30.9.08

La filiera corta? A Isera c'è già

Ristoratori e agricoltori uniti, complice anche il Comune

Da quando i prezzi degli alimentari sono diventati un argomento per cui deprimersi, tutti offrono la stessa ricetta anti crisi: filiera corta. La si sbandiera come l'utopia del nuovo millennio, la si attua, qualche volta, con i mercatini dei produttori. Ma sono sempre iniziative che, pur interessando in modo evidente i consumatori, sanno di estemporaneo, di eccezionale. Ora ad Isera si cerca di rendere il concetto di filiera corta la regola. E i primi risultati fanno ben sperare. L'idea è nata da qualche albergatore Slow Food. E nella sua semplicità aveva del rivoluzionario: mettere allo stesso tavolo albergatori e agricoltori. In mezzo, un'amministrazione comunale che già in passato ha mostrato di esserci, su progetti innovativi. «Ci siamo confrontati - spiega Sergio Valentini - e ci siamo detti che non aveva senso raccogliere i prodotti in Vallagarina, spedirli al mercato di Padova dal quale risalivano a Trento e da lì arrivavano nei ristoranti. È una follia. Abbiamo numeri talmente limitati che si può senza difficoltà tornare ad un rapporto diretto». Si è cominciato con lo "schedare" le aziende agricole del comune: produzione, tipologia di lavoro, quantità di raccolto, standard qualitativi. E ad ogni albergatore sono state date le schede. Il resto, è ovvio, deve farlo il mercato: «Non possiamo imporre nulla a nessuno, ma qualche risultato già c'è - spiega Valentini - siamo in tre albergatori che già si riforniscono direttamente dai contadini della zona. Il che non ha portato grosse differenze di prezzi, ma ha cambiato completamente la possibilità di valutazione dei prodotti. Conosciamo i contadini, sappiamo come lavorano, sappiamo che rispettano l'ambiente e assicurano uno standard anche nel modo di produrre. E di questo possiamo quindi dar conto ai nostri clienti: se presento una carota, posso dire da dove viene». Ma se fin qui si è riusciti ad arrivare, ora due sono gli ulteriori obiettivi: innanzi tutto organizzare dei momenti all'interno dei locali, nei quali i contadini che vogliono presentano alla clientela i loro prodotti. E poi - ma soprattutto - l'obiettivo è quello di allargare il modello che sta nascendo ad Isera anche ad altri comuni: «Come Strada del Vino ora io mi prendo il compito di presentare il progetto ad altri territori - spiega Valentini - è ovvio però che non è un percorso facile. Già mettere assieme tutti gli operatori è cosa più complicata di quanto non si possa immaginare. Ma su questo terreno dobbiamo lavorare. Perché così si crea un sistema integrato».

L'Adige, 30.09.2008

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