore) ¹. Come si può vedere dalla tabella a fianco (click sull’immagine per ingrandire), la diossina è il doppio o il triplo del consentito in via Liverone, alle scuole elementari e in piazza Romani: tutte zone residenziali!

Sbalorditivo inoltre come “l’impronta” inquinante mostrata dal grafico sottostante coincida perfettamente con quella delle analisi al camino dell’ AcciaieriaValsugana. Un impronta che lascia davvero pochi dubbi su chi sia il responsabile di questo danno ambientale.

Immagine tratta dalla presentazione dei medici per l'ambiente

Il dott. Roberto Cappelletti ha fatto notare che la fonderia di Borgo produce dai 3 ai 5 grammi di diossina all’anno, un dato esageratamente alto se pensiamo che la diossina prodotta dal riscaldamento a legna di tutto il Trentino è quantificabile in 0,3 g all’anno. Per quello che riguarda il traffico: per raggiungere i livelli di emissioni giornaliere di un’acciaieria occorrono circa 700 milioni di automobili che percorrono 10 km. Dati che tolgono decisamente credibilità alla tesi secondo la quale il problema inquinamento in Valsugana non sia dato dalla fonderia ivi presente.

Il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne ha informato i cittadini che recentemente è stata sua premura incontrare il Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente a cui ha consegnato un dossier sulla Valsugana e una rassegna stampa degli avvenimenti di questi ultimi anni (in merito alla questione ambientale). Il ministero ha garantito che farà valutare la quantificazione del danno dall’Avvocatura di Stato e dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e valuterà se costituirsi parte civile per i danni ambientali subiti dallo Stato. Proprio ieri il Ministero dell’Ambiente ha contattato la Procura di Trento. Il sindaco ha ribadito che azioni concrete volte alla chiusura della fonderia non potranno essere intraprese dall’amministrazione comunale perchè non competente in materia di inquinamento dell’aria; Laura Zanetti (ex infermiera del reparto oncologico dell’ospedale di Borgo ed ex assistente sanitaria di medicina scolastica) ha commentato che con quei dati di contaminazione da diossine nell’area delle scuole elementari il comune avrebbe il dovere e l’autorità di chiudere la struttura (decreto presidenziale n. 1518 del 1967).

Mario Casna ha iniziato il suo intervento dichiarando di vergognarsi di essere membro del Consiglio Provinciale. Molto contestato l’intervento di Giovanni Kessler (Presidente del Consiglio Provinciale), che inizialmente sembrava voler usare il solito trucco del politichese per calmare le acque in sala. Egli ha fatto poi notare che da parte sua e del PD c’è stata, già ad inizio legislatura, la richiesta di una commissione d’indagine sul caso Monte Zaccon e sul tema ambientale in Valsugana, sottolineando la necessità di maggiori controlli. Kessler ha riconosciuto la grave situazione ambientale in zona e ha chiaramente detto che, utilizzando il sistema del bastone e della carota nei confronti della proprietà, sarebbe bene procedere verso la chiusura dell’acciaieria. Non ci sono strumenti legislativi per togliere gli incentivi all’azienda e né tanto meno per chiudere d’autorità un’azienda privata.

Bruno Dorigatti, ex sindacalista CGIL (ora consigliere provinciale del PD n.d.r.) e strenuo difensore degli operai della fonderia, dopo aver assistito alla relazione dei medici è sembrato voler “scendere dai tetti della protesta”, dicendo che occorre fare pressione nei confronti dell’azienda perchè rispetti in maniera assoluta le più severi norme anti-inquinamento; in mancanza di collaborazione da parte dell’azienda, la fonderia va chiusa per il bene degli stessi operai. Diversamente sarebbe opportuno tenerla aperta.

Giuseppe Filippin (consigliere provinciale per la Lega Nord) ha voluto evidenziare che la fabbrica dovrebbe pagare non solo per l’inquinamento che eventualmente stia causando oggi, ma per il danno che ha causato in 30 anni.

Importante il messaggio venuto da un agricoltore della zona che ha denunciato la necessità che i cittadini si attivino per fare politica dal basso in prima persona, seguendo l’esempio valoroso dei comitati della Valsugana.

A questo link potete scaricare la presentazione dei medici: Presentazione risultati con fondo analisi Valsugana 27 aprile 2010

E’ d’obbligo un sincero ringraziamento ai medici per l’ambiente, ai comitati, al dott. Massimo Cecconi e a tutti i volontari che si sono adoperati per la causa ambientale in Valsugana.

Questa la registrazione integrale dell’evento²:

Per motivi tecnici il filmato è composto da 5 video riuniti in un’unica playlist: alla fine di un filmato viene caricato automaticamente il successivo. Se si desidera passare direttamente al video seguente si può premere in qualsiasi momento il tasto “forward” vicino al tasto “play”.

Per connessioni lente si possono verificare frequenti interruzioni del filmato; per non incorrere in questo noioso inconveniente si consiglia di mettere in pausa la riproduzione per una decina di minuti per permettere al video di caricarsi (buffering del video), dopodichè si può avviare la riproduzione che risulterà così fluida. L’operazione è da ripetersi per ognuno dei 5 video. Questo è dovuto al fatto che il filmato è appositamente stato creato in definizione piuttosto alta per dar modo di leggere i testi della presentazione proiettata nel corso della serata e per avere una buona qualità di visione.

¹Valori riscontrati nella polvere del tetto di un edificio in Piazza Romani a Borgo.

²Al minuto 15.00 del primo video, a causa di un errore di montaggio dello stesso da parte mia, la slide mostrata non è coerente con la spiegazione del dott. Marco Rigo. Si prega di fare riferimento invece a questa slide (click sull’immagine per ingrandire):

28.4.10

Parte anche in Trentino la campagna referendaria sull'acqua



Il fine settimana del 24 e 25 aprile inizia anche in Provincia di Trento la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua. Il 25 aprile saranno allestiti banchetti per la raccolta firme dalle 10.30 in via Oss Mazzurana/angolo via Oriola a Trento, nel pomeriggio dalle 15.30 alla festa della Liberazione in piazza Dante.

I prossimi incontri pubblici dove si potrà anche firmare saranno:

- Il 28 aprile alle ore 20.30 presso la scuola elementare di Povo di via dei Rivi, 6.
E’ un incontro dal titolo “L’acqua, un diritto dell’umanità“. L’introduzione sarà a cura di Aldo Giongo (presidente del circolo Arci Paho di Povo) e di Paola Moser (presidente della circoscrizione di Povo).
La discussione vedrà presenti:
* Claudia de Giorgio del Forum dei movimenti dell’acqua
* l’ing. Stefano Quaglino, direttore di Dolomiti Energia
* Gianfranco Poliandri del comitato acqua bene comune di Trento.
Durante l’incontro verrà proiettato il documentario di Tiziano Giongo dell’associazione Onlus FiloRosso dal titolo Terra d’acqua, che parla della lotta per l’acqua in corso in Uruguay.

- Giovedì 29 aprile 2010 ore 20.30 a Nago - Casa della Comunità
Perché privatizzare l'Acqua? Il decreto Ronchi e i rischi legati all'pertura ai privati della gestione dei servizi idrici nel nostro Paese. La situazione in Trentino.
Saranno presenti: Marco Bersani Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua e Gianfranco Poliandri Comitato Acqua Bene Comune di Trento.
Coordina: Gianfranco Maino - Comitato Acqua di tutti dell'Alto Garda.

- Festa del Primo Maggio a Trento, Doss Trento dalle ore 15.30

- Giovedì 6 maggio - ore 20.45 - Rovereto c/o Centro di Educazione alla Pace Via Vicenza, 5
Proiezione del documentario 'Terra d'acqua' realizzato in Uruguay coivolgendo le comunità.
Interventi della regista Villaverde Florencia e di Javier Taks presidente della Casa Bertold Brecht di Montevideo.
A seguire la raccolta firme per i referendum sull'acqua con presentazione di Francesca Caprini dell'associazione Yaku e del Forum dei movimenti per l'acqua.
Promuovono Nonsolo Acqua - Filo rosso - Zampognaro Lagaro con l’adesione del Comitato Ass. Pace e Diritti Umani di Rovereto


Approfondimenti:
- Campagna referendaria l'acqua non si vende
- Si parte! Inizia la campagna referendaria in difesa dell'acqua come bene comune - interviste audio da Globalproject.info

27.4.10

Le analisi ambientali indipendenti della Valsugana

Di Marco Garavelli, TrentoAttiva

Martedì 27 aprile alle ore 20.30 al polo scolastico di Borgo, i medici ISDE della Valsugana con i comtitati “Barbieri sleali” e “Valsugana pulita”, presenteranno i risultati delle analisi ambientali finanziate dai cittadini. E’ sorta infatti non poca confusione tra la popolazione quando la Provincia ha divulgato i risultati delle analisi APPA, dati che contrastavano quelli allarmanti del 2001 e del 2008.

Le notizie che già si sono diffuse sono davvero preoccupanti e ribaltano completamente i risultati dell’APPA. Visto poi il coinvolgimento di alcuni funzionari della stessa nell’inchiesta della Procura, la gente terrà sicuramente in seria considerazione ciò che emerge dalle analisi indipendenti.

A poco è servito il recente “regalino” della Provincia all’APT della Valsugana (145.000 €) a titolo di risarcimento ambientale. Per risollevare un’area costantemente offesa e torturata da diverse fonti di inquinamento (fonderia, discariche e traffico pesante in primis) ci vuole ben di più ed è quello che da anni i Valsuganotti chiedono e che solo un intervento extra-provinciale del Corpo Forestale di Enego ha reso più probabile: la chiusura e riconversione della famigerata Acciaieria Valsugana.

Registreremo il video della conferenza di martedì sera e lo potrete visionare su questo blog a partire da giovedì pomeriggio.

26.4.10

Nuovi impianti: autonomia tradita


FOLGARIA - La portavoce dei 1700 firmatari, Francesca Manzini, si è rivolta così al presidente del Consiglio Provinciale, Gianni Kessler. «Le motivazioni della nostra contrarietà al progetto erano e sono sostanzialmente la sua distruttività per l'ambiente, l'insostenibilità tecnica ed economica, il mancato coinvolgimento delle comunità interessate. Il 3 aprile 2008 l'Ufficio di Presidenza aveva dichiarato l'ammissibilità della petizione e lo stesso Presidente Dellai l'aveva trasmessa alla Terza Commissione Permanente per un rapido esame.
Il previsto iter d'esame era poi sfociato nella relazione stilata dalla commissione competente e sottoposta al consiglio provinciale. Infine l'8 maggio il Consiglio approvava all'unanimità due ordini del giorno (n. 282 e 283) che impegnavano la Giunta provinciale ad opporsi ad un ampliamento dell'area sciabile di Folgaria finalizzato al collegamento con il territorio veneto. Il Consiglio non si è però limitato a condividere le argomentazioni della petizione popolare, ma ha a sua volta lanciato un allarme (odg n. 283) di notevole gravità: "Il collegamento sciistico con il Veneto potrebbe generare un danno di incalcolabile entità per il tessuto turistico ed economico dell'Altopiano".
Dopo tale esplicita e autorevole presa di posizione ci saremmo quindi aspettati - secondo quanto richiesto dallo stesso Consiglio - una radicale revisione del progetto di sviluppo turistico degli altipiani che garantisse la partecipazione delle comunità interessare alla definizione dei piani di sviluppo. Nulla di tutto questo. Infatti, soltanto pochi mesi dopo, il 17 ottobre 2008, la Giunta Provinciale ha approvato il progetto di espansione sciistica verso il Veneto per oltre 70 milioni di euro, mentre in questi giorni apprendiamo che il collegamento Fiorentini-Folgaria, grazie a un modesto stanziamento della Regione Veneto, potrebbe essere presto realizzato».
Scrive Manzini: «A noi, cui è stato insegnato che il Consiglio provinciale è il "Parlamento del Trentino" e quindi il massimo organo rappresentativo e decisionale della Provincia, resta incomprensibile come la Giunta possa, nel giro di pochi mesi, decidere in via autonoma di disattendere gli orientamenti e le raccomandazioni del Consiglio. Poiché non ci risulta che lo Statuto di autonomia della Provincia sia stato oggetto di recenti modificazioni in tal senso, ci rivolgiamo al Suo ruolo istituzionale, nonché alla Sua personale cortesia, affinché venga posto rimedio».
Manzini ricorda che «il consigliere Bombarda che in data 30 marzo 2010 ha presentato un'interrogazione che dovrà avere risposta scritta entro il prossimo 1° maggio. Nell'auspicare che tale risposta non sia evasiva, dilatoria o liquidatoria del problema, da parte nostra Le chiediamo di voler garantire: che venga soddisfatta l'esigenza della trasparenza amministrativa come esigenza dei privati cittadini di poter adeguatamente comprendere le ragioni dei comportamenti della pubblica amministrazione; che venga dato il massimo rilievo a quel "danno di incalcolabile entità per il tessuto turistico ed economico dell'Altopiano" evidenziato dallo stesso Consiglio: a rischio è soprattutto il futuro economico delle nuove generazioni».

fonte: www.ladige.it

20.4.10

L'Austria mette in dubbio la nuova ferrovia del Brennero


COMUNICATO STAMPA:
I DUBBI IN AUSTRIA SULLA NUOVA FERROVIA DEL BRENNERO CONFERMANO I MOTIVI DELL’OPPOSIZIONE IN ITALIA.

Alla fine di marzo 2010 fonti austriache di affidabilità consolidata [1] - in parte riprese dalla stampa altoatesina [2] - hanno diffuso informazioni secondo cui in Austria si stanno sottoponendo a revisione generale tutti i progetti di nuove strade e ferrovie (piano infrastrutture 2010-2015, con particolare riferimento alla galleria di base del Brennero) perché mancano adeguate coperture finanziarie e sicure garanzie che a lavori ultimati il traffico merci si sposti dalla gomma alla rotaia; solo dopo una adeguata rivalutazione globale gli organi competenti assumeranno le decisioni definitive. Esaminando le notizie nel dettaglio, emerge che perplessità e contrarietà attraversano all’interno i componenti del Governo federale austriaco, la coalizione di governo, istituzioni centrali, il Land Tirol, partiti, esponenti politici e tecnici di diversa estrazione. Non siamo al ritiro formale dell’adesione austriaca, ma il futuro del progetto della nuova linea del Brennero è palesemente in forse. In Austria per ora la politica non dichiara formalmente l’inutilità dell’opera (molti dubbi escono comunque dal Ministero dei Trasporti); ma mentre alcuni dei soggetti pubblici interessati riducono drasticamente i finanziamenti già attribuiti all’opera altri mettono in evidenza le difficoltà di ulteriore finanziamento e prendono le distanze.

Tutte incertezze che la stampa in Italia - segnatamente in Trentino - si guarda bene dal riportare. Forse per non dare altri spunti ai Comitati, ai soggetti organizzati e ai singoli che nelle valli dell’Isarco e dell’Adige da anni si oppongono ad un progetto inutile e dannoso?

Non abbiamo bisogno di argomenti nuovi. Le esitazioni crescenti in chi decide in Austria sono solo un effetto (peraltro tardivo) delle negatività radicali di un’opera che già da molto tempo esibisce un scostamento abissale tra obiettivi dichiarati e realtà.

Di fronte alle previsioni di un flusso merci sempre in aumento sull’asse del Brennero (da compensare con la nuova ferrovia) stanno i dati di un crollo oramai strutturale del traffico pesante: meno 23% tra il 2008 ed il 2010, a far tacere finalmente i promotori che dichiaravano transitoria la flessione 2008-2009 e raccontavano di stime nuovamente positive a partire dalla metà dello scorso anno. Di fronte al preteso ruolo strategico della nuova ferrovia del Brennero stanno sia le chiare opzioni del Governo italiano (che comunque non ci convincono) verso la direttrice Genova-Milano-Rotterdam sia la formazione di un alternativo asse direzionale merci
dai porti del Nord Adriatico verso il Centro Europa (ferrovia dei Tauri).

In ogni caso - come tutto il movimento NO TAV in Alto Adige e in Trentino ha dimostrato ripetutamente - le soluzioni per ridurre i gravissimi impatti del traffico merci autostradale a un livello compatibile con la salute umana e l’equilibrio ambientale esistono, e sono praticabili subito senza attese pretestuose per dare spazio ad un progetto inutile:
1) intervenire per portare le tariffe merci autostradali della rampa Sud al livello di quelle austriache;
2) attuare politiche dei trasporti che disincentivino il traffico pesante non indispensabile;
3) utilizzare tutta l’ampia capacità residua della linea ferroviaria storica del Brennero.

C’è poi l’inquinamento acustico prodotto dai treni merci lungo le valli dell’Isarco e dell’Adige. Il problema può essere affrontato immediatamente con interventi mirati; lasciare insoluto anche questo ed utilizzarlo per promuovere la nuova ferrovia è irresponsabile.

L’insistenza sull’opera in Italia si spiega solo con la necessità di favorire gli affari di grandi imprese di costruzione e degli ambienti politico-burocratici al loro servizio. Chi si oppone lo ha capito da tanto e sa bene che progetti come questi sono il frutto avvelenato di un modello di produzione e di consumo che impoverisce le collettività, devasta l’ambiente, minaccia la vita.

Dachverband für Natur und Umweltschutz (Bolzano)
NO TAV - Kein BBT (Bolzano)

Stop BBT Valle di Vizze (Prati di Vizze, Bolzano)

Associazione marcolina per la tutela del territorio NO TAV (Marco, Trento)
Centro Sociale Bruno (Trento)
FILCAMS CGIL (Trentino)


[1] Cfr. www.tt.com di date 27, 30 e 31 marzo 2010.
[2] Cfr. Tageszeitung 3 e 4 aprile 2010, Alto Adige 4 aprile 2010.

15.4.10

Sintesi sulle serate informative alle quali ha partecipato il Comitato Acqua Bene Comune di Trento


Qualche dato dalle serate informative sulla privatizzazione dei servizi idrici cui ha partecipato il Comitato di Trento acqua bene comune.

Nelle ultime settimane del 2010 il Comitato è stato invitato a partecipare con un proprio intervento relatore alle serate di confronto e informazione qui elencate:

  • “L'acqua: diritto o profitto?”, incontro sulla situazione dei servizi idrici in Alto Adige (a cura di OEW, Operation Daywork, Centro Pace Bolzano), Bolzano 19 marzo;
  • serata dedicata al tema dell’acqua (proiezione del film-documentario “Flow. Per l’amore dell’acqua”) da CinemaFutura, Centro Sociale Bruno, Trento 26 marzo;
  • “Acqua bene di tutti o bene economico? Confronto sul decreto Ronchi: privatizzazione del servizio idrico” (a cura di Fondo Progetti Solidarietà, SAT sezione di Mattarello, ACLI Circolo Mattarello), con la partecipazione di Marco Bersani (Forum Movimenti Acqua), Merler (Amm. Del. Dolomiti Energia) e Pacher (Vicepres. Prov. TN), Mattarello 8 aprile;
  • “Acqua bene comune” (a cura di Comune di Flavon e Laboratorio Territoriale per lo sviluppo sostenibile Valle di Non), con la partecipazione di padre Zanotelli (comboniano) e Valentini (pres. Comunità Val di Non), Flavon, 10 aprile;
  • “Acqua sul mercato. La gestione dell’acqua come bene comune, proposte per l’Italia e per il Trentino” (a cura di ACLI Destra Adige, NonSoloAcqua, Comitato Pace e Diritti Umani di Rovereto, Castelbarco di Pomarolo, Zampograno Lagaro), con la partecipazione di padre Zanotelli (comboniano), Villalagarina 11 aprile.

In totale abbiamo incontrato circa 750 persone e l’attenzione è stata sempre molto elevata. Alcuni elementi ci sono sembrati di particolare rilievo.

  1. E’ stata continuamente proposta e rilanciata l’idea dell’acqua come bene comune fonte della vita, insuscettibile di appropriazione, oggetto di servizi di interesse generale di natura sociale erogabili soltanto da soggetti pubblici che rappresentino le collettività territoriali e siano da queste controllabili, privo di interesse economico, escluso da qualsiasi applicazione di regole di mercato e dunque sottratto al profitto.
  2. E’ stato continuamente affermato e volentieri recepito che i processi di privatizzazione dei servizi idrici sono uno dei frutti avvelenati di un modello di produzione e di consumo che impoverisce singoli e comunità a vantaggio di pochi, devasta l’ambiente, minaccia la salute e la dignità umana.
  3. Emerge con sempre maggiore chiarezza che la dirigenza trentina di governo ed i tecnici che la accompagnano presenziano alle iniziative pubbliche senza volontà di confronto, non argomentano, non ascoltano. E’ una partecipazione formale che pare avere il solo scopo di simulare residui spazi di democrazia; ma si percepisce che le decisioni critiche (accelerare le privatizzazioni e portare le SpA alla quotazione in borsa) sono già state prese e non si mettono in discussione. Risalta poi in maniera crescente che queste decisioni si formano nei centri del potere economico-finanziario e che la politica, in posizione servente, è chiamata semplicemente a farle proprie ed applicarle. Gli avversari più forti del movimento trentino per l’acqua bene comune non si trovano nell’apparato politico-burocratico.
  4. Le ragioni “tecniche” per cui in Trentino la privatizzazione dei servizi idrici esiste e dovrebbe svilupparsi sono inconsistenti. Le tariffe medie 2001-2009 assicurate dalle gestioni dirette comunali sono più basse di quelle delle SpA; i servizi non privatizzati sono nel complesso efficienti; le singole esigenze di ordine industriale che possono richiedere razionalizzazioni di reti ed economie di scala a livello territoriale possono essere perfettamente soddisfatte dai Comuni consociati, senza alcun ricorso ideologico alla presunta maggiore efficienza dell’organizzazione privatistica; la difesa dell’occupazione locale nei servizi idrici non appare certo garantita dalle SpA (che del resto non esistono in Provincia di Bolzano).
  5. I non molti amministratori locali che è stato possibile ascoltare hanno mostrato, senza eccezioni, di capire come la gestione dei beni comuni (innanzitutto l’acqua) e i servizi connessi sono il fondamento e il futuro degli enti locali. Non si può escludere che in qualche caso esigenze di visibilità e convenienze abbiano creato confusione; si tratta evidentemente di vigilare e pretendere che gli impegni siano mantenuti. Si rivela comunque giusto l’obiettivo primario del Comitato: lavorare dal basso perché in tutti i Comuni con servizi privatizzati si avviino processi di ripubblicizzazione nella forma delle Aziende speciali consortili ed appoggiare la resistenza dei Comuni che si opporranno ai tentativi di privatizzazione.
  6. Sul punto precedente interventi del pubblico hanno messo in evidenza una contraddizione importante. Molti dei Comuni che hanno affidato i servizi idrici civili a SpA totalmente pubbliche o (in larga prevalenza) miste pubbliche-private [ 1 ] , e che per importanza dovrebbero i primi ad avanzare sulla strada delle ripubblicizzazioni, ottengono forti dividendi annuali grazie alle rispettive partecipazioni al capitale sociale. Analogamente, in altri ambiti, percepiscono dividendi e compensazioni gli enti locali che accettano l’invasione in corso da parte di impianti idroelettrici di ogni taglia. In una fase in cui la finanza comunale - con vari meccanismi - è messa deliberatamente e fortemente in crisi (in tutta Italia, anche in Trentino) questi dividendi costituiscono un’attrattiva che si aggiunge ai vantaggi garantiti dai sistemi di sottopotere originati dagli incroci di capitali pubblici e privati. Comuni economicamente deboli sono comunque più facilmente aggredibili con proposte di cessione dei servizi idrici ai privati.
  7. L’acqua non è soltanto oggetto di servizi idrici ma anche componente ambientale che in Trentino subisce pesanti aggressioni, sia dal punto di vista delle utilizzazioni fonti di sprechi (quelli dell’agricoltura e dell’innevamento artificiale tra i primi) sia da quello delle minacce dirette. Tra queste ultime il pubblico ha mostrato più attenzione verso quelle causate dall’eccessivo sfruttamento idroelettrico, dal progetto di quadruplicamento della ferrovia del Brennero, dal progetto Metroland.
  8. La richiesta di appoggio e partecipazione ai referendum sulle norme nazionali che realizzano la privatizzazione definitiva dei servizi idrici è stata ripetutamente avanzata da Bersani e Zanotelli, insieme alle spiegazioni sui contenuti dei tre quesiti. Nessuno del Comitato ha voluto inserire incertezze esponendo le perplessità che sul referendum abbiamo, senza per questo far mancare il sostegno ad una battaglia che vorremmo di certo vincere. Comunque il clima percepito in questi incontri fa pensare che i referendum possono essere un obiettivo non assorbente, che possono invece costituire occasione per informare capillarmente, far partire iniziative diffuse per il consolidamento delle gestioni comunali dei servizi idrici civili dove esistono e per la ripubblicizzazione subito negli altri territori, porre la questione cruciale di tutte le forme di utilizzazione delle risorse idriche in Trentino.
  9. La sensibilità verso tutti i temi proposti ci è parsa grande e diffusa, come forte ci è parsa l’inquietudine per il livello che la privatizzazione dei servizi idrici in Italia e in Trentino - ha già raggiunto e si avvia a superare in tempi non lunghi. L’interesse per tutte le idee di ripubblicizzazione risulta evidente. A questa consapevolezza sembra corrispondere una prima serie di iniziative verso l’organizzazione di comitati e gruppi di azione locali anche non si è ancora potuta cogliere una articolazione sufficiente di proposte legate alle situazioni dei territori.

[1] Ricordiamo che tra queste Dolomiti Reti SpA cura oggi i servizi di 18 Comuni (Ala, Albiano, Aldeno, Borgo Valsugana, Brentonico, Calliano, Civezzano, Fornace, Grigno, Lavis, Mori, Nave San Rocco, Nomi, Roverè Della Luna, Rovereto, Trento, Volano, Zambana) per un totale di oltre 200.000 abitanti.


Il Comitato di Trento acqua bene comune 14.4.2010

14.4.10

Inceneritore, il termine per l’appalto slitta a dicembre











Di Giorgio Riccardi da
www.trentoattiva.it

Il 26 marzo scorso il TAR di Trento ha respinto l’istanza di sospensione del bando dell’inceneritore presentata dal “Centro Riciclo di Vedelago”, insieme a Nimby Trentino”, fissando l’udienza a data da destinarsi.

Il ricorso presentato dai Comuni di Lavis e Mezzocorona saranno, invece, discussi in udienza il prossimo 27 maggio, per questo il Comune di Trento ha deciso di far slittare il termine per l’appalto da luglio a dicembre.

La decisione è stata presa per una questione esclusivamente economica, come specificato dal sindaco Alessandro Andreatta, in quanto, in caso di sentenza sfavorevole, il Comune dovrebbe versare circa 2,5 milioni di euro ad ogni azienda che parteciperà al bando.

La speranza è che questi sei mesi di rinvio spingano l’Amministrazione Comunale a valutare anche forme alternative per lo smaltimento dei rifiuti, visto anche l’alta percentuale di raccolta differenziata in Trentino (circa il 60%, con un calo dei rifiuti indifferenziati del 6,6% nei primi dieci mesi del 2009).

Rinvio di cinque mesi per l’inceneritore – Adige 13 aprile 2010
di Bruno Zorzi
Rinvio di cinque mesi, dal 19 luglio al 20 dicembre, del bando per l’inceneritore, o termovalorizzatore che dir si voglia, di Ischia Podetti. Ripensamento politico e strategico della governo cittadino? Problemi tecnici imprevisti? No, nulla di tutto ciò: il rinvio è stato deciso dal sindaco nella riunione di giunta di ieri mattina perché si vogliono aspettare le sentenze del Tar..[Continua]

La raccolta differenziata sfonda la quota del 60% – Trentino 1 dicembre 2009
Di Chiara Bert
Proprio ieri sono stati resi noti da palazzo Thun i numeri aggiornati della differenziata relativi ai mesi di settembre e ottobre, elaborati dall’ingegner Silvio Fedrizzi, capoprogetto della gestione integrata dei rifiuti. Nell’ultimo mese la differenziata ha sfiorato il 61% (per l’esattezza 60,99%) contro il 59,2% di settembre e il 59,4% di agosto. Quando otto circoscrizioni su dodici hanno avviato il nuovo sistema della raccolta porta a porta…[Continua]

Vedi anche:

  1. Inceneritore? Si può puntare ad altro
  2. Con il Comitato “Coordinamento Trentino Pulito”
  3. “Strategia Rifiuti Zero” – Incontro con Alessio Ciacci

11.4.10

Moroder (CIPRA Italia) affossa Metroland


IVANO ORSINGHER PRIMIERO - «PrimieroViva» ha fatto quello che la Comunità di valle - quando prima o poi sarà a regime - dovrà fare.
Chiamare, cioè, a raccolta i protagonisti del territorio del Primiero per decidere, finalmente, su cosa si vuol fare da grandi. Soprattutto, su quella che è la scommessa, anche politica, condizionante l'intero futuro più o meno prossimo: la mobilità.
A parlarne (troppe le non decisioni locali collezionate negli anni) in un incontro guidato dal direttore dell'Adige Pierangelo Giovanetti uno fra i massimi esperti del settore, Helmuth Moroder , vicepresidente di Cipra International e direttore della Ferrovia della val Venosta, che ha illustrato il «muoversi attraverso le Alpi» con gli esempi della sua ferrovia, della consorella val Pusteria e con la funivia del Renon, oltre che con il piano della mobilità del Comune di Bolzano.
Non disdegnando, però, precise e mai velate stoccate a «Metroland» e ai collegamenti sciistici di prossima nascita.
«Ogni territorio deve giocarsi la sua partita; non esiste un modello-ricetta che vada bene ovunque. Certo, è che negli ambienti dei massimi esperti del settore questa storia di Metroland è presa come uno scherzo. Non ne ho trovato uno, dico uno, che lo reputi una buona idea. Come si può trasferire la mentalità stradale, fatta di gallerie e velocità sul modello ferroviario e applicarlo al Trentino? Il mito della velocità, che porta ricchezza di attività e operatori solo a Trento e riduce le periferie a dormitorio e pochezza sociale, non è forse un prezzo troppo alto da pagare? Io sono sinceramente spaventato da uno scenario del genere, di un sistema monocentrico, quando dovrebbe essere tutto il contrario».
Tra gli amministratori, anche di quelli che contano, non un fiato. E mentre Massimo Girardi , presidente dell'associazione «Transdolomites» per la mobilità e lo sviluppo sostenibile con il bravo Marco Danzi , incaricato dello studio di fattibilità per il collegamento ferroviario Trento-Cembra-Canazei, tracciavano la propria esperienza, nell'aula quasi piena era palpabile il quesito: «E noi?».
Sì, certo, il presidente della Comunità Cristiano Trotter anticipa che il progetto - finora molto silenzioso - del collegamento con Rolle ci sarà a breve e che la Comunità opererà nella futura programmazione. Ma a strappare gli applausi e a chiudere non poteva essere che Moroder: «Non conosco i dettagli; posso, però affermare che se un collegamento porta una grande novità, si può anche rischiare l'opera. Ma non per una semplice pista o un impianto in più. E questo vale per tutta l'area del Superski. Che poi si parli di gallerie in uno dei posti più belli al mondo, e pagato dalla Provincia? Fateveli dare quei 30 milioni di euro, ma investiteli in modo più efficace. Questa è la discussione da affrontare. Primiero, San Martino posti meravigliosi; possibile che non ci si possa sforzare di più, andando al di là di cose che già hanno fatto altri?».
Sulla locandina della serata c'era la statua di Negrelli, paradosso per un creativo della mobilità quale egli fu. Però, parla: «E muovetevi!».

fonte: l'Adige del 11 aprile 2010

Su Metroland: video di presentazione della provincia




Approfondimenti:
occhiodirovereto.splinder.com/post/20188829

3.4.10

Acqua Bene Comune in Trentino: prossimi appuntamenti

Il percorso di informazione e sensibilizzazione sugli aspetti critici degli usi, della gestione e della conservazione delle acque in Trentino prosegue nel mese di aprile con ben 3 incontri pubblici promossi da realtà associative territoriali alle quali parteciperà anche il Comitato Acqua bene comune di Trento con una propria relazione.
Gli incontri si svolgeranno:

- Giovedì 8 aprile ore 20.30 a Mattarello (Tn), Centro civico S.Vigilio - Sala Polivalente


Acqua: bene di tutti o bene economico?
Decreto Ronchi: privatizzazione del servizio idrico
La situazione in Trentino

Relatori:
Alberto Pacher - Assessore all’Ambiente Provincia di Trento
Marco Merler - Amministratore delegato di Dolomiti Energia
Marco Bersani - Rappresentante dei Movimenti per l’Acqua
Gianfranco Poliandri - Comitato Acqua Bene Comune, Trento

Moderatore: Walter Nicoletti - Giornalista

Promuovono: Fondo Progetti Solidarietà Onlus, Cai SAT Sez. Mattarello, Circolo ACLI Mattarello, Circoscrizione Mattarello


- Sabato 10 aprile ore 20.30 a Flavon (Tn), Sala civica presso il Municipio

“ACQUA BENE COMUNE”
un importante incontro che illustrerà l'attualità della normativa
in tema di gestione dell'acqua pubblica e sua ricaduta

con la partecipazione di:
Padre Alex Zanotelli
Rolando Valentini - Presidente Comunità della Val di Non
Gianfranco Poliandri - Comitato Acqua Bene Comune, Trento

Moderatore: Laura Ricci - Laboratorio Territoriale per lo sviluppo sostenibile

Durante la serata sarà consegnata ai capofamiglia una brocca in vetro al fine di sostenere il consumo dell'acqua pubblica del nostro acquedotto!

Organizzano: Comune di Flavon, La Commissione Culturale in collaborazione con Laboratorio Territoriale per lo sviluppo sostenibile Valle di Non e Comitato Acqua Bene Comune


- Domenica 11 aprile ore 20.30 a Villalagarina (Tn), Teatro parrocchiale "Baldessarini"

ACQUA SUL MERCATO!
LA GESTIONE DELL’ ACQUA COME BENE COMUNE

La situazione in Trentino presentata da:
Gianfranco Poliandri del Comitato Acqua Bene Comune

Incontro e dibattito con
padre Alex Zanotelli, voce del Forum italiano dei movimenti per l’acqua

Promuovono: Acli Destra Adige – NonSoloAcqua, Comitato Pace e Diritti Umani di Rovereto,
Castelbarco di Pomarolo - Zampograno Lagaro
Aderisce: Villa Invita e Comitato Acqua Bene Comune del Trentino