12.7.10

Raccolte in Trentino più di 11mila firme

COMUNICATO STAMPA
Referendum contro la privatizzazione dell’acqua
Raccolte in Trentino più di 11mila firme

Un milione di firme per l'acqua pubblica.
Una campagna referendaria sicuramente nuova e diversa, che ha visto la partecipazione di molteplici forze sociali e politiche all'interno di una piattaforma comune e condivisa.
Ma soprattutto una campagna che ha vissuto del sostegno della popolazione che da lungo tempo non partecipava così attivamente e consapevolmente ad una lotta dal basso per la riappropriazione di un diritto inalienabile e di un bene comune, come l'acqua.
La campagna referendaria “L’acqua non si vende” lanciata il 25 aprile scorso a livello nazionale, dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, ha registrato un risultato che ha superato ogni aspettativa: le firme raccolte hanno raggiunto il milione.
A questa battaglia ha contribuito significativamente anche il Trentino, che grazie alla straordinaria partecipazione della popolazione è riuscito a raccogliere e a spedire al Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua oltre undicimila firme, superando di gran lunga l'obiettivo fissato per la nostra provincia.
Dal lancio della campagna, simbolicamente fissata il 25 Aprile per chiedere la “Liberazione dell'acqua”, si è costruita su tutto il territorio trentino una rete, che nelle settimane di raccolta firme, si è sempre più allargata.
Una rete che ha coinvolto in prima linea cittadini consapevoli ed entusiasti, che si sono riuniti spontaneamente e si sono resi disponibili durante tutta la fase di raccolta firme e soprattutto durante le fasi, dure ed impegnative, di certificazione delle firme raccolte.
Un lavoro impegnativo, che non ha dissuaso coloro i quali si sono impegnati in questa lotta, a continuare ad impegnarsi fino alla fine, affinché lo sforzo iniziale si realizzasse come una vittoria a livello sociale e come chiaro messaggio a livello politico.
Ma la lotta per la riappropriazione della reale capacità decisionale in merito alla gestione dei servizi idrici non si ferma qui.
La campagna ha solamente concluso la prima fase in cui con forza è emersa la voce delle cittadine e dei cittadini, decisi nel difendere l'accesso ai propri diritti e a ribadire che “l'acqua è un diritto, non una merce”.
Ci aspetta ora un anno intenso di organizzazione, di informazione e confronto in cui saremo tutte e tutti chiamati a continuare a diffondere questo messaggio affinché si raggiunga il quorum al momento del voto.
Inoltre crediamo che la lotta per la ripubblicizzazione dell'acqua sia solo il primo passo per l'elaborazione e la sperimentazione di nuove forme di democrazia partecipativa e dal basso, per la riappropriazione non solo formale ma sostanziale della capacità decisionale, laddove la politica istituzionale risponde e si sottomette ad interessi economici e speculativi.
Affermiamo oggi che l'acqua è un diritto e non una merce, ma guardiamo al domani con la consapevolezza che un altro mondo e un diverso ordine sociale siano possibili e che la lotta per la riappropriazione di ciò che è nostro è solo all'inizio.

Comitato Promotore Referendum Acqua Pubblica Trentino

Trentino, 11 luglio 2010

info: http://acquabenecomunetrento.blogspot.com/

4.7.10

Quick Investigation: Inquinamento in Trentino

Da http://current.com/shows/senza-censura/92519851_quick-investigation-inquinamento-in-trentino.htm



A seguito delle inchieste Tridentum, Ecoterra, ma soprattutto dell'ultimo filone, riguardante le emissioni delle Acciaierie Valsugana, denominato Fumo negli Occhi, la Giunta Provinciale di Trento, in data 10 dicembre 2009, dà disposizione all'Agenzia Provinciale Protezione Ambientale di eseguire una vasta campagna di controllo della situazione ambientale in relazione alle attività della fonderia.
Per tale scopo la Giunta stanzia 56.000 euro, da ripartire tra i tecnici Appa e gli esperti consulenti chiamati a dare lettura e validazione dei dati raccolti. I consulenti sono tra i collaboratori dell'Istituto Superiore di Sanità, da questo ente viene pertanto la valutazione ai risultati di tale campagna, che nella data del 4 marzo 2010 stabilisce come la situazione ambientale complessiva della Valsugana non presenti situazioni di rischio per la salute pubblica.
Per presentare tali risultati il 10 marzo Lorenzo Dellai, Presidente Provinciale, con Pacher, Ass. all'Ambiente, e Berlanda, Dir. Gen. Appa, incontra pubblicamente i cittadini di Borgo Valsugana. Dall'incontro però non scaturisce l'augurata nuova intesa tra istituzioni e cittadini. Oltre al pubblico del palazzo dello sport di Borgo, a non essere convinti dalle analisi Appa ci sono anche i Comitati di cittadini che da tempo si battono per conoscere la reale situazione. Con loro i Medici per l'Ambiente, associazione che fa parte dell' International Society of Doctors for the Evironement (ISDE), organizzazione che ha, tra gli altri, un rapporto consultivo permanente con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Comitati e Medici contestano le analisi Appa sin dal metodo con il quale sono stati scelti i campioni da raccogliere.
Caso esemplare è quello del campione animale, effettuato da Appa su di una trota che vive in cattività, in una troticoltura collocata in un tratto di torrente a monte dell'Acciaierie e delle sue discariche. Medici per l'Ambiente e Comitato Barbieri Sleali si autofinanziano una nuova raccolta dati e le analisi degli stessi, rivolgendosi ai tecnici del Corpo Forestale dello Stato e ad un laboratorio certificato con sede in Germania. Spendono per questa operazione 8.000 euro.
Raccolgono 14 campioni, di ogni matrice. Campioni animali, vegetali, latticini, suoli, ed anche un campione insolito per questo tipo di analisi, le polveri. Questo campione non è previsto dal legislatore, perché significherebbe andare a cercare la materia pura, cosa che non è contemplata trattandosi di ricerche di diossine e metalli pesanti in centri residenziali.
I risultati di queste analisi sono sconvolgenti: tutti i 14 campioni risultano positivi, sul tetto delle scuole elementari di Borgo la polvere accumulata presenta valori di diossine due volte e mezzo superiori ai livelli di legge. Le diossine riscontrate con queste rilevazioni hanno la stessa matrice, l'impronta digitale costituita dalla distribuzione dei 14 cogeneri, di quelle riscontrate nella torre di abbattimento dei fumi dell'Acciaieria Valsugana.

3.7.10

Inquinamento in Valsugana. Che ruolo ha avuto Dellai?

di Marco Rigo, 29 giugno 2010

Sono emerse dai giornali in questi giorni le divergenze tra il presidente Kessler e l’assessore Pacher circa l’opportunità di depositare un disegno di legge, teso ad abrogare il comma 2 quater dell’articolo 51 del tulp ambientale con il quale si permette all’acciaieria, unica azienda in Trentino, di lavorare in deroga alle emissioni per quanto riguarda gli inquinanti, si noti a proposito che tali limiti non sono stati alzati, cosa di per sé discutibile, ma sono stati addirittura tolti.

Detta legge, come si evince dalle mail in mano alla procura è stata messa a punto dal proprietario Leali e messa nelle mani direttamente di Dellai. Non si può dire che sia una bella pagina politica.

Alla luce delle complesse vicende ambientali che hanno interessato la Valsugana nel corso di quest’anno, questa operazione appare molto grave, se si pensa che tale comma è stato inserito mediante l’approvazione di una legge finanziaria, in periodo natalizio (vacanza), senza alcun dibattito specifico in Consiglio e, soprattutto, senza che sia stata fatta nessuna valutazione di impatto ambientale sulle conseguenze di tale provvedimento di deroga, ovvero senza nessun parere da parte dell’azienda sanitaria sui potenziali effetti sulla salute pubblica.

Se si considera il carattere riservato e privatistico di tale iter legislativo si può ipotizzare un utilizzo dell’organo istituzionale (il consiglio provinciale) per promulgare una legge che procura un vantaggio indubbio e insolito (cioè poter lavorare inquinando, con grande risparmio di denaro) per un soggetto privato, che ne ha curato oltretutto personalmente la stesura. Mi chiedo se la vicenda non assuma la connotazione di un abuso d’atti d’ufficio, perché un politico non può fare leggi per compiacere un privato, ma diventa ancora più grave se questo atto politico espone la popolazione a un rischio potenziale per la salute, dal momento che è dimostrato che le emissioni dell’impianto siderurgico contengono sostanze altamente tossiche e che richiedono un attentissimo controllo circa il loro rilascio nell’ambiente.

Alla luce di quanto esposto risultano incredibili le tergiversazioni fatte dall’assessore Pacher di fronte alla proposta di Kessler di sanare questa situazione scabrosa e incomprensibile; risultano sospette le resistenze messe in campo dai funzionari Appa che accampano problematiche pseudo tecniche ovvero affermando che applicando i limiti in vigore per tutte le altre realtà in Trentino, l’azienda «inquinerebbe maggiormente con emissioni illegali».

La realtà è che con questa vicenda si è andati al nocciolo del problema, ovvero quali rapporti intercorrono e sono intercorsi tra la proprietà dell’acciaieria Valsugana e il presidente Dellai?

Domanda che se non erro è stata anche posta dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico di rifiuti illeciti, ma la cui risposta non è stata molto soddisfacente.


Marco Rigo

Referente Isde per il Trentino